Capitolo III: L' ultimo respiro.
Quella luce che avvolse Dallag risanò le ferite, gli ridiede forza e permise all' essere di spiccare il volo. Allontanatosi di una ventina di metri dal suolo, gli esseri che lo stavano attaccando scomparvero in maniera strana, si sciolsero e sparirono per terra.
Dallag non sembrava intenzionato a fermarsi e cosí continuò a salire e a salire, sempre piú in alto, fino a raggiungere le nuvole. Guardando sotto di sè, non vide piú il terreno sulla quale fino a poco tempo fà camminava, era tutto bianco, come se scomparso.
Dopo pochi istanti davanti a sè vide come una nuvola che sembrava solida, sulla quale pareva ci si potesse camminare tranquillamente, gli si avvicinò e notò che effettivamente la nuvola era solida.
Distesosi a terra, privo oramai di energie, con il bambino che, tranquillizzato ormai, dormiva profondamente, Dallag chiuse gli occhi lentamente e sorridendo, aveva realizzato l' incarico assegnatogli, aveva protetto suo figlio.
In lontananza si potevano intravedere delle figure nere dal fare minaccioso. Avvicinate al bambino, iniziarono a bisbigliare tra di loro. Dopo pochi secondi, videro che quella creatura con le alí sparí in un vortice di petali di rosa, i quali, portati dal vento, sparirono dopo poco. Gli strani individui presero cosí il bimbo e si allontanarono da quel luogo.
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