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16 - Imboscata

"Signor Barty, per favore si fermi un attimo!" la voce ansimante di Béatrice arrivò appena alle orecchie di Crouch mentre percorreva quella strada tanto dissestata che li avvicinava sempre domani più al Wiltshire. Avevano setacciato ofni angolo di Diagon Alley, Nocturn Alley, Cornovaglia, spaggie, perfino nei pressi di Hogwarts... Zero assoluto: Antheo non so era fatto vivo e non solo, non aveva lasciato alcuna traccia. In tutto questo Barty non poteva credere che Antheo fosse davvero stato messo al tappeto, aveva resistito al suo stesso Sectumsempra per Merlino!

"Per favore fermiamo ci un attimo, secondo me stiamo sbagliando strada"

"Antheo ha vissuto nel Wiltshire con i suoi zii per cinque anni! Come può essere sbagliato?"

"Non sopportava suo zio, e ti ricordo che lavora al Ministero, quante probabilità abbiamo dormito trovarlo qui?" la ragazza finalmente riuscì a raggiungerlo con la fronte grondante di sudore. Nel corso della ricerca, che ormai andava avanti da due giorni, Barty aveva aumentato la velocità del passo tanto che a volte addirittura correva senza accorgersene, e lei purtroppo non riusciva a stargli dietro tanto a lungo. Gli si avvicinò prendendo un bel respiro: "Mi ascolti: ho più voglia io di rivederlo che lei, mi creda; ma è il caso di essere lucidi e di restringere il campo: che motivo avrebbe Antheo di entrare nella stessa abitazione di suo zio dopo una fuga dal San Mungo evitando Azkaban, un attacco al Ministero per seminare terrore e un attentato a Diagon Alley, sapendo quale potrebbe essere il risultato?"

Quella domanda costrinse Barty a fermarsi e a voltarsi verso la ragazza, Béatrice non aveva tutto i torti, non ci aveva pensato: i rapporti tra Antheo e Lucius si erano incrinati molto dopo la sconfitta e la caduta dell'Oscuro Signore, non avrebbe avuto alcun motivo per presentarsi a villa Malfoy, con che scopo? Farsi catturare? Poteva tuttavia essere un nascondiglio strategico: essendo l'ultimo posto che qualcuno potrebbe designare come rifugio, nessuno avrebbe potuto cercarlo lì. Le rivolse uno sguardo che voleva mostrare chiaramente la tua idea: il fatto che fosse l'ultimo posto dove Antheo sarebbe andato, non implicava necessariamente che non fosse lì: "Potrebbe anche essere una strategia per sfuggire agli Auror, è una delle sue innumerevoli peculiarità: confonde l'avversario" le disse alzando un dito come se stesse istruendo una studentessa, gli sembrava che, per essere la sua fidanzata, non lo conoscesse abbastanza, e quella mancanza di fiducia ed empatia lo lasciò insoddisfatto "Perché pensi che non sia qui a prescindere?"

"Strategia o mano, io non saprei se essere più in pericolo a casa o in terra straniera" la voce di Béatrice era calma, con la sua nota di insicurezza, ma alle orecchie di Barty arrivò più sicura di quanto non volesse lasciar vedere. La osservò, la guardò negli occhi per vedere quanto fosse determinata nelle sue idee, se Antheo l'aveva scelta come compagna di vita, voleva dire che lei aveva molto da dimostrare. Era una Avery, figlia di quei lerci topi impaurito che si erano rifugiati per scampare alla prigione tenendo in spalla la loro fedeltà. Ma lei e il fratello avevano preso un percorso del tutto diverso, era stata anche disposta ad essere odiata da tutta la scuola, tutta la casa Corvonero, ma lo aveva fatto lo stesso, aveva sostenuto un Mangiamorte.

All'improvviso vide negli occhi della ragazza illuminarsi qualcosa: "Ma sì, certo!"

"Che cosa?"

"Signor Barty abbiamo la soluzione qui! Qual è l'unico posto dove nessuno è più andato? Lo ha detto lei stesso: Antheo ha vissuto cinque anni dai suoi zii"

A Barty venne la stessa illuminazione, ma come avevano fatto a non pensarci? La tenuta di Rodolphus e Bellatrix! Era l'unica abitazione che nessuno aveva più controllato: i padroni erano ad Azkaban, Antheo era da Lucius e Narcissa, chi poteva mai occuparla a parte gli elfi domestici. Questo rendeva manor Lestrange molto riservata e del tutto fuori da ogni portata, e solo i padroni di casa sapevano togliere gli incantesimi di protezione.

"Devo riconoscerlo, sei molto più intelligente di quanto volessi provare a credere. Sono felice di averti come compagna di ricerca"

Béatrice sorrise: "Non potevo chiedere di meglio nemmeno io, Barty Crouch Jr, Antheo ti ha sempre definito il piacevole opposto di vostro padre"

"Ti ha parlato di me?" Barty era incredulo, sapeva e ricambiava il rispetto che il giovane Lestrange aveva per lui, ma non avrebbe mai immaginato che spendesse anche delle belle parole per lui. La cosa lo commuove va e nausea va un pochino, non amava particolari smancerie sdolcinate, ma era lo stesso molto curioso di sapere cosa aveva detto di lui: "Spero sia stato buono"

"Ha detto che vostro padre è uno stupido" disse diretta Béatrice.

Gli raccontò un pomeriggio nel loro ultimo anno di scuola, qualche giorno prima della battaglia contro gli Auror. Stavano preparando degli schemi di allenamento e Antheo era tutto eccitato di poter dare prova a tutti del suo talento, delle abilità e di poter rendere tutti fieri di lui. Percorreva la biblioteca quasi saltellando, raccattando qualche libro e passandolo a Béatrice che stava già trasportando una discreta torre di volumi. Si fermarono a un tavolo dove iniziarono a sfogare i vari libri, annotando tutto quello che poteva essere vagamente utile, mentre facevano previsioni su cosa avrebbero fatto dopo la battaglia, se avessero vinto. Béatrice desiderava far vedere al suo padre e al nonno biologici che errore enorme avevano fatto rinnegando lei e Alessio, mentre Antheo stava già pensando ai prossimo Mangiamorte da coinvolgere: "Appena finirò qui, devo fare un giro a vedere di togliere Barty dalla piaga che lo intrappola" disse mentre a prova un nuovo libro.

Béatrice alzò gli occhi perplessa: "Barty?"

"Sì. Bartemius Crouch Jr, il figlio di quel mollusco di Crouch senior"

"Non sapevo avesse figli"

"Chissà perché non mi stupisce. Quel vecchio gufo è così malato di carriera che sarà tanto se si ricorda lui per primo di avere un figlio. Mio padre ancora un po' cercava ogni possibile giornale per inaugurare la mia nascita, e quello spreca in questo modo il suo unico erede" la voce di Antheo era sarcastica e disgustata al tempo stesso, non poteva credere che un uomo dovrebbe famiglia sotto valutasse così tanto le abilità del figlio costringendolo a farsi vedere nel peggiore dei modi. Lo aveva conosciuto il giorno in cui era ufficialmente entrato nella causa e ricordò di non volersene più separare. Barty all'epoca stava per finire Hogwarts e per Antheo era come un mentore, compagno di avventure e quasi fratello maggiore, aveva subito preso una grande sintonia e ogni volta che sono ritrovavano per delle riunioni, lo rubava di nascosto facendogli vedere la sua stanza segreta dove si allenavano. Sparivano per delle ore e a volte Bellatrix doveva convincere il figlio a lasciarlo andare.
Il giorno in cui furono arrestati tutti, Antheo aveva guardato il Wizengamot con odio e orrore nel vedere come le relazioni familiari venissero meno, ma Crouch senior non era stato furbo a lasciare che Antheo girasse tranquillo per l'Inghilterra magica, così nel periodo in cui Barty fuori dichiarato morto, il giovane Lestrange si aggirava per i dintorni di casa Crouch e dalla finestra aveva visto il padre imprigionare il figlio sotto al mantello dell'invisibilità, con lo sguardo più anaffettivo del mondo.

"Mi disse che avrebbe fatto di tutto, sarebbe stato anche disposto a ucciderlo per te pur di liberarti; penso stesse aspettando do essere più capace nella magia"

"Credevo di importare sì e no come tutti i giochi che aveva nella stanza che non toccava quasi mai" bofonchiò Barty trattenendo un sorriso commosso per non mostrarsi troppo sentimentale, non gli piaceva far credere agli altri che fosse una persona tanto semplice da commuovere. Ma era troppo felice di sapere quanto in realtà la sua persona contasse per uno che all'epoca era solo un bambino che ora era quasi uomo, e sapere che già da molto progettava di liberarlo da quella casa che era diventata una prigione, che non aveva più differenza con Azkaban.

Purtroppo quel bel momento fu interrotto da un improvviso rumore alle spalle del Mangiamorte, uno scricchiolio, probabilmente un ramo spezzato da un piede, erano stati seguiti. Oppure erano stati pedinati e osservati per tutto il tempo. Béatrice si voltò di scatto di tutte le direzioni, e il suo sorriso scomparve in una frazione di secondo. Nel suo volto ora c'erano paura e confusione. Barty tirò fuori la bacchetta e la puntava dove il suo sguardo si rivolgeva. Erano sicuramente degli Auror, non poteva essere altrimenti, i Dissennatori non erano in grado di rompere oggetti e l'aria non era diventata più ghiacciata rispetto alla temperatura attuale. Barty e Béatrice si misero schiena contro schiena, per poter controllare la situazione e guardarsi le spalle a vicenda.

Un altro rumore li mise in allerta, era più vicino, sentivano che i loro pedinatori si stavano avvicinando sempre di più.

"Béatrice non ansiamre così forte" sussurrò Barty "Non devi permettere che possano giocare con la tua paura, è una tattica quella di metterti al tappeto con le tue stesse armi"

"Signor Barty, siamo in pericolo?" la voce di Béatrice tremava per la paura, era più forte di lei, non riusciva a restare tranquilla sapendo di essere disarmata al confronto dopo chi si sarebbe presto trovata davanti. Barty cercava invano di rassicurarla, dicendole che c'era lui e che l'avrebbe protetta, quelle parole non l'avrebbero mai tranquillizzata sapendo che erano in un luogo per niente sicuro, circondati e con un ci a lo talmente scuro che nemmeno i pocho lampioni sarebbero mai riusciti ad illuminare.

Poi iniziarono a scagliarsi schiantesimi da ogni lato, Barty, esperto in quelle occasioni, riuscì a deviarli quasi tutti e ad alcuni si spostò appena in tempo schivandoli. Béatrice lo seguì con fatica, cercando di capire dove potessero arrivare i prossimi. Lampi bianchi o piccole scintille arrivavsno da tutte le parti senza dare nemmeno il tempo ai due di potersi proteggere o contrattaccare, iniziarono anche a vedere alcune ombre avvicinarsi riconoscendo gli Auror. Kingsley si stava facendo avanti lanciando uno schantesimo dietro l'altro insieme a qualche altro compagno che Barty non aveva mai visto, probabilmente era un nuovo membro. Ma per fortuna di Alastor Moody non vi era traccia.

All'improvviso uno schiantesimo colpì in pieno Béatrice tramortendola. Cadde per terra mollando la bacchetta. Barty la vide cadere con un tonfo fortissimo e le si avvicinò subito, non avrebbe mai permesso agli Auror di prenderla. Ma non ebbe molto vantaggio: gli Auror lo circondarono e poco dopo dopo anche lui fu messo al tappeto.

~~~~~~

"Sei preoccupato per la tua sorellina, piccolo lord?" Alecto si avvicinò ad Alessio con una voce carica di scherno, ridacchiava passo per passo mentre, francamente, lui non ci trovava proprio niente di divertente. Sua sorella era andata via da due giorno e ancora non aveva ricevuto notizie, non sapeva se avevano trovato Antheo, non sapeva se stavano bene, se erano feriti, se Barty si stesse prendendo cura di lei, non sapeva nmeno a cosa pensare per calmarsi. E le battutine di Alecto non lo tiravano certo su di morale.

Non erano di aiuto nemmeno gli altri membri, troppo impegnati a lamentarsi di quanto facesse schifo igienicamente quella stanzetta stretta e umida, sembravano non accorgersi del pessimo umore di Alessio e Rabastan, preoccupati per la sorte dei compagni e dei parenti. Lestrange senior aveva iniziato a mostrare degli acciacchi, respirava male e ogni tanto qualche colpo di tosse gli scappava, la sua salute stava venendo meno, come del resto tutto ciò che comportava la sua età avanzata. In quel cubicolo si iniziava a sentire il disagio e la voglia do libertà che ancora sembrava una stella lontana.

Nemmeno quando la donna gli si avvicinò punzacchiandolo, lui la degnò di uno sguardo. Per quanto gli piacesse, in quel momento la trovava estremamente irritante. Non poteva credere che osasse seriamente scherzare su un argomento del genere, anche leo aveva un fratello e Alessio non avrebbe mai creduto che non le sarebbe pesato sapendolo lontano e senza la possibilità di poterlo sentire o aiutare.

"Avanti, sciogli ti un po' conte, che c'è non sai come si ride?"

"Basta Alecto, non sono dell'umore di dover subire il ruo sarcasmo!" sbottò in preda alla frustrazione, zittendola per la prima volta. In un altro momento avrebbe cercato di assecondarla e avrebbe tentato di dimostrarsi più alla sua portata, ma non in quel caso, era troppo lì. Si sorprese anche un po' nel vedere che sul volto di Alecto era scomparsa ogni traccia di sarcasmo. Non ci era mai riuscito ma in quel momento non gli importava affatto.

Lei lo guardò in silenzio, incerta su come ribattere, lo vedeva così livido in volto e dovette ammettere che quella risposta l'aveva lasciata sorpresa, e anche con un senso di colpa dentro, cosa che non aveva mai provato: "Avanti rilassati, anche se fissi il prato non arriveranno subito. Stavo solo scherzando"

"E io ti ho detto che non sono dell'umore!" ribadì lui senza rivolgerle lo sguardo. Quella mancanza di contatto visivo la fece irritare un po', non era abituata ad essere trattata con tanta indifferenza. Si sentì come quelle ragazzine di classe che si indispettivano per ogni scherzetto che i fidanzatini le tiravano, e la cosa la schifò, paragonarsi a quelle nobildonne solo di nome non la fece certo sorridere. Non era una donnicciola, era una guerriera. Eppure quel modo do fare, che di solito eseguiva e non subiva, la faceva sentire a disagio.

"Ti chiedo scusa, va bene? Non devi scaldarti tanto principe"

"La smetti di chiamarmi in questi modi ridicoli? Ho un nome: Alessio, non è difficile"

"Ma perché tanto fastidio? Non è la prima volta"

Alessio non rispose, non voleva darle quella soddisfazione, era solito a stare sotto le sue battute, ridicolizzando si pur di farla divertire, ed ora ne aveva le tasche piene do essere trattato con così poco tatto. Lei però continuò: "È inutile che ti crogioli nel la tua preoccupazione, quando troveranno Antheo qui, ora rilassati e vieni giù con noi"

"Non voglio sentire tuo fratello e Rowle limonare perché si deve cambiare aria, abbiamo già abbastanza problemi e poro si lamentano per questo?" fissava la donna con i suoi occhi di smeraldo, era incredibile vedere come Alessio e Béatrice fossero letteralmente due gocce d'acqua, differenziati solo dal sesso. Entrambi avevano la pelle di porcellana, gli occhi verdi luminosi, i capelli lunghi e rossi come il vino, lei li teneva sciolti legando solo le ciocche davanti per non coprire gli occhi e lui li teneva legati in uno shignon al maschile, lasciando diverse ciocche cadere sul collo e sulle tempie, lentiggini sparse per tutta la fronte fino alla punta del naso. Alecto non poté non notare quanto il ragazzo fosse rigido.

"Senti... Alessio, andrà tutto bene; ora per favore torniamo dentro che sto iniziando ad avere freddo e ci manca solo che ticammali anche tu. Abbiamo già il padre di Lestrange più di là che di qua"

"Tu vai, e di' a quei lagnosi di stare zitti e di lasciarlo riposare. Se vogliono aria pulita, che escano a fare due passi per il cimitero"

Alecto rimase ferma a guardarlo per capire quanta serietà potesse esserci nelle sue parole, tanto che non si accorse deo fratello salito e avvicinatosi a lei, fissando Alessio con uno sguardo tra il divertito e il perplesso nel vederlo ancora lì impalato. Lei gli fece di stare zitto e lo cacciò via scendendo nella stanza segreta e raggiungendo tutti go i altri che di tempo ne avdvsno anche passato abbastanza ed ora non sapevsno più come tenersi occupati. In un angolo della stanza, Adreo fissava perplesso Dolohov e Rookwood che avevano instaurato così per caso una discussione che includeva politica, tradizione e anche rancore per i tempi che stavano correndo, ma senza prendere una vera e propria posizione.

"Mi dici di cosa stanno parlando?" gli chiese Alecto passandosi una mano in fronte per l'esasperazione.

"Rookwood sostiene che presto o tardi il Ministero tirerà fuori le unghie" sussurrò Adreo che di finire in mezzo a quei discorsi non ne aveva proprio voglia.

Amycus sospirò per aver ascoltato anche fin troppo discussioni saltate fuori dal nulla: "Insomma smettetela! Ma dov'è Antheo quando serve?"

"Son qui se ti giri" la voce di Antheo fece sobbalzare tutti che, girato si verso la porta sorpresi, si ritrovarono davanti quegli occhi semispalancati gliaciali con quel sorriso sbilneco che caratterizzava il suo volto pallido.

Rabastan, sentendo la voce e vederlo lì in piedi, gli si avventò contro stringendolo con le sue braccia, rivedendo finalmente suo nipote dopo aver sentito e temuto il peggio. Antheo ricambiò rassicurandolo, dicendogli che doveva stare tranquillo e che affondare l'erede Lestrange non era certo facile. La stessa cosa non poterono però dirlo del nonno, che a mala pena fu in grado di alzarsi in piedi.

Poi Antheo guardò tutti: "Dove sono Barty e Béatrice?"

"Erano andati a cercarti" disse Alessio dietro di sé "Non li hai incrociati?"

"No. Il cammino era deserto. Da quanto tempo se ne sono andati? Avete avuto notizie?"

"Sono andati via quando hai evocato l'ardemonio a Diagon Alley, perché sei andato così lontano?" fli chiese Rabastan.

"Volevo allontanare gli Auror e i Dissennatori il più possibile perché voi poteste arrivare qui. Certo l'ardemonio non era previsto"

Mentre stavano discutendo su come Antheo avesse fatto il giro dell'Europa, Gibbon arrivò trafelato con la Gazzetta del Profeta con in prima pagina la foto di Barty e Béatrice circondati dagli Auror. Quella notizia non era prevista, ora avevano due compagni in ostaggio e troppi lì dentro sapevano come Alastor Moody riusciva a piegare tutti usando i propri compagni.

"Cazzo! Questa non ci voleva! Gli hanno teso una trappola" esclamò Rabastan vedendo per la seconda volta il suo compagno Barty tra le mani degli Auror. Ora dovevano pregare che non li sottoponessero al bacio del Dossennatore. Dovevano agire.

"Cosa facciamo?"

"Che domande: andiamo ad aiutarli! Ora: i Cruciatus aspetteranno fuori dal Ministero mentre gli Imperius si faranno strada tra i corridoi, imperiando i politici se necessario, fino all'ufficio dove si trovano Barty e Béatrice, dobbiamo agire in fretta"

"Aspettate! Fatemi venire con voi!" Adreo quasi supplicò di prendere parte al piano. Antheo non era della stessa idea: "Io non ti ci porto a rischiare, non stiamo giocando" poi gli porse la bacchetta do sua madre, purificata dalla maledizione, ammonendolo di non perderla più. Adreo però volle insistere, dicendo che poteva essere d'aiuto. Poi prese la scatoletta che aveva portato: "Ho una cosa per te"

Antheo la aprì e je rimase sorpreso: la bacchetta dell'Oscuro Signore lo stava guardando. Ma dove l'aveva presa?

"Stavo facendo un giro con mio padre a Godric's Hollow e mi è capitata l'abitazione dei Potter. Era poco distante. Se usi questa invece della tua, non potranno risalire a te e crederanno che l'Oscuro Signore sia tornato"

Nagini si affacciò dalla spallandi Antheo sussurrandogli qualcosa: se Antheo avesse alimentato la bacchetta di Lord Voldemort, la magia sarebbe passata a lui e l'Oscuro Signore avrebbe recuperato pianto piano le forze.

Una volta organizzato i ruoli, si smaterializzarono verso l'Inghilterra per salvare Barty e Béatrice.

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