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Capitolo 8



Mi sveglio nella grande camera da letto, aprendo gli occhi ero certa di risvegliarmi nel "mio" corpo, invece i miei occhi puntano la parte sovrastante il letto a baldacchino, di colore rosso carminio.

Mentre mi alzo, sorrido stupidamente, sembro una scolaretta nel suo primo giorno di scuola... di solito sono una persona molto seria, invece in questo istante nel mio volto aleggia una piccola scintilla luminosa.

Mi osservo allo specchio, sembro un'altra, i miei occhi brillano ed escono fuori le sfumature verdi e dorate immerse nel castano, le mie guance sono rosee e il mio sorriso e leggermente accennato:  è visibile la mia impalpabile felicità.

Sommersa dai pensieri dolci che mi sfiorano delicatamente, ma anche dagli interrogativi tempestivi dati dall'enigma di Versailles, mi dimentico dell'appuntamento con Laurent.

Quando, prendo una spazzola per eliminare i grovigli formatosi tra i capelli durante la notte, mi torna in mente che devo incontrarlo, allora chiamo una ragazza, Amèlie, che fa parte della servitù, per aiutarmi a preparare.

Siamo praticamente amiche, sebbene di nascosto. Quando entra nella stanza sorride e corre ad abbracciarmi :<<Jacqueline! Mi sei mancata>>: ricambio l'abbraccio e rispondo :<<anche tu, mia cara Amèlie.>>:

Siamo state un po' distanti in questo periodo, perché lei era stata affidata alle cure di un'altra fanciulla del palazzo ma io sono riuscita a farla tornare, pregando mia madre in ogni modo.

Passiamo del tempo insieme, cercando di non far troppo rumore, mentre lei mi veste e chiacchieriamo molto.

Le racconto di Laurent :<<E' alto, muscoloso e ha gli occhi azzurri>>: cerco di visualizzarlo perfettamente nella mia memoria, mentre le descrivo il ragazzo che mi ha stregata :<<forse ho capito di chi parli... è molto timido mi pare>>: spiega lei pensierosa.

Mi soffermo sulle sue ultime parole e mi chiedo, come abbia avuto il coraggio di venirmi a chiedere di ballare, quella magica sera di fine estate, quando fuori era pace, ma dentro di me era tempesta.

Il destino, lui era complice quella sera, il mio complice.  Dopo aver sbocconcellato qualcosa, mi reco al punto di ritrovo per l'incontro.

Amèlie era contenta che mi fossi innamorata, aveva detto :<<finalmente>>: e io avevo sorriso timidamente.

Era praticamente sconfitta dal fatto che una bella ragazza come me ed anche di nobili origini, non avesse ancora trovato l'amore. Mi sento chiamare da dietro, mi risveglio immediatamente dai miei pensieri.

La voce è scura, non sembra quella di Laurent. Quando mi volto, impallidisco, non si tratta di Laurent ma di un uomo, all'incirca un trentenne, alto e dall'aspetto nobiliare. :<<Ti ho spaventata? Oh quanto sono poco educato, mi presento, il mio nome è Xavier Rousseau>>: dice aspramente.

Sento di non potermi fidare di lui, ma mi presento ugualmente, sebbene lui sembra già conoscermi.  :<<Ma lasciamo perdere gli inutili convenevoli e veniamo al dunque, tu sei la ragazza di Laurent?>>: chiede bramoso di sapere la mia risposta, lo squadro e poi rispondo seccamente :<<no, siamo solo degli ottimi amici.>>: 

Lui pare non credermi, scoppia in una risata acida e mentre ride la sua faccia si contrae, come se non ridesse da tempo. Non è brutto, ma cela qualcosa di sinistro .
:<<Senti, facciamo che ti credo, ma tu non devi comunque vederlo, nè scrivergli, siamo intesi?>>: il suo tono è duro, quasi imperativo. :<<E perché dovrei farlo? Sentiamo...>>: mi mordo la lingua, forse non avrei dovuto sfidarlo, sembra molto potente.

:<<Mocciosa, se  vengo a sapere che ti vedi o scrivi con Laurent, giuro che farai una brutta fine, tu e la tua famigliola verrete sbattuti fuori da Versailles, altro che balli e feste, voi non ci rimetterete più piede>>: dice il tutto il tono sprezzante, mentre mi indica furiosamente.

Decido di credergli, però non so cosa fare, devo parlarne con Laurent. Ma proprio quando mi viene in mente questa strategia, lui conclude dicendo :<<non dire niente a lui...a nessuno, fai finta di non avermi neanche incontrato oggi.>>:

Io annuisco, sembra così convincente nel suo modo di parlare che quasi farei come dice, ma poi qualcosa mi riscuote e mi porta alla realtà.

Nel frattempo, quando alzo lo sguardo e torno a guardare in alto, lui non c'è più... che fosse un'allucinazione? Mi ritrovo a fissare il vuoto come se cercassi di visualizzarlo ancora davanti a me, ma lui non c'è e mi sento tremendamente stupida.

Devo trovare delle risposte, ma sono spaventata, cosa devo fare? Pensavo di aver trovato un oasi di pace qui a Versailles, ma a quanto pare il destino che tanto apprezzavo prima non sta giocando a mio favore.

Versailles, da luminosa com'era anche nei miei pensieri, si fa più cupa, sta giungendo il crepuscolo... sono ore che aspetto Laurent, poi quando avevo abbandonato l'idea di  restare ancora, anche perché forse non era più una buona idea, dopo la minaccia di Xavier, lui si materializza. :<<Scusami piccola Jacqueline, sono stato trattenuto da mio padre, dovevo aiutarlo a svolgere delle mansioni nel castello.>>: 

Sembra realmente dispiaciuto e allora io lo abbraccio, senza dire niente, poi scoppio in lacrime, esse sono prepotenti e sebbene cerchi di reprimerle sgorgano inesorabilmente.....





Spazio autrice <3

Eccoci arrivati all'ottavo capitolo della mia storia, spero vi stia piacendo, è comparso un antagonista eh! Darà filo da torcere ai nostri due giovani innamorati? Speriamo di no, speriamo di sì...beh questo sarete voi a deciderlo. Sembrava tutto rose e fiori Versailles, ma forse così Jacqueline o Luna, capirà molte cose.... voi che ne pensate? Fatemi sapere con un commento e se vi è piaciuto questo capitolo lasciate anche una stellina. Al prossimo capitolo! :)

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