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"FIOCCO ROSA O AZZURRO?"

Mattia's POV

«Prego, accomodatevi.» Il ginecologo ci fa segno di entrare ruotando il suo polso. È la prima volta che accompagno Micole ad una visita e ammetto di essere un bel po' agitato. In modo impacciato mi presento e mi siedo affianco al lettino dove lei si sta sistemando: tira su la maglietta e fa scivolare leggermente il pantalone e l'intimo, quanto basta per permettere al dottore di iniziare a metterle la gelatina per fare l'ecografia. Impiego qualche secondo prima di realizzare che quell'esserino che vedo sullo schermo sia davvero mio figlio tant'è che il battito del suo cuoricino inizia ad entrarmi nel petto non facendomi capire più nulla.
Sento stringermi la mano da Micole e attraverso il suo gesto riesco a tornare alla realtà sbattendo le ciglia in modo più evidente.
«Tutto bene?» Mi domanda il dottore tirandomi una pacca sulla spalla.
«Certo, si!» Rido facendo una smorfia, mostrando la mia "finta" sicurezza, quando invece in questo momento mi sento più fragile che mai.
«Dai che ora ti do una bella notizia!» Incalza rivolgendosi a me e allungando la sua mano sullo schermo. «Lo vedi questo?» Indica una determinata zona e capisco subito cosa ci voglia dire. «È decisamente un maschietto, senza alcun dubbio. Complimenti!»
«Tutto er papà!» Faccio una battuta riferendomi al fatto che non è stato difficile individuare ciò che ci ha permesso di capire che sia un maschio.
Micole sorride tirandomi una sberla sul braccio e subito dopo mi guarda scoppiando a piangere dalla gioia; mi avvicino lasciandole un bacio sulla fronte e poi la prendo in giro bonariamente per i suoi improvvisi cambiamenti d'umore.

«Sembra che quel problema alla placenta stia diminuendo giorno dopo giorno per fortuna. Ovviamente Micole, continua con quelle cure che ti ho dato e vedrai che starai sempre meglio.» Il ginecologo ci spiega la situazione mentre è intento a firmare diversi fogli. «Vostro figlio comunque è in perfetta salute!» Mi fa un occhiolino riferendosi alla mia precedente battuta, mostrando una perfetta sintonia tra uomini. Micole intanto inizia già a mettersi le mani tra i capelli al solo pensiero che queste "battutine" le dovrà sentire a lungo.

Dopo essere stati rassicurati sullo stato di salute del bimbo e anche della mamma, andiamo via per far sapere a tutti la novità. Lungo il tragitto parliamo al telefono con il vivavoce con la nostra amica Rebecca che subito promette di venirci a trovare al più presto.

Arrivati a casa di Micole, i genitori ci accolgono a braccia aperte e apprendono la notizia con molta felicità.
«Amore de mamma!» Gabriella scoppia in lacrime seguita dalla Tata che insieme abbracciano la mia donna togliendole il respiro.

«Per fortuna non è femmina, guarda che fine ho fatto io con lei!» Il padre di Micole mi fa l'occhiolino cogliendomi di sorpresa, scherzando sulla figlia e facendoci ad entrambi gli auguri.

Non posso credere che siano cambiate così tante cose da un anno a questa parte: il rapporto con i suoi è migliorato tantissimo e questo ci sta facendo vivere la situazione con molta serenità. Non è ancora nato questo bimbo e già sta portando amore e felicità ovunque, ci sta facendo unire e sta mettendo su una vera e propria famiglia.

Decidiamo di passare anche da mia madre prima di tornare a casa e qui veniamo assaliti da abbracci, baci, lacrime e salti di gioia.
«Sapevo sarebbe stato un maschietto, d'altronde la parte dominante qui so' io!» Inizio a scherzare con il mio solito atteggiamento giudicato indisponente.
«Ma quanto sei idiota!» Esclama mia sorella lanciandomi un'occhiataccia. «Ommioddio Micole, non vedo l'ora che nasca il mio nipotino!!!» Poi si rivolge a lei abbracciandola forte e lasciando dei baci sul suo pancione.
Mamma non riesce a smettere di piangere perciò decido di avvicinarmi per abbracciarla, ma subito dopo inizio a deriderla.
«Tesoro, te sei ripulita se esce come st'imbecille di mi fijo!» Riesce a parlare solo per prendere in giro me, soffiandosi poi il naso ripetutamente.
«Te rendi conto? Io con due Mattia non so se ce la faccio eh!» Risponde Micole appoggiando il gioco di mia mamma. «Caso mai quello più grande lo rispedisco a voi!»
«Ah, simpatica la ragazzina!» Faccio finta di ridere alle sue parole. «Forse saremo io e mio figlio a spedire te via de casa se nun ce fai fa quello che vogliamo noi!» Scherzo ripetutamente arrivando come sempre a farla innervosire.
«Tuo figlio lo sto portando in grembo IO da cinque mesi, dovrò partorirlo IO e...»
«Eeeee... cosa?» Mi avvicino per addolcirla un po'. «Amore mio, io s-c-h-e-r-z-o!»
«Ah Mattì, sei proprio un rompi coglioni eh!» Interviene mia sorella in difesa, come sempre, della sua adorata Micole. «Guarda che senza noi donne, voi maschietti non fareste proprio nulla!»
«Ve devo ricorda' come è rimasta incinta Micole?» A queste mie ultime parole mi guardano tutte e tre disperate, ma alla fine riesco a strappare dei sorrisetti che tentano di nascondere per non darmi troppa soddisfazione.

Torniamo a casa dopo una lunga giornata e finalmente possiamo passare un po' di tempo da soli a riflettere davvero su quello che ci sta accadendo.
«L'avresti mai immaginato tutto questo?» Mi chiede lei improvvisamente sedendoci a tavola per mangiare.
«Me sembra tutto un sogno.»
«Da piccola insieme a Rebecca immaginavamo di diventare mamme e di avere una bellissima famiglia, però entrambe dicevamo di volere delle femminucce per portarle a giocare insieme, portarle a danza e a fare shopping!» Sorride inarcando le labbra. «Ora tutto questo si sta realizzando...con la differenza che dentro di me c'è un piccolo principino.»
«Si ma lo porto a gioca' a calcio mi fijo, no a danza!» Rispondo ridendo. «Starà con me, Davide e gli altri, non con le amichette tue!»
«Scemo! Chissà che fine gli fate fare te e quei pazzi degli amici tuoi!» Si accarezza la pancia rassicurando il bambino che ci prenderemo cura di lui al meglio.
«Piuttosto, dobbiamo decidere er nome prima che lo decidano gli altri pe' noi. Sentito già prima tua mamma, mia sorella...?» Mi metto una mano in faccia in segno di disperazione.
«Hai ragione!» Afferma Micole addentando la sua bistecca. Vederla mangiare così di gusto mi fa sorridere ogni volta. «Sai, nell'esatto momento in cui il medico ci ha detto che sarà un maschio mi è passata davanti agli occhi l'immagine di mio cugino...Marco.» Poggia le posate per esprimere i suoi pensieri. «Sarò pazza, ma sono convinta del fatto che il nostro bimbo sia un regalo donatoci proprio da lui. All'inizio non lo pensavo, vedevo tutto nero e mi sembrava che tutto fosse un grande errore. Ad oggi, invece, sono sempre più convinta che nostro figlio sia l'incarnazione dell'amore e della felicità che sto rivivendo da quando ho conosciuto te.» Fa una piccola pausa per frenare le sue lacrime. «Matti, quando è morto mio cugino, la mia famiglia ha passato un periodo di depressione atroce; sono cambiate così tante cose che il nucleo in cui sono cresciuta si è sgretolato in mille pezzi e ognuno di noi si è costruito una propria corazza: i miei zii si sono isolati, per un periodo anche i miei cugini si sono allontanati da noi, i miei nonni hanno visto distrutte tutte le loro certezze riposte nei figli, i miei genitori si sono buttati nel lavoro per non pensare ai mille problemi da affrontare e io, beh io, lo sai tutto quello che ho passato. Sono convinta che sia stato Marco a farmi conoscere te ed ora con questo bambino la mia convinzione sta diventando sempre più forte perché noto che tutto intorno a noi sta prendendo una piega positiva, la mia famiglia è felice e non lo era da troppo tempo.»

Le stringo una mano e subito dopo le faccio cenno di venire a sedersi sulle mie gambe; mi raggiunge e l'abbraccio forte a me.
«Lo chiamiamo Marco, allora?» Le chiedo con delicatezza. Lei non riesce più a trattenere le lacrime.
«Aspetta... non ho finito.» Recupera la voce. «Da piccolo Marco aveva un amico immaginario e lo difendeva a costo di essere rimproverato dai genitori o addirittura di farsi male; diceva sempre che era più piccolo e aveva bisogno di lui; si chiamava Riccardo. Voglio che nostro figlio si chiami così, almeno sarò sicura che sarà sempre protetto da mio cugino.»

Appoggio questa sua decisione, il nome Riccardo piace molto anche a me e se lei lo collega a suo cugino non posso far altro che essere d'accordo.

***

Le lancette segnano le dieci, ma nè io nè Micole abbiamo intenzione di alzarci dal letto. Da poche settimane è venuta a vivere definitivamente qui con me, abbiamo deciso di iniziare a costruire qualcosa di più solido per il bambino, a partire dalla casa in cui dovrà crescere. Senza pensarci due volte, abbiamo deciso di aggiustare la cameretta che fino a poco tempo fa usavo come una sorta di ripostiglio: Micole ha dato ordini su come dovesse essere e io e suo padre ci siamo cimentati nel realizzare le sue idee; con molta sorpresa ci siamo ritrovati a lavorare come una squadra e ciò ha reso felici tutti quanti.

Intanto stiamo iniziando a ricevere già dei regali che torneranno utili alla nascita di Riccardo: il passeggino, la culla e il seggiolino per la macchina, tutine a non finire che fanno impazzire Micole, roba di ogni genere per la cura del bimbo compresi biberon e ciucci. L'altro giorno insieme siamo andati a comprare il fasciatoio e ciò che è necessario per il bagnetto ed è stato impressionante vedere quante cose servino per un pupo.

«Buongiorno amore!» Micole interrompe i miei pensieri dandomi un bacio sull'angolo della bocca.
«Ehi!»
«A che ora devi andare via?» Mi domanda mettendo il muso.
«Per ora de pranzo!» Purtroppo ho vari impegni e devo lasciarla nuovamente per andare a Firenze; vorrei che venisse con me, ma non è il caso di farle affrontare viaggio e spostamenti vari. «Viene a farti compagnia Reby questi giorni, sì?»
«Sì sì, arriverà nel primo pomeriggio.»

Preparo la valigia aiutato da Micole che nel frattempo piagnucola disperata. Non vuole che io vada via, nè tantomeno io ho voglia di andarmene, ma purtroppo sapevamo che sarebbe andata così.
«Tieni, portati questa! Almeno te ricordi di noi!» Mi porge una minuscola scarpetta stile Puma comprata da me per Riccardo.
Sorrido teneramente. «Perché senza de questa credi che io nun ve pensi ogni cavolo de secondo?» Mi avvicino a lei dopo aver riposto la scarpetta in valigia, le prendo la faccia con due mani e comincio a baciarla con foga. «Come farò senza la mia cicciottona bella?»
«Non mi chiamare così dai!»
«Ma sei 'na pagnottona!» Continuo a scherzare; poi mi abbasso dolcemente a fare due moine al bimbo.

Con tanto dispiacere vado via, mi piange il cuore più del solito, ma mi rasserena il fatto che la lascio in buone mani tra la sua amica, mia mamma e i suoi genitori.
«Ciao amori miei!» Saluto lei e il nostro bimbo.
«Ciao Briga al Mic!»



Spazio autrice :
Eccoci qui! Finalmente sappiamo che è un bel maschietto!! Contente ? :D
Che ne pensate del nome, vi piace?

Vi aspetto nei commenti!
Baciiii

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