8 - Adreo Lestrange
Hogwarts era sempre uguale, anche in quel secondo anno pieno zeppo di nuovi aspiranti maghi e streghe. Tutti i vecchi studenti di ogni casa già erano scesi dal treno, solcato il lago e preso posto ai propri tavoli: alcuni gruppi di amici si erano ritrovati dopo tutta l'estate, Remilia Crow era intenta a raccontare la sua vacanza nelle isole scozzesi alle sue amiche e i giocatori di quidditch già stavano preparando nuove strategie.
Un solo componente se ne stava in disparte, con lo sguardo nel vuoto e i pensieri chissà dove: Antheo Lestrange fissava il suo calice concentrandosi prima sull'occhio destro e poi sull'occhio sinistro.
"Che ti succede Lo strano, hai difficoltà a socializzare con i tuoi vecchi compagni?" Ridacchiò Remilia avvicinandosi, seguita dalle due amiche con cui parlava.
"Secondo me teme che il preside lo espella al primo giorno" gracchiò una delle due; "Ma va, sta pensando a come cadere nelle grazie di Piton" rise l'altra.
Antheo restava fisso sul calice, le voci squillanti di quelle tre lo sfioravano appena, sembravano ovattate dai pensieri fissi sull'oscuro signore, la sua voce ancora rischiava nelle orecchie del Mangiamorte anche se non lo stava realmente sentendo.
Le tre ragazze andavano avanti a punzecchiarlo fino alla voce della McGranitt che interruppe ogni brusio.
Era iniziata la cerimonia dello smistamento. Antheo guardò tutti i nuovi studenti e dedusse, così a pelle, che non molti maghi sarebbero entrati nella casa Serpeverde, sentiva troppo l'odore da mezzosangue o da nato babbano, e la cosa lo rendeva nervoso.
Quanto la professoressa McGranitt iniziò a dettare i nomi e i cognomi, il Mangiamorte ascoltò ogni singola lettera, dichiarando a bassa voce chi fosse sanguepuro, mezzosangue, nato babbano...
"Lestrange Adreo!" Disse ad un certo punto la McGranitt. Tutti trasalirono: Lestrange? Avevano sentito giusto? Un altro Lestrange?
Sullo sgabello so sedette un ragazzotto mingherlino, castano scuso e con lo stesso inspiegabile ciuffetto bianco che gli copriva l'occhio sinistro; attirò l'attenzione di Antheo: lo conosceva bene, erano cugini di secondo grado, ma dei genitori non ne sapeva molto, sapeva solo che era un Lestrange e gli importava fondamentalmente solo quello. E sapeva che anche lui era destinato alla Causa di lord Voldemort.
"Mmh molto bene: c'è ambizione e grande potere in te, hai talento e voglia di agire... certo ho già visto queste abilità... Serpeverde!" Disse il cappello parlante, e Adreo si avviò sorridendo verso il tavolo dei Serpeverde accolto da applausi ed esaltazioni.
Remilia Crow mostrò il volto più scuro possibile: un altro membro di quella sporca famiglia, non avrebbe accettato di essere calpestata da due terribili elementi.
Adreo individuò il cugino e subito gli si avvicinò: "Sei qui anche tu" disse sfoggiando un sorriso da cui uscivano due canini lunghi, parevano le zanne di un cobra "Non vedevo l'ora di raggiungerti"
"Bravo" se ne uscì Antheo "Alla fine sei arrivato anche tu, ma ora la scalata è dura"
"Non sottovalutarmi cugino, sono molto più forte di quello che pensi: riesco a lanciare il Serpensortia con tutta facilità, e non sai quanti serpenti ho incantato" ghignò Adreo fissando negli occhi il parente.
Quando la cerimonia e il banchetto finirono, uscendo e dirigendosi nei propri dormitori, Adreo riempiva di domande Antheo, che rispondeva senza guardarlo, muovendo lo sguardo ovunque come se cercasse qualcosa e si fermò davanti a Bill, essendosi incrociati, bloccando Adreo: "Weasley, guarda chi ho qui con me" disse rivolgendo finalmente lo sguardo verso il ragazzino suo parente "Lui è Adreo, mio cugino, sei contento di avere due Lestrange?"
"Mmh, quindi ora come devo chiamarvi? Lestrange 1 e 2?"
"Sì... molto divertente; ma ora che c'è anche lui, Grifondoro non sarà più la migliore casa di Hogwarts"
Bill guardò storto il Mangiamorte e la sua scorta, anche se sapeva che Antheo sarebbe stato tenuto d'occhio dopo un anno di pasticci, la presenza di due Lestrange non lo teneva tranquillo, sentì inoltre che avrebbe passato una bella nottata.
Il custode Filch non staccava gli occhi dai due parenti: non era sicuro che anche Lestrange piccolo avesse il marchio, dato che Antheo lo aveva mostrato così come un dipinto; accarezzava Mrs. Norris con nervosismo, sicuro che da un momento all'altro si sarebbe trovato qualche orribile incantesimo o fattura o scherzo di qualsiasi genere; anche Bill li fissava: ridevano nervosamente, si guardavano intorno, Antheo sembrava molto più sicuro e arrogante e Adreo lo seguiva come un cagnolino.
Dopo la colazione i vari gruppi dei differenti anni si divisero per cominciare la lezione, a questo punto Bill poté avvicinarsi al rivale, essendo nella stessa aula (quella di incantesimi) con il piede di guerra: "Sento un po': a che gioco stai giocando?" Disse con tutto il coraggio che aveva, per poi sentirselo scivolare via quando si ritrovò a due centimetri dal Mangiamorte e scoprendo suo malgrado che Antheo lo superava in altezza della fronte.
Antheo lo guardò con uno sguardo raggelante: "Cosa vuoi dire?" Disse piano col suo tono freddo; Bill voleva dirgli tante cose: sparargli in faccia tutto l'odio che provava, rinfacciargli di essere quasi stato ucciso da un'Acromantula per colpa sua, aver perso punti per uno stupido scherzo, aver rischiato la vita contro un troll...
ma dalla bocca non uscivano parole, non usciva niente se non un lievissimo e stridulo gemito che fece ridacchiare qualche presente Serpeverde. Antheo inclinò la testa verso sinistra: "Cos'è? Uno scherzo forse? Il gatto ti ha mangiato la lingua?" Disse iniziando a ridacchiare nervosamente " Be' questo te la dice lunga: voi Weasley non siete dotati né di coraggio né di dignità, mio padre dice sempre che ci sono diverse famiglie di maghi purosangue e che alcune sono migliori di altre, ma TU NON SEI tra quelle, Weasley"
"Tu... tu... ripetilo se ne hai il coraggio! Io te la farò vedere, a te e a quel cagnolino del tuo cuginetto Lestrange!"
Ringhiò Bill furente "Nessuno può insultare così la mia famiglia e non può ritenermi né debole né fallito!"
In quel momento la cerchia di studenti che si era formata intorno ai due maghi cominciò a bisbigliare e poi da dire sempre più forte la cantilena 'botte, botte, botte'. Se non si fosse messo in mezzo il professor Flitwick, molto probabilmente i due ragazzi sarebbero davvero arrivati alle mani, continuando ad insultarsi e a provocarsi: "Basta voi due, ora finitela! Signor Weasley, vada a sedersi, e lei signor Lestrange, moderni le parole o potrebbero causargli parecchi guai, si vada a sedere. Ora cominciamo la lezione!"
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