20 - incontri segreti all'ombra di Nocturn Alley
Narcissa nervosamente il camino mentre sorseggiava la sua tazza di te, un'altra discussione con papà, pensò Draco osservandola dallo stupide della porta davanti al corridoio principale. Non era la prima volta che li vedeva in quello stato, ma quel giorno sentiva che la cosa si sarebbe durata di più. Ultimamente alla mamma non andava per niente giù l'idea che il papà non volesse prendere in mano la situazione e trovare un modo comodo a tutti per sistemare anche Antheo, riaccogliendolo a casa cin loro, dopotutto erano i tutorial legami riconosciuti e lasciarlo vagare per il mondo senza un tetto sulla testa non dava certo una bella impressione. Almeno questo lo pensava Narcissa, che ormai si svegliava con il pensiero fisso di cercarlo e, se era possibile, accogliere anche la sua ragazza e procedere appena matrimonio. Dopotutto aveva promesso davanti a tutto il Wizengamot a sua sorella che si sarebbe presa cura di sto nipote, tanto valeva sistemarlo anche in fatto di unione coniugale.
A Draco invece non dispiaceva l'idea che suo cugino potesse essere in un posto diverso, sentiva di poterlo ammirare per qualcosa di nuovo tutti i giorni: aver evocato un ardemonio e averlo comandato al meglio, essere sopravvissuto ad un incantesimo mortale, aver invaso il Ministero per due volte e averla fatta franca... Insomma quanti, oltre a lui, potevano godere di un familiare tanto capace e imprevedibile? Gli pesava solamente non averlo lì per congratularsi, non era giusto: Antheo era vivo ma lui non poteva abbracciarlo o stargli vicino, e tutto perché suo padre non lo sopportava più, perché gli Auror lo cercano più di un evaso da Azkaban, e perché era ben consapevole che il cugino stesso non avrebbe più messo piede lì dentro sapendo i motivi precedenti. Anche se era vicino ai dieci anni non era certo stupido.
Percorse il salotto fino ad affiancare la madre che nemmeno si era accorta di aver finito il te dentro alla tazza di porcellana. Aveva gli occhi lividi e il collo rigido, era furente e allo stesso tempo si tratteneva dallo scoppiare in lacrime. Nei suoi pensieri di sicuro si stavano ancora facendo sentire le parole di suo marito: "Non intendo passare dei guai inutili solo perché tuo nipote non sa stare al suo posto, e si comporta come un infantile pericolo pubblico!"
Suo nipote... Era sempre così: per qualsiasi cosa negativa o discretamente positiva, era solo suo nipote. Da un po' di tempo Lucius si rifiutava di riconoscerne la parentela, ed era strano sapendo che quando Antheo era venuto al mondo, era stato ben felice di conoscerlo e di prendersi cura di lui. Che cosa era cambiato adesso? Sì era cresciuto e aveva sviluppato un carattere borderline, ma restava sempre suo nipote a prescindere da tutto.
Ora erano una in salotto confinata nel suo divano, e uno nel suo studio con la porta ben chiusa a mangiarsi le mani e a sbollire l'ennesima discussione in fatto di famiglia. Era insostenibile tutta quella situazione: si stava parlando della FAMIGLIA! E LA FAMIGLIA SI SOSTIENE SEMPRE E PER SEMPRE! Draco non lo trovava sensato perdersi in questi dettagli che facevano do suo cugino Antheo, senza se e senza ma.
"Avete litigato di nuovo vero?" le disse sedendosi accanto a lei "Non sono più un bambino, lo vedo quando siete arrabbiati"
"Non é... Nulla di cui tu ti debba preoccupare tesoro; è solo una piccola discussione che tra le coppie sposate capita"
"No mamma, queste non capitano. E se anche capitassero, voi avreste già battuto ogni record" La voce di Draco era fissa, senza cambiare tono, per cercare di sembrare più imparziale possibile. Di solito tendeva a prendere una delle due posizioni, a seconda di chi era più abbordabile, per esempio: se quel giorno voleva un fuoco o un manicomio di scopa in particolare, sapeva che sostenendo suo padre avrebbe ottenuto un premio; se un giorno non voleva fare i compiti perché aveva vissuto di svagarsi ed era troppo stanco, allora faceva gli occhi dolci alla mamma che ordinava a Dobby di scrivere una giustificazione per poi firmarla lei stessa. Insomma quando si trattava di guadagno personale era subito pronto. Ma ora si trattava di qualcosa, o meglio, qualcuno, che nessuno dei due avrebbe potuto concedergli.
"So a cosa stai pensando" disse Narcissa "Ma non è niente, come le altre volte passerà. E poi credo che lui abbia più interesse a starci alla larga che a volerci rivedere"
"No mamma davvero" la rassicurò lui sentendo la tristezza dentro alla voce della mamma "Lui ti vuole bene, lo so, è sempre stato così. Se ci sta lontano è per un altro motivo"
Non sapeva come avrebbe potuto dirglielo, era un segreto che si stava portando dietro da qualche settimana, ma sentiva che avrebbe potuto lasciar trasformare il più piccolo sospetto anche solo per vedere sua madre felice, so ridere, sapendo che anche lui avrebbe fatto lo stesso.
Sua madre lo guardò, come se stesse aspettando che continuasse, e anche con una certa perplessità nell'aver sentito quelle parole da suo figlio: "E tu come lo sai?"
"Ehm... Lo so e basta. Insomma... Lo vedevo sempre con te e di sicuro so per certo che ti vuole bene"
Narcissa abbozzò un sorriso accarezzando i capelli platino di suo figlio. Draco era felice di vederla sorridere, era riuscito nel suo intento. Però stava crescendo, ed era nella fase in cui penso coccole materne erano umani campo minato, così scostò velocemente la mano della madre e, farfugliando qualcosa come sì sì ma ora basta coccole e scappò verso la sua stanza.
Percorrendo le scale che davano verso la sua camera da letto, incrociò l'elfo Dobby che stava pulendo i quadri dei suoi antenati e parenti deceduti da poco. Alcuni dei quadri si stavano lamentando per il modo con cui muoveva il piumino sui loro nasi facendoli starnutire. Draco si avvicinò sfoggiando un suo sorriso di ricatto, gli era venuta un'idea che avrebbe di certo funzionato, ma aveva bisogno dell'aiuto del suo elfo per poter sgattaiolare fuori dalla villa senza destare sospetti: "Ehi Dobby" disse imitando il tono con cui, da piccolo, anche Antheo parlava a Boby per ottenere qualcosa "Ho bisogno del tuo aiuto per una cosuccia"
"Oh, certamente padroncino Draco, Dobby è sempre disponibile per aiutare il padroncino Draco"
"Sì sì certo. Ma andiamo nella mia stanza, non ci deve sentire nessuno"
Draco trascinò Dobby nella sua stanza, ignorando le frasi di disappunto dei quadri che ancora aspettavano che la polvere fosse spazzata via, e chiuse la poeta assicurandosi che mamma o papà non fossero presenti: "Allora: ho bisogno del tuo aiuto per andare in questo posto, sai dove smaterializzarci"
"Ma padroncino Draco, Dobby lo ha già smaterializzato quattro volte con questa, Dobby si chiede se i padroni potrebbero accorgersene"
"Non succederà se tieni la bocca chiusa e se eviti di peggiorare già il problema. Non capisci? Io devo vederlo! La situazione qui a casa è pesantissima e almeno lui mi aiuta" il tomo di Draco era fermo e non voleva sentire ragioni, non avrebbe mai rinunciato ad una altro incontro.
~~~~~~
Ed ecco Nocturn Alley nella sua solita tranquillità smisurata dovuta al passaggio di Dissennatori e Auror che pattugliavano la zona. Alcuni sguardi si posavano sul bambino, che di certo non era particolarmente tranquillo nel passare ogni giorno per quelle strade che pullulavano di maghi sinistri. Dobby, dietro di lui, tremava così forte che si poteva sentire il rumore delle ossa schioccare, mentre guardava con quegli occhi così timorosi ogni mattone che percorrevano.
Non era la prima volta che Draco passava per di là, aveva anche un posto in particolare dove incontrava di nascosto Antheo, da quando era stato a Diagon Alley e aveva evocato quell'ardemonio. Il bambino era a passeggio con sua madre, quando vedendo il fuoco si era separato, solo per pocho sttimi e si era incontrato col cugino. Era stata forse l'ora più bella della sua vita: Antheo, che non vedeva da due anni, adesso era finalmente davanti a lui, un po' sporco per via del fumo dell'ardemonio.
Quando lo aveva visto, non aveva resistito: "Antheo! Antheo sei tu! Sei qui!"
"Sssshhh! Non fare rumore! Non voglio che gli Auror mi trovino, ci manca solo che quel bastardo di Moody mi porti a fare una visita di sola andata dai miei" aveva risposto Antheo sottovoce. Ma Draco non aveva prestato tanta attenzione e subito si era lanciato su di lui abbracciandolo forte forte sperando che niente lo avrebbe più separato da lui.
"Mi sei mancato cugino"
"Sì, anche tu. Ma qui non puoi restare, torna da zia Narcissa" gli disse staccandolo, non voleva che Draco passasse dei guai per colpa sua, se fosse stato visto, sarebbe stato davvero un guaio. Si girò e si diresse verso Nocturn Alley, essendo fuggito da occhi indiscreti e vedendo le l'asse troppo impegnate a donare il fuoco, ne aveva approfittato per fare dietrofront e, una volta raggiunto un luogo abbastanza tranquillo, avrebbe volato fino a casa Lestrange, dove era nato e cresciuto, per potervici rifugiare. Il problema fu che il cugino non voleva assolutamente perdere quella sola occasione che sicuramente aveva per vederlo: "Non lasciarmi da solo! Io ti voglio a casa con me!"
"Draco... Io verrei volentieri ma lo zio non ne sarebbe felice. Ho fatto troppi guai" lo bloccò accarezzando gli la testa, ma vedendo lo sguardo risoluto di Draco, immaginò che non sarebbe mai riuscito a convincerlo. Il bambino spostò la mano dalla sua testa e si nasconde dentro al Montgomery quando sentirono qualcuno arrivare. Antheo lo tenne stretto e si nasconde dietro ad un angolo sentendo degli Auror farsi vicine.
Vide che l'angolo dove si trovava portava da qualche parte, quindi percorse in silenzio, seguito da Draco, quel vicolo dissestato che portò a un vecchio palazzo.
Per Draco fu come i suoi primi anni, se li ricordava bene: Antheo veniva molto spesso da lui e, salvo nei momenti dove Lucius imponeva che poi guardasse al loro posto, voi restava tanto vicino da poter se lo inglobare dentro. Si inventava sempre giochi e storie da raccontare al piccolo dhe dietro le sbarre del box urlava per la gioia, e quando imparò a camminare e correre, prese a seguirlo ovunque: sulle rocce, sugli alberi, dietro ai cespugli... E ogni volta era come un'avventura per scoprire tesori nascosti. E quel giorno, a distanza di anni, fu proprio come allora.
E quando si erano assicurati che nessuno sarebbe potuto arrivare in quel palazzo smesso e nascosto, Draco aveva iniziato a vedere il cugino regolarmente fino a quel giorno attuale, mentre veniva accompagnato da Dobby che aveva forse più paura di lui.
"Padroncino Draco... Non è sicuro..."
"Piantala di piagnucolare! Mi starà aspettando e tu stai rallentando il cammino, muoviti!" gridò il bambino stufo di sentire le lamentele dell'elfo ed entrò nell'edificio spingendo la porta smessa.
Il salone che di apriva era buoi e sporco, con sole poche scienze di luce fioca che illuminava i pochi spazi privilegiati accanto alle finestre sbarrate. I due si guardarono intorno, uno assicurandosi che non fosse pericoloso, e uno che cercava Antheo per parlargli e per stare cin lui come di consuetudine, ma sembrava che quest'ultimo non fosse presente. Draco non capiva: glielo aveva promesso, fli aveva promesso che sarebbe venuto regolarmente e Antheo non tardava mai con le promesse, perché adesso non si faceva vivo? Esplorò quel rudere nella speranza di trovarlo nascosto da qualche parte, magari stava preparajdp una stanza, ma purtroppo quell'edificio non era grandissimo e la perlustrazione non durò molto. Si sentiva tradito, sperduto e confuso, non poteva credere che suo cugino, a cui avrebbe affidato qualunque cosa, lo aveva tradito in quel modo.
A un tratto sentì la porta aprirsi piano piano, facendolo girare di scatto. Sapeva che suo cugino non sarebbe mai passato dalla porta, era troppo scontata come entrata e, conoscendo il modo di Antheo, tutt'altro che scontato, la cosa appariva sospetta. Si nascose dietro ad un mobile il più grande possibile perché non si vedesse nemmeno l'ombra e aspettò che, chiunque fosse, vedendo il posto deserto se ne sarebbe andato. Avrebbe voluto volentieri fare come Antheo, avrebbe voluto uscire sulla difensiva puntando la bacchetta per intimorire l'avversario, ma solo in quel momento si rese conto che non era armato. Aveva lasciato a casa la bacchetta vecchia che Antheo aveva usato per gli allenamenti quando non poteva usare quelle dei genitori.
"So che sei qui, da bravo esci fuori" una voce roca ma non particolarmente minacciosa riempì l'ambiente rompendo il silenzio che vi regnava. Draco era socio di averla già sentita, era una voce familiare. Uscì dal suo nascondiglio seguito da un Dobby tramante che lo implorava di non ascoltare la voce e di rimanere nascosto, e quando si mise in piedi video la fonte della voce: era il negoziante di Borgin & Burke. Cosa ci faceva lì e come sapeva dove si trovasse Draco?
"Non restare lì, non è sicuro per te" disse l'uomo e con la mano lo invitò a seguirlo fino al negozio.
"Ho ricevuto una lettera anonima, anche se dalla scrittura era per forza quello sbandato di Antheo; non ha mandato il suo gufo, stanno intercettando tutti i pennuti per verificarne la provenienza. Mi aveva informato il luogo dove eravate soliti incontrarvi e sicuramente ha previsto che ti fossi presentato di nuovo"
"E perché non è venuto?"
"Non se la sentiva di dirtelo, non adesso: ip capofamiglia dei Lestrange è venuto a mancare, e tutti loro adesso stanno cercando un posto per nascondersi"
Il negozio era freddo e polveroso, tutta la merce era perfettamente nelle loro sagome dove la polvere non era riuscita a infilarsi, Draco percorse il corridoio fino ad arrivare al bancone e aspettò che il negoziante lo raggiunse: "Devi capire che in questo momento, Diagon Alley o il Wiltshire non sono posti sicuri per i Mangiamorte; gli Auror stanno pattugliando ogni viaggio per trovarli, e se dovessero catturarne anche solo uno, sarebbe mo a fine per tutti loro"
"Dove sono diretti? Lo ha scritto sulla lettera?"
"A Little Hangleton, in un cimitero babbano. Credono che in quei posti non possano trovarli, e chi penserebbe che possano nascondersi in mezzo a quei vegetali? Però... Come sono furbi i Mangiamorte, lo sono anche gli Auror, faranno meglio a pellegrinare per un po' in modo che possano disperdere le loro tracce"
"E... Tornerà?"
"Sarò franco con te ragazzino, visto che mi sembri un tipo sveglio: se tuo cugino non fa cazzate, torna; altrimenti ha una cella con il suo nome prenotata. Lui non lo sa ma il Ministero della magia ha appena avvisato un mandato dopo arresto, c'è una bella taglia sulla sua testa"
Draco sbiancò nel sentire quelle parole, anche se il suo colorito già pallido non lo diede molto a vedere. Una taglia? Antheo era ufficialmente ricercato? Questo voleva dire che non sarebbe riuscito a vederlo tanto presto, un suo capriccio avrebbe potuto farlo scoprire da un momento all'altro.
"Ascoltami: tuo cugino forse non sa che ha scatenato un casino; e anche se adesso la sua magia è camuffata, quello rischia seriamente di fare una strage"
Draco e Dobby si guardarono con occhi sparati dal terrore e dalla sorpresa, quel periodo non avrebbe portato a nulla di buono, si prevedevano giorni pieni di tensione, e lo capiva pure lui che non aveva ancora dieci anni.
"Signore? E ora cosa succederà?"
"Io sono solo che gli Auror stanno ribaltando ogni paese, ogni strada, ogni casa... Ti do un consiglio: non uscire di casa per un po', e se dovessero chiedere, tu non lo hai mai più visto dall'ultima volta che tutti lo hanno visto. Chiaro?"
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