14- Traditrice
Jeremy
Ormai sono rinchiuso qui dentro da ore, mi sembra davvero di impazzire.
Certo, a pensarci bene poteva andarmi peggio: Anthemis avrebbe potuto decidere di rinchiudermi in una fredda cella con tanto di sbarre e catene, ma non l'ha fatto.
Ha invece preferito confinarmi in una camera da letto davvero graziosa, ma questa "gentilezza" nei miei confronti non toglie il fatto che io mi senta un topo in gabbia.
I primissimi minuti qui dentro li ho spesi a prendere a calci e pugni la massiccia porta di legno della stanza e a gridare di farmi uscire con quanto fiato avevo in corpo, ma senza ottenere risultati.
Non so per quanto tempo sono rimasto poi seduto a terra accovacciato contro il muro bianco di pietra, immobile, con una morsa attorno alla gola che non mi lasciava respirare; ero talmente angosciato da desiderare di cadere in un sonno profondo e di non risvegliarmi mai più, così da non sentire più nulla.
Solo la porta che finalmente si apriva e l'ingresso di due ragazze che portavano delle grandi brocche è stato capace di destarmi dal mio torpore: erano domestiche mandate da Anthemis.
Quelle mi hanno osservato curiose per qualche istante, poi hanno riempito di acqua calda la vasca posizionata in un angolo della camera blaterando qualcosa sul fatto che, quando il tempo scorreva ancora, avevano pure in quel mondo l'acqua corrente nelle case; mi hanno consegnato infine asciugamani, sapone e vestiti puliti prima di lasciarmi nuovamente solo.
Dopo essermi fatto il bagno e aver ripreso un minimo di lucidità e autocontrollo, ho cominciato a pensare se ci fosse un qualche modo per poter fuggire da questa gabbia dorata: mi sono affacciato alla finestra rotonda della stanza, ma questa è posizionata troppo in alto per poter uscire da lì, fuori dalla porta poi è appostato Fagus quindi sarebbe inutile provare a scassinarla.
Perse le speranze mi sono allora steso sul letto a baldacchino in ferro battuto e dai tendaggi e dalle coperte azzurre per cercare di riposare almeno un po' e da lì non mi sono più mosso.
Sinceramente ora non so più se sperare che Emma venga trovata dalle guardie di Anthemis: se andasse così cosa ne sarà di noi? Rimarremo rinchiusi qui per sempre? E se invece finisse nelle grinfie di qualcuno della notte? Cosa sarebbe meglio per lei?
E in tutto questo cosa c'entrano mamma, papà e la storia della nostra nascita? I miei genitori davvero raggiunsero questo mondo? Sì, questa è l'unica spiegazione. Ecco il mondo di cui parlavano i nonni l'altra notte, quello che mia madre non riteneva troppo pericoloso per noi!
Il resto del ragionamento mi esplode in testa con una tale forza da farmi balzare in piedi, sprizzando gioia e speranza da tutti pori: i nonni erano a conoscenza di quest'altro mondo! Loro sapevano! Loro sapevano! Se i miei genitori fossero rimasti bloccati qui come me ed Emma non avrebbero mai potuto rivelarlo ai nonni, dunque una via d'uscita per i di Fuori deve esserci per forza!
Loro poi desideravano che io ed Emma vedessimo con i nostri occhi questo luogo, facendo addirittura promettere ai nonni di mandarci qui ad un certo punto della nostra vita: non l'avrebbero mai fatto sapendo che così facendo ci avrebbero intrappolati qui per sempre senza darci la possibilità di scegliere da quale parte dell'Arcata vivere!
Il sorriso stampato sulle mie labbra grazie alla conclusione a cui sono arrivato si spegne però ben presto non appena vedo una chioma rossa fare capolino nella stanza, il solito ghigno arrogante sulla faccia.
«Abies, santo cielo, che cosa vuoi ancora?» dico esasperato incrociando le braccia.
«Non ti è bastato il trattamento che mi hai riservato prima?»
«Sai com'è, nonostante io ti avessi messo in guardia mi hanno riferito che la tua faccia nel momento in cui Anthemis ti faceva rinchiudere è stata da sbellicarsi, mi dispiace davvero essermela persa!» mi prende in giro beffardo, cominciando a ridere.
«Cosa pensavi? Che dopo l'ultima volta Anthemis avrebbe organizzato un banchetto in onore del tuo arrivo? Dovevi rimanertene a casa, non vagabondare in luoghi da cui i di Fuori dovrebbero stare alla larga!» mi attacca poi tornando serio e in tono decisamente aggressivo.
«Avevi già espresso prima la tua opinione sul mio conto, non serviva che tu salissi fin quassù per sbattermela in faccia di nuovo, ok? E non ho deciso io di scoprire quest'altro mondo, avevo tutto quello che desideravo anche nell'altro, è successo e basta! Puoi avere anche vent'anni più di me, ma ne dimostri la metà, Abies!» ribatto, ma mi rendo subito conto che le parole che ho pronunciato non sono completamente aderenti alla realtà: a me mancava qualcosa a casa, un pezzo del mio passato; inoltre non è stato assolutamente un caso capitare qui.
Stavolta però non sono proprio riuscito a mandare giù e a passare sopra alle sue parole offensive, dovevo pur dire qualcosa per difendermi!
«Ti posso garantire che non sarei qui se non mi fosse stato ordinato da Anthemis, sporco di Fuori. E non credo che tu sia nella posizione di usare quel tono: io ho tutto il diritto di avercela con quelli come te!» mi risponde freddo.
«Cos'è successo l'ultima volta, Abies? Chi era il di Fuori che vi ha traditi?» cerco di passare oltre al suo atteggiamento con delle domande che potrebbero tornarmi utili.
«Per mia sfortuna Anthemis ha mandato proprio me a raccontartelo. Con tutte le guardie che ha a disposizione poi non capisco proprio perché lo debba fare proprio io.»
«Per quanto la cosa mi renda assai perplesso, Anthemis ha affermato che tu sei la sua guardia di maggior fiducia. Sarà per questo», dico freddamente.
«Se fosse stato per me ti avrei tenuto all'oscuro di tutto, non avrei mai permesso che un altro di Fuori conoscesse così tante informazioni sul nostro conto, ma qui è Anthemis a dare gli ordini e io mi fido di lei.»
«Magari pensa che conoscendo cosa accadde mi passi la voglia di tradirvi pure io, anche se ve lo meritereste proprio dopo il modo in cui mi avete trattato.»
«Non ti daremo l'opportunità di farlo, di questo puoi essere sicuro», sibila lui, gli occhi ormai ridotti a due fessure.
«Avanti, dimmi cosa successe», insisto.
Così, la guardia non attende oltre e inizia a sbattermi in faccia la storia del tradimento del mio "collega":
«Una ragazza ficcanaso, ecco chi era. Al posto di farsi gli affaracci suoi nel vostro mondo ha pensato bene di andarsene in giro per la Foresta di Boundary e di oltrepassare l'Arcata.»
«Una ragazza?»
«Sì, purtroppo... Dal momento che non poteva tornare nel Mondo Di Fuori per via del fatto che portava in sé entrambi gli elementi, Anthemis e suo marito Corylus la accolsero in casa loro fin da quando loro figlio, Ophrys, la portò qui dopo averla raccolta svenuta accanto all'Arcata. Una di Fuori! Ancora oggi non mi spiego come Corylus abbia potuto permettere una cosa del genere!»
Mentre Abies racconta, io mi sento sbiancare. Un presentimento si fa strada nella mia testa, ma prima di trarre conclusioni affrettate voglio aspettare la fine della storia.
«Cosa accadde poi?» chiedo sempre più teso.
«Alla maledetta non bastò di approfittarsi della bontà del Guardiano e di sua moglie, ma arrivò perfino a sedurre Ophrys: dopo pochi mesi lui la voleva già sposare!» continua Abies sempre più scuro in volto e con i pugni serrati, per chissà quale motivo chiaramente alterato e rabbioso nel ricordare i fatti che sta esponendo.
«Anthemis e Corylus accettarono per amore di loro figlio, ma ovviamente per unirsi al futuro Guardiano di Komorebi la di Fuori doveva diventare a tutti gli effetti una di noi, doveva compiere il rito ed entrare a far parte della Gente del Giorno. Lei accettò felice: diceva di amare questo mondo, di sentirlo come la sua vera casa, il luogo a cui era destinata da sempre. Noi abbiamo millenni di storia alle spalle e lei, appena arrivata, pretendeva già di essere una nostra pari!» dice critico il rosso sempre più infervorato.
«Venne preparata, istruita alla nostra cultura, tutto era pronto, ma la notte prima del rito, come c'era da aspettarsi, lei tradì tutti coloro che qui l'avevano accolta e ospitata per mesi, rivelando la sua vera natura.»
"Cosa fece di così terribile?" penso io preoccupato: se i miei sospetti fossero fondati, infatti, qualunque cosa sia mi distruggerebbe...
«Scappò a Yakamoz da quei maledetti mostri della notte e diventò una di loro, nonostante fosse a conoscenza di quanto quella Gente sia corrotta e divorata dall'oscurità. Abbandonò perfino Ophrys per loro, nonostante il sentimento che affermava di provare per lui.»
«Abbandonò il ragazzo che amava per andare a Yakamoz? Ma non ha senso!» esclamo allora io non riuscendo a trattenermi.
Gli occhi castani di Abies sembrano quasi risvegliarsi all'udire di nuovo la mia voce:
«Era una pazza, nient'altro che una pazza e una traditrice, da lei non ci si poteva aspettare niente di diverso», mi risponde tornando a guardarmi, veramente serio forse per la prima volta da quando l'ho conosciuto.
A questo punto non riesco più a trattenermi, devo sapere subito se quell'idea che mi ha sfiorato la mente sia vera oppure no.
«Abies, come si chiamava la di Fuori?» trovo il coraggio di chiedere.
«Claire. Si chiamava Claire Baker.»
All'udire quel nome mi sento mancare. Questo non è possibile, non può essere vero. La mamma, la mia mamma, una traditrice.
No, deve esserci un'altra spiegazione; scegliere volontariamente di diventare una persona piena di sole tenebre, tradire chi l'aveva accolta e il ragazzo che amava... Com' è possibile? Perché? Tutte le mie poche certezze ora sono in pezzi: avevo sempre considerato la mamma la donna migliore del mondo. E comunque nostro padre si chiamava Aaron, non Ophrys...
«Beh, perché quella faccia sconvolta?»
«Non ho nessuna faccia sconvolta!» mento cercando di dissimulare il mio stato d'animo.
In realtà sono così devastato dentro che mi chiedo come sia possibile parlare ancora con voce ferma, ma ci riesco, forse grazie al mio istinto di sopravvivenza: se davvero sono il figlio della donna che li ha traditi in maniera così spudorata è necessario che la mia identità resti nascosta, ovviamente.
«È stata lei a distruggere i Nuclei?» chiedo, ormai quasi sicuro del fatto che la faccenda andò proprio così; grazie al cielo però vengo prontamente smentito: Abies infatti scuote la testa con espressione infastidita.
«No, non è stata Claire a distruggere questo mondo. Il responsabile si chiamava Altair, che era perfino peggiore di lei.»
«Cosa accade esattamente? Chi era Altair?» chiedo allora io, temendo con tutto me stesso la risposta.
«Anthemis ti ha detto di avere avuto due figli, giusto?» riprende Abies lasciandomi interdetto.
«Sì, lo ha detto», gli rispondo, ma senza capire come questo possa centrare con Altair.
«Bene, non è vero: solo Ophrys era davvero figlio suo e di Corylus. Per quanto riguarda l'altro, non capisco come Anthemis possa considerare ancora suo figlio quel miserabile bastardo, quel falso mezzosangue, quel traditore... Avrebbe dovuto farlo morire di stenti nella foresta dove lo trovò in fasce!», mi risponde lui trasudando odio e risentimento da tutti i pori.
«Abies! Come puoi dire una cosa del genere!? Far morire un bambino!
«Quel bambino aveva una targhetta col nome al collo, stupido di Fuori. Quel bambino si chiamava Altair.»
«Cosa?! È stato il figlio adottivo di Anthemis a distruggere i Nuclei? Quindi è stato un Diurno!» chiedo sconvolto dopo parecchi secondi.
«Non dire scemenze! Altair era un Notturno!»
«E Anthemis lo adottò ugualmente?»
«Credeva fosse un mezzosangue, il bastardo di qualche Diurna che se l'era spassata nei pressi di Yakamoz. Altair stesso credeva di esserlo inizialmente, a sedici anni però comprese la sua vera natura. Decise di nasconderla, di spacciarsi ancora per mezzosangue e di continuare a vivere a Komorebi come se nulla fosse, fingendo di non voler compiere il rito per diventare un Diurno perché non si sentiva pronto. Quel bastardo in realtà ogni notte scappava a Yakamoz dai suoi simili. Fu Ophrys a scoprire la verità su quell'animale che chiamava fratello, così da quel giorno Altair se ne rimase a Yakamoz, il suo giusto posto, assieme alla di Fuori che aveva aiutato a scappare.»
«E cosa successe poi a Ophrys e Claire?» trovo la forza di chiedere, ormai nauseato da tutta questa storia.
«Ophrys...» inizia, ma improvvisamente tutto in Abies sembra cambiare quando pronuncia ancora il nome del figlio di Anthemis e Corylus: l'odio, la rabbia, l'arroganza, tutto sembra sparire dai suoi lineamenti per lasciare il posto ad un'espressione a metà strada tra il dolore e la nostalgia.
Ma dura poco: lui sembra accorgersi di aver calato troppo le difese e ricomincia a parlare riacquistando l'antipatica postura di prima, ma è troppo tardi: ormai ho visto chiaramente che quella non è che una facciata che nasconde ben altro.
"Possibile che Abies provasse qualcosa per Ophrys? Questo giustificherebbe l'odio così profondo che ancora nutre nei confronti di mia madre", penso un attimo prima che la guardia ricominci a parlare:
«Ophrys nonostante tutto rimase sempre innamorato della di Fuori, per cui il giorno della battaglia tra Yakamoz e Komorebi, lo stesso in cui Altair tradì anche la Gente della Notte distruggendo i Nuclei, lui disubbidì a suo padre e la raggiunse a Yakamoz per proteggerla. Fu uno sconsiderato...» il silenzio che segue queste parole è ancora una volta eloquente. Sì, credo che la mia teoria sia corretta.
Dopo qualche istante il rosso trova finalmente la forza di concludere quello che stava dicendo, dando così il colpo di grazia sia a sé stesso che a me:
«Ophrys e Claire furono trovati entrambi morti vicino al Confine dopo la battaglia, probabilmente uccisi per mano dello stesso Altair che, dopo aver distrutto i Nuclei, li aveva raggiunti: anche il corpo di quel mostro fu trovato nelle vicinanze, ma non si seppe mai chi lo uccise», conclude velocemente, evitando di guardarmi.
Per quanto si sforzi, infatti, ormai non è rimasto più nulla dell'Abies arrogante e antipatico di prima, e lui lo sa bene: parlare della morte della persona amata deve essere devastante, per chiunque.
«Cioè, fammi capire: Altair oltre ad aver mentito alla sua famiglia adottiva, oltre ad aver portato alla rovina tutto il suo mondo, ha anche ucciso suo fratello e la donna che amava? Che razza di persona farebbe questo?!» sussurro mentre una lacrima prende a solcare la mia guancia.
Non so cosa spinse mia madre a fare quello che fece, ma morire assassinata... Anche se sono anni che voglio sapere la verità, questa fa troppo male.
«Di che ti stupisci? Altair ha ucciso anche Corylus, l'uomo che aveva avuto il coraggio di chiamare padre, e ha ucciso Deneb, il vecchio Guardano della Notte che gli aveva insegnato ad essere un Notturno, l'uomo dal quale si recava di nascosto tutte le notti, l'uomo a cui tutti pensavamo che Altair fosse davvero fedele dopo aver saputo del suo doppio gioco. Non ha tradito solo la Gente del Giorno come avrebbe fatto un Notturno qualunque, ha tradito tutto questo mondo. Tutti i membri della Gente della Notte sono esseri senza il minimo freno, senza principi, senz'anima; loro vivono di buio, di freddo, di odio e di sangue: così li rende l'assenza della luce dalle loro vite, nessuno escluso. Altair fu semplicemente il più spietato membro che la Gente della Notte abbia mai conosciuto», conclude Abies prima di uscire sbattendo la porta, senza difese per la prima volta dopo anni, troppo scoperto per poter sopportare di rimanere ancora.
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