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Alice si svegliò di buon'ora piena di energia. Il sole splendeva, gli uccellini cinguettavano allegramente sul davanzale, lei era felice come non mai. Si stiracchiò come un gatto. Aveva una nuova giornata davanti a sé, piena di impegni e di cose belle da fare.
Si alzò, tirò su i capelli, infilò le sue pantofoline portafortuna a forma di coccinella, si avvicinò ai fornelli, preparò canticchiando la moka e la lasciò sul fuoco.
Sofia avrebbe voluto regalarle la macchina per il caffè espresso, ma Alice non aveva nessuna intenzione di rinunciare al fascino della moka e all'aroma di caffè che si diffonde nell'ambiente. Inoltre aveva già sperimentato il caffè con le cialde. Aveva passato tutta la notte a fissare il soffitto!
Prese i biscotti di farro integrale della signora Paola, una rosa rossa che si ritrovava lì per caso e di cui ignorava completamente la provenienza, e li mise su una tavoletta di legno.
Si accomodò sullo sgabello della penisola e, aspettando il caffè, ingannò l'attesa sgranocchiando un biscotto.
Cominciò a fare la lista degli impegni della giornata. Odiava lasciare le cose al caso.
Per prima cosa doveva scongiurare assolutamente un incidente diplomatico con la sua amica/sorella che rispondeva al nome di Sofia. Non ricordava più quando l'aveva sentita l'ultima volta. Quindi, per prima cosa, chiamare Sofia! Sarà arrabbiatissima pensò, accennando un sorriso colpevole. O forse no.
"No, non credo abbia notato la mia assenza telefonica, l'ultima volta mi aveva accennato qualcosa su... non ricordo, un tipo, ah già, era sposato. Li trova tutti lei i tipi problematici. Non che essere sposati sia roba da problematici." «No. Lo è quando dimenticano di esserlo!», sentenziò ad alta voce mostrando tutta la sua disapprovazione.
Sgranocchiò un altro biscotto.
Sistemata la questione Sofia doveva pensare al lavoro.
C'era la signora De Paolis che aspettava con impazienza un suo quadro, poi doveva comprare dei colori nuovi, e poi... poi c'era qualcuno seduto sul suo divano.
Alice era stupita, non sembrava essere un corpo solido, sembrava più un ologramma. Non che Alice sapesse cosa fosse un ologramma, ma l'aveva visto in qualche film di sfrenata fantascienza e sì, quella cosa era la cosa che più somigliava ad un ologramma. Un ologramma difettoso invero. L'immagine andava e veniva, come per una interferenza di... vai a sapere cosa. Era dunque difficile capire che aspetto avesse.
"E tu chi sei, non ricordo di averti invitato in casa mia!" chiese Alice con garbo.
"Sapere il mio nome non fa differenza!" rispose lapidario.
Se ne stava seduto sul divano, mano nella mano, con il capo chino, fissando un punto non identificato del pavimento. La cosa più depressa che Alice avesse mai visto in vita sua.
Sì, Alice avrebbe potuto giurare che quella "cosa" fosse depressa.
"E va bene! Allora, visto che non hai un nome ti chiamerò Fantasma. Spero ti piaccia come nome perché non me ne viene nessun altro in mente al mo..."
"Basta con questa storia del fantasma, basta! Non sapete fare altro che parlare di fantasmi, fantasmi, fantasmi. Mi avete stufato!", rispose alquanto seccato.
La sua rabbia fu tale da rompere la tazzina che alice aveva preparato per bere il suo caffè.
"È no! Basta lo dico io! Senti un po' fan... Coso, la devi finire di devastarmi la casa hai capito?" Gli urlò roteandogli contro il dito indice.
Poi, Alice si voltò verso la moka. Il caffè era pronto.
"Ecco, ora dovrò berlo nella tazzina degli ospiti! Se si rompe questa mi tocca ricomprarle!" gli urlò contro.
" A proposito, tu ce li hai i soldi per ripagarmele? Ma certo che no, tu sei un fan... Coso! Comodo, eh?"
"Ma voi umani siete tutti così isterici? Quando avete a che fare con me urlate, sbraitate, scappate a gambe levate, mai che qualcuno si sia preso la briga di chiedermi come sto, perché sono intrappolato qui, se mi serve aiuto. Voi sapete solo urlare e scappare!" rispose per le rime.
Beh, in effetti non aveva tutti i torti. Quasi quasi gli faceva pena. Poi si ricordò.
"Poverino, vuole compassione lui! Povero tenero cucciolotto... "oleografico"... indifeso! Di' un po', ti sei dimenticato che solo ieri, e sottolineo ieri, mi hai distrutto la casa, e stavi per uccidermi? O per te è un dettaglio trascurabile!"
"Mi hai insultato, mi hai offeso e non ci ho visto più!" rispose furioso.
"Però, in effetti, riconosco di aver esagerato. Ti chiedo scusa Alice. Quando mi arrabbio non controllo i miei poteri.", continuò abbassando i toni.
"Scuse accettate, e adesso che si fa? Chiamo un médium, un esorcista?"
"Quante volte te lo devo ripetere che non sono un fantasma!" rispose sconsolato.
"Se non sei un fantasma cosa sei?"
"Non lo so!"
"In che senso?"
"Nel senso che non me lo ricordo"
"Ma come puoi non..."
Alice pensò che non era il caso di contraddirlo.
"Sai dove andare?"
"No!"
"Qualcuno da chiamare?"
"Non me lo ricordo!"
Alice alzò gli occhi al celo. Qualcosa le diceva che non se ne sarebbe sbarazzata tanto facilmente.
"Non per farmi i fatti tuoi ma... è forse un modo molto poco velato per dirmi che ti fermerai qui finché non avrai recuperato la memoria?", chiese Alice spazientita.
"A dire il vero io sono qui da prima di te! Fai un po' tu...!", le rispose roteando i piedi.
Alice sbuffò. Era infastidita dalla situazione. Era arrivata lì per stare da sola e ora saltava fuori che doveva condividere l'appartamento con... un fantasma/Coso/smemorato.
Anche se lui si ostinava a dire di no, in realtà era un fantasma! Cos'altro poteva essere!
Facendo buon viso a cattivo gioco, Alice fece tutte le considerazioni del caso.
Essendo un non corporeo, non avrebbe sporcato casa. Non avrebbe mangiato quindi non doveva preoccuparsi di cosa preparargli per cena...
"Considerando che sono io a pagare l'affitto questo mi dà potere decisionale sull'intera faccenda. In parole povere comando io! Spero che tu non abbia nulla da obiettare, perché saranno parole al vento! Puoi startene dove vuoi purché io non ti veda, non ti senta e, cosa fondamentale, la zona bagno è severamente vieta! Qualche domanda?"
"Veramente io vol..."
"Bene, nessuna domanda! Andremo sicuramente d'accordo noi due!" sentenziò.
"Alice, cara, mi sente? Alice la prego si svegli..."
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