Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 7

"Diamine, ma da quante botole è fatta questa dannata navecciola?" imprecava nei suoi pensieri Vincent, infastidito oltre ogni misura dagli ultimi e scoinvolgenti eventi.

Una volta attraversato un altro labirinto all'interno del "castello" ed essere entrati in una spaziosa stanza dalle umide pareti di legno, il gruppo - capeggiato dalla regnante Kaesis - si accovacciò su dei cuscini, posti a mo' di sedie, fatti di alghe ciascuno e situati vicino a una grande tavolozza rotonda che si trovava al centro della stanza.

Quello fu il momento in cui Vincent non riuscì più a contenere la sua frustrazione.

«Si può sapere che accidenti volete da me? L'unica cosa che ho capito dalla pappardella di poco fa è che mi ritrovo dentro fino al collo in una guerra di cui non so praticamente nulla. A soli diciassette anni mi avete fatto carico di un peso enorme che non saprei proprio come gestire, soprattutto perché non mi appartiene. Potrei anche morire, ci avete pensato?» sbraitò il ragazzo, guardando dritto negli occhi verdi della rossa.

«Caro, tu... » tentò di intavolare una risposta Kaesis, ma non ci riuscì perché venne bruscamente interrotta nuovamente da quello stupido gorilla evoluto «"Caro" un bel niente. Voglio delle risposte sensate ed esaudienti!» esclamò quest'ultimo.

«Magari se la lasciassi parlare e la finiresti di strillare, le renderesti tutto più semplice. Inoltre, capisco che sei un umano, eppure hai già avuto modo di intuire che la sirena a cui ti stai rivolgendo così maleducatamente è una regina. Perciò, abbi un po' di rispetto, almeno. La tua progenitrice non te l'ha insegnato cosa significa o, forse, sulla terraferma questo concetto non esiste?» lo rimproverò Uranis, con una nota di sarcasmo.

Vincent, dal canto suo, le rivolse un'ochiataccia: quell'atteggiamento da parte della biondina gli ricordava quasi l'ultimo suo battibecco con Flore, poco prima di fuggire da casa sua.

Quasi intravedeva il volto dell'umana in lei e ricordò, per un momento, uno dei tanti motivi per cui aveva deciso di scappare dalla sua ordinaria vita poco tempo prima.

Per abitudinaria testardaggine nel far valere i propri discorsi, Vincent stava quasi per aprire bocca, ma stavolta fu lui a essere bloccato dalla principessa Ly-Cee «Per favore, non costringermi a toglierti un'altra volta l'uso della parola. È un'operazione che trovo noiosa, tra l'altro».

Così, Vincent, si limitò a tenere la bocca cucita in un rigoroso silenzio mentre guardava il gruppo di donne, in maniera impassibile.

«Bene, adesso magari potrò esporre le mie idee e spiegare tutto quello che dovete sapere tutti voi. Il primo tu, Vincent» esultò Kaesis, appena capì che gli animi si erano affievoliti leggermente, nonostante l'ansia sembrava fare ribollire l'acqua e l'ossigeno circostante.

«Allora da dove posso iniziare? Forse è meglio farlo dalle tue domande di prima, ragazzo» introdusse il discorso la regina, per poi continuare «La prima cosa che mi hai chiesto... Ah sì, cosa c'entri tu con tutto quello che sta succedendo qui, negli abissi. Ebbene, fondamentalmente, almeno fin'ora, non c'entri un bel niente. Letteralmente. Il punto però è che - rimurginando tra i vecchi ricordi della mia istruzione sulla storia della superficie - mi sono ricordata che voi umani avete superato ben due guerre mondiali. È così, vero?»

Vincent si mise una mano in testa facendo qualche respiro esasperato per frenare i suoi istinti omicidi. Non sapeva se ridere o gridare in faccia alla sua interlocutrice.

L'ignoranza della sovrana lo imbarazzava e lo lasciava davvero senza parole.

«Ehm... Sorellona, temo che i miei dubbi esposti precedentemente fossero fondati» si intromise nella conversazione Ly-Cee, timidamente.

«Oh... Quindi, in realtà, sono stati i tuoi antenati a combatterle?» chiese Lady Kaesis.

«Già e il bello è che noi francesi non l'abbiamo nemmeno vinta» chiarì Vincent.

Passarono secondi che scandirono un silenzio imbarazzante.

Tutti si guardarono negli occhi spaventati e arrabbiati.

Alla fine fu Ly-Cee a rompere il ghiaccio in maniera impacciata «Non importa, non è un problema. Almeno credo» disse.

La regina Kaesis si rianimò di speranza e, senza fare caso a sua sorella, annunciò «Ok, calma e sangue freddo! Ci sono diverse cose che devi sapere, Vincent».

"È la seconda volta che lo dici, in mezz'ora. Eppure, ancora non ti dai una mossa a informarmi sul serio riguardo a tutto questo trambusto. Alla terza volta che dici ciò senza mantenere fede alla parola, giuro che me ne vado." pensò Vincent, sentendosi quasi torturato da tutto quel mistero.

«Parla» la incalzò freddo lui.

«Non ti azzardare mai più a parlarle così, dannato!» strillò Uranis rivolta al giovane.

«Ora basta! Fuori di qui. Lasciate me e il vice da soli. Uscite tutte. Tutte voi, nessuna esclusa» tuonò la regina, visibilmente scocciata.

Le sue dame, la principessa e Uranis non se lo fecero ripetere una volta di più: due secondi dopo erano già fuori dal vano.

«Ora, almeno tu, mi farai parlare o mi interromperai anche per qualche altra sciocchezza?» chiese stizzita Kaesis.

Notando lo sguardo impassibile - e, probabilmente, anche in attesa di risposte ai suoi nuovi dubbi mentali -, Kaesis si lasciò sfuggire quasi sottovoce un «Finalmente».

«Allora...» cominciò la sirena «Come ti dicevo, qui sotto negli abissi si sta combattendo una guerra che dura, ormai, da quasi un secolo. La cosiddetta Warsysib. Noi sirene abbiamo fatto di tutto per vincerla e arrivare così alla pace, ma ci siamo rese conto che i nostri metodi di guerra forse non sono del tutto efficaci» Kaesis decise di zittirsi un attimo per riprendere fiato e scegliere le parole giuste per proseguire la sua spiegazione.

«In tutto questo tempo, il mio popolo costituito da bambine, ragazze e donne - anche mature - si è impegnato a lottare per me, per il mio regno. Ma questo ha portato a delle complicazioni: la popolazione si sta decimando notevolmente. Rischiamo l'estinzione. Sia perché molte di noi muoiono durante la battaglia, sia perché, essendo nostri nemici, non possiamo nemmeno riprodurci con i tritoni. Perciò mi sono detta che dovevo trovare una soluzione»

«E la soluzione è stata cercare il primo umano fesso che si faceva una nuotata o una gitarella in barca via mare. Dopodiché bastava addormentarlo e al risveglio trattarlo peggio di chissà quale mostro, legarlo come un salume, rinchiuderlo in una sorta di prigione e renderlo poi il salvatore di tutti pateticamente, mettendolo davanti a inequivocabili e brutti rischi. Brava, complimenti, un piano elaborato magnificamente!» il ragazzo credeva di star vedendo un film degno di un Oscar. D'istinto si premurò di battere le mani sarcasticamente davanti alla donna, ma ella gli bloccò i polsi con una presa fulminea delle mani.

«Ho detto» incrociò lo sguardo di lui con fare intimidatorio «Che non voglio essere interrotta. Chiaro?» scandì, infine.

«Va bene, mi scuso... Ahi, per favore, basta...» Gemeva per il dolore Vincent. Quella donna pinnuta era al pari di sua sorella Marianne in quanto a forza e agilità. O, almeno, così pareva.

Kaesis lasciò la prese guardandolo severamente «Comunque, no. La soluzione era trovare qualcuno più esperto di me in materia militare. Ma, a quanto pare, ho fatto... Come dite voi scimmie? un buco nell'acqua? Ecco, credo quello, anche se non ho mai capito del tutto cosa significhi questo stupido modo di dire: l'acqua solitamente non è bucata» aggiunse lei, concludendo con faccia pensierosa.

"Quanto mi fa pena... Però, potrei aiutarla un po', mi sa. Insomma è una guerra giusto? A scuola durante le ore di storia la professoressa non fa che riempirci di quei discorsi su causa e effetto e cose così, e poi: forse qui non è così tanto diverso dai videogiochi con tematiche belliche a cui spesso gioco sulla play. Magari se so il problema scatenante, posso dare una soluzione. Non è sicuro, ma basta provarci" rifletté Vincent.

«È vero: non ho mai avuto nulla a che fare con cose del genere, ma forse posso trovare un modo per aiutarvi. Anche se non so quanto possa funzionare» affermò Vincent, sicuro di sé.

«Sul serio vuoi darci una mano?» sul volto della giovane regina comparve un radioso sorriso.

«Anche tutto il corpo per delle belle fanciulle come voi» rispose quello, mentre ricambiava il sorriso con uno sguardo malizioso, burlando la reale.

Lo scherzo, tuttavia, non venne compreso da lei. Infatti, il sorriso lasciò il posto a una brutta e snervante occhiataccia.

«Oh, Signore! Andiamo: era un modo sia per prendermi gioco di lei - anzi di te - sia per dire di sì alla tua domanda» specificò il Don Giovanni.

«Ho notato e sinceramente non fa affatto ridere, anzi. È una mancanza di rispetto. In ogni caso, sei sicuro di volerlo fare?» chiese Kaesis, per l'ennesima volta.

Vincent ignorò la propria coscienza che gli ricordava che un'idea del genere poteva essere pari al tentare un suicidio «Ovvio che ne sono convinto, cara regina!»

«E, sentiamo, come?» domandò Kaesis, esterefatta dalla trovata del ragazzo.

«Beh, potremmo iniziare raccontandomi da cosa ha avuto inizio questa Warsin o come diavolo si chiami» propose lui.

«Warsysib. Si dice Warsysib. Ed è una storia molto lunga» mise in chiaro Kaesis.

«Ho tutto il tempo a disposizione per ascoltarla, credo» la tranquillizzò lui.

«Tu sei tutto pazzo, ma contento tu... Dunque da dove inizio? Ho sempre qualche problema a dare sfogo ai miei ricordi a parole. Soprattutto in storie molto lunghe come questa... » Esordì Kaesis.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro