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Capitolo 24

KEIRA

Sentii la sveglia suonare accanto al mio orecchio e spostai subito la mano per arrivare a spegnerla.

Che diavolo stava ricominciando l'inferno!

Dopo aver spento la sveglia mi rigirai dall'altro lato del letto ributtandomi le coperte addosso ma dopo pochi minuti, mia madre spalancó la porta della mia camera.

- Ehy svegliaa! Devi andare a scuola oggi tesoro! - mi chiamó lei andando verso la finestra per aprire le persiane.

La luce del sole di primo mattino mi accecó e fui costretta a coprirmi la faccia con le coperte per evitare di lanciare qualche imprecazione di primo mattino.

- Eddai Keira non vorrai arrivare in ritardo il primo giorno di scuola? - mi chiese mia madre iniziando a togliermi le coperte di dosso.

Sbuffai alzandomi pian piano.

- Ah comunque ti accompagnerà Ryan - mi informó lei prima di uscire dalla mia camera.

Ma no ti prego!

Mi ero appena svegliata e lei veniva già a parlarmi di quell'idiota che mi ritrovavo come fratellastro!?

E poi.. doveva accompagnarmi lui a scuola?

Beh Keira dai che sarà mai!

- Ma perché tu non puoi accompagnarmi? - le chiesi facendola bloccare sulla soglia della porta.

- Mi dispiace ma ho da fare, e poi la macchina non c'è - rispose lei.

Ah giusto.. William era al lavoro.

- E.. allora se non c'è la macchina come mi accompagnerà? - chiesi alzando lo sguardo verso mia madre.

Lei fece un gran sorriso.

- Non ti piacciono le moto? - mi chiese poi.

Spalancai gli occhi e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.. ma cercai di contenermi.

Dovevo andare in moto con Ryan!
Perfetto una notizia fantastica!

- Tutto bene? - mi chiese ad un certo punto mia madre guardandomi con espressione preoccupata.

Annuii subito sforzandomi di fare un sorriso.

- Bene - disse lei lasciandomi un bacio sulla fronte. - Preparati che è pronta la colazione - mi informó e dopo uscí dalla mia camera.

Ma perché tutte a me?

Dopo la cena al ristorante, io e Ryan avevamo continuato ad evitare il più possibile di avere delle conversazioni.
Le cose tra di noi non avevano intenzione di migliorare e sinceramente... mi andava bene cosí.
L'unica cosa che mi dispiaceva era di come erano andate le cose con Lucas... lo avevo trattato male dicendogli delle cose senza pensare, ma non avevo ancora avuto il coraggio di andare a chiedergli scusa e di risolvere la situazione.

Sospirai rassegnata al pensiero che dovevo andare a scuola con Ryan e che lui doveva portarmi sulla sua moto.

Alla fine presi dalla sedia i vestiti che avevo preparato la sera prima: un paio di jeans neri a zampa e una maglietta a manica corta celeste e con un filo di pancia scoperta.
Indossai le mie scarpe da ginnastica e mi diressi nel bagno: mi raccolsi i capelli in una bella coda di cavallo alta e mi misi un pó di trucco per rendermi abbastanza presentabile il primo giorno di scuola.

Alla fine tornai in camera e presi al volo lo zaino che avevo messo per terra accanto alla scrivania e mi diressi subito in cucina.

Lí trovai mia madre impegnata a lavare i piatti e le tazze della colazione mentre Ryan era seduto a tavola a finire di bere la sua tazza di latte.

- Buongiorno - dissi facendo la mia entrata in cucina.

- Oh ma ben arrivata tesoro! - mi salutò di nuovo mia madre con un sorriso.

- Giorno - rispose invece il mio fratellastro con nonchalance senza neanche alzare lo sguardo.

Brutto stronzo maleducato!

Io mi sedetti a tavola senza aggiungere altro e iniziai a mangiare una tazza di latte con i cereali.

Ad un certo punto mia madre uscí dalla cucina per andare chissà a fare cosa, mentre Ryan si alzó dal tavolo mettendo la sua tazza nel lavandino.

- Sbrigati o ti lascio a piedi - disse duro.

Eh no allora vuoi la guerra caro mio!

- Guarda che per me puoi anche andare dove ti pare.
Non ti ho chiesto di certo io di darmi un passaggio. - risposi acida fulminandolo con lo sguardo.

- Zitta e muoviti - rispose lui uscendo poi dalla cucina mettendosi il cappuccio della felpa in testa e infilando le mani nelle tasche.

Qualcuno si è svegliato con la luna storta!

Sbuffai alzando gli occhi al cielo e poi continuai a mangiare tranquillamente ignorando Ryan.
                          ***
Quando finii di mangiare, continuai a prepararmi e dopo circa altri 5 minuti mi ritrovai seduta sul divano questa volta ad aspettare colui che mi rimproverava sul fatto che dovessi sbrigarmi.

Ad un certo punto accanto a me si sedette mia madre dopo aver finito di mettere a posto le ultime cose in cucina.

- Pronta per il ritorno a scuola? - mi chiese guardandomi con un dolce sorriso.

Annuii accennando un sorriso.

Sinceramente la ammiravo molto mia madre.
Riusciva sempre ad essere così sorridente nonostante tutto quello che avevamo passato, mentre io... beh io avevo passato un periodo terribile e solamente adesso stavo cercando di riprendermi ma... a quanto pare era molto difficile anche sforzarmi di fare un semplice sorriso.

Mia madre notó la mia strana espressione e inizió a parlare per alleggerire la tensione ma si fermó quando sentimmo dei passi dietro di noi.

- Oh beh.. è ora di andare allora ragazzi - disse lei notando che Ryan era appoggiato al muro ad aspettare.

Mi girai anche io e lo vidi poggiato con le braccia incrociate sul petto a guardarci.
I suoi occhi verdi.. erano fissi su di me.
Indossava una semplice tuta con una maglietta e un giubbotto nero di pelle apposta per la moto.

Io senza dire nulla mi alzai dal divano prendendo il mio zaino e salutai mia madre con un bacio sulla guancia ma mi bloccai sul posto quando lei mi strinse in un dolce abbraccio.

- Keira.. promettimi che se c'è qualcosa che non va me lo dirai.. sono tua madre e ci sarò sempre per te ricordatelo - mi disse con un filo di voce.

No mamma per favore.. non ho bisogno di tutto questo..

Quando ci staccammo da quell'abbraccio rimasi a guardarla in silenzio.

Non riuscivo..
Non riuscivo neanche a dire una parola.

L'unica cosa che mi riuscì più facile era accennare un sorriso.

Mia madre notó la mia difficoltà e allora decise di non insistere.

- Ci vediamo dopo - disse soltanto.

E allora la salutai e senza aggiungere altro mi diressi verso la porta di casa seguita da Ryan.
                          ***
Mi bloccai però davanti la porta del garage quando sentii la voce del mio fratellastro alle mie spalle.

- Cosa c'è che non va? - mi chiese subito.

Io non risposi.

Cosa voleva sapere adesso lui?

Non sentendo una mia risposta mi sorpassó per andare verso la sua moto e prese due caschi: uno lo indossó lui e l'altro me lo lanció a me.

- Allora? - continuó lui impegnato ad accendere il motore.

Continuai a non rispondere.
Mi si era di nuovo formato un nodo alla gola.

Perché doveva impicciarsi degli affari miei?
Non sapeva nulla di quello che avevo passato e adesso pretendeva che io gli avrei risposto?

Lo sentii sbuffare e quando lo scoppiettio della moto mi fece sobbalzare alzai lo sguardo e me lo ritrovai davanti con la sua moto accesa.

- Sali - mi ordinó.

Ero rimasta con il casco in mano perché non sapevo attaccarlo e quando lui lo notó si trattenne dal fare una risata e io mi trattenni dal tirargli il casco in testa.

- Su avvicinati - disse con un tono di voce così tranquillo.

Mi avvicinai pian piano a lui e mi sentii in totale imbarazzo mentre il mio cuore stava battendo all'impazzata, quando le sue mani sfiorarono la mia pelle e agganció subito il casco.

Mi rimase a guardare per un pó con quei suoi occhi verdi e per diversi secondi mi persi in quel colore così.. acceso.

Alla fine Ryan sospiró.

- Se non vuoi parlare ti lascerò stare però almeno sali su altrimenti farai tardi - mi disse poi.

Ingoiai il nodo che avevo in gola e con un saltello salii sulla moto.

All'inizio aggrappai le mie mani dietro il sedile ma quando la moto partí di colpo andai a sbattere contro la sua schiena.

Merda!

Quando Ryan se ne accorse si fermó subito e prese le mie braccia avvolgendole intorno al suo corpo e con una mano tenne le mie ben strette per non farmi cadere.

Ma che diavolo mi stava prendendo!?

Ero così stretta a lui che sentivo il calore del suo corpo e il mio cuore stava battendo a mille.
Non riuscivo a calmarmi in nessun modo..

Ryan partí a tutta velocità e iniziai a sentire tutto il vento che mi sbatteva addosso e istintivamente mi strinsi di più a lui per stare più calda.

- Dovevi metterti una giacca scema - mi rimproveró lui con voce alta per farsi sentire.

Appoggiai il viso sulla sua schiena e cercai di chiudere gli occhi e rilassarmi, ma era molto difficile visto che il mio unico pensiero in quel momento era di essere letteralmente abbracciata a quel ragazzo.

Perché le cose stavano andando così?
Non poteva continuare ad ignorarmi come sempre visto  che gli esce molto bene come cosa!?

Ad un certo punto riaprii gli occhi quando sentii la moto fermarsi e mi ritrovai davanti il piazzale della scuola.

Ma perché proprio qui davanti doveva fermarsi!?

Scesi velocemente da quella moto con un saltello per poter allontarmi il prima possibile da lui, ma mi bloccó da un polso.

- Il casco vuoi tenerlo tu? - mi chiese con un sorrisetto divertito.

- Idiota - borbottai provando a slacciarmi quel coso che avevo in testa.

Ma niente da fare, io e quel casco non andavamo molto d'accordo.

Fu lui che tirandomi piano dal polso mi avvicinó a sè, scese anche lui poggiandosi però con la schiena contro la moto e si tolse il casco.

Scosse la testa per rimettersi a posto i capelli e io rimasi per qualche secondo ferma a guardarlo: i suoi ricci andavano da tutte le parti e quegli occhi verdi riflettevano anche la luce del sole.

Ma perché questo ragazzo era così...

- Prima o poi dovrai impararti a toglierlo da sola però - disse togliendomi il casco.

Cosa faccio?
Devo ringraziarlo?
Lui mi ha anche accompagnata a scuola..

Alla fine decisi di stare in silenzio mentre riprendevo il mio zaino, lui però lo sentii sbuffare e lo vidi frugare nella tasca dei suoi pantaloni fino a quando cacció un pacchetto di sigarette e un accendino e si accese una sigaretta.

Rimasi bloccata a guardarlo mentre si portava e si rispostava quella sigaretta dalle labbra e i miei occhi si fermarono su quella cosa dalla quale usciva pian piano il fumo e sentii un grande nodo alla gola, il mio cuore si fermó per un momento e per qualche secondo mi passó tutto il mio brutto passato davanti.

- O tutto apposto? - sentii ad un certo punto una voce.

Ero come disconessa dal mondo... stavo viaggiando con i miei pensieri e la mia mente si era bloccata nel mio passato.

- Keira.. - mi richiamó di nuovo quella voce.

E allora scossi la testa per scacciare via i pensieri e ritrovai due occhi verdi preoccupati a guardarmi.

- Sei sicura di star bene? - mi chiese ancora Ryan.

Annuii subito e mi spostai per allontarmi da lui.

Gli lanciai una piccola occhiata con la coda dell'occhio e notai che stava schiacciando a terra la sigaretta che presumo abbia buttato prima di venire a richiamarmi.

Poi rialzó lo sguardo e presi il casco rimettendoselo in testa.

- Se ti serve anche il passaggio per tornare.. chiamami - disse salendo sulla moto.

Rimasi in silenzio a guardarlo ma lo bloccai prima che potesse partire.

- Ryan.. - lo chiamai con un filo di voce.

Lui si rigiró per guardarmi e aspettare di sentire quel che avevo da dire.

- Grazie.. - borbottai piano.

Lui non disse nulla, mi guardò solamente con un sorrisetto e poi si rigiró.

- Non devi ringraziarmi per questo - disse e alla fine partí con la sua moto.

Rimasi ferma a guardarlo andar via e tornai nel mondo reale quando una chioma di capelli biondi mi travolse letteralmente. 

- Ma ciao amica mia! - sentii la voce squillante della mia migliore amica.

Mi girai subito e incontrai lo sguardo felice e sorridente di Mia.

- Eii ciao! - la risalutai io ricambiando l'abbraccio.

- Come va? - mi chiese guardandomi con gli occhi che brillavano dalla felicità.

Alzai le spalle.

- Beh come sempre, a te? - chiesi.

- Bene bene - rispose lei guardandosi un pó attorno.

Rimasi a guardarla curiosa fino a quando lei mi circondó le spalle con un braccio e si avvicinó al mio orecchio.

- Vedi tutte queste persone qui? - mi chiese e io osservai tutti i ragazzi nel piazzale della scuola.

- Si beh.. ci vedo ancora - risposi ridacchiando.

- Ma va! Beh comunque molti ragazzi e ragazze ti stavano guardando - disse ad un certo punto.

La guardai con un sopracciglio alzato.

- Era il tuo fratellastro quello sulla moto? - mi chiesi infine.

Ah ecco a cosa voleva arrivare!

- Oddio Mia! - esclamai. - Beh comunque si.. mi serviva un passaggio e penso che per fare un favore a mia madre mi ha accompagnato lui - risposi alzando le spalle.

- Mmh - borbottó la mia migliore amica con un sorrisetto.

Io alzai gli occhi al cielo e le diedi un pizzico sulla guancia.

- Andiamo va.. che quest'anno sarà molto pesante - borbottai io pensando alla scuola e al fatto che questo fosse l'ultimo anno del liceo.

E così suonó la campanella e iniziammo un nuovo anno scolastico.



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