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13 - Al chiaro di luna, Parte I

Le grida di dolore di Enrico, causate da numerose emicranie magiche riecheggiano dentro il mausoleo nel Cimitero degli Inglesi, lo stesso posto in cui è stato trovato il grimorio dell'Antenato.
Sono passati due giorni dal suo rapimento e i tre Marchiati gli hanno lasciato pochi momenti di pausa: appena è stato incatenato, infatti, il trio non ha perso tempo e ha iniziato a interrogarlo, ricorrendo alla violenza in caso di necessità.

«Vi ho già detto tutto!» grida Enrico in uno stato di agonia. «Non conosco nessuno del branco di Firenze!»

«Stronzate» ribatte Antonio mentre infila un lungo spillo nello "stomaco" della bambola, creando così un'enorme ferita sul ventre del giovane lupo. «Qualcuno deve averti insegnato il controllo della trasformazione. Voglio sapere il nome di quella persona.»

Il rosso chiude gli occhi, pregando che tutto ciò che sta vivendo sia semplicemente un brutto sogno: è passato così tanto tempo dall'ultima volta che si è fatto una doccia e l'odore di sudore e sangue gli fa venire la nausea; è infreddolito, trema come una foglia, tutto questo per via della bassa temperatura e l'umidità del posto. Ciò che odia più di ogni altra cosa, però, è la monotonia di quel luogo: è stanco di cedere le solite pareti spoglie, grigie e piene di crepe; è stanco di vedere il volto spigoloso e austero di Antonio e il ghigno di Cordelia.

«Rispondimi!» Lo stregone fa un gesto con la mano e, grazie all'uso della telecinesi, gira la gamba di Enrico in modo innaturale, facendo riecheggiare il rumore di ossa spezzate all'interno di quel mausoleo.

«È da due giorni che gli stiamo facendo la stessa domanda...» mormora Tatiana, incapace di rivolgere il proprio sguardo verso il loro ostaggio. «Se stesse dicendo la verità?»

Antonio si gira e la guarda con i suoi occhi azzurri, stringendole la mano e accarezzandole il dorso con il pollice.

«Tiana, quante possibilità ci sono che sia come dici tu?» domanda il marito in tono dolce, creando un netto contrasto tra il modo in cui si rivolge al lupo mannaro e quello usato con la moglie. «Sei sicura che lui sia uno in grado di controllare il suo lato animale senza ricevere aiuto dall'esterno?»

«Appena sorgerà la luna piena vi ucciderò tutti!» impreca Enrico fissando gli aguzzini con gli occhi che assumono una colorazione dorata.

Antonio ride divertito, rivolgendo il proprio sguardo verso il giovane lupo e facendogli poi venire un'altra emicrania magica.

«L'unica cosa che farai durante il plenilunio sarà sentire le tue ossa spezzarsi. Piano piano, il tuo lato animale cercherà di mostrarsi, ma non ci riuscirà. Osso dopo osso, il tuo scheletro proverà a ricomporsi in modo diverso, ma, grazie al potere degli Ancestrali e a un incantesimo di confinamento, tutto ciò che proverai sarà un dolore indescrivibile, così intenso che ti farà desiderare di essere morto.»

Enrico sgrana gli occhi, ancora scioccato dalla rivelazione che gli è stata appena fatta: la rabbia viene rimpiazzata dalla paura e il panico si insinua nella sua mente.

«Toni,» interviene Tatiana, «possiamo trovare un altro modo per poter estrarre delle informazioni da lui.»

Antonio si gira, guardando la moglie e sospirando leggermente. 
«Preferisci che gli venga fatto meno male possibile, giusto?» domanda, ricevendo un cenno con la testa che indica un'affermazione.
«Okay, lo farò.» Lo stregone si mette davanti a Enrico e lo fissa negli occhi, poi mette due dita sulle tempie dell'altro. «Tiana, se non vuoi guardare torna pure a casa.»

La donna annuisce facendo scomparire la propria proiezione – resa possibile grazie a un incantesimo – e lascia Cordelia e suo figlio alle prese con l'ostaggio.

«Mamma, ho bisogno del tuo aiuto» dice Antonio. «Prima che tu dica qualcosa, no, mon ho il mio anello magico e non credo di essere abbastanza potente per eseguire quell'incantesimo da solo.»

«Non stavo per dire nulla, tesoro» risponde Cordelia appoggiando la mano sulla spalla dell'uomo. «Pronto?»

Antonio annuisce.
«J'entrerai dans ton ésprit» pronuncia il Marchiato, attivando lo stesso incantesimo usato su Francesco ma con una minore intensità.

_________

Appena si trova nella mente di Enrico, Antonio assiste alla nascita del lupo mannaro e, successivamente, passa subito a vedere la sua infanzia.

Sin da piccolo, il rosso è sempre stato un bambino solitario perché all'asilo nessuno ha mai provato a fare amicizia con lui. Spesso e volentieri, inoltre, il piccolo veniva preso in giro dai compagni.

Finito quel ricordo, gli altri scorrono veloci, ma quello che attira l'attenzione dello stregone è uno preciso, risalente a quando Enrico aveva solo tredici anni: è notte fonda e l'unica fonte di luce presente è quella della luna piena.

A un tratto, il silenzio viene rotto dal rumore di ossa spezzate, accompagnato dalle urla di dolore che caratterizzano la prima metamorfosi da uomo a lupo. È Enrico quello che ha urlato – la sua voce è ancora acuta, segno che la muta non è ancora avvenuta – e buona parte dei suoi vestiti è già stata ridotta a brandelli. Una figura incappucciata, completamente nascosta nell'oscurità, è piegata verso il ragazzo.

«Non opporti: se lo fai, peggiorerai soltanto le cose» dice a un certo punto.

«C-Chi sei...?» chiede Enrico, mentre sente le sue unghie crescere e diventare dei lunghi artigli acuminati.

«Non preoccuparti, giovane lupo» sussurra l'uomo. «Sono qui per aiutarti...»

Antonio ascolta con attenzione, notando che la voce dell'individuo è molto – forse troppo – familiare, ma cerca di non saltare a conclusioni troppo affrettate. Una volta posizionato nel punto giusto, però, i raggi della luna illuminano parzialmente quella figura: è Luciano, lo stesso Luciano che ha abbandonato il figlio prima che nascesse... Perché ha deciso di aiutarlo quella notte?

Determinato a scoprire di più, lo stregone prova a cercare altri ricordi, ma un colpo di tosse lo ferma. Quando abbassa lo sguardo, ciò che vede lo lascia sorpreso: è sangue, ma non ha il classico colore scarlatto, bensì presenta una colorazione scura, troppo scura.

«Toni? Toni?» La voce che lo chiama da lontano è quella di Cordelia, preoccupata per ciò che sta succedendo al figlio ma incapace di intervenire.

I colpi di tosse si fanno più frequenti, dal naso e dagli occhi cadono gocce grosse e dense di sangue, causando poi un calo delle forze. Il fiato dello stregone comincia a farsi sempre più corto.

"Dannazione, ho esagerato con la magia..." pensa, stanco. Chiude gli occhi, debole, mentre si lascia cadere a terra, completamente drenato delle sue forze.

_________

L'attesa di Tatiana e Cordelia è piena d'angoscia. Entrambe le donne, preoccupate per Antonio, sono sedute sul letto matrimoniale dentro la stanza dei due coniugi e sperano che lui si riprenda presto.

«Vado a preparare una tisana, così da fargliela bere al risveglio...» suggerisce la più anziana, ancora scioccata da come è finita con l'incantesimo, e si dirige verso la cucina, lasciando marito e moglie da soli.

La stanza, spaziosa e con le pareti ciano, è illuminata dai raggi rosei del sole, segno che è il tramonto. Sul comodino accanto al letto, dentro un vaso di porcellana, c'è un fiore – un garofano, per la precisione – ma i petali, invece di essere bianchi, sono nero pece, segno che è un oggetto incantato dalla magia.

«Toni, ti prego, svegliati...» sussurra Tatiana disperata, stringendo la mano del marito e cominciando a singhiozzare. «Non ho intenzione di perderti...»

Quando la speranza comincia a svanire, però, un colpo di tosse la riporta alla realtà e, quando abbassa lo sguardo, nota che Antonio si è svegliato, ma le sue condizioni non sono le migliori: le guance sono rigate da grosse lacrime di sangue e dal naso e dalla bocca cola quel liquido scarlatto dall'odore metallico.

«Toni...!» Tatiana si butta tra le braccia del marito, stringendolo forte e singhiozzando di gioia. Quando si stacca, però, la prima cosa che fa è tirargli uno schiaffo che lo lascia incredulo.

«Ouch! E questo?» chiede Antonio sorpreso.

«Per avermi fatta preoccupare un casino!» ribatte la donna, prendendolo per le guance e lasciandogli un bacio sulle labbra. «E questo perché ti amo così tanto.»

Antonio sorride stanco, inspirando grandi boccate d'aria e lasciando calmare il battito de proprio cuore.

«Toni, stai bene!» Cordelia, con una tisana in mano, gli corre incontro e, dopo aver appoggiato la tazza sul comodino, lo stringe a sé.
«Hai fatto una grandissima cazzata, ma sono felice che tu stia bene.»

Antonio annuisce, accorgendosi però che manca una persona all'appello, per cui chiede: «Dov'è Franci?»

«Ma come, non te lo ricordi?» domanda Tatiana. «Oggi lui e Serena avevano fissato di fare un pigiama party.»

«A diciassette anni? Non sono un po' troppo grandi per questo?» dice leggermente sorpreso.

«Beh, Serena si comporta ancora in modo infantile. E poi, quei due non si vedono dalla terza media, per cui lasciali fare» spiega la moglie.

«Forse hai ragione...» risponde l'uomo, sorseggiando lentamente la tisana.
«Aspettate un momento...» Si interrompe subito, notando che qualcosa in quella stanza è fuori posto. «Quel cassetto non era aperto.»

Le due donne si girano a guardare il mobile indicato, fatto in ebano e di colore nero, e notano che, effettivamente, il primo cassetto è aperto. Quando vanno a controllare, scoprono che mancano degli oggetti importanti.

«Dov'è il portagioie?» chiede Cordelia sorpresa, mentre Tatiana guarda negli altri cassetti.

«Manca anche il grimorio di tuo padre» annuncia preoccupata.

«Cosa?!» Antonio si alza e, incurante del senso di debolezza che pervade il suo corpo, apre l'armadio e comincia a frugare tra i vestiti. «È sparito! Il grimorio dell'Antenato non è qui!»

I tre adulti si guardano e, preoccupati, cercano di contattare Francesco.

«Andiamo, rispondi!» borbotta Antonio battendo il piede sul pavimento.

«Sto provando a levargli i poteri con la bambola incantata, ma non funziona!» sbotta Tatiana mentre infilza ripetutamente un fantoccio fatto di paglia.

«Aspettate!» Cordelia corre subito davanti alla porta d'ingresso e nota che, sulla superficie bianca, è disegnato un grosso cerchio nero con una stella inscritta e uno spicchio che rappresenta la luna.

«Cazzo...» impreca la donna. «Non avrei dovuto insegnargli quell'incantesimo. Adesso siamo senza poteri finché ci sarà il plenilunio e non possiamo neanche uscire di casa.»

«Quello è l'ultimo dei nostri problemi!» ribatte Antonio furioso, raggiungendo la madre e battendo il pugno contro il muro. «Se Francesco ha preso il grimorio del babbo...»

«Perché? Cosa c'è di così pericoloso lì dentro?» domanda Tatiana perplessa.

«Tante cose sono pericolose...» comincia Cordelia.

«...e il motivo per cui non avrebbe mai dovuto prenderlo è che, tra le pagine di quel libro di incantesimi, ci sono maledizioni, sortilegi, malocchi...» aggiunge Antonio.

«...tutti incantesimi di Magia Nera» termina Cordelia.

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