4 - Cruciatus e Imperius
Prima di iniziare con il capitolo (e vi prometto che non mi farò sentire così tanto per darvi una lettura più pulita) volevo ringraziarvi per le views che abbiamo già raggiunto, sono felicissima che il sequel sia stato accolto da tutti voi!
Bene, buona lettura!
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Il cielo grigio di Dicembre rendeva le strade di Diagon Alley, già demoralizzate per la poca viabilità di maghi e streghe, ancora più deprimenti.
Le uniche presenze erano un mucchio di politici che entravano e uscivano dal Ministero, a gruppi di cinque, incrociandosi o mischiandosi tra loro.
Gli ascensori e le metropolveri non avevano mai lavorato così tanto, e iniziavano a risentirne parecchio do tutta l'energia impegnata negli spostamenti di ministri, Auror o semplici notai o clienti.
I Mangiamorte se ne stavano appostati sotto ai portici dei negozi, in coppia o gruppi di tre, per non dare troppo nell'occhio. Tenevano i capi coperti dai cappucci e stavano avvolti nei loro mantelli, osservando l'attività del Ministero.
Presto Yaxley sarebbe uscito e loro, a poco a poco, lo avrebbero raggiunto per iniziare la loro fase di terrore.
Prima di uscire dalla magione di Lestrange senior, avevano diviso i gruppetti in due compiti distinti: i Cruciatus, che avrebbero tenuto testa ai ribelli e controllato il terrore a suon di torture, fino alla pazzia se fosse stato necessario, per mostrare a tutti che non scherzavano; e gli Imperius, che avrebbero preso possesso di alcuni membri degli alti piani del Ministero per sottrarre documenti importanti e convertire più gente possibile all'oscurità.
Antheo, Rabastan e Barty si servivano degli Imperius in quanto l'ultimo aveva il padre impegnato al Ministero e in quanto fossero persone che adoravano prima dipanarsi la strada e poi agire.
Dolohov, Rookwood e i Carrow avevano radunato altri Mangiamorte evasi e comandavano i Cruciatus, per dare pieno sfogo alle loro voglie di paura e sangue.
Tutti i gruppi erano nascosti tramite l'incantesimo di disillusione, cos' da poter agire indisturbati; osservavano ogni viso per cercare la vittima più plausibile: ne serviva una che conoscesse già molto bene ogni ufficio del Ministero, così da poter avere più sucesso. La prima vittima designata era proprio il ministro Caramel: essendo anche a capo del Wizengamot, avrebbero potuto scagionare altri membri detenuti ad Azkaban e modificato le leggi. Questo compito avrebbe visto collaborare entrambi i gruppi dovendo raggiungere uno scopo in comune.
Barty intercettò suo padre accompagnato da alcuni colleghi, uno di loro se ne stava in disparte e leggeva il Giornale non prestando attenzione ai discorsi. Poteva essere un perfetto diversivo, lo avrebbero seguito comandato dalla maledizione Imperius così da non destare sospetti, e grazie alla sua persona avrebbero raccolto ciò che gli serviva per distruggere tutta la politica per instaurarne una nuova.
Si staccò dal gruppo, lasciando Rabastan e Antheo a guardare le strade per coprirgli le spalle, andò dietro al bersagio e sussurrò: "Imperio" il politico sentì il corpo farsi stranamente troppo leggero, la mente svuotarsi tutta in un colpo, come se avessero tolto un tappo, e gli occhi offuscarsi. I movimenti del corpo diventarono meccanici, come se fosse una marionetta, e Barty fosse il burattinaio. ordinò di seguire il signor Crouch, tenendo il passo per non perderlo di vista, in modo da entrare nel suo stesso ufficio. essendo il cacciatore di maghi oscuri, Bartemius Crouch senior aveva tutti i fascicoli con tutti i maghi Mangiamorte o semplicemente criminali di tutti i generi che avrebbero fatto comodo.
Rabastan fece un segno ad Alecto e Amycus indirizzandoli verso le finestre della Gringott, dove si era appostato Antheo quando li avevano reclutati; sarebbero dovuti rimanere lì in compagnia del giovane Lestrange, che era l'unico a poter slittare da un gruppo all'altro, anche se principalmente era dentro gli Imperius.
I Dissennatori solcavano il cielo con fare molto inquietante, molti passanti quasi rinunciavano a passeggiare alla luce del sole per paura che qualcuno di loro potesse impazzire e attaccarli improvviamente, non ci si poteva fidare fino in fondo di quei cosi, sapendo che comunque erano bestie che si nutrivano di emozioni, indipendentemente da quale fosse la loro mansione. Ma questa scusa non poteva fermare il grande piano dei Mangiamorte per il ritorno del loro Oscuro Signore: quando Lord Voldemort sarebbe tornato in forze e ripreso possesso del mondo magico, avrebbe sicuramente consegnato un riconoscimento speciale per tutti coloro che avevno contribuito a tale progetto. Amycus si rivolse ad Antheo: "Dove possiamo entrare senza innescare un'aggressione di massa da parte di quei mantelli volanti?" chiese indicando verso i Dissennatori, che ancora non si erano accorti di loro.
"Ci penso io, farò da diversivo come l'altra volta" lo informò Antheo girandosi verso la direzione opposta rispetto al Ministero "Sono il membro più veloce del gruppo, non sarà facile ragiungermi". I due fratelli si guardarono per valutare l'idea: e se Antheo non fosse stato in grado di correre abbastanza veloce da seminare i Dissennatori e questi lo avessero raggiunto? Avrebbero perso un membro fondamentale e non sarebbero stati in grado di continuare, almeno non del tutto.
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Alessio e Béatrice uscirono dall'ufficio del notaio con l'umore sotto i tacchi: il loro nonno biologico aveva rifiutato ogni strada per permettergli di entrare nella stirpe familiare e non aveva nemmeno dato spiegazioni, non si era degnato né di mostrarsi né di avvisarli. Era tutto così ingiusto, non poteva prendere tutte le decisioni lui, non era possibile che Avery Jr fosse davvero così incapace di prendere da solo le decisioni che interessavano a lui!
"Be'... almeno ci abbiamo provato" cercò di addolcire la pillola Alessio, vedendo l'espressione delusa e triste della sorella. Ci avevano provato, anche tanto, ma chi nasce rotondo non muore quadrato, e se il signor Avery senior non il voleva in famiglia non avrebbe mai cambiato idea. Ma così rischiava anche di privarsi di un possibile erede: non era noto se Avery Jr avesse avuto altri figli oltre a loro, ma vi era il rischio che la stirpe morisse così, per l'egoismo e l'arroganza di un rozzo mago. "Non ci pensare Béa" continuò Alessio "Non possiamo continuare in questo modo, è meglio rininciare, tanto ad Antheo andavi già bene così" le circondò le spalle, voleva che stesse meglio, che non si abbattesse, avrebbe solo dato una soddisfazione in più a colui che non se lo meritava.
Bétrice lo guardò: "Antheo mi avrebbe accettato in ogni caso, ma è la sua famiglia il problema: senza un qualcosa che posa collegarci ad una famiglia purosangue, io non potrò fidanzarmi ufficialmente con lui... o meglio: non avrei potuto" distolse lo sguardo: si stava impegnando per mantenere la promessa fatta al suo Antheo, ma lui non era più al suo fianco, e anche se fosse riuscita nel suo intento, ormai era tutto vano; se solo avesse agito subito...
"Sei convinta che non lo rivedrai mai più?" in tono di Alessio si fece severo, e Béatrice si voltò verso di lui: "Alessio: l'ho visto per terra, coperto di sangue e lacerazioni, chiudere gli ochi e non rispondere più alla mia voce! Che dovrei pensare?!" gli chiese con tono indignato; Alessio confiò il petto: "Allora se la pensi così perché fai tutto questo?! Perché ti ostini a voler risanare il nostro rapporto con gli Avery, se tanto lui non c'è più?!" la prese per le braccia, sua sorella non stava pensando lucidamente e lui lo sapeva, la conosceva: un lato di Béatrice le diceva di mollare tutto e abbandonarsi al pianto, l'altro la obbligava a dover agire per darle un minimo di distrazione e speranza, era il suo modo di elaborare il dolore che aveva soffocato per un anno intero. E tra pochi giorni sarebbe stato il compleanno di Antheo, il 28 dicembre, così come il loro, ma la ragazza non aveva nulla da festeggiare, ormai non più. No: Béatrice doveva assolutamente fare pace col cervello e fare ordine nelle sue idee, o si abbandonava o lottava sperando in un miracolo: "Non lo capisci che ti stai consumando? Non capisci che così non risolvi nulla ma ti fai solo del male? Non vedi cosa sta portando questo tuo stupido sforzo? Stai facendo del male a me, ai nostri genitori, ad Antheo e a te stessa"
"Non è vero..." la voce di Béatrice tramava: non voleva accettare di essere la causa dei loro problemi, così come non voleva accettare che stesse agendo per niente, non voleva ammettere di essere rimasta sola così come non voleva pensare di poter deludere le persone a cui teneva. Si liberò dalla presa: "Allora cosa dovrei fare? Dovrei mollare tutto e chiudermi per sempre nel dolore? Dovrei accetare che ormai tutta la mia gioia se n'è andata con lui? Cosa devo fare?" lo fisò negli occhi "Tu non puoi capirmi questa volta: un anno ad aspettare una risposta, a cercare dinon pensare che di lì a poco arei rimasta sola, non sapevo se stesse bene, se stesse male, non sapevo se mi avrebbe cercata, se mi avrebbero avvisata, non sapevo cosa pensare così come non lo so adesso: so che sto solo girando per un labirinto cercando una via d'uscita che non c'è! Cosa devo fare Alessio?"
Lui l'abbraciò, Béatrice aveva ragione: Alessio non poteva capirla: "Non poso capirti come vorresti, ma posso comunque aiutarti: se non puoi raggiungere il tuo scopo così, allora non è la strada giusta"
Alessio non riusciva a spiegarsi come si deve, almeno non in quel momento, ma voleva far capire a sua sorella che doveva semplicemente lasciarsi andare e poter vivere serena.
non fece in tempo a continuare la frase che un forte boato rimbombò per tutto il ministero, scatenendo un panico generale.
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Dagli uffici uscirono in fretta e furia tutti i politici cercando di schivare gli schiantesimi dei Mangiamorte che avevano fatto irruzione al Ministero. Alecto e Amycus lanciavano una serie di bombarda per seminare panico e a tutti coloro che provavano a reagire lanciavano la Cruciatus con grasse risate.
Il corridoio si era in breve riempito di tutti i maghi e politici che vi stavano lavorando o passeggiando creando un'affluenza di fuggitivi che spintonavano e correvano verso camini e ascensori sperando in una via di fuga.
Altri Mangiamorte bloccarono il passaggio di altri maghi pietrificandoli o torturandoli, mentre gli Imperius si impossessavano dei pezzi grossi ed uscivano dal Ministero per dirigersi in altri palazzi.
"Be' dai: è molto divertente!" Dichiarò Amycus dopo aver fatto strage di maghi a suon di crucio, la sorella si guardava intorno sperando di vedere Antheo sbucare dai camini con la metropolvere oppure volargli sopra, ma il giovane Lestrange non si faceva vedere da nessuna parte e non era certo un buon segno.
"Dov'è Lestrange?" Chiese al fratello, specificandogli poi, vedendo la sua faccia confusa, che cercare il nipote e non lo zio.
"Non lo so, starà ancora correndo" se ne uscì Rookwood superando i due Carrow e pietrificando un paio di maghi.
L'operazione stava procedendo con successo: tutto il caos che si era creato avrebbe svuotato in poco tempo il Ministero e tutti avrebbero capito che era finito il periodo di tranquillità. Lord Voldemort sarebbe tornato e avrebbe comandato tutto il mondo magico.
Barty, approfittando del caos ai piani di sotto, si intrufolò nell'ufficio di suo padre e rovistò tra i cassetti della scrivania sperando trovare qualcosa di utile, ogni possibile profilo sarebbe stato utile, e una volta rintracciato l'Oscuro Signore lo avrebbero aiutato a tornare in forze e recuperare ciò che aveva lasciato in sospeso.
"Barty...?" La voce di suo padre lo fece sobbalzare. Si girò di scatto: l'ultima persona che si sarebbe aspettato di incrociare era proprio suo padre.
Incredulo quanto lui nel vederlo, Crouch senior mosse pochi passi per vedere meglio se quello era suo figlio, e con sgomento vide che gli occhi non gli mentivano.
Prima aveva scoperto la tortura dei Paciock da parte di suo figlio, ed ora lo vedeva lì a seminare il panico, si stava sempre di più convincendo che lo stava perdendo ogni giorno di più.
"Barty che stai...?"
"No!" Sbraitò Crouch Jr alzandosi di scatto "Non avvicinarti, posso farti del male" gli puntò la bacchetta contro sperando di intimorirlo. Stava aspettando che qualcuno venisse in suo soccorso, non sarebbe riuscito a fare del male a suo padre, almeno non in quel momento; sentiva che lo avrebbe fatto un giorno, ma quel giorno non era ancora arrivato. Perché suo padre se ne stava lì? Voleva proprio morire o sapeva già che suo figlio non era in grado?
"Barty io... non capisco... perché?"
"Perché?!" Chiese incredulo "Me lo chiedi anche?! Non ti sei mai chiesto nemmeno una volta se fossi felice o altro e adesso osi chiedermi il perché di tutto questo?! Io sono finalmente libero padre, LIBERO! E non prigioniero nella mia stessa casa o ad Azkaban dove volevi mandarmi TU!" Era furioso, aveva l'occasione di sputargli in faccia tutto quello che aveva subito, così che si rendesse conto di aver sbagliato tutto.
Il signor Crouch fece per parlargli, ma venne stordito all'istante e cadde a terra.
Barty guardò sorpreso il padre accasciarsi e vide subito dopo, dietro, Antheo che ansimava, forse per la corsa, e teneva ancora la bacchetta puntata.
Lo guardò, alzando lo sguardo e vedendo il suo amico che ancora teneva la bacchetta alzata ma senza essere riuscito a combinare niente, avrebbe potuto vendicarsi e restituirgli tutto quanto ma si era fermato, aveva deciso che non era il momento.
Barty abbassò la bacchetta, abbassò lo sguardo.
Antheo lo fissava ancora: "Dai!" Lo incitò "Non rimanere lì come un troll, altrimenti va tutto a monte!"
"Scusami... è stato solo un momento di debolezza"
"Se fai così davanti a tuo padre, per me va bene; ma se fai così davanti agli Auror, allora sbloccati in fretta"
Barty non rispose, non voleva rovinare tutto, si limitò ad annuire con la testa e seguì Antheo fino al grosso atrio del Ministero raggiungendo gli altri.
Rabastan vide i due arrivare e radunò tutti gli altri Mangiamorte, aveva un sorriso enorme stampato in volto. Alecto e Amycus sembravano rinvigoriti, Antonin e Augustus sembravano delle persone nuove, più forti e capaci. La missione era stata un successo, e come primo approccio non era affatto male, probabilmente adesso si erano convinti che il Signore Oscuro non era affatto morto e tra poco sarebbe solo stato peggio, e la cosa piaceva molto.
"Stavo pensando" propose Alecto "potremmo fare un giro di pattuglia per cercare altri collaboratori, abbiamo intercettato alcuni che potrebbero... tornarci utili"
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Lucius diede un calcio alla scrivania, spaventando gli elfi domestici che stavano pulendo.
Un'aggressione alla luce del sole da parte dei Mangiamorte evasi, quell'anno sembrava non voler proprio finire in modo tranquillo.
In più aveva ormai la conferma che Antheo era ancora vivo e forse più pericoloso e forte di prima, e di sicuro avrebbe creato più scompiglio rispetto a quando andava a scuola.
Ma che aveva fatto di male per meritarsi un nipote del genere? Di tutti i parenti gli doveva capitare il più sclamantato? Iniziava a rimpiangere di esserselo preso sotto l'ala e di avergli fatto da tutore, era meglio lasciarlo al suo adorato nonno, almeno non avrebbe avuto tutti quei grattacapi che si ritrovava adesso.
Narcissa entrò tutta trafelata, era vero? Suo nipote era a Diagon Alley? Nel Ministero?
Guardò il marito, come per aspettarsi un sì o un no, ma la faccia di Malfoy parlava da sola.
Narcissa allargò un grande sorriso, ma prima che potesse parlare Lucius alzò la mano per zittirla: "Un'aggressione di massa al Ministero, un'evasione di massa da Azkaban... cos'hai da dire per difenderlo?"
"Non ti sembrano chiare le sue intenzioni?" Chiese sarcastica la moglie "Azkaban... il Ministero... Antjeo vuole liberare i suoi genitori, sono anni che non li vede!"
"Bene!" Dichiarò Lucius "Allora perché loro non sono usciti di prigione? Oh sì: sono convinti che sia morto! Dovrebbe giocare a fare il morto e non cacciarsi nei guai!"
Narcissa lo guardò storta: Lucius era sempre stato troppo attaccato alla reputazione al Ministero per rendersi conto che la famiglia doveva sempre venire per prima. Mai una volta che fosse stato dietro ai bisogni degli altri, sempre e solo la sua bella faccia pubblica. Lo amava tantissimo ma... con i sentimenti non ci sapeva proprio fare.
Si avvicinò alla scrivania e gli prese una mano: "Lucius, la soluzione è più semplice di quanto pensi: fai scarcerare mia sorella e mio cognato e lascia che tornino da lui"
Lucius si massaggiò il mento, poi in mezzo agli occhi, poi la fronte passando infine tutta la mano sopra alla chioma di platino, sospirando ad ogni azione, ad ogni parola della moglie, ad ogni pensiero; quella era sì la soluzione migliore, ma il prezzo era troppo alto; no, Antheo non voleva liberare i genitori, non solo più che altro, voleva fare qualcosa di più, molto di più, e poteva solo immaginare che cosa.
"Sai... che tipo di Mangiamorte è Antheo?" Chiese Lucius lasciandosi cadere sulla poltrona "È sempre stato fedelissimo, come i genitori; ma la cosa che più mi ha sorpreso... era che l'Oscuro Signore era particolarmente attaccato a lui, come se fosse parte di sé" guardò Narcissa per vedere se aveva capito cosa volesse dire, per capire quanto il suo amore per Antheo potesse oscurare il suo punto di vista.
Tutto quello che faceva ad Hogwarts, tutto quello che stava facendo adesso, non poteva essere solo una coincidenza, non poteva agire per puro divertimento, c'era un collegamento tra lui e l'Oscuro Signore, ma quale poteva essere?
"Gli era molto vicino perché è il figlio dei suoi migliori seguaci" puntualizzò molto tranquillamente, non capiva il motivo di tutto quel mistero e di tutti quei dubbi. Aveva sempre notato un certo atrito tra suo marito e suo nipote, ma aveva sempre pensato che fosse dato dalla situazione che stavano vivendo: niente Oscuro Signore e famiglie divise dalla burocrazia, non era poi tanto strano considerando il carattere di Lucius, era certo che avrebbe cozzato molto con quello deciso di Antheo.
Decise che era meglio lasciare stare suo marito e andò a vedere come stava Draco.
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I gemelli uscirono dal negozio di bacchette di Ollivander ansimando, si erano nascosti lì dopo aver evitato di rimanere schiacciati in mezzo all'orda di maghi che correva dal Ministero. Tutto quel panico generale adesso sembrava essersi affievolito: le strade si stavano svuotando e i passanti si muovevano con più calma. Ma cosa poteva aver provocato un fuggi fuggi di quel livello? Cosa stava succedendo? Sembrava quasi che si fosse manifestato Colui-che-non-deve-essere-nominato in persona; non sarebbe stata strana la reazione in quel caso.
"Qualcuno ha voluto commettere solo terrorismo" disse Alessio osservando il Ministero che nonostante tutto non aveva riportato grossi danni, tranne che una presenza più pronunciata di Dissennatori "Chiunque fosse, penso volesse solo spaventarci, nulla di più"
Béatrice lo guardò con occhi ancora impauriti: "Davvero? Se questo era solo per spaventarci, allora che faranno se volessero proprio colpirci?"
Alessio non rispose e non la guardò, si stava concentrando sui Dissennatori. Appena si levarono dalla sua vista, prese per mano la sorella e si diresse verso delle strade poco frequentate; meno gente c'era, pensava, meno problemi avrebbero avuto con quei cosi e meno probabilità avrebbero avuto ad incrociare maghi loschi.
Si ritrovarono a Nocturn Alley, non era il posto migliore in un momento del genere, ma sicuramente non avrebbero avuto molte possibilità di incrociare qualche politico che potese accusarli di attentato, essendo usciti per ultimi. Camminavano guardandosi intorno, per assicurarsi di essere soli e di non essere sorpresi da qualche presenza improvvisa.
Nocturn Alley era tranquilla come al solito, non aveva mai avuto una grande presenza di persone, e anche se quel giorno vi era molta meno affluenza, era comunque nella norma. La maggior parte degli stabili e dei negozi erano chiusi, alcuni sbarrati, i maghi che chiedevano l'elemosina oppure quelli che trafficavano illegalmente di nascosto erano molto meno rispetto a un anno fa; l'aria era sempre pesante ma quel giorno più respirabile.
Béatrice strinse di più la mano del fratello ed improvvisamente le venne un brivido lungo la schiena, come una strana sensazione, un presentimento negativo. Si sentiva osservata, non sapeva da chi ma sentiva degli occhi puntati addosso, come se qualcuno stesse seguendo i loro movimenti. Magari era normale, dopo quello che era successo era anche lecito che qualcuno si guardasse bene da chi gli passava accanto, allora perché si sentiva in pericolo? Guardò suo fratello: "Alessio, non ti senti osservato... da qualcuno dietro di noi?" si voltarono entrambi ma la strada dietro di loro era deserta, così come davanti a loro. Ma anche Alessio iniziò a sentire quella stessa sensazione, e prese a girarsi di scatto diverse volte, voleva essere certo di preoccuparsi per niente.
"Non c'è nessuno dietro di noi" disse poco convinto, eppure non c'era effettivamente nessuno, erano completamente soli. Il rumore di una bottiglia rotta fece cambiare idea a entrambi che si girarono di scatto sussultando: non potevano essere seriamente gli unici passanti a Nocturn Alley, non erano così spaventati da sognasi le presenze. Sentirono dei passi avvicinarsi, sempre più veloce, sempre più vicini.
"Corri Béa!" disse Alessio staccandosi da lei. I due si divisero, precossendo due vie diverse; Alesio vide dietro di sé una figura nera incappucciata apparire all'improvviso e corrergli dietro. Accelerò il passo, allungando di più le gambe, cercando nell ostesso momento la bacchetta dal cappotto per difendersi.
Béatrice cercava di non guardarsi indietro, la vista di quella figura l'avrebbe solo spaventata di più; schivava tutti gli schiantesimi che l'insegitore aveva iniziato a lanciarle contro. La sua gonna si impigliò in un chiodo che spuntava fuori da un vecchio carretto rotto, costringendola a fermarsi. Cercò di liberarsi tirandola. La figura si faceva sempre più vicina. Béatrice tirava più forte che poteva, maledisse quelle stoffe resistenti che erano soliti comprare in inverno. Si guardò dietro, verso la figura che si avvicinava sempre di più. Una risata malefica. Béatrice cercò la bacchetta per allontanarla. "Sta lontano da me!" ordinò puntado contro la bacchetta. La figura non la ascoltò e accelerò il passo, si avvicinò, sempre di più, sempre di più. Béatrice cercava di liberarsi con la mano libera e teneva d'occhio la figura. Alla fine cercò di difendersi: "Stupeficium!" urlò e la bacchetta sprigionò lo schiantesimo.
Alessio contrattaccava mente la figura dietro di li gli lanciava incantesimi di tutti i genrei: disarmo, stordimento e che gli impedisse di muoversi. Ad ogni incantesimo ne ritornava indieto un altro. Improvvisamente Alessio, nel tentativo di schivare uno schiantesimo lanciatogli molto vicino, inciampò cadendo per terra. La figura gli fu addosso e cercò di bloccargli i movimenti circondandolo con le braccia. Alessio si dimenava con tutte le sue forze per liberarsi, mordeva le mani del suo aggressore che gli graffiavano il collo. Riuscì a liberarsi a allontanò la figura con un: "Levicorpus!" e si allontanò velocemente rialzandosi. Ma il suo inseguitore non volle arrendersi così facilmente: "Petrificus!" eAlessio cadde di nuovo sentendo le gambe pesanti come macigni.
Béatrice si liberò strappando la gonna e per poco non venne agguantata dal suo aggressore. Ansimava, era stanca e molto spaventata. La igura non demordeva e prese a lanciarle degli incantesimi di stordimento. La ragazza cercava di schivarne il più possibile, saltando da un lato all'altro della strada. Voleva trovare suo fratello, non sapeva se stesse bene o se fosse stato catturato. Poi sentì qualcosa dietro di lei: "Impedimenta!" e subito dopo si sentì ogni movimento bloccato, come se qualcuno le avesse legato il corpo e non potesse più muoversi. La figura le fu addosso e le coprì il volto con un cappuccio. Tutto quello che poté fare lei fu urlare a squarciagola sperando in un aiuto.
"Però, sono veloci" disse uno dei due aggressori avvicinandosi, trasportando Alessio ormai privo di sensi. Béatrice non poteva vedere niente, sentiva solo delle voci: una maschile ed una femminile. Non riusciva più a parlare o ad urlare, le avevano legato un fazzoletto alla bocca e bendato gli occhi. Era terrorizzata a morte e non sapeva cosa le avrebbero fatto più tardi. "Lui è fuso, si è mosso come un disperato" disse la voce maschile. Poi si sentì un tonfo: il corpo inerme di Alessio era stato sbattuto per terra affianco a Béatrice. "Lei? Non sarebbe meglio farle fare un sonnellino?" disse ancora la voce maschile.
"Sì stai calmo fratello, adesso ci penso io" lo zitì la voce femminile "Ma voglio farlo a modo mio" ridacchiò poi. Dapprima non successe niente, poi all'improvviso Béatrice iniziò a sentire un dolore lancinante per tutto il corpo, come se le stessero trafiggendo ogni centimetro con degli spuntoni uncinati. emise un lamento straziante cercando di alleviare il dolore. Le stavano infliggendo la maledizione Cruciatus.
"Non ti sembra un po'... troppo?" chiese la voce maschile perplessa, ma non passò molto tempo prima che anche Béatrice perse i sensi.
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