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Quindici

Entrò in infermeria con le gambe tremanti, passando tutta la notte a fare accertamenti e a essere ricucito. Era umiliante subire quel trattamento, anche se il medico fu molto attento e professionale.
Gli disse che aveva avuto pochi punti, che non doveva spaventarsi per via di tutto quel sangue che faceva sembrare la cosa più grave di quanto non fosse. Tuttavia gli intimò totale riposo per almeno una settimana, i punti erano riassorbibili quindi non avrebbe dovuto più forzarsi a quel trattamento.

Passò il resto della notte su un lettino, lì in infermeria, tuttavia non chiuse occhio.
Verso l'alba arrivò Dominic, con la mano rotta. A detta sua era caduto, ma Liam sapeva che stava mentendo, aveva alzato il sopracciglio come faceva sempre.
"Ti sei rotto la mano solo per vedermi?"
Gli disse una volta che il medico si eclissò, con ancora il telo di plastica a dividerli. Sentì un fruscio, poi Dominic eliminò ogni ostacolo per poterlo vedere.
"Mi dispiace, è colpa mia"
Allungò una mano verso di lui ma istintivamente Liam si scansò. Non capì bene per quale motivo lo fece, probabilmente il trauma che aveva subito aveva attivato il suo senso del pericolo, esasperandolo.
Dominic chinò la testa, afflitto. A quel punto Liam cercò di prendere un bel respiro e calmarsi, gli toccò le dita con le sue.

"Non è stata colpa tua, sono diventato una testa di cazzo in questo posto, me la sono cercata"

"Nessuno si cerca uno stupro"
Liam chiuse gli occhi, perché quella parola rendeva reale quello che aveva subito. Lacrime silenziose e incontrollate gli contornarono il volto.
"Se non avessi fatto l'orgoglioso del cazzo avrei potuto proteggerti, se non ti avessi lasciato solo io..."
Il biondo si incurvò verso Liam, cominciando a tremare.

Forse anche i bastardi hanno un cuore dopotutto, pensò.

"Sto bene"
"Non stai bene, cazzo, non hai più luce negli occhi"
"Starò bene" si corresse Liam.
Si rese conto di conoscere davvero poco di quell'uomo tutto muscoli e frasi inaspettate.
"Ehi, tira il tuo letto qui, fammi compagnia" Dominic rialzò la testa, poi eseguì senza polemizzare oltre.
Si distese al suo fianco, guardando il soffitto. La luce del primo mattino filtrava oltre la tapparella, donando giochi di luce e ombre.
Liam alzò un braccio, facendo disegni immaginari su di esso.

"Quando ero piccolo lo facevo sempre. Mamma non aveva molti soldi per comprarmi giochi nuovi, così quando mi annoiavo di quelli vecchi mi stendevo sul letto e disegnavo nel vuoto"
Dominic voltò la testa verso di lui. Le sua labbra carnose si muovevano per raccontare la sua vita ma il biondo sentiva solo il rimbombare del proprio cuore nelle orecchie.
Aveva capito che quel ragazzino era finito lì dentro per sbaglio, ormai ne era sicuro. Dopo quel biglietto aveva avuto la certezza che fosse innocente. Il suo viso sconvolto era un libro aperto per lui.

"Sai, non so niente di te..."
"Non c'è niente da sapere"
Liam si rabbuiò, certo che avrebbe avuto quella risposta da lui. Abbassò il braccio, sentendo il sospiro di frustrazione del biondo, che ancora lo guardava.
La vita di Dominic era costellata da orribili accadimenti, solo per quello non voleva dirgli niente, tuttavia cercò di trovare dei ricordi felici, o comunque qualcosa da potergli raccontare senza tirare in ballo morti o feriti.

"Sono un ex militare delle forze speciali"
Liam si sorprese, sia della sua confessione, sia del fatto che volesse finalmente parlarne. Si voltò verso di lui, girandosi lentamente per riuscire a dargli tutta la sua attenzione.
"Sai che attiro gli sbirri? Anche Gere era un militare. Afghanistan" Dominic ne era già a conoscenza.
"Beh più che altro attiri galeotti ex sbirri"
Liam sorrise, in effetti era così.
"Sono russo, se te lo stai chiedendo, ma sono arrivato qui a dieci anni, quindi non chiedermi niente della Russia che non ne so un cazzo" Risero entrambi. Liam intravide in lui qualcosa di diverso da quello che tutti descrivevano, qualcosa di molto più... Umano.
"Quanti anni hai?"
"Ventinove"

Sembrava più maturo.
"Cazzo, li porti malissimo"
Dominic fece il finto offeso, sapeva quanto sembrasse inquietante e spietato.
Non era mai stato un tipo semplice o simpatico, il suo compito nel mondo era uccidere, nient'altro.
Anche se a quanto sembrava il destino aveva mescolato le carte e lanciato un jolly: Liam.

"Io ho perso mia madre di recente. Era l'unica famiglia che mi era rimasta" Il biondo gli accarezzò il viso, notando quanto il suo sguardo fosse cambiato. Probabilmente non aveva ancora realizzato ciò che era successo quella notte, ma sapeva che un orrore del genere lasciava il segno, era certo che sarebbe cambiato.
Già vedeva segni di cambiamento in lui, come il suo vocabolario o la sua rabbia incontrollata.
Il carcere cambiava le persone, quelle pessime a volte le salvava, ma quelle innocenti le imbruttiva ed era proprio ciò che stava accadendo a Liam.

Dominic si rese anche conto che non avrebbe potuto proteggerlo da se stesso, l'unico aiuto che poteva dargli era trovare il vero assassino e farlo uscire da lì il prima possibile.

Liam strusciò il viso sul palmo del biondo, quel contatto lo confortò.
"Non ti cresce nemmeno la barba, sembri un bambino"
Gli morse un dito per dispetto, Dominic non sentì più di un formicolio, e gli sorrise.
"Un bambino dispettoso"
Avvicinò il suo volto a quello del moro, unendo le loro fronti.
"Come fai a uccidere persone con queste mani tanto gentili?"
Dominic si scostò come se avesse toccato un tizzone ardente.
"È l'unico modo in cui riesco a vivere"

Liam era turbato, non riusciva a capirlo. Il biondo gli mandava segnali contrastanti di continuo. Un giorno era dolce, l'altro spietato. Alternava queste due personalità in base al suo umore e a ciò che gli succedeva intorno.
Tuttavia... Liam sentì che nelle sue parole ci fosse un dolore di fondo, una melodia stonata.

"So che non mi hai detto tutto, ma per ora va bene così" Non voleva forzarlo, in un certo senso aveva anche timore di una sua reazione violenta in merito.

Certe volte scavare nel passato riportava a galla demoni assopiti.

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