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Si svegliò verso mezzogiorno. Con la solita sensazione di angoscia che ormai, purtroppo, conosceva bene. Si alzò a fatica dal letto. La luce che entrava dalle grandi finestre, motivo per il quale aveva scelto quell'appartamento, ora le era insopportabile.

Pensò alle tende oscuranti. Avrebbe voluto comprarle ma, non lo aveva fatto perché troppo presa a risolvere strani problemi che non aveva preventivato.

Si trascinò verso i fornelli, decisa a prepararsi un caffè doppio.

Mentre sorseggiava il suo caffè bollente, cercava di riflettere su quanto era accaduto la notte precedente.

Se l'interno 9 era vuoto, chi era l'autore di quei rumori?

Nessun inquilino della palazzina sembrava saperne qualcosa. Possibile?

E poi, perché la guardavano così, come fosse un fantasma?

Era lì da un paio di giorni, non poteva essersi già inimicata tutta la palazzina! Era una ragazza educata, conosceva le regole del buon vicinato.

È anche vero che da quando era arrivata non aveva avuto il tempo di presentarsi come si conviene ai suoi nuovi vicini.
Ma da lì a guardarla come se fosse un soggetto indesiderato, ne passa.

L'idea che un aspirante inquilino volesse sbarazzarsi di lei non l'abbandonava, e comunque non avrebbe ceduto. Mai!

Però erano accadute delle... cose, che non sapeva spiegarsi, come quella... cosa che aveva visto, o forse immaginato di vedere. Davvero molto strano.

A pensarci bene, anche un affitto così basso in una palazzina d'epoca con ristrutturazioni interne di qualità, e la posizione invidiabile, era difficile da spiegare.

Si rimproverò di non aver chiesto maggiori informazioni alla padrona di casa. Ora che ci pensava, anche il suo comportamento... In quel momento non l'aveva notato perché troppo presa dall'entusiasmo per aver trovato quell'appartamento ma, ora, riflettendoci su, non poteva non giudicarlo alquanto sospetto. In effetti, la padrona di casa non vedeva l'ora di sparire.

Più rifletteva sull'accaduto, più le sembrava chiaro che forse c'era qualcos'altro, oltre all'aspirante inquilino. Ma cosa? Doveva assolutamente mettere insieme tutti quei pezzi e ricomporre il puzzle. Era certa di avere la soluzione davanti agli occhi... A interrompere questo ragionamento arrivò Sofia, in preda all'agitazione.

"Alice, sono ore che tento di chiamarti, hai il telefono spento!"

"Anche io sono felice di vederti, cara! Batteria scarica. Da un paio di giorni avevo problemi con la batteria, così l'ho sostituita, ma si scarica anche questa. Sarà colpa del cellulare. Il negozio?"

"L'ho mollato a Nicoletta. Oggi voglio stare con te e accertarmi che tu stia bene... Ma da quello che vedo, non mi sembra proprio! È un po' che non ti guardi allo specchio, vero? No, non mi rispondere, non ce n'è bisogno. Sembri uno straccio! Sei pallidissima, e scusami se te lo dico ma... puzzi! Da quanto non ti lavi? E sono due giorni che ti vedo sempre con gli stessi abiti!"

"Mi sembra di impazzire... forse sono già pazza! Mi sembra di vivere un incubo. Quando sono sola mi sembra di soffocare, il cuore a mille, ho la nausea. Quando arrivi tu questa sensazione svanisce. Comunque sono sul punto di..."

"Lo so, lo so faccio questo effetto" rispose Sofia, cercando di sdrammatizzare.

"Su, è un semplice attacco di panico. Quando ci sono io ti tranquillizzi, e spariscono tutti i sintomi."

"Sai, stanotte..."

"Cosa ti è successo stanotte" chiese allarmata Sofia.

Alice raccontò l'accaduto.

"Senti, tu sai come la penso, dipendesse da me prenderei baracca e burattini, e me ne andrei all'istante da questa gabbia di matti. Ma tu no, non so perché ti ostini a non voler lasciare questo appartamento. L'affitto è quasi regalato, ma chi se ne importa. Stare qui ti fa male. Sembri invecchiata di 10 anni, ti stai logorando e sragioni. Non è da te!" La rimproverò Sofia.

"Non se ne parla! Andarmene da qui vorrebbe dire ufficialmente aver fallito il mio progetto di andare a vivere per conto mio e di cavarmela con le mie forze. Da qui non me ne vado. È fuori discussione!"

"Quando ti fissi, non ti smuovono neanche le cannonate! Facciamo una cosa, ora tu vai in bagno, inauguri la doccia prima che i ragni ci costruiscano case abusive, ti trucchi per bene e usciamo. Facciamo anche noi le turiste!" Rispose Sofia, cercando di contagiarla con il suo ottimismo.

"Ma sono stanca..." replicò Alice con un tono poco convincente.

"Fila in bagno e niente storie!"

Controvoglia, Alice si trascinò verso il bagno. 

"Non sento lo scroscio dell'acqua!" Urlò Sofia.

"Va bene, va bene, faccio come vuoi..." Rispose Alice.

Soddisfatta finalmente di sentire l'acqua scorrere nella doccia, Sofia andò verso l'armadio decisa a prendere degli indumenti puliti.

"Tesoro, questo armadio a guardarlo sembra piccolo, invece è davvero capiente. Sei riuscita ad infilarci dentro tutto. Lo voglio anche io uno così!" Disse ad alta voce Sofia.

Dal bagno nessuna risposta, solo il rumore dell'acqua.

Ci siamo giocati Ali🙊🙊ce!

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