Felicità.
INUYASHA'S POV
Non so che ora sia, e non ho intenzione di scoprirlo. Sento una sensazione di benessere, in questo momento, mai provata prima.
Inizialmente non ricordo le vicessitudini della sera precedente, ma aprendo gli occhi, e vedendo accanto a me il corpo di Sesshomaru, rammento tutto.
Controvoglia giro il mio volto per guardare il comodino, sopra il quale è poggiata la mia cara sveglia. Se potessi la butterei giù dal balcone.
8:10: questo è l'orario.
Sbatto un paio di volte le palpebre, e guardo il calendario.
Martedì.
Non è domenica, e non è neanche un giorno festivo.
La conclusione: farò di nuovo tardi a scuola, ma questa volta la professoressa non mi perdonerà di certo.
Sono nei guai.
Con uno scatto improvviso cerco di liberarmi dalle coperte che mi tengono stetto a Sesshomaru, ma tutto ciò che ottengo è una rovinosa caduta dal letto.
-Si può sapere che combini?
Mi sa che il fratellone si è svegliato.
-NON HAI VISTO L'ORARIO?! FAREMO TARDI! - sbraito -Anzi, siamo già in ritardo. - aggiungo.
Mi rimetto in piedi e mi incammino verso la porta, ma una mano mi ferma.
-Non c'è bisogno di andare così di fretta, og...
-Come non c'è bisogno?! Non voglio un'altra lavata di capo dalla mia insegnante. Muoviti!
-Inu...
-Ho detto muoviti!
-Se mi ascoltass...
-Mi devi dare un passaggio con la macchina, obbligatoriamente!
-MI VUOI ASCOLTARE!?
-Cosa vuoi? Io non appena ho visto l'orario, sono scattato all'impiedi, invece tu te ne stai ancora accovacciato sotto le lenzuola.
Sospiro arrendevole.
-Ti volevo dire che oggi nessuno dei due andrà a scuola.
-Sì sì, hai ragione, ora muoviamoc...
Aspetta, cosa hai detto?! Niente inferno per oggi?!
-Proprio così, ma ora...
Così dicendo mi afferra il braccio, mi tira sul letto e mi cinge nuovamente la vita.
-Dormiamo un altro po'. Dopo andremo al centro commerciale, a comprare abiti più pesanti, visto che tra poco arriverà il freddo.
-Beh, siamo a Dicembre, é naturale che le temperature si abbassino.
-Ora stai zitto, voglio riposarmi.
-Io direi che hai dormito abbastanza.
-Non vuoi proprio cucirti quella boccaccia, eh?
-Semplicemente penso sia il momento della colazione.
-Io credo sia ancora il tempo della nanna. Perciò taci.
-Ma Sesshomaru...
-Ah... ho capito. Se non vuoi stare zitto con le buone maniere, lo starai con le cattive.
Dopodiché tira su il busto e circonda il mio corpo con le sue braccia. Si abbassa sempre più, fino a far aderire perfettamente i nostri petti. Sento il fiato mancare, e il cuore battere all'impazzata. Non capisco cosa provo, sembra tutto così strano. Nonostante ciò, decido di seguire il mio cuore.
Stringo la schiena del maggiore e allaccio le mie gambe alla sua vita.
-Il"cagnolino" ha bisogno di attenzioni... Da dove viene tutta questa voglia di affetto, mio caro fratellino?
Vorrei potergli rispondere, ma davvero non lo so. O forse non lo voglio ammettere. Di una cosa, però, sono certo, sin dall'infanzia io e mio fratello siamo stati uniti da un legame indissolubile.
Ciò mi fa tornare alla mente la leggenda del Filo rosso del destino.
Questa storia dice che fin dalla nascita, tutti gli esseri umani hanno legato al proprio mignolo sinistro un filo. Questo filo, indistruttibile, lega permanentemente due anime gemelle, due persone destinate a vivere insieme, a supportarsi nel bene e nel male. Non importa l'età o la classe sociale, perché nulla è più forte dell'amore.
Sorrido, senza nessun apparente motivo.
-Oggi sei particolarmente felice, eh? E pensare che ieri sera piangevi come il pazzo.
-Chissà di chi era la colpa - dico gonfiando le guance.
-Non di certo mia...
Comunque alziamoci, io sonno mi è passato.
-Eeeh! Ma guarda un po', che fratello bisbetico che ho.
Ci sollevimo entrambi dal letto, e ci avviamo in cucina.
-Uff, però a me quella posizione piaceva... - penso.
Vado a sbattere contro la schiena di Sesshomaru, il quale si gira e mi guarda sbigottito.
Solo ora mi rendo conto di non aver solo pensato quelle parole, ma di averle pronunciate ad alta voce.
-I-io... cioé... ehm...
N-n-non intendevo...
V-volevo...
Inizio a parlare a vanvera, senza dare a ciò che sto pronunciando un senso compiuto. Che vergogna!
Una risata genuina spezza l'imbarazzo che si era creato.
-Inuyasha, sei diventato tutto rosso, peggio di un pomodoro maturo. Proprio non riesco a non ridere, sei troppo buffo.
Trascinato dalla sua allegria, anche le mie labbra si piegano in un sorriso.
Prima o poi capirò cos'è questa sensazione di libertà che percepiscono nel mio cuore.
La verità è figlia del tempo, e io so che le mie domande avranno presto una risposta.
Ora sono felice!
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