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2 - Dissennatori che macchiano il cielo

Le strade di Diagon Alley erano molto più deserte rispetto ad una settimana fa. Il Ministero aveva sguinzagliato Dissennatori per tutto il mondo magico e nessun mago malcapitato voleva certo finire sotto il loro mirino. Quelle bestie non erano solite attaccare gente innocente, ma si sa, non si poteva mai stare troppo tranquilli.
Alecto osservava quei cosi nascosta sotto la tettoia di un negozio coperta dal cappuccio, aspettava che il fratello tornasse e intanto si godeva lo spettacolo, si chiedeva come avrebbero fatto a muoversi sapendo che i Dissennatori riuscivano a fiutare i loro movimenti.
Amycus uscì dal negozio poco dopo mettendosi a sua volta il cappuccio e raggiunse la sorella.
Lei non si accorse subito della sua presenza, fino a quando il fratello non le posò una mano sulla spalla allarmandola. Lei gli puntò la bacchetta contro per poi abbassarla appena riconobbe Amycus; lui di tutta risposta si mise a ridacchiare per prenderla in giro.
Poi entrambi tornarono a guardare i Dissennatori nel cielo, incerti se fosse il caso di scappare ora e se fossero già troppo esposti.

"Scommetto che non si fermeranno fino a quando non avranno intercettato uno di noi" se ne uscì Amycus con un sorriso beffardo, beccandosi un'occhiataccia dalla sorella seguita da uno sbuffo stressato; Alecto si guardò poi intorno, voleva andarsene il prima possibile ed evitare di essere vista da chiunque potesse riconoscerli, già dovevano essere discreti per professione, era meglio evitare grandi allarmi.
"Te lo dico io: o scappiamo a gambe levate, o facciamo il muschio aspettando che loro ci vedano"
"Calmati fratello, aspettiamo il momento giusto, vedrai che non ci prenderanno"

Manco a farlo apposta, proprio in quel momento Alecto vide una figura nera aggarrapata alle finestre della Gringott: se ne stava appostato come un gufo ad osservare le strade e i Dissennatori che sporcavano il cielo con la loro presenza. Li stava studiando, forse voleva attirare loro l'attenzione, creare un diversivo per allontanarli, ma quella figura perché avrebbe dovuto farlo? Sapeva della presenza dei fratelli Carrow?
La donna chiamò il fratello e indicò la banca facendogli notare la strana figura: "Guarda quello, cosa vorrà fare lì sopra?"
"Non lo so, una rapina forse?"
"Dai non siamo stupidi: lo sanno tutti che è praticamente impossibile rapinare la Gringott"
Poi, improvvisamente, la figura alzò il braccio mostrando il Marchio Nero e producendo magia nera per attirare i Dissennatori, balzò da un tetto all'altro e lasciò che quei fantasmi cacciatori lo inseguissero. Interi gruppi di Dissennatori presero velocità in pochissimo tempo e si diressero tutti in un'unica direzione, la stessa dell persona che stavano inseguendo, non avrebbero esitato a baciarlo e a succhiarlo tutta l'anima una volta catturato.
Alecto e Amycus osservarono la scena con stupore, quale poteva essere il motivo per un'azione del genere: "Ma sapeva che eravamo qui?" Chiese lui guardando la sorella; lei lo guardò confusa: "E che motivo avrebbe avuto? Siamo ricercati!"
Rimasero lì ancora un momento, poi corsero con il cappuccio sul capo vereo Nocturn Alley, dove avrebbero pensato di essere al sicuro.

Amycus rallentò il passo e scrutò quella strada vuota, peggio di Diagon Alley, avevano tutti paura di finire in prigione per essere privati per sempre della propria anima.
La sorella lo raggiunse subito e lo imitò guardando dentro alle vetrine sperando di trovare qualche traccia di vita in mezzo a quel mortorio, l'evasione di massa da Azkaban aveva creato non poco scompiglio, soprattutto per loro che già non dovevano essere troppo esposti, e il rischio di finire al processo dentro al Wizengamot era altissimo.
Stavano attenti ad ogni possibile rumore, ogni movimento oppure semplicemente qualche sensazione, non era possibile che si fossero tutti barricati in casa, si stavano davvero lasciando andare al terrore per colpa di quei pagliacci del Ministero?
Cercarono anche la figura, sperando che potessero vederla, magari era sfuggita ai Dissennatori.

Improvvisamente qualcuno da dietro afferrò Alecto e la disarmò all'istante, qualcun altro fece lo stesso con Amycus e li stordirono entrambi.
L'unica cosa che videro furono delle braccia che li portarono via.

"I Dissennatori non bastano: ci voglio squadre di Auror per pattugliare case e negozi!" Il signor Crouch non sapeva più che pesci pigliare, la gente era scontenta e terrorizzata da queste misure e avevano bisogno di aiuti concreti che potessero quanto meno calmare gli animi. Ormai le parole non bastavano più e c'era bisogno di mantenere un buon equilibrio per evitare proteste e attentati.
Quello che preoccupava di più al Ministero era un possibile attacco ideato dagli evasori: erano scappati senza lasciare traccia e non era normale che i più temibili fossero rimasti in cella, non poteva essere un caso.
Il ministro Cornelius Caramel osservava perplesso il collega segnate avanti e indietro l'ufficio, quasi a voler consumare il tappeto di velluto blu.
Alla fine decise di invitarlo ad accomodarsi per evitare di ritrovarsi il tappeto pieno di scarpate.

"Mi voleva vedere signor Caramel?" Lucius Malfoy fece la sua apparizione dalla porta. Caramel lo ringraziò con gli occhi sperando che il signor Crouch si dedicasse a lui e si lamentasse personalmente lasciandolo in pace.
Bartemius Crouch senior si alzò e si girò con un unico movimento, più furioso che mai: "Signor Malfoy! L'evasione della scorsa settimana ha causato non pochi danni: i civili si rifiutano di uscire di casa e i negozianti non sopportano più questa situazione. Faccia qualcosa!"
Lucius alzò un sopracciglio, del tutto impassibile: "Mi spiace signor Crouch, questo non è il mio campo"
"Allora chiami chi di dovere per calmare questa sitiazione: assuma più Auror possibile che controllino ogni ingresso ed ogni uscio, controlli la scuola per proteggere tutti gli studenti!"
Lucius sentì un rigurgito muoversi nel suo stomaco: controllare quella scuola da quattro soldi piena di mezzi babbani... non avrebbe sopportato nemmeno se Silente stesso fosse venuto a chiedergli la stessa cosa.
Guardò Caramel che gli lanciò un'occhiata imbarazzata sfoggiando un sorrisetto simile a Draco quando vuole a tutti i costi che il padre gli compri qualcosa, patetico da parte in un ministro della magia.
"Cosa volete che faccia? Siete voi il cacciatore di maghi oscuri Crouch, e Caramel è il capo, io non ho voce in capitolo, posso solo sperare che per l'inizio della scuola di mio figlio sia tutto a posto"
Si guardarono tutti e tre, spostandosi a vicenda gli sguardi, era chiaro che nessuno di loro avesse la più pallida idea di come muoversi né di come assicurare la gente dei pericoli che potevano benissimo correre; era chiaro che l'evasione aveva risvegliato dei fantasmi dentro tutto il mondo magico, fantasmi che si erano placato con la sconfitta di Lord Voldemort, ma che, evidentemente, adesso qualcuno aveva pensato di ravvivare.
A Malfoy continuò a tornare in mente quella sensazione, quel pensiero, e il sospetto che non fosse infondato. E se fosse vero? Poteva essere così? Luciis scacciò via di nuovo quel pensiero, gli mancava solo di rovinarsi ulteriormente la giornata anche con le sue inutili fisime.

"In ogni caso..." fece poi Caramel rivolgendosi a Lucius risvegliandolo dai suoi pensieri "Ha più avuto notizie di suo nipote signor Malfoy?"
"Oh..." disse fingendosi perplesso "Purtroppo no; da quando è scomparso dal San Mungo, sembra essersi... volatilizzato, svanito nel nulla" e chiuse gli occhi per simulare preoccupazione, anche se la sua mente era tutt'altro che preoccupata.
"Mi dispiace davvero tanto, posso immaginare quanto sua moglie sia distrutta: prima le due sorelle, poi il nipote... è un mondo difficile"
"Sì... difficilissimo"

Alecto e Amycus si svegliarono in un seminterrato.
"Finalmente vi siete svegliati" disse una voce raggiante dietro di loro: Barty Crouch Jr se ne stava seduto sopra ad un tavolo scrutando la sua bacchetta "Avevo paura che vi avessero lanciato una fattura troppo potente"
Si alzò e gli si avvicinò, camminandogli intorno fissando i loro sguardi confusi.
Subito dopo venne raggiunto da Rabastan, che sorrise alla donna, ottenendo però un'occhiata in cagnesco.
"Crouch?" Disse incredulo Amycus "Non eri morto in prigione?"
"Mia madre ci è andata al posto mio, io sono stato segregato in casa dal mio amorevole padre. Ero sotto una maledizione"
"E come hai fatto a liberarti?"
Barty e Rabastan si guardarono complici: volevano proprio vedere la faccia dei sue Mangiamorte una volta che avrebbero menzionato Antheo, si sarebbero sorpresi o li avrebbero presi per pazzi? In entrambi i casi la:scena sarebbe stata davvero divertente. Per un attimo si resero conto di assomigliare a Bellatrix pensando certe scene, il divertirsi nell'ignoranza altrui o di prendersi gioco di poveri malcapitati iniziava ad essere divertente.
Nel vederli ridere sotto i baffi, i due fratelli si lanciarono un'occhiata curiosa e tornarono a guardare i due rapitori.
"Allora" intervenne poi Alecto "Ci dite una buona volta cosa ci facciamo qui? E perché non riusciamo ad alzarci dalla sedia?"
I due Mangiamorte in piedi la guardarono e poi si lanciarono un'occhiata divertita: "Vi abbiamo lanciato un incantesimo base delle pastoie, le vostre gambe sono immobilizzate; dovevamo evitare che ve ne andaste senza aver passato un po' di tempo con noi" ridacchiò Barty.

Rabastan si avvicinò alzando le sopracciglia: "Be'? Sapendo che Dolohov e Rookwood vi hanno trovato a Nocturn Alley, deduco che il diversivo di mio nipote abbia avuto un gran successo"
I fratelli Carrow si guardarono increduli: "Tuo nipote? Ma lui è..."
"Qui" la voce allegra di Antheo preceduta dal rumore della metropolvere attirò l'attenzione di tutti.
"Immaginavo che foste sorpresi: sapevamo che vi stavate aggirando per Diagon Alley, così io e Antheo abbiamo escogitato questo piano. Un po' improvvisato ma efficace" gongolò Rabastan attirando a sé il nipote.
Alecto e Amycus si guardarono sbigottiti nel vedere quel ragazzo che tutti credevano morto stecchito adesso era praticamente davanti a loro e in gran forma; o lui aveva creato preventivamente degli Horcrux oppure Moody stava perdendo colpi.
"Be', ora basta perdersi in queste sciocchezze" disse Barty facendosi serio "Andiamo di sopra, dobbiamo parlare di cose importanti" e liberò i due fratelli dell'incantesimo delle pastoie.

Il salotto principale della tenuta di Lestrange senior era straordinariamente tirato a lucido, gli elfi domestici non lasciavano neanche un granello di polvere o una sbavatura di caffè, pulendo tutto con foga e dedizione.
I cinque Mangiamorte salirono le scale e si ritrovarono davanti un'organizzazione completa di elfi intenti a spazzare e lavare ogni superficie.
Antheo, che pur avendo a che fare con elfi di poco conto, aveva comunque da conto la pulizia, cercò ogni superficie asciutta per evitare di sporcare di nuovo il pavimento, mentre gli altri oltrepassarono il salotto senza nemmeno preoccuparsi delle impronte.
Lestrange senior era seduto sulla poltrona di pelle nel suo studio a leggere la Gazzetta del Profeta, la cui prima pagina ancora parlava dell'evasione da Azkaban; il signore aveva uno sguardo tra il deluso e il preoccupato.
Quando sentì gli ospiti entrare bussando, si rivolse a loro: "Non riesco a capire perché mio figlio abbia deciso di rimanere lì a marcire, avrei potuto recuperare con lui tutto il tempo perso, tutti gli errori fatti, avrebbe potuto ricominciare"
"Padre... non credo che tu vorresti tornare a casa senza trovarci la persona che ti ha riacceso la vita" intervenne Rabastan indicando Antheo. Il nonno si fece scuro, tutta colpa di quei buffoni che avevano deciso di spifferare cose che era meglio tenere segrete, avevano minato alla sua famiglia e di certo avrebbero detto ciò che si meritavano. Rodolphus avrebbe appreso che suo figlio era vivo e vegeto e che aspettava solamente di poterlo riabbracciare, e Antheo aveva un estremo bisogno dei suoi genitori.
Si alzò e si avvicinò ai suoi parenti, poi salutò anche tutti gli ospiti: "Spero che come alloggio sia sufficientemente accettabile"
"È molto meglio di casa mia, non ho intenzione di rimetterci piede tanto presto" sbuffò Barty, dopo essere stato praticamente prigioniero di suo padre, preferiva anche la più sporca delle pensioni.

I due fratelli si guardarono intorno, poi Amycus intervenne: "Cosa c'entriamo noi?"
"Oh sì" disse Lestrange senior "Vedete: mio figlio e mio nipote mi hanno informato che hanno in mente qualcosa di grande per l'Oscuro Signore, e serve l'aiuto di tutti i Mangiamorte" si girò verso Barty, che aveva ideato il piano insieme a loro: "Il piano è diviso in compiti: si attaccherà il Ministero mirando per gradi; si comincerà da piccoli attentati per poi passare al pezzo grosso"
Alecto fece uno sguardo sorpreso, era un piano ideato in ogni elemento, studiato con cura, sembrava non avere possibilità di fallimento: "Quindi voi volete... creare una sorta di dittatura nel mondo magico?"

"No" disse Antheo "Lo scopo e togliere tutti i mezzi maghi, maghi e babbani non devono più relazionarsi, quindi chiunque nel mondo magico sia un mezzosangue o un nato babbano verrà tolto di mezzo"
Parole sante, pensò Amycus con gli occhi che brillavano, non vedeva l'ora di dare inizio al piano. Ma c'era un piccolo problema: i Dissennatori pattugliavano tutto il mondo magico e non permettevano nessun'attività, e non potevano continuamente lanciare uno di loro per distrarli, si rischiavano troppe perdite: "Dobbiamo trovare un modo per liberarci dei Dissennatori, o quanto meno difenderci da loro"
"Io posso essere d'aiuto in questo" Antheo alzò la mano "Quando ero a scuola, in un libro di incantesimi ho imparato l' Incanto Patronus, so che li può contrastare"
Amycus si grattò il mento, mentre Alecto si schiarì la voce: "Ma uno solo non può sbaragliarne 10, 20... quanti saranno"
"Sottovalutate Antheo, pessima mossa" ridacchiò Barty dando delle pacche al ragazzo; già quando erano in missione, prima della sconfitta di Lord Voldemort, aveva visto di cosa era capace quel bambino, ormai maggiorenne; finivano sempre in gruppo lui, Antheo e Rabastan, un trio quasi perfetto, anche se i primi momenti Rabastan tendeva a proteggere il piccolo; come biasimarlo, era suo nipote.

Lestrange senior si mise tra i cinque: "Sappiate che non sarete da soli: Dolohov e Rookwood sono già in missione, e presto cercheremo altri superstiti, è chiaro che abbiamo un numero molto minore rispetto al Ministero, dovremo agire con cautela"
Porse la mano ai nuovi arrivati; i due fratelli si guardarono, sorrisero e gli strinsero a loro volta la mano, avrebbero dato il loro contributo.

"Non capisco perché devi essere così puntata" la voce annoiata di Alessio rimbombava per i corridoi del Ministero; non era stato entusiasta già a casa quando la sorella lo aveva praticamente obbligato a seguirlo ed ora era più che contrariato, non capiva tutta quella determinazione, per dimostrare che cosa? Di essere i figli ripudiato di un eccentrico e stolto figlio di una delle ventotto sacre famiglie? Altro che onore: un'umiliazione a pie pari.
Béatrice scrutava ogni camino, ogni percorso, cercando l'ufficio che il avrebbe aiutati, non era riuscita a parlare al suo padre biologico di persona, ma aveva un padre adottivo avvocato, e uno dei migliori, e grazie a lui aveva trovato una soluzione alternativa: trovare un notaio che seguisse gli Avery.
Alessio le stava dietro fin una faccia più scura di un Dissennatore, cercava di dissuaderlo e si leccava solo occhiatacce e frecciatine, in più lei ripeteva a loop quella dannata promessa che era intenzionata a mantenere.
"Mi dici il motivo di tanta determinazione?"
"Gliel'ho promesso Alessio, lo devo fare pr lui" sbuffò Béatrice girandosi verso di lui. Ora erano fermi in mezzo al corridoio che strabordsva di maghi e andavano e venivano.
"Béa, ascoltami: cosa pensi di dimostrare? Non puoi nemmeno mostrarglielo, ma se anche fosse cosa avresti concluso? Non ci vogliono in quella famiglia e non dovremmo fare questo ai nostri genitori, quelli adottivi intendo"
"Io ho molto rispetto per loro: ci hanno cresciuti nell'amore e per questo gli sono grata; ma dobbiamo rimettere in chiaro la nostra posizione"
"Ma per che cosa? Per mostrare a tutti quanto eravamo mediocri per i suoi gusti? Preferisco essere visto come un nato babbano invece che dovermi mettere in ridicolo!"
"Non ti sto dicendo che dobbiamo abbandonare la nostra famiglia attuale" lei gli si avvicinò "Sto dicendo che dobbiamo farci riconoscere come eredi della famiglia Avery, tanto hanno già rinunciato al dovere di crescerci"

Alessio alzò gli occhi al cielo sospirando, le voleva un bene dell'anima ma non riusciva ad accettare che lei volesse perdonare ciò che la loro famiglia biologica aveva fatto, li avevano privati di tutto: una casa, del cibo e un letto, e soprattutto di un ambiente felice, per sette anni fino a che non sono stati adottati da dei genitori che li hanno amati, erano babbani ma li hanno accettati per quello che erano senza provvedimenti di alcun genere, e questo era il ringraziamento?

Alessio non lo avrebbe mai accettato: "Io non voglio sostenere una cosa simile"
"Alessio perché sei così cocciuto?"
"Sei tu la cocciuta! Non ti rendi conto di cosa porterà questo? Nostra madre vedrà i suoi figli strappati via, e loro da quel momento saranno in pericolo, considerando con chi hai avuto a che fare!"
"No Alessio, no!" Lo interruppe lei risoluta "Nessuno farà loro del male, vedrai"
"Come fai ad esserne sicura?!" Gli occhi del ragazzo iniziarono a riempirsi di lacrime, pungenti come schegge, per la tensione o per la paura che quel gesto avrebbe potuto causare l'irreparabile, non voleva che gente innocente avrebbe pagato, per cosa? Per averli solo aiutati? Tutta la forza che aveva avuto in quei diciotto anni lo stava abbandonando, era uno sforzo troppo grande: "Io non voglio... non voglio..."
"Alessio..." lei lo abbracciò, consapevole che il fratello era stato fin troppo forte per lei e che ora non riusciva più a gestire la cosa, lo sapeva che anche lui avrebbe voluto la stessa cosa, ma il prezzo sarebbe stato troppo alto.
Aveva bisogno di una conferma, almeno quella volta.
"Ti prometto che non succederà niente"
Gli disse Béatrice dandogli un bacio sulla guancia, l'unico punto che ormai riusciva a raggiungere.
Questa volta doveva essere lei quella forte.

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