Prologo
[7 novembre 1699; Spagna]
Era pomeriggio, quando la ciurma di una nave pirata, arrivò alla nostra taverna. In pochi minuti, la familiarità e intimità del posto fece spazio alla gaiezza e allo spirito, con gli uomini che cominciavano a ridere con suono gotturale, sgolandosi in canti marinareschi, o rinfrescandosi la gola, bevendo dalla bottiglia di rhum più vicina.
Solo uno di loro taceva, con la gamba sinistra calzata in uno stivale di cuoio, poggiata sul tavolo, e il volto contratto e aggrondato dall'età, illuminato esclusivamente dalla fioca luce di una candela.
La barba lattea e folta metteva in evidenza le perline scolorite dal tempo intrecciate in essa
La pallida cicatrice che avidamente gli rigava la gota, colpita ben poco dalle rughe che solcavano la fronte, lo facevano sembrare più crudele e spettrale che mai.
La benda sbertucciata bordeaux, legata intorno al capo, semi-nascosta dal tricorno nero e sgualcito, veniva accentuata insieme alla piuma rossa scarlatta che spiccava dal cappello.
<< Va bene, gente. Vi dirò che ne pensa il vecchio Talbot. >>
A queste parole, l'intero equipaggio, insieme agli altri marinai nella taverna si zittirono, facendomi pensare per un momento, che fossi diventato sordo.
Il capitano Talbot tolse alfine la gamba dal tavolo, appoggiando le proprie braccia sul duro legno del mobile e guardando i presenti dritti negli occhi.
<< Voi mi chiedete se questo nuovo... Capitano può offrirvi una vita di razzie, battaglie e avventura... Sì, perché di tutti i capitani che solcano i mari delle indie Occidentali... È certamente uno tra i più brutali. >>
Allungò la mano verso una bottiglia di rhum, stappandola velocemente, afferrando poi un boccale in metallo e versando il contenuto, mentre si rigirava il tappo di sughero nel palmo destro.
<< C'è stato un tempo in cui credevo che il mio capitano fosse il peggior flagello di questi mari. Ma costui... >>
A quelle parole, fece una pausa, smettendo di riempire il boccale, e aprendo di poco gli occhi, facendo capire quanto fosse seria e veritiera ogni parola che stava per dire, mentre un timore reverenziale cominciava a serpeggiare tra i presenti.
<< È uno squalo rabbioso, assetato di sangue e battaglie. L'ho visto con questi miei occhi, devastare il ponte della Silent Mary, come se niente fosse! E combatte... Come posseduto dal demonio... >>
A quelle parole, persino io cominciai a rabbrividire, nonostante mai in vita mia, avessi visto codesto capitano. Sentivo perfettamente come ogni pelo del mio corpo si drizzasse, come se fosse colpito da un fulmine.
<< È molto astuto. Conosce ogni scoglio e ogni grotta di questi mari. E se è gloria e avventura ciò che cercate... Allora il capitano Abraham Maelstrom è l'uomo giusto. >>
Il capitano Talbot prese dunque il boccale, posandolo di fronte a sé, come ad invitare i marinai, tenendo però le dita serrate al bordo metallico.
<< Ma fate attenzione, a voi che gli state dando la caccia. Non importa quanto grande sia la vostra nave, o quanti cannoni possegga il vostro veliero, solo... >>
A quel punto, lo sentii bene prendere un respiro profondo e deglutire, perché è ciò che feci pure io, mentre i suoi occhi girovagano per la stanza, puntandoli poi dritti su di me.
<< Pregate di non incrociare mai la sua rotta. Quell'uomo è in cerca di una guerra... Che io stesso, non voglio combattere. >>
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