Soddisfatta di sapere la sua amica finalmente sotto la doccia, a togliersi di dosso tutto il malumore accumulato negli ultimi giorni, Sofia cominciò a frugare nell'armadio alla ricerca di un vestito carino per la sua amica.

Trascorsa un'ora, circa, Alice fece il suo ingresso trionfale! Fresca come una rosa di maggio!

"Oh, eccoti finalmente, pensavo ti avesse risucchiato lo scarico della doccia. Guardati sembri un'altra. Toh, ti ho preso questo vestito. Mi sembra adatto. Svelta, che usciamo a fare conquiste! Dove andiamo?" Chiese Sofia, entusiasta.

"Non saprei, conosco solo il bar di... non ricordo il nome, e il forno di Paola."

"Sei proprio un topo di casa, simpatico ma sempre un topo di casa. Facciamo due passi sul lungotevere, ti va?"

"Se proprio devo. Sono le tre del pomeriggio, con il caldo di questi giorni, il Tevere sarà in piena evaporazione! Sempre che non sia già evaporato."

Scesero in strada e, percorrendo i vicoli, cercarono di raggiungere la meta.

"Secondo me, stiano girando in tondo." Comunicò Alice.

"No, che dici, ci siamo quasi." Rispose Sofia sicura del fatto suo.

"Ti dico che stiamo girando in tondo."

"E io ti dico di no! Sono nota per il mio proverbiale senso dell'orientamento, fidati."

Le ultime parole famose.

"Sarà, ma la vetrina di quel negozio..."

"Cos'ha la vetrina di quel negozio?"

"Mah, non saprei... sono tre volte che ci passiamo davanti!"

"Davvero?"

"Senti, al prossimo incrocio, svoltiamo a sinistra e punto!" concluse Alice, in tono autoritario.

Mentre erano concentrate su come arrivare sul lungo Tevere, senza perdersi nuovamente tra i vicoli, svoltando l'angolo Alice si scontrò con una donna bassina, cicciottella, capelli acconciati in stile '900.

"Signora Goggi, mi scusi, non l'avevo vista!"

"Lo so, lo so. Sono alta come un tappo di sughero. Non è colpa sua se non mi ha visto. Tranquilla, sono abituata. Ma spesso non è male passare inosservata, non sa quante cose si vengono a sapere quando nessuno presta attenzione a te. Ad ogni modo, mia cara, non ho ancora avuto la possibilità di darle il benvenuto. Sarei felice di offrirle una buona tazza di tè e fare... due chiacchiere. Se le fa piacere passare un po' di tempo con una vecchia svampita come me, ovvio."

"Ma certamente signora Goggi, tra un paio d'ore sarò di ritorno e passero da lei..."

"Molto bene! Allora l'aspetto. Buona passeggiata." 

"Chi è quella signora?"

"Abita nella mia palazzina..."

"Sei sicura che abbia tutte le rotelle a posto?"

"No, ma lo scoprirò presto. Inoltre qualcosa mi dice che lei sa..."

"Sa cosa, di che diavolo stai parlando?"

"Non so come spiegartelo, ma lei sa cosa mi sta succedendo, per questo voglio vederla subito. Scusami, ma ora non ho tempo per le spiegazioni... ti devo lasciare".

"Ma... ma!"

«Devo andare. Ci sentiamo dopo, scusami!»

Detto questo, Alice salutò Sofia e scappò come un razzo verso casa.

Sofia rimase di sasso, guardandola andare via di corsa fino a scomparire dietro un angolo. Convinta che la sua amica stesse perdendo qualche rotella, se ne ritornò a casa. Ma la cosa non sarebbe finita lì. Alice le doveva delle spiegazioni.

Riprendono, dopo le festività, le avventure di Alice è del suo fantasma 👻👻
Prima o poi dovrò dargli un nome... non posso continuare a chiamarlo fantasma.
Ma forse c'è lo dirà lui 😄😄

E sì, vi sto tenendo sulle spine. 😄 ma un po' di "suspance" è d'obbligo.
Bene, non mi resta che augurarvi buona lettura 😊