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Tredici

Liam era ansioso.
Era ovvio che il biondo lo considerasse colpevole, tuttavia gli aveva comunque fatto quella proposta.
Ma se lo disgustava tanto perché voleva fare comunque sesso con lui?
Era come se l'odiasse e desiderasse allo stesso tempo, un po' la stessa sensazione che provava lui.
Tuttavia Liam sapeva di essere innocente, era normale per lui temere un serial killer, ma per uno come Dominic, che aveva ucciso tante persone a sangue freddo era strano che Liam fosse motivo di disgusto.
C'era qualcosa di dissonante in quella storia, in ogni caso Liam aveva problemi più grandi da affrontare in quel momento.

Chiese a una guardia di poter fare una telefonata, da quando era entrato non aveva mai chiamato nessuno, quindi non era una richiesta troppo irragionevole.
Venne scortato verso i telefoni, chiamò velocemente Robert per sapere se ci fossero novità.
"Liam! Che bello sentirti, come stai?"
Anche per il ragazzo fu bello sentire una persona amica, era come un conforto.

"Sto bene Rob, volevo sapere se avevi scoperto qualcosa"
"Sì amico, ma non ti piacerà. Ho parlato con Allison, mi ha fatto leggere roba assurda sul suo telefono"
Liam cominciò a tremare, che cosa avrebbe fatto se fosse uscito fuori che Giorgio era colpevole? Sarebbe stato in grado di mandare il suo migliore amico in galera? Erano cresciuti insieme, condividendo ogni singola esperienza di vita...

"Le ha scritto cose orribili, l'ha anche minacciata di morte. Liam, Giorgio la stalkera" il ragazzo si poggiò alla parete accanto al telefono, tirando il filo di metallo che collegava la cornetta.
"Ti prego dimmi qualcosa, che devo fare?"
Liam si sentì mancare. Nessuno di loro era stato in grado di capire, di proteggere Allison, tutti accecati dall'affetto per Giorgio.
Il ragazzo si sentì male, il senso di colpa lo divorò in un istante. Allison stava subendo da anni e nessuno se ne era accorto, o meglio, nessuno aveva voluto vedere.
"Lui lo sa che l'hai scoperto?" Aveva la voce arrochita dalla rabbia, verso Giorgio e verso se stesso. Se non era stato in grado di vedere qualcosa proprio sotto il suo naso come avrebbe potuto capire chi l'aveva incastrato?

"Ho parlato con lui, mi ha detto che la ama ma sa che ha sbagliato. Ma questo non è amore Liam, è ossessione. Ho anche un altra cosa da dirti"

Liam stava per piangere, solo nel corridoio, con la guardia accanto all'ingresso della sala. In quel momento si sentiva perso, avrebbe voluto Geremias accanto, per un consiglio o una pacca sulla spalla. Non avrebbe retto da solo.

"Marcus, l'ho seguito"
"Cazzo, ma sei scemo? Ti rendi conto che l'assassino potrebbe essere chiunque? Vuoi farti ammazzare?"

Robert sospirò, Liam non si rendeva conto di quanto l'amico tenesse a lui veramente. Avrebbe fatto di tutto per tirarlo fuori di lì. Avevano ancora così tanto da vedere nel mondo, Liam era l'unico che riusciva a vedere oltre la sua facciata da clown. Quando l'aveva conosciuto erano ancora al liceo, Robert veniva bullizzato. Quando Liam lo scoprì si prese le botte al posto suo, pur di difenderlo. Da quel giorno lo lasciarono in pace, cominciando a prendere di mira Liam al posto suo.

Quel ragazzo l'aveva salvato dal suicidio e nemmeno lo sapeva.

"Non sono riuscito a scoprire molto, però ho notato che ogni sera sparisce"
Anche Liam si era reso conto delle sue assenze ingiustificate.
"Forse ha trovato una tipa?"
Poteva essere, tuttavia Robert si stava esponendo troppo.
"In ogni caso devi stare attento, non stare troppo addosso a quei due. Ti prego Robert, mi sento già una merda così"

"Liam, non ti devi preoccupare, sono una spia abile! E poi Lucille mi sta aiutando, è la migliore a ficcare il naso in giro"

Lucille era la sorella sedicenne di Robert, una ragazzina con tremila conoscenze in giro, che tornava a casa solo per mangiare e dormire.
"State attenti, per favore"
Robert era grato di avere Liam nella sua vita, i momenti bui li aveva superati grazie a lui e i suoi ricordi più felici erano al suo fianco.
Non era mai stato un tipo aperto e spensierato, ma da quando l'aveva conosciuto si era ritrovato a ridere sinceramente per le piccolezze della vita.

"Ti tirerò fuori da quel posto di merda, te lo prometto"

Nemmeno un secondo Liam dubitò delle sue parole.

Fece il percorso a ritroso piangendo come un bambino, da lontano intravide il biondo e un altro tizio del suo gruppo parlottare fuori dalla cella, mancavano dieci minuti all'ora d'aria.
Dominic lo osservò, quasi scrutandolo. In qualche modo vederlo piangere lo eccitò, gli sarebbe piaciuto vedere quel viso sconvolto sotto di lui, voleva distruggerlo.
Voleva rovinare quella pelle liscia e morbida, marchiare quelle labbra, ridurlo a un ammasso di lacrime e tremori.
Era anche spaventato dal desiderio primordiale che aveva nei suoi confronti, forse era la lunga astinenza ma non aveva mai sentito quella sensazione di possesso per nessun altro.

Quando l'aveva visto in una pozza di sangue il mese prima, aveva perso il controllo. Semplicemente il suo corpo si era mosso per lui, massacrando quel bastardo del rosso. Era anche vagamente incazzato con l'ispanico per averlo ucciso al posto suo.
Tuttavia ora lui era nel buco, mentre Dominic si beava della vista di Liam in lacrime.

C'era qualcosa di malato in quella sensazione, qualcosa di sbagliato.
Ma cosa c'era di giusto? Stava per aiutare un assassino a trovare una scappatoia legale per fottere il sistema.

Lo seguì di soppiatto, infilandosi nella sua cella poco prima che si chiudesse. La guardia lo rimproverò ma era una delle più corrotte, gli bastò fargli l'occhiolino per fargli capire che l'avrebbe ricompensato. Quello sbuffò e andò via, dicendo che si doveva uscire per l'ora d'aria di lì a breve.

"Che ci fai qui?"
"Hai pensato alla mia proposta?"
Dominic era impaziente, gli formicolavano le mani.
Si avvicinò a passo svelto verso Liam, prendendo il suo viso rigato dalle lacrime tra le mani. Ne accarezzò i contorni, con il desiderio di stringerlo tanto forte da spezzarlo.
"I-io, ci ho pensato ma... Non credo sia una buo-" Non concluse la frase in tempo, perché il biondo lo baciò.
Liam tremò senza contegno, non aveva mai provato un desiderio simile. Non che avesse avuto tante esperienze nella vita, tuttavia quella sensazione di terrore e voglia erano estremizzate all'ennesima potenza.

La lingua del biondo trovò facile accesso alla bocca del moro, che si contorse dal piacere.
"Dammi una risposta" Soffiò il biondo sulle sue labbra carnose, prendendo a mordicchiarle.
Voleva strappargliele, ma si trattenne.
"Non riesco a p-pensare"
Dominic gli sorrise sulla bocca, stringendolo forte a sè.
Erano entrambi eccitati, se ne accorsero al primo contatto, tuttavia Liam cercava in ogni modo di resistere al suo corpo che non rispondeva ai comandi.

Voleva staccarsi, ma lo strinse più forte. Voleva far finire quel bacio, ma la sua lingua si spinse più in profondità.

Si arrese quando il biondo gli infilò una mano nei pantaloni, toccando la sua erezione sopra gli slip.

"Accetto" Si condannò, con la voce arrochita dal piacere.

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