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CIAO STRONZA

Per ì restanti giorni di luglio, fino ad agosto inoltrato, la Mory e il Mick non fecero altro che fare sesso e litigare.

Più la prima che la seconda, a dire il vero.

Ma la seconda c'era, e gettava sempre mille dubbi soprattutto in Mick, che come sapete, non era il più decisionista del mondo. Lei, invece aveva idee ben chiare sul loro futuro cercava di convincere lui che non l'avrebbe mollato. Le era bastata una volta, senza di lui.

Come ormai sapevano anche i muri, le precedenti esperienze avevano lasciato in Mick poca autostima e ancora meno fiducia nelle persone. Continuamente, gli apparivano nella mente gli spettri di una relazione che si disgrega per la lontananza. Possibile che la promessa di amore per sempre potesse essere mantenuta vista la distanza e gli altri mille impegni che avevano a più di trecento chilometri uno dall'altro?

Nessuno dei due era disposto a vivere la relazione al telefono, oppure vedersi a week end alterni. Erano innamorati, ma non erano stupidi. O meglio, soprattutto lei non era stupida.

«Resto qui» decise la Mory, una sera, dopo aver passato due ore con Mick che l'aveva fatta venire in tutte le maniere possibili e immaginabili. Per un attimo si era sentito il fratello bravo del Fara.

«Sei seria?» le chiese, dubbioso.

«Si, non posso fare a meno di te».

«Lo dici solo per gli orgasmi?» scherzò lui. Si prese una ginocchiata nella coscia.

In realtà era andata un po' diversamente rispetto a come sperava Mick, la ragazza non aveva deciso di rimanere per le qualità erotiche di lui, ma per l'offerta della zia, che voleva iniziare a passare estati un po' più "leggere". Lo zio di lì a tre anni sarebbe andato in pensione, era ora di pensare a un futuro meno tribolato per quell'alberghetto a gestione quasi familiare. Così avevano offerto alla Mory di rimanere da aprile a fine settembre, più il periodo natalizio.

E così, magicamente, i tempi dei litigi, si trasformarono in tempi di progetto, nel silenzio delle sere di fine estate, mentre i ragazzi fuori urlavano, fischiavano e si rincorrevano, non sapendo nemmeno bene dove andare.

«Pensa te, avevi già fissato la partenza per le baleari e ti ritrovi a dare l'intonaco in una pensioncina a Cervia»

«Quanto sei stronzo Mick, ma tanto prima o poi ci vado ad aprire un locale a Minorca»

«Pensavo ad Ibiza».

«Nah, poi mi ritroverei con gente tipo la Mona, che vomita tra i tavolini».

«Pensa che la Mona mi ha chiamato, tipo a inizio settembre, l'anno scorso».

«Mick, sul serio? Giura che non stai dicendo cazzate» chiese la Mory, serissima.

«Ma figurati! Mi ha detto ciao ciao, 'sto weekend probabilmente sono giù dalle tue parti, ci sono pure la Cla e il suo amorino, e se mi andava di andare alle terme di Bagno di Romagna».

«Ti prego, dimmi che non è vero».

«Ma te lo giuro. Ha detto che voleva sentire te, ma non riusciva mai a beccarti perché eri sempre in giro con i tipi del tuo paese. E ha detto, testuali parole "Magari hai voglia di svagarti un po', se non hai anche tu altre cose a mezzo"».

La Mory cambiò circa sette gradazioni di rosso.

«E la Claudia sapeva 'sta storia»

«Oh, me lo ha detto lei»

La ragazza acciuffò il cellulare e immediatamente cercò la Claudia, che rispose sorpresa.

«Mory, ma da quanto tempo! Ma come stai? Sei sempre giù a Mi.Ma?».

«Ciao Cla, mi devi fare un piacere, per caso a settembre voi siete venuti qua per un weekend alle terme?».

«Aspetta» rispose l'altra, allontanò il cellulare e urlò «amò ma a settembre eravamo alle terme dalle tue parti, come si chiamava il posto?... Ok, Bagni in Romagna. Ma perchè?».

«E vi siete portati la Mona?».

«Ma manco morta» si affrettò a rispondere la Claudia, «lo avrà saputo da quella bocca larga di Mary Victory e si sarà fatta un viaggio per i fatti suoi. Mory ma non ci perdere tempo con quella, lei non sta bene».

La Mory buttò giù e chiamò immediatamente la Mona.

«Ciao carissima! Senti, io vorrei andare alle Terme».

«Mory, noo! Sono ancora in Thailandia!» si lagnò l'altra.

«Ma magari ci torniamo assieme. Ma volevo andare a Bagno di Romagna. Ma tu ci sei già stata, vero?».

«Uhm. No, certamente no».

«Strano. Mi ha detto Mick, che lo avevi invitato alle Terme di Bagno, pensavo ci fossi andata comunque. Me lo puoi dire, tranquilla, quel tiraemolla è chiuso».

«Oh, sia lodato Gesù Cristo! Finalmente! E comunque glielo avevo proposto solo perchè ero da quelle parti. A me di Mick non me ne fregava un cazzo».

«Beh, dai, ci sta, lo volevi salutare?».

«Chi?» chiese la Mona, in confusione.

«Mick, è qui. Salutatevi».

Il «Ciao stronza» di Mick fu seguito da un certo silenzio, la Mory riprese il cellulare.

«La prossima volta che ti incontro, ti gonfio come una zampogna, Simoncina» sibilò la Mory. Mick si fece un po' scuro in volto, quando la chiamata terminò.

«Che hai?» chiese lei.

«Pensa che... ecco, ho smesso di sentirti dopo quella chiamata. Quando mi ha detto che giravi con i tipi del tuo paese, proprio "i tipi", poi ha detto "cose a mezzo". Era come se mi avesse detto di lasciare stare».

«Mick, tu sei buono e caro» sospirò lei, mettendo su i migliori occhioni dolci, «ma come cazzo ti è saltato in mente di dare retta alla Mona?!».

E lo picchiò.

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