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Trentatré

"Liam, io ti amo davvero"
Il ragazzo era lusingato, ma non riusciva a provare lo stesso sentimento di Coolin. Quelle parole gli rimbombavano nel cervello da giorni e si chiedeva costantemente se non avesse sbagliato a rifiutarlo.
Erano ancora compagni di banco ma l'atmosfera si era decisamente raffreddata. Si sentiva solo, ecco tutto. Dopo una giornata di silenzio totale in università tornava a casa e la trovava tristemente vuota, sua mamma era morta da poco, tutto il suo mondo era finito in pezzi. Forse accettare l'amore di Coolin avrebbe potuto salvarlo da tutto quel dolore, ma in cuor suo sentiva che non era giusto usarlo per smettere di sentirsi uno schifo.

"Hai fatto la cosa giusta, Liam"
Robert, con cui si era confidato, continuava a ripetergli che era stata una buona cosa rifiutare Coolin, che non ne sarebbe venuto niente di buono.
"Come sta lui?" Il suo amico era molto vicino al suo compagno di banco, magari poteva aiutarlo a superarla.
"Onestamente non lo so, non lo sento da una vita. Liam, devi capire che è normale che lui si senta ferito in questo momento, ma non per questo avresti dovuto fare diversamente. Dopo sarebbe stato molto peggio, non pensi?" Liam annuì, nonostante tutto si sentiva un pezzo di merda.
Non aveva mai colto i segnali che Coolin gli mandava, dal fatto che lo toccasse di continuo, passandogli le mani nei capelli o facendogli i grattini sulla nuca, fino alle cene con sua madre dove lo fissava di continuo.
Era stato uno stupido, un vero cieco e per la prima volta nella sua vita si chiese se le persone in realtà non fossero proprio ciò che davano a vedere.

"E quindi lui dice di essere sicuro che sia stato Coolin"
Geremias era turbato, quella storia diventava sempre più un rompicapo man mano che andavano avanti, tuttavia, per quanto gli stesse sul cazzo il biondo, aveva la netta sensazione che avesse ragione.
"Ti rendi conto che se quel coglione ha ragione allora il tuo amico ha crepato la persona sbagliata?"
Liam ci pensò solo in quel momento, Robert aveva buttato la sua vita per niente. Sperò davvero che Dominic si sbagliasse, anche se ormai gli aveva istillato il tarlo del dubbio nella testa.

Ripensò alla visita coniugale, a come Coolin toccasse le sue ferite sulla schiena quasi con soddisfazione e si chiese se ancora una volta non si fosse sbagliato.

Il suo sesto senso faceva davvero schifo.

"Non mi ha detto un cazzo, capisci? Mi fa infuriare" Si mosse a disagio sulla panca ai lati del campetto, guardava gli altri detenuti godersi la loro ora d'aria mentre lui si sentiva soffocare anche stando all'aperto.
Geremias si chiese se potesse dar voce al suo pensiero in merito, quel ragazzino era davvero incazzato con il biondo. Tuttavia l'ispanico aveva conosciuto tanta gente nella sua vita, e ne capiva qualcosa più di lui.
"Senti, io credo che l'abbia fatto per non perderti. È un killer seriale, non uscirà mai da questo buco di merda"
"Ah, non dire puttanate, ha detto che non valgo un cazzo per lui, ti ho spiegato tutta la faccenda e mi dici questo?" Si alzò di scatto, furioso anche con Gere che non gli aveva fatto niente.
"Bello, vedi di non farmi girare le palle, ho solo detto quello che penso. Il biondo è un fottuto egoista, non avrebbe mai preso in considerazione l'idea di lasciarti andare. Che lo faccia per amore o per avere un buco da riempire questo lo sa solo lui"
Geremias era stato paziente per tanto, troppo tempo. Si era quasi snaturato pur di proteggere il moccioso e in quel momento si chiese se non avesse esagerato, mettendolo in una campana di vetro.

Quando Liam tornò in cella, il mondo intero gli cadde addosso;
C'era un biglietto sul suo cuscino.
Si avvicinò lentamente, cominciando a pensare al fatto che se fosse stato il professore l'assassino ora non ci sarebbero messaggi da leggere.
Deglutì, sedendosi sulla sua brandina senza sfiorare il foglio di carta accuratamente piegato.
In quel momento tornò anche Gere, che fece finta di non vederlo, ma notò immediatamente il biglietto.
Si distese sulla sua brandina e senza guardarlo gli chiese: "Non lo leggi?"

No. Fu il primo pensiero del ragazzo.
Se quel biglietto fosse stato dell'assassino allora avrebbe dovuto riaprire un vaso di pandora che aveva richiuso tempo addietro.

La morte di sua madre.

In quel momento stava rinnegando la realtà, odiava il biondo per avergli tenuto nascosta la cosa, facendolo sentire impreparato a quel momento.
"Non ce la faccio Gere"
Il suo corpo cominciò a tremare, Liam sentiva un freddo tremendo.
Risentì le mani viscide di Coolin sulla sua pelle martoriata, le sua parole dolci e rivide quegli occhi avidi.
Geremias si alzò, andando nella sua direzione, ma quando lo sfiorò Liam si chiuse a riccio, scansandolo e rannicchiandosi in un lato del letto abbracciando le proprie gambe.
"Mamma, mi dispiace così tanto"
Gere sospirò, poi prese il biglietto e lesse: "La tua pelle è morbida come ricordavo"

"Che schifo, cazzo" aggiunse l'ispanico.
Liam scoppiò a piangere, si sentiva distrutto.
Coolin aveva ribaltato tutta la sua vita solo per un rifiuto?
"Bimbo, devi reagire, mi senti? Questa potrebbe essere una prova. Capisci quello che sto dicendo?"
Liam annuì, ma in quel momento non aveva voglia di fare niente, si sentiva stanco, spossato, come se avesse corso una maratona infinita e una volta arrivato al traguardo ci fosse solo morte e devastazione.

"È l'unico che è venuto alla visita coniugale, quei bastardi registrano tutte le entrate e le uscite, possiamo incastrarlo!" Gere cercò di spronarlo, di fargli capire che finalmente aveva qualcosa di concreto e poteva combattere per la propria libertà, ma Liam non sembrava più interessato.
"S-sempre se l-le fottute guardie non si sono f-fatte comprare" Articolò tra i singhiozzi.
Geremias si rese conto che il moccioso aveva ragione, c'era una grossa probabilità che qualche guardia era intervenuta per coprire quel bastardo.

"Tanto vale fare un tentativo, no?"
Liam rialzò il capo, l'ispanico sentì qualcosa nel petto molto simile alla tenerezza. Quel biondo di merda, se davvero l'avesse amato, non avrebbe mai permesso che Liam rimanesse in quella vita di schifo.

Dopo due giorni Liam telefonò al suo avvocato, fornendogli tutti i dettagli e le nuove informazioni in merito al suo caso, chiedendogli di controllare se Coolin fosse registrato nelle visite coniugali.
"Liam, se quello che mi hai detto è vero abbiamo una reale possibilità di scagionarti, lo capisci?"
L'avvocato sembrava entusiasta, tuttavia Liam si sentiva apatico, non riusciva più a provare niente.
Probabilmente sarebbe riuscito a sentire di nuovo qualcosa una volta rivisto Coolin, qualcosa nel profondo gli sussurrava di creparlo.

"So che farà tutto quello che può per aiutarmi" riagganciò e si diresse in mensa, dove c'era la ressa per il pranzo. Guardò quel posto come se lo vedesse al di fuori del suo corpo, forse a breve sarebbe uscito e non avrebbe rivisto mai più nessuno di loro.
Oltre al senso di sollievo c'era anche un sottofondo malinconico per quello che avrebbe perso. L'amicizia di Geremias, per dirne una.
Si voltò, dopo aver preso la sua razione, per andare a sedersi e si scontrò con il petto del biondo che era dietro di lui.

"Stai bene?"
Liam lo osservò, senza guardarlo veramente. Dominic vide il vuoto nelle sue iridi verdi, era successo qualcosa?
Il ragazzo annuì e passò oltre, con gli occhi del biondo puntati sulla schiena.

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