Trenta
Liam ricevette una richiesta incredibile proprio il giorno dopo.
Coolin aveva richiesto una visita coniugale.
Al ragazzo veniva quasi da ridere se non fosse che si era ficcato da solo in quel casino.
Faceva avanti e indietro per la cella, indeciso se accettare o meno. Di certo non voleva scopare con Coolin, tuttavia rifiutarlo avrebbe potuto creare altri problemi in futuro.
Doveva parlarne con qualcuno, perché da quello che aveva detto la guardia la visita sarebbe stata quel giorno stesso.
"Gere, ti devo parlare" Si sedette sul suo letto, un grugnito da parte dell'ispanico gli fece capire che era sveglio.
Gli tirò via il braccio dal viso, diceva sempre che il giorno era impossibile riposare con tutta quella luce.
Quello lo guardò truce, odiava essere disturbato.
"Ti prego, è importante" La sua faccia sconvolta, il fatto che cominciò a mangiucchiarsi le pellicine delle mani e il suo sguardo preoccupato spinsero Geremias a mettersi seduto. Si stropicciò gli occhi e sbuffò.
"Avanti, dimmi quello che cazzo vuoi"
Liam gli sorrise, felice.
"Coolin ha chiesto una visita coniugale"
"Coolin ha chiesto cosa?"
L'ispanico era interdetto, che cazzo si era perso?
"Ecco, quando ne abbiamo parlato l'ultima volta ho omesso un piccolo particolare..."
"Farti rompere il culo da un potenziale pluriomicida sarebbe un piccolo particolare?"
Liam si alzò dal letto, andando avanti e indietro per la stanza e ricominciando a mangiucchiarsi le dita.
"Cazzo e smettila, mi fai venire il mal di mare"
"Tu lo fai sempre!" Disse spazientito il ragazzo, alzando le braccia in modo teatrale.
"Come ti sei ficcato in questo nuovo casino? Non ho più nemmeno il tempo di dormire, sei una causa persa"
Liam ne era consapevole. Ogni sua scelta finiva con un nuovo problema, mai una volta che avesse azzeccato una decisione.
"Non è importante, il fatto è che non so se devo accettare"
"Ma sei scemo? Quello vuole scopare"
"Lo so! Ma se poi lo rifiuto e mi trovo in un altro casino? Non credo che Coolin sia l'assassino, però... Se lo fosse? No, è sicuramente il professore"
Gere sbuffò, quel moccioso era un danno vivente. Si alzò dal letto e lo scosse per le spalle.
Avrebbe voluto strozzarlo ma si limitò a scuoterlo.
"Questa è l'ultima volta che prendi una decisione del cazzo. Da oggi in poi la prima cosa che penserai è: cosa farebbe l'ispanico di merda?"
Liam annuì, promettendo solennemente che avrebbe mantenuto la parola.
Gere era dubbioso, tuttavia gli diede una pacca amorevole sulla testa.
La verità era che anche volendo non sarebbe riuscito a essere arrabbiato con quel moccioso a lungo.
"È un tipo ragionevole questo Coolin?"
Liam ci pensò su, in università era sempre gentile e disponibile con tutti, dalla prima volta che l'aveva visto aveva avuto una buona impressione su di lui. L'aveva perfino protetto dal professore che frugava nella sua roba.
"Sì" Disse con convinzione, Coolin era uno con cui si poteva parlare tranquillamente.
"Va bene, allora vacci e digli che volevi tanto vederlo ma che non lo scoperai. Inventa una scusa, dici che ti fanno male le cicatrici, quello che ti pare. Ma sappi che al biondo di merda non piacerà"
Il ragazzo non aveva pensato alla reazione di Dominic in merito, del resto si erano scambiati solo baci e carezze.
"Ma non stiamo insieme, abbiamo limonato qualche volta ma niente di più"
"Questo lo pensi tu. Quel tipo non è stabile mentalmente"
Liam sbuffò, ormai Gere si era fissato con la storia che fosse una spia o qualcosa del genere, ma Liam sapeva quanto il mostro che risiedeva dentro di lui fosse brutale, l'aveva visto con i suoi occhi.
Dominic era uno spietato assassino, almeno su quello era sicuro.
Si fece scortare in una sala che non aveva mai visto, oltre a una vetrata c'era la porta di una stanza. Liam era teso, sperava ardentemente che Coolin avrebbe capito. Non riusciva nemmeno a spiegarsi perché con Dominic si sentisse così a suo agio nell'intimità malgrado fosse un assassino e con Coolin che era innocente no.
Entrò nella stanza, trovandolo seduto su un letto pulito che profumava di ammorbidente.
"Ciao Liam" Si alzò sorridente e lo abbracciò. Il ragazzo si sentiva a disagio e in pericolo, se Coolin non avesse capito ci sarebbero stati altri casini.
"Ciao" Cercò di stringerlo a sua volta ma sentiva che il suo corpo ripugnava quel contatto. Coolin si rese conto di quanto Liam fosse teso e cercò di rassicurarlo.
"Guarda che non dobbiamo fare niente, se non ti va. Volevo solo poterti toccare"
Liam annuì, sedendosi sulla sponda del letto.
Coolin lo imitò, toccandogli la schiena. Quel contatto lo infastidì più del normale, sembrava quasi che stesse cercando qualcosa.
"Scusa, ho la schiena piena di ferite, mi stai facendo male"
Stranamente Coolin sorrise, facendo leggermente più pressione sulla sua schiena prima di interrompere il contatto.
Liam sentì una brutta sensazione nello stomaco, quello sguardo gli sembrò quasi sinistro.
"Volevo dirti che ho cercato di parlare con il professore ma non si trova da nessuna parte, sparito come se non fosse mai esistito"
Liam si crucciò, forse aveva lasciato il paese dopo aver scoperto che Liam stava indagando? Calzava a pennello con i biglietti e le intimidazioni ricevute.
"Pensi che sia scappato?"
Coolin scrollò le spalle, poi si toccò un sopracciglio.
"È probabile"
A Liam venne in mente una conversazione avuta tempo prima con Ugo, quando gli parlò dei segnali che il corpo mandava quando mentiva.
Non capì perché gli venne in mente in quel momento, tuttavia quei gesti ripetuti di Coolin lo fecero insospettire, così decise di tastare il terreno per vedere se fossero solo una sua impressione.
"Magari ha lasciato già il paese"
Coolin fece un risolino nervoso e si grattò la nuca.
"Già, potrebbe essere" Si stese di schiena e invitò Liam a fare lo stesso, ma quello gli indicò le ferite.
Coolin la guardò a lungo, la schiena di Liam.
"Posso vedere le cicatrici?"
Il ragazzo si alzò la maglia, scoprendo le fasciature.
"Sembro un onigiri, non penso che riuscirai a vedere molto"
"Come te le sei fatte?"
Si toccò nuovamente il sopracciglio.
Liam sorrise, quante cose ti insegnava la galera.
"Perché mi stai mentendo, Coolin?"
Il ragazzo si stranì, Liam notò immediatamente il suo cambiamento d'umore.
"Ma che dici, sono solo nervoso perché tu ti senti a disagio. Va bene, ho sbagliato a venire, ci vediamo la prossima volta"
Uscì in fretta dalla stanza, Liam restò seduto sulla sponda del letto come uno stoccafisso, poi lo seguì.
Lo vide quando era già dall'altra parte della vetrata, che riprendeva i suoi oggetti personali, tra cui un anello che infilò al dito indice.
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