Undici
La vita del carcere era fatta di bassi e bassissimi.
C'erano momenti di calma piatta, dove i pensieri erano talmente forti e logoranti da bucarti il cervello.
In altre occasioni invece, la sensazione era di morte imminente, tutti i sensi si attivavano in un istinto primordiale di sopravvivenza.
Liam sperimentava quelle montagne russe di continuo da quando era rinchiuso.
Ritornare in quel campo, nell'ora d'aria, gli sembrò un déja vu, come se stesse osservando la scena al di fuori di se stesso.
Alcuni detenuti si voltarono nella sua direzione, gli ispanici si avvicinarono ma notò subito che mancasse qualcuno all'appello.
Si sedette sulla solita panca, vide alcuni del gruppo del biondo giocare a basket, i fornitori che contrattavano più in là e alcuni del gruppo del rosso che lo fissavano ridendo.
Certo, doveva essere davvero esilarante rivederlo con una fascia alla gola, una ferita procurata dal loro coglione in testa.
"Dove sono gli altri?" Chiese al compagno di stanza di Ugo. L'ispanico si grattò la testa prima di rispondere, sembrava in imbarazzo.
"Tutti nel buco. Gere, Ugo, quel coglione con i capelli arrugginiti e anche suo cugino. Ah già, anche il biondo"
Liam si voltò a guardarlo, stranito.
"Che cazzo è successo?"
Un altro ispanico si avvicinò, sembravano entrambi reticenti a parlarne e Liam si chiese il motivo.
Tuttavia non dovette attendere molto per saperlo.
"Gere ha detto che se fossi tornato vivo non avremmo dovuto dirtelo, com'è che ha detto? Ah, non ti voleva turbare"
"Cazzo hai imparato una parola nuova fra'" i due si misero a ridere tra di loro, anche se Liam non li stava più ascoltando. Era irritato a dire il vero, sentì una strana rabbia crescergli dentro. Sapeva che Geremias volesse proteggerlo, lo trattava come un figlio, tuttavia esagerava spesso perché lo considerava poco più di un bambino.
Non doveva essere turbato? Bene.
"Ok, chiederò ai rossi" Si alzò e fece per andare nella loro direzione, gli ispanici andarono nel panico. Liam sapeva che Geremias non lasciava niente al caso, se non voleva turbarlo di certo aveva lasciato la sua sicurezza in mano ai due idioti.
"Oh, che cazzo fai, vieni qua" Tornò a sedersi, strattonato da uno dei due.
"Senti, quando quel pezzo di merda ti ha ficcato quel vetro nel collo è successo un casino. Dominic è saltato addosso al rosso e l'ha massacrato, Gere gli ha dato il colpo di grazia. Il cugino del rosso sì è intromesso e ha ferito il biondo, c'era sangue ovunque"
Liam era sconvolto.
Mentre lui si accasciava al suolo e moriva intorno a lui si era consumato un massacro.
"C-come stanno?"
"Non ne so molto, ma se stanno nel buco penso stiano bene. Tranne il rosso, quello lo stanno mangiando i vermi ormai"
L'ispanico sorrise guardando i rossi, stringendo la sua Marlboro tra i denti gialli.
"Comunque Dominic è un carro armato cazzo, l'avrebbe ammazzato se non l'avesse fatto Geremias intromettendosi"
"Cristo, sul serio, sembrava indemoniato"
Liam si chiese per quale motivo l'aveva fatto, non avevano nemmeno un rapporto di conoscenza o amicizia. Perché rischiare tanto per uno sconosciuto?
Forse Dominic nascondeva qualcosa, si ritrovò a pensare.
Quella sera, invece del film di merda che era programmato per i detenuti, Liam chiese di andare nell'ufficio del direttore per continuare la sua indagine.
Non aveva molti elementi, tuttavia cominciò dal primo punto disponibile: Giorgio.
Cercò di riflettere sui suoi comportamenti, appuntandosi quelli che ritenne strani.
Come la reazione eccessiva quando aveva scoperto che lui aveva confortato Allison quel giorno fuori casa sua, gli aveva addirittura tirato un pugno.
O quella volta che avevano litigato perché Liam voleva organizzare una serata tra amici ma sia lui che Marcus avevano da fare.
Pensò anche a Marcus, l'altro suo amico. Era un ragazzo che Liam aveva sempre trovato misterioso, ma mai misterioso strano.
Tuttavia notava quanto spesso la sera fosse irreperibile, ore e ore dove nessuno sapeva dove fosse.
L'unico che non gli aveva mai dato motivo di dubitare era Robert, e da lui avrebbe deciso di partire per trovare un alleato.
Robert era un bravo ragazzo, un po' giocherellone, ma un tipo a posto.
Avevano spesso studiato insieme, alcune volte si era anche intrufolato in università durante le lezioni. Era uno spasso quando il professore si incazzava se lo trovava seduto dietro Liam a parlottare con Coolin, il suo compagno di banco.
Il professore era un altro da tenere d'occhio, qualche volta aveva notato degli sguardi strani da parte sua, soprattutto quando parlava con Coolin. Forse era solo perché voleva che seguissero le lezioni, tuttavia alcune occhiate Liam le ritenne troppo insistenti.
Diede una rapido sguardo ai suoi appunti, rendendosi conto di quanto fosse intricata la faccenda, in realtà.
Quasi tutti avevano qualcosa da nascondere, poteva sospettare di chiunque.
Si chiese se inserire perfino Coolin, ma poi accantonò l'idea perché era solo un conoscente. L'assassino invece conosceva ogni aspetto di lui, riuscendo perfino a prendere il suo DNA e il suo sangue per portarlo sulla scena di un crimine.
Doveva essere qualcuno di molto più vicino, così tanto da non riuscire nemmeno a vederlo arrivare.
Due giorni dopo, il suo avvocato fece ritorno per fargli visita. Liam gli espose tutti i suoi dilemmi, anche davanti a Robert. Era probabilmente l'unico di cui potesse fidarsi ciecamente. Il ragazzo gli spiegò che si sarebbe alternato con gli altri due per potergli fare visita a rotazione, visto che non potevano mai entrare più di due visitatori e uno doveva per forza di cose essere l'avvocato.
"Che cosa ne pensi?"
Robert si grattò il mento, quella storia puzzava anche a lui.
"Liam, penso che tu abbia ragione su Giorgio. Certo, considerarlo un assassino mi sembra esagerato, però... Ho notato anche io quanto fosse strano, la cosa è anche peggiorata dopo il tuo arresto"
"È presto per accusare qualcuno, non credete?" I ragazzi annuirono, concordi con l'avvocato, tuttavia Robert non era del tutto convinto.
"Liam, devo dirti una cosa. Una sera Allison venne a casa mia e... Era terrorizzata. Io pensavo stesse scappando da suo padre, sai, quel tipo è una testa di cazzo, però lei mi giurò che scappava da Giorgio"
Liam era senza parole, come aveva fatto a non vederlo?
"Posso andare a parlarle? Credo che siamo stati accecati dal bene che vogliamo a quello stronzo"
Il ragazzo annuì.
"Robert, tu devi indagare al posto mio, non posso fare molto da qui dentro"
L'avvocato chiese il numero di telefono di Robert, se l'assassino era un loro amico avvicinarsi in prima persona era escluso, non si sarebbe mai fidato di un estraneo. Ecco perché l'idea di Liam gli sembrò la scelta più azzeccata, tuttavia tenne per sé il sospetto che anche Robert potesse essere coinvolto.
Il suo cliente si fidava di lui e in qualche modo doveva far credere a tutti che anche per lui fosse così.
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