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Capitolo 23

RYAN

- Ragazzi siete pronti? - sentii la voce della madre di Keira provenire dal piano di sotto.

Ci stavamo preparando per andare a cena fuori come avevano detto i nostri genitori.

Sbuffai prendendo le prime cose piú decenti che trovai nell'armadio: dei jeans neri e una camicia bianca, indossai le mie scarpe da ginnastica allacciandole velocemente. 

Non avevo la minima voglia di uscire e andare a cena fuori, avrei sicuramente preferito restarmeme a casa e chiamare Lucas.

Prevedo dei problemi per questa sera...

Stavo per andare verso la porta della mia camera per uscire ma mi bloccai quando questa si aprí pian piano.

Davanti a me ritrovai due occhi color nocciola e dei boccoli castani che andavano da tutte le parti.

Keira mi rimase a guardare per qualche secondo e notai che il suo sguardo si fermó sul mio petto.

Nello stesso momento anche io la osservai per bene: indossava un vestitino che le arrivava al ginocchio, di colore celeste chiaro, con le maniche lunghe fino al gomito e con la scollatura a V.
Aveva lasciato i capelli sciolti ma pieni di boccoli e aveva messo un pó di trucco, ma comunque senza esagerare.

Alla fine fu lei a rompere il silenzio e la tensione che si era creata tra di noi schiarendosi la gola.

- I nostri genitori volevano sapere se eri pronto.. - disse poi.

Annuii prendendo la giacca che avevo buttato sul letto.

- Possiamo andare - risposi io.

E così entrambi andammo al piano di sotto dove trovai i nostri genitori davanti l'ingresso di casa a prendere la borsa e le chiavi della macchina.

- Ok andiamo? - chiese mio padre con un sorriso quando ci vide.

Annuimmo entrambi e così uscimmo tutti di casa.

                           ***
In macchina mi ritrovai accanto a Keira visto che sua madre era seduta davanti accanto a mio padre.

Nessuno dei due aveva rivolto la parola durante il viaggio, solo quando i nostri genitori ci interpellavano.

Eravamo entrambi abbastanza lontani: io ero accanto ad un lato della macchina appoggiato al finestrino e lei era dall'altro lato, non aveva neanche osato avvicinarsi al centro e nemmeno io.

Ogni tanto però spostai lo sguardo per lanciarle qualche occhiata e la ritrovai con il telefono in mano a chattare con qualcuno e quando notai che stava sorridendo ai messaggi, spostai lo sguardo per vedere con chi è che si stava scrivendo e quando lessi il nome sul cellulare strinsi i pugni per mantenere la calma.

Stava parlando con lui, Daniel.

Giuro che prima o poi lo ammazzo con le mie stesse mani quel tizio.

- O che ti prende? - sentii una voce richiamarmi.

Alzai lo sguardo quando capii che la voce era proprio di Keira e la ritrovai a guardarmi con sguardo confuso.

Perché ora si preoccupava per me?
Non poteva continuare a scriversi con il suo ragazzo!?

- Perché? - chiesi come se nulla fosse.

Lei mi indicò con la testa le mie mani e quando abbassai lo sguardo notai che stavano tremando lievemente e che erano diventate rosse, mentre le nocche erano bianche.

Avevo stretto così tanto i pugni mentre ero sovrappensiero che non mi ero reso neanche conto di quello che mi stavo facendo.

- Quale diavolo è il tuo problema? - mi chiese poi Keira mantenendo il tono della voce basso per non farsi sentire dai nostri genitori.

Oh bella mia se sapessi che il mio problema sei tu e il tuo stupido ragazzo non me lo chiederesti!

- Avete detto qualcosa ragazzi? - ci chiese ad un certo punto la madre di Keira interrompendo la conversazione che stava avendo con mio padre.

Ci misi un pó per rispondere ma poi scossi la testa cercando di sembrare il più tranquillo possibile.

- No no niente - risposi io.

E così tornammo tutti a fare quello che stavamo facendo qualche minuto prima: i nostri genitori a chiacchierare davanti e io e Keira a farci gli affari nostri dietro.

Solo all'inizio lei mi lanció un'occhiata ma poi tornó a scrivere sul suo telefono.

                         ***
Dopo altri cinque minuti di macchina, arrivammo al famoso ristorante.

Sicuramente era un ristorante abbastanza lussuoso.

Mio padre aveva un buon lavoro e poteva permetterselo e ovviamente faceva di tutto per rendere felice la donna che amava.

L'esterno era molto spazioso: c'era un gran giardino e al centro una grande fontana, tutto intorno c'erano i tavoli già abbastanza pieni.
Percoremmo il vialetto in cemento tutto riempito di fiori e luci ai lati ed entrammo dal portone d'ingresso in vetro.

- Wow che meraviglia! - esclamó la madre di Keira guardandosi intorno con occhi a cuoricini.

- È bellissimo! - esclamó anche sua figlia facendo la stessa identica cosa.

Era davvero molto grande: spazioso, pieno di luci, con le pareti bianche e argentate, tavoli ovunque, al centro c'era un grande spazio vuoto il quale credo sia la pista da ballo o roba del genere, su un lato c'era una porta, la quale dedussi fosse la cucina visto che uscivano ed entravano camerieri e poco più lontano dalla cucina c'era un bancone con la cassa e le bevande, più precisamente alcool.

C'era una musica bassa come sottofondo, ma si sentiva molto rumore a causa di tutte quelle persone che si trovavano lí dentro.

- Siete in quattro? - ci chiese una donna venendo verso di noi con un sorriso a trentadue denti e con in mano un taccuino.

- Si - rispose mio padre.

- Bene! Prego seguitemi! - esclamó iniziando a camminare verso un tavolo.

Era un tavolo rotondo e ci sedemmo tutti: i nostri genitori vicini, io mi misi accanto a mio padre e Keira accanto a sua madre, peccato che capitammo comunque vicini.

- Questi sono i menú, chiamatemi quando avete fatto - ci informó la donna porgendoci quattro menù. 

Prima di andare via però mi lanció uno sguardo facendo uno strano sorriso.

Io feci un cenno con la testa per salutare e per sembrare abbastanza educato e quando andò via, notai che Keira mi stava guardando in modo strano.

Alzai un sopracciglio guardandola con sguardo confuso, ma lei alzó gli occhi al cielo e inizió a leggere il menú ignorandomi completamente.

Ok io avevo davvero molti problemi, ma anche tu cara mia non scherzi!

                          ***
Dopo circa 10 minuti iniziarono ad arrivare i piatti a tavola.

Tra una chiacchiera e l'altra iniziammo a mangiare.

- Allora ragazzi dai sono curiosa! Come va la vostra situazione sentimentale? Scommetto che che c'è qualche fortunato nel vostro cuore! - esclamó ad un certo punto la madre di Keira.

Mi bloccai mentre ero intento ad inforchettare un pezzo di carne.

Ecco lo sapevo.
Perché diavolo hanno tutti il problema di farsi gli affari degli altri e di uscirsene con certe domande!?

- Ma dai tesoro forse è un'argomento che crea un pó di imbarazzo ai nostri ragazzi - borbottó mio padre notando la nostra reazione.

Infatti spostai lo sguardo accanto a me e vidi Keira molto agitata e imbarazzata.

- Uff ma sapete che sono molto curiosa! - si giustificó lei addentando un pezzo di pane.

Keira non aveva parlato per niente, notai che aveva la testa da tutt'altra parte ed era molto agitata.

Ma penso proprio che non ero l'unico che si era accorto del suo comportamento.

- Ehy tesoro va tutto bene?.. - infatti dopo qualche minuto fu sua madre a richiamarla.

- Eh? - chiese lei alzando lo sguardo.

- Ti senti bene? - le chiese la madre.

- Oh emm.. si si - balbettó lei.

E invece no.
Non stava per niente bene.

Sembrava preoccupata da quando eravamo in macchina.

- Se qualcosa non va io sono qui.. ricordatelo - le disse la madre con un lieve sorriso dandole dolcemente la mano.

Lei annuí accennando un sorriso e continuó a mangiare pian piano.

Alla fine mio padre ricominció a parlare allegramente per alleggerire la situazione e così tra una chiacchiera e l'altra, seguita da qualche secondo di tensione o imbarazzo, finimmo di cenare e tornammo a casa.


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