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"Hospital"

Lacrime amare nascono dai miei occhi, crescono delineando i miei zigomi e muoiono incontrando la mia bocca.
Il cuore ce l'ho in gola, nel vero senso della parola, come se da un momento all'altro potessi vomitarlo sul cruscotto della macchina.
Fegato, intestino, e tutti gli altri organi stanno bruciando come pezzi di carta dentro il mio corpo fragile.

≪Come è successo?≫ Lorenzo mi riporta alla realtà, e sono costretta a riprendere del fiato per rispondergli.
≪Non ne ho idea. Accellera ti prego!≫
≪Micole più di così non posso, sennò in ospedale ci finiamo anche noi!≫

Ecco, una cosa che non sopporto di questa città è il traffico.
Quella quantità esagerata di persone che decide di uscire e usare la propria cavolo di macchina quando tu vai di fretta e vorresti la strada libera.

Sono quasi le 22:30 e siamo finalmente arrivati in ospedale.
Corro dentro seguita da Lorenzo e chiedo informazioni al primo medico che incontro.
Ho sempre odiato gli ospedali, quell'odore che emanano, misto di malinconia e tristezza, tutte quelle persone costrette a stare su un letto bianco con una flebo al braccio.
Ecco perchè ogni volta prima di andare via passo nel reparto dei neonati, quello mi piace, mi dona una sensazione di gioia. Tutti quegli occhietti che osservano il mondo per la prima volta, quella splendida innocenza di cui sono avvolti, quel dolce e delicato profumo di borotalco.

≪Ultimo corridoio a destra!≫ afferma un'infermiera.
Corro con la vista annebbiata dalle lacrime, arrivo lì davanti e trovo tutti i miei amici. Chi è seduto con le mani in testa e chi è in piedi girando nevroticamente per la sala d'attesa.
Mi butto tra le braccia di Rebecca. Poi mi guardo intorno e chiedo di Davide.
≪Si può entrare uno alla volta, ora c'è Briga! Comunque l'hanno operato d'urgenza e l'intervento è andato bene.≫ mi rassicura Federico.
≪Ora si è anche svegliato, anche se è molto debole!≫ aggiunge Chiara.

Sono senza parole e mi metto ad aspettare affianco alla porta con Lorenzo che mi stringe a sè.

Sento un rumore leggero, la porta si apre e...fitta allo stomaco, vedo uscire Mattia, con addosso il camice e la cuffia verde, con degli occhi mai visti prima.
Ci scambiamo uno sguardo intenso, poi lui abbassa la testa.

Decido di entrare da Davide, indosso quel coso verde, mi faccio forza e chiudo la porta alle mie spalle.

Un tubo esce dalla sua bocca collegato a qualche attrezzo sopra il letto, decine di aghi e flebo sulle sue braccia. Garze bianche ricoperte di sangue, e lividi neri su ogni angolo del corpo.
Faccio fatica a trattenere dei gemiti di tristezza.

≪Micole...≫ mi chiama molto debolmente cercando di allungare un braccio.
≪Ehi, ehi, non ti muovere, sono qui.≫ affermo decisa accarezzandogli i capelli. ≪Mi hai fatto spaventare a morte! Non farmi più scherzi del genere!≫ continuo a parlargli.
Lui accenna un mezzo sorriso.
≪Ti ricordi quando eravamo piccoli e ti sfracellavi sempre cadendo dalla bici? Ecco, non sei cambiato per niente eh!≫ voglio tirargli su il morale, in realtà mi sto sforzando di non piangere.

Faccio entrare gli altri uno per volta, e nel frattempo rimaniamo in sala d'attesa a parlare increduli tra di noi.
≪I genitori sono stati avvisati?≫ chiedo ad alta voce.
≪Si, ma sono fuori, torneranno domani con il primo volo disponibile!≫ mi risponde Fabio passandosi una mano sulla barba.
≪Allora chi resta con lui stanotte? Rimango io se...≫ chiedo preoccupata, ma vengo subito interrotta.
≪Ci sono io con lui.≫ afferma Mattia intrecciando le dita e guardando ovunque tranne che me, come se stesse rispondendo a qualcun altro.

Sono stanchissima e stressata, così decidiamo di andare via.
Lorenzo si arrende al fatto che non ho voglia di parlare, così mi lascia a casa augurandomi la buonanotte.
Si, "buonanotte" un corno, chi chiude occhio stanotte? Ormai non dormo più, fino a ieri sera il problema era "solo" Mattia, ora ci si aggiunge anche Davide.

MATTIA'S POV
Sono andati tutti via, aspetto che Davide si addormenti e poi mi adagio sul letto affianco al suo.
No, non ho pianto nel vederlo così, ma devo ammettere che ho preso un bello spavento.
Non ci conosciamo da una vita, ma la qualità del tempo che abbiamo passato insieme negli ultimi tempi ci ha legati come fratelli.
Sono sicuro che si riprenderà, è forte. Non sarà uno stupido incidente a fermarlo.

Prima ho rivisto Micole dopo settimane, direi che avrei preferito non vederla, o per lo meno incontrarla in un'altra circostanza.
Era con in suo ragazzo, Lorenzo. Me ne ha parlato male, eppure se lo porta ovunque a quanto pare.
Beh comunque, non me ne può fregar di meno della sua vita. Ha scelto di far dividere le nostre strade, e io di certo non mi metto a rincorrerla, ho già fatto abbastanza per lei.
Mi sbagliavo sul suo conto, pensavo fosse una ragazza con le palle. Invece è solo una codarda, incapace di prendere in mano la sua vita.

La rabbia mi pervade il corpo, non riesco a capirne il motivo. Parlo male di lei e nello stesso tempo vorrei averla affianco.
Mi sta stravolgendo la vita, e la cosa bella è che lei invece mi avrà sicuramente già dimenticato.
Basta Mattì, non ce pensà.

Chiudo gli occhi aspettando che arrivi il sonno, i mille pensieri continuano a vagarmi nella testa e io cerco invano di scacciarli.

"Avrei voluto dirti molte cose, spezzare catene, vincere sta vita insieme, anche se adesso non conviene volerti bene".

Spazio autrice scusate l'orario, ma tanto siete sveglie vero?
Quanto dolore in queste parole, Micole è sconvolta per il suo amico Davide...e non riesce ancora a dimenticare Mattia!
Briga invece sembra odiare Micole...voi che dite?
Notteeee

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