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Capitolo XI

Tre mesi che Julius è qui.

Dall'inizio ci sono stati molti progressi.

È diventato molto più socievole.

Si è aperto e mi risponde sinceramente.

Ma il traguardo che preferisco è che finalmente fa sorrisi veri e oltre ogni mia aspettativa ride e scherza di gusto.

Finalmente sembra avere la sua età e non si comporta più da vecchio snob.

Ci sono però anche delle cose che non comprendo e mi indispettiscono.

Tipo il fatto che si crede senza cuore.

O il perché sia così convinto che Mark sia innamorato di me.

Mi infastidisce il fatto che per ben due volte ho avuto la sensazione.. no! La certezza che stava per baciarmi, ma alla fine si tirava indietro.

Perché?

Non aveva detto lui per primo che non rinnegava affatto il bacio?

Allora perché si trattiene?

E soprattutto perché mi da fastidio che non mi abbia baciata?

"Tu hai una cotta per lui!" mi riecheggia in testa per l'ennesima volta la frase di Mark.

Possibile che sia vero?

Come può essere?

Julius non è il mio tipo!

Credo..

In verità non essendomi mai innamorata prima non ho mai pensato a come doveva essere il ragazzo ideale.

Le uniche cose che m'importano sono che sia sincero con me, che mi ami e si fidi di me come io devo potermi fidare di lui.

Sul sincero ci siamo.

E non so perché ho la sensazione che si confidi non tanto perché sa che sono una macchina della verità vivente, ma piuttosto perché si fida di me.

Ma.. mi ama?

Ha detto di non essersi mai innamorato, non che non può innamorarsi.

Ma io come faccio a capire ciò che prova per me?

Potrei chiederlo, ma sono piuttosto sicura che troverebbe il modo per eludere la domanda.

In più in soli tre mesi non ci si può innamorare, vero?

Ah! Che casino!

Quello che so è che vorrei sempre stare con lui, è un'agonia ogni volta che gli sono lontana, se sorride non sono in grado di arrabbiarmi, vorrei essere l'unica a cui pensa e mi irrita terribilmente l'idea che possa ancora provare qualcosa per la sua ex.

In sostanza si, sono innamorata.

Cazzo!

Sono fregata!

Perché proprio lui?

Lui che non crede minimamente all'amore.

Che ritiene il potere la cosa più importante.

E soprattutto lui che tra due anni se ne andrà e che sicuramente si dimenticherà in fretta di me.

Che senso ha portare avanti questo amore se già da principio è destinato a non funzionare?

Sono davvero così autolesionista?

- Lie? - mi sento chiamare.

Mi decido a scendere dalle nuvole e guardo Mark che mi sta osservando preoccupato.

- Tutto ok Lie? -

- Sì, perché? -

- Avevi una faccia strana e ho pensato di avvicinarmi per chiederti se stavi male! -

- No, no ero solo sovrappensiero! -

- Che pensavi? -

- Ehm.. che ore sono? -

Meglio cambiare discorso piuttosto che mentirgli perché di certo non dirò a cosa stavo pensando.

- Quasi mezzogiorno! -

- Ah! Oddio devo correre a pranzo o papà mi crederà dispersa!! -

E dopo un saluto veloce corro via.

L'ora mi ha salvata.

Menomale!

Entro in sala da pranzo e mi siedo accanto al mio caro papà.

- Eccoti qui piccola! -

- Ciao papà! -

Pranziamo in silenzio gustandoci il delizioso pasto.

Al momento del dolce il silenzio viene rotto da papà.

- Ormai sono tre mesi che il Principe Julius è qui, che ne pensi? -

- Di lui? -

- Sì, c'è speranza secondo te che si redima? -

- Molta! All'inizio era davvero intrattabile e non voleva ragionare oltre le sue idee, ma sta cambiando un po' alla volta! In bene! -

- E sono pronto a scommettere che la causa sei tu figlia mia! -

- Come fai ad esserne così sicuro? -

- Perché ti conosco e soprattutto perché sei figlia di tua madre! Lei come te era in grado di tirar fuori il buono nella gente! -

- All'inizio però è stata davvero dura, non si fidava affatto! Tutto mi ha ricordato la storia che mi hai raccontato anni fa di mamma! -

- Quale di preciso tesoro? -

- Quella di Fiocco! -

- Ah.. si.. quel gatto era estremamente selvatico e anche se era stato ferito da un cane randagio all'inizio non voleva minimamente farsi avvicinare da tua madre! Ricordo ancora come fosse ieri quando è tornata a casa con mani e braccia ricoperte da graffi a causa dei suoi tentativi di prenderlo in braccio! -

- Ma mamma non si è arresa e gli ha fatto visita giorno dopo giorno curandolo come meglio poteva e nutrendolo! E in fine quel gatto ha deciso di darle fiducia fino ad addirittura farle le fusa mentre le dormiva sulle gambe! -

- Sì, quel giorno è tornata a casa in lacrime! Piangeva come una cascata! -
- Questo non lo sapevo! Perché? -

- Era commossa! Continuava a dire tra i singhiozzi "ha fatto le fusa" oppure "ha dormito sulle mie gambe" era comica nella sua tenerezza! -

Sorrido immaginandomela.

Poi mi passano per la mente una serie di immagini del volto di Julius.

Arrabbiato.

Sarcastico.

Sprezzante.

Preoccupato.

Triste.

Malinconico.

Malizioso.

Fino a quello sorridente.

Si Jules mi ricorda decisamente quel gatto.

- Sì papà! Julius è proprio come quel gatto! -

- Perservera cara! So che puoi farcela! Spero solo che Julius non ti provochi dei graffi ben più difficili da curare di quelli che può fare un gatto! -

- Cosa intendi? -

- Ah.. deliri di un vecchio Re! -

- Papà non sei vecchio! -

Detto ciò mi alzo per baciargli una guancia prima di avviarmi alle cucine.

È ora che anche Jules pranzi.

Entro in cella tutta pimpante.

- Ciao Jules! Ecco il pranzo! -

Lo trovo sul letto e appena sente la mia voce si preme il cuscino sulla faccia grugnendo.

Osservo il moro di fronte a me crucciata.

Che gli prende?

Poggio il vassoio sul tavolino prima di avvicinarmi a lui.

Mi siedo sul bordo del letto.

Cerco di tirargli via il cuscino.

Se lo schiaccia ulteriormente e grunisce di nuovo più forte.

Stamattina non stava così.

- Jules che hai? -

- Parla piano ti prego! -

Non stavo parlando forte.

Inizio a sussurrare.

- Hai mal di testa Julius? -

Si leva appena il cuscino dal viso il giusto per far vedere fronte e occhi.

- Da scoppiare! -

- Stamattina non stavi così.. -

- Stamattina era appena un fastidio! -

Mi sorge un dubbio quindi gli metto una mano sulla fronte.

- Bingo! - esclamo.

- Stai dando i numeri bionda? -

- Hai la febbre! E alta anche! Ma per sapere la temperatura esatta mi serve il termometro! Vado a prenderlo e ti porto altra roba più leggera da mangiare di una pasta alla carbonara! -

Faccio per alzarmi e andare, ma vengo afferrata per la mano dalla sua.

- Non andare! Rimani con me! -

Lo guardo stranita e realizzo.

Sono i deliri da febbre.

Deve star proprio male.

Il solito Julius non ammetterebbe nemmeno sotto tortura di volermi accanto.

Annuisco e mi risiedo.

Prendo quindi il cellulare e compongo il numero di Clodette.

- Clodette? Ciao, sono io Rosalie! Sono alla cella del Principe.. ha la febbre! E da quel che sento alta! -

- Oh cielo Principessa! -

- Potresti per cortesia portarmi tutto il necessario? -

- Termometro, brodo e bacinella d'acqua fredda con asciugamani? -

- Si, esatto! Aggiungi anche delle aspirine per favore! -

- Certamente! Arrivo tra dieci minuti! -

- Grazie mille! -

Riaggancio e guardo Julius preoccupata che possa aver sentito Clodette chiamarmi Principessa.

Preoccupazione inutile perché è sprofondato nel sonno, ma sta ancora stringendo con presa ferrea la mia mano.

Mentre lo guardo dormire mi perdo nella contemplazione del suo bel viso.

In più mi rendo conto di una cosa molto importante.

Lui non sa chi sono.

Non sa che sono la Principessa di questo regno.

Non gli ho però nemmeno mai detto di essere una cameriera o roba simile.

Questo però non toglie i miei sensi di colpa sul fatto di dover nascondergli una cosa così importante.

A salvarmi dai miei pensieri distruttivi è Clodette col necessario.

In silenzio appoggia tutto accanto a me, prende il vassoio che avevo portato io in precedenza e dopo un veloce saluto se ne va.

Piano piano sfilo la mia mano dalla sua così da poter bagnare gli asciugamani e poggiarli sulla sua fronte per far scendere la febbre.

Appena sente il freddo-umido della stoffa apre gli occhi.

- Va via.. - sussurra.

Sono confusa.

- Sei stato tu a chiedermi di restare poco fa! -

- Non voglio farmi vedere così da te.. -

Sbuffo.

- Non fare il bambino! Hai la febbre non ho intenzione di lasciarti a te stesso! -

- Perché sei così testarda? -

- Per un testardo come te ci vuole una ragazza testarda come me! -

Si sforza di ridacchiare anche se non sta bene.

- Dio come hai ragione.. odio quando hai ragione.. -

Julius febbricitante è dannatamente onesto.

Lo so che non dovrei, ma..

- Su cos'altro avevo ragione? -

- Sull'amore.. -

Mi attraversa un fremito di eccitazione.

- Che intendi? -

- Che è più importante del potere.. che ti senti vuoto quando l'altro non è con te.. cose così insomma.. -

- E come hai capito che avevo ragione? Ti sei per caso innamorato? -
- Può darsi.. -

- Di chi? -

- Ho capito di aver sbagliato tutto con Rose.. tutto.. -

Mi si gela il sangue.

Rose..

Dovrei chiedergli se è lei quella che ama, ma ho il terrore della risposta.

Guardo il muro perché fissare lui fa male al mio cuore.

- Ti penti di averla rapita? -

- Sì e no.. -

- Sì e no? Che vuol dire? -

- Non è stato per nulla giusto rapirla.. devo esser stato pazzo in quel momento.. ma.. -

Si zittisce.

Mi volto e lo trovo beatamente tra le braccia di Morfeo.

Ma cosa?

Ma se non avesse fatto questa pazzia non avrebbe capito di amarla?

Ma se non lo avesse fatto ora forse sarebbe sua?

Lo osservo beato che sospira e mi viene da piangere.

Per la prima volta in 19 anni mi innamoro, ma è un amore a senso unico.

Sento aprirsi uno squarcio nel cuore che inizia a sanguinare copiosamente.

Ora credo di capire le parole di papà.

Questo graffio sarà molto più difficile da guarire rispetto a quelli che Fiocco faceva a mia mamma.

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