Un'occasione importante
Eugene
La settimana successiva, Eugene, frequentò di rado la dottoressa.
Si tenne a distanza per darle il tempo di ambientarsi e per permettere a sé stesso di chiarirsi le idee.
I colleghi in ufficio avevano accolto positivamente l'inserimento di un medico. Presto alcuni dirigenti anziani iniziarono a presentarsi nell' ambulatorio. Inoltre, Legrant si occupò delle dimissioni degli agenti rimasti coinvolti in azioni operative, dimostrando grande competenza. Nonostante il loro primo incontro non fosse stato dei migliori, Gresham si sentì soddisfatto di averla inserita nello staff.
Allyson frequentava con regolarità Garrel, che iniziò ad accettare quel cambiamento, tanto che anche la moglie del PM la prese in simpatia, entusiasta del sostegno medico dato al marito.
A volte, Sir Nigel si lamentava e sbuffava con il Genio, ma alla fine era felice di vedere con quanta passione e dedizione venisse sostenuto.
Eugene, incerto su come comportarsi dopo l'ultima discussione avuta con la dottoressa, la osservava da lontano, pronto a intervenire in caso di necessità. Nelle prime ore di un venerdì pomeriggio, si presentò un'occasione per lavorare insieme, e lui decise di approfittarne per cercare di appianare le loro divergenze. Un'importante serata incombeva, e sentiva l'obbligo di informarla dell'evento, poiché sarebbero stati presenti anche il Primo Ministro e altri membri anziani.
Ben deciso a chiedere il suo aiuto, percorse il corridoio contando i duecento passi che lo separavano dall'ambulatorio. Quando arrivò, Legrant, era impegnata a visitare un paio di agenti. Si fermò nell'atrio, aspettando che finisse, e si avvicinò alla finestra che dava sul cortile interno. Si accorse di sfregare le maniche della camicia e sorrise, pensando a quante ne aveva già rovinate per la tensione causata dal rapporto con la donna.
«Che succede?» chiese guardinga appena lo vide sullo stipite dello studio.
«Nulla che riguardi la mia salute,» specificò cercando di mantenere un tono rassicurante.
Legrant lo osservò con attenzione, «Mi fa piacere che stia bene, allora mi dica di cosa ha bisogno.»
Lui infilò le mani nelle tasche dei calzoni, facendo due passi verso la scrivania.
«Stasera il PM presenzia un ricevimento di gala e vorrei che ci fosse anche lei. Ci sarà molto cibo, e visti i risultati del pranzo di pesce...» Concluse ridendo per stemperare la tensione.
La giovane sollevò un sopracciglio, sorpresa dalla richiesta. «Quale potrebbe essere il rischio?»
Il dirigente fece una pausa, pesando le sue parole. «Non penso ci siano rischi concreti, ma considerando gli eccessi di Nigel, in sua presenza si limiterebbe.»
«Quindi sarei un deterrente?» Sorrise ironica.
«Non posso negarlo, e devo ammettere che è meglio per tutti che ci sia.» Ridacchiò, passando il peso da un piede all'altro, fermo al centro della stanza.
Eugene vide Legrant sospirare, non del tutto convinta.
«Ma non conosco nessuno e lei sarà con la sua fidanzata.»
«È in viaggio,» la informò lui con una punta di sarcasmo. «E poi, ho bisogno della sua presenza. Elisabeth non mi è di alcun aiuto in questi contesti; anzi, devo seguirla io.»
«Per me andrebbe bene, ma non credo di avere l'abito adatto per una serata del genere,» tagliò corto la giovane.
«Per quello non c'è problema,» replicò con prontezza il Genio, «tra una mezz'ora le manderò Arianne per assisterla. Naturalmente tutto a spese dello staff interno. Allora facciamo stasera alle venti a casa sua?»
Lei ci pensò un attimo, poi annuì. «Si può fare. Porterò la borsa medica e un kit d'urgenza, meglio essere previdenti.»
Gresham sorrise, felice che avesse accettato, ma poi si fece serio e, trovando il coraggio, chiese: «Non ha problemi per il suo ex?»
«Non si preoccupi,» lo informò lei con un sorriso che celava un po' di irritazione. «Se è Phillip che la preoccupa, non c'è motivo.»
«Ottimo, allora siamo tutti e due liberi. A stasera,» concluse in fretta lui per evitare ulteriori discussioni, uscendo dalla stanza dopo averla ringraziata.
Mentre si allontanava, rifletté sul significato della serata. Non si trattava solo di un evento formale, ma di una prova di normalità che stava cercando di costruire con lei. La consapevolezza che fosse al suo fianco gli dava una tranquillità che non avrebbe mai ammesso ad alta voce.
Si incamminò lungo il corridoio e, arrivato all'ufficio, chiamò Arianne per informarla del ricevimento e incaricarla di occuparsi di tutto. La segretaria accolse la notizia con entusiasmo, felice di potersi dedicare allo shopping.
Eugene si preoccupò di rendere disponibile Paul, affinché accompagnasse entrambe a fare acquisti.
Seduto alla scrivania, osservò la giovane collaboratrice allontanarsi determinata, sicuro che avrebbe gestito ogni dettaglio alla perfezione. Era certo che Allyson sarebbe stata ben consigliata. Con quella tranquillità ritrovata, si concentrò sulle sue incombenze.
Verso le sei, Arianne tornò con un'aria allegra e soddisfatta. Non smise di parlare, raccontando entusiasta di come fosse riuscita a trovare un abito perfetto, descrivendo le misure impeccabili dell'amica. La sua risata riempì lo studio mentre spiegava di averle anche insegnato a camminare con i tacchi.
«Capo, il risultato è stato fantastico! Vedrà stasera,» concluse, afferrando in fretta i fascicoli sul tavolo prima di uscire.
Eugene si lasciò sfuggire una smorfia, divertito da tanto entusiasmo, e si preparò per tornare a casa, avvertendo un senso di sollievo per la fine della giornata.
Arrivato a Villa Camelia, nella camera, trovò appeso lo smoking nero con il gilet damascato che aveva chiesto a Norah. Fece una doccia veloce, rilassandosi sotto l'acqua calda. Si vestì con meticolosa attenzione, indossando la camicia bianca con collo diplomatico e allacciando il papillon. Davanti allo specchio, controllò che ogni dettaglio fosse perfetto, per ultima infilò la giacca nera. Diede un' occhiata al proprio riflesso, soddisfatto del risultato.
«Stai benissimo, Hug,» si complimentò la governante quando lo vide scendere la scala interna. «Sei elegante come mi aspettavo.» aggiunse porgendogli il cappotto scuro.
«Sei sempre premurosa Norah! E comunque, grazie per i vestiti perfetti,» rispose lui, avvicinandosi per darle un bacio sulla fronte. Esternava raramente gesti di affetto verso l'anziana, ma gli piaceva vederla arrossire.
Alle diciannove e trenta in punto, Paul lo prelevò e si diressero nel quartiere di Brixton per l'incontro con la dottoressa Legrant. Sebbene fosse abituato a partecipare a eventi del genere, quella sera c'era qualcosa che lo inquietava. Sentì una sottile ansia farsi strada dentro di lui.
Per ritrovare la calma, iniziò a contare mentalmente.
Il metodo si rivelò efficace come sempre, e riuscì a riconquistare un po' di serenità, poco prima di arrivare a destinazione.
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