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Sette

"Ma tu ti sei mai innamorato?"

Liam sorrise a Robert. Rispetto a Giorgio lo conosceva da molto meno tempo, in qualche modo si aspettava quella domanda.
Scosse la testa, guardando il cielo notturno durante la notte di San Lorenzo. 
Erano sul tetto della casa di Marcus, tutti insieme ad aspettare di poter esprimere un desiderio.
"No, mai. E tu?"
Robert era un tipo abbastanza estroverso, ma si sapeva ben poco sulla sua vita privata.
"Una volta, sì. Susan era davvero bella, cazzo. Ci persi proprio la testa"
"E dov'è ora?"
"Il cancro l'ha mangiata a sedici anni"

In quel momento Marcus vide una stella cadente, sgomitando per far che anche i suoi amici potessero vederla.
Ognuno di loro, in silenzio, espresse il proprio desiderio. Liam desiderò un amore vero, Marcus una vita normale, Giorgio sperò di rimanere con Allison per sempre e Robert... di poter rivedere la sua Susan attraverso le stelle.





C'era un lato positivo nel finire in infermeria tutta la notte ricoperto di lividi.
Per prima cosa, c'erano le telecamere, quindi si ritenne abbastanza al sicuro.
In secondo luogo, stava con Gere, anche se ferito.
Ma cosa più importante, il rosso era finito in isolamento per una settimana, ciò significava che avrebbe avuto un po' di pace nei giorni successivi.

Non bastava essere incastrato per omicidio e ricevere un tentato stupro nelle docce, no, bisognava aggiungere alla lista anche il bullismo adesso.

"Sei davvero un coglione. Cazzo, ti lascio mezzo minuto da solo e ti condanni a morte"
Gere oltrepassò il divisorio in plastica tra il suo letto e quello di Liam, sedendosi con qualche fatica sul suo lettino.
"Ero arrabbiato" Disse soltanto il ragazzo, perché era la verità.
"Potevi pranzare con i miei amici, Ugo di certo ti avrebbe fatto rimanere. E invece no, facciamo i fighetti di 'sto cazzo, mettiamoci in disparte così possono incularmi per bene"

Liam sapeva che Geremias aveva ragione, tuttavia sedere al suo tavolo senza di lui l'avrebbe messo a disagio, come se fosse un intruso.

"Sai che quel bastardo ti ammazzerà una volta fuori dal buco, vero?"
Liam deglutì saliva a profusione, no, non l'aveva previsto ed era decisamente un contro.

"Cazzo"

Si passò una mano nei folti capelli corvini. Era morto, decisamente.

"Già. Ma non hai pensato che se i rossi toccano uno dei miei finiscono a testa in giù con un taglio alla gola, eh?"

No, nemmeno quello aveva previsto.

"Lo faresti per me?" La sua voce risultò quasi supplicante, cosa che fece ridere Geremias.
È proprio un bambino,- pensò.

Decise di prenderlo un po' in giro.

"Non lo faccio mica per te, lo faccio per il mio buon nome. Se non ti difendo penseranno che il nostro gruppo è composto da coglioni"

Liam annuì, non c'era quasi gusto nel prenderlo per il culo, lui prendeva tutto alla lettera.
Gere gli poggiò una mano sulla testa, sospirando.

"Sto scherzando, moccioso. Voglio davvero proteggerti. E poi mi annoio, non c'è mai un cazzo da fare qua dentro"
Il ragazzo lo guardò mesto. C'era un modo per tirarsi fuori da quella situazione senza rischiare la sua vita o quella di Gere?

"Con chi hai litigato stamattina?" Gli chiese poi, un po' per curiosità e un po' per cambiare argomento.

"Con il cugino del rosso, quel pezzo di merda"
Liam sorrise. Forse voleva solo un pretesto per vendicarsi dei rossi, altro che affetto paterno.
La verità era che Geremias era un uomo d'azione, di guerra. E quando la guerra ti entra in testa non esce più.

"Ehy Gere..."
"Smettila con quel nomignolo del cazzo!"
"Mi insegni a sopravvivere in questo posto di merda?"
Era da un po' che gli frullava in testa l'idea di farsi istruire e quale migliore insegnante di lui?

"Sei scemo? Il rosso ti ha spostato qualche ingranaggio importante?"
"Ho capito che vuoi proteggermi, ma io voglio sapere come funziona"

Geremias si alzò dal suo letto, camminando avanti e indietro come un idiota.
"No"
"Perché no?"
"Perché cazzo vuoi sporcarti con questa merda?"

Ah, era così che la pensava?

"Guarda che non sono un santarello"
"Ti sei mai fatto una sega?"
"Cosa?"

Ma era del tutto rintronato?

"Rispondi e basta" La sua voce era decisa, nessuno scherno.
"C-certo che sì! Dai seriamente credi che io sia un bambino? Ho ventidue anni!"

"Hai mai rubato?"
Gere incrociò le braccia al petto, alzando quel suo sopracciglio giudicante che Liam trovò davvero irritante.
"Beh, no, ma non vuol dire niente"
Anche Liam incrociò le braccia, mettendo su il muso. Geremias si chiese quanto rincoglionita fosse diventata la polizia per mettere dentro un moccioso del genere.

La verità era che non voleva vederlo distrutto, voleva proteggerlo dal sistema marcio che lo circondava, tuttavia Liam sembrava davvero deciso.
Gere non riusciva a scegliere. Certo, insegnargli la vita del carcere avrebbe abbassato le probabilità che fosse finito morto ammazzato, ma avrebbe alzato enormemente le probabilità di vederlo diventare un delinquente.

Che doveva fare?

"Voglio pensarci, va bene? Non è né sì né no"

"È un ni!"
"Che?"
"Un ni, una via di mezzo tra sì e no"

Dio, sarà un lungo ergastolo,- pensò rassegnato Gere.

Il mattino successivo entrambi tornarono alla propria cella. Liam aveva sentito dal dottore che c'era un po' di maretta tra il direttore e l'istituto superiore. A quanto sembrava mettere due detenuti in una cella sola era rischioso.
Tuttavia il direttore non aveva abbastanza celle per singolo individuo, Liam aveva la sensazione che di lì a breve ci sarebbero state parecchie gatte da pelare, perché si sa, a farne le spese sarebbero stati sempre e solo i detenuti.

Era quasi confortante tornare nella propria cella, un luogo che prima odiava profondamente ma che adesso lo faceva sentire al sicuro.
Si lanciò sulla sua brandina con un tonfo, a pancia in giù e con le mani ficcate sotto il cuscino.

"Sembra un cinque stelle, eh?"
Voltò la testa verso Gere, disteso anche lui sulla sua brandina, a pancia in su e con le mani dietro la testa.
Sorrise e annuì, grato di avere almeno qualcuno con cui parlare.

Poggiando la testa sul cuscino si rese conto di qualcosa al di sotto, incastrato nella fodera. Rovistò in tutta fretta, scatenando la curiosità di Geremias.
"Che succede?"
"C'è qualcosa qua dentro"
Estrasse l'imbottitura e rigirò la fodera come un calzino. Venne fuori un piccolo pezzo di carta arrotolato.
Liam guardò il suo compagno di stanza, a metà tra la felicità e l'angoscia.
Gere annuì, incitandolo ad aprire il biglietto, che si rivelò mezzo foglio A4.

Cominciò a leggere ma venne interrotto dal suo amico.
"Ad alta voce Liam"
Sembrava serio, o quantomeno preoccupato.

"Caro Liam, mi manchi così tanto.
Vorrei poterti rivedere, probabilmente mi farò vivo presto. Tieni duro, perché non ho ancora finito con te"

Il ragazzo cominciò a tremare, preda della rabbia e del panico. Gere scese dalla sua brandina prendendo il foglio dalle sue mani, come se non credesse al contenuto di quella lettera.

"Che cazzo di psicopatico, ma non hai proprio idea di chi potrebbe essere?"

"No, ed è proprio questo che mi spaventa" Confessò, con gli occhi pieni di lacrime.

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