Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 5

Era passato moltissimo tempo da quando Vincent aveva iniziato quella bizzarra e brutta avventura.

Questi, in realtà, non aveva idea di quanti giorni o settimane fossero trascorsi di preciso da quando era arrivato in quel castello: stava scorrendo tutto in maniera infinita e struggente dentro quella fredda e arida cella.

Nonostante ciò, Vincent credeva che il periodo impiegato per raggiungere quella rudimentale nave era stato pochissimo, in confronto al tempo in cui ci stava "vivendo" dentro.

In quel periodo in cui si trovava rinchiuso, non fece che pensare troppo. Iniziò a mancargli la sua normale vita: gli mancavano i suoi genitori e le sue sorelle.

Si sentì davvero malissimo per essersene andato senza dire nulla. Si chiedeva se i suoi genitori fossero molto preoccupati per lui, se loro lo stessero cercando...

Poi, per i guai in cui era incappato, voleva sbattere ripetutamente la testa a un palo con la scritta "continua";

E il peggio fu che era solo, in quella situazione.

Inoltre, come se non fosse bastato, si trovava in un ambiente angosciante dato che era circondato da freddi muri di legno e cancelli di ferro; un alto tetto di materiale legnoso e il pavimento semivuoto costituito da tegole scricchiolanti, ospitavano solo, in fondo a un angolo della stanza, un teschio e i resti di una mano che facevano non poca impressione al teenager, il quale, per distrarsi leggermente dalla visuale, cercava di guardare oltre le inferriate delle porte.

Tuttavia era tutto inutile: oltre quelle porte c'erano solo un angusto corridoio e delle celle vuote simili.

Durante la sua prigionia, gli unici momenti in cui riuscì ad assaporare la compagnia di un'altro vero essere vivente erano quando riceveva le visite da una sirena in particolare: l'ancella dai capelli cortissimi che egli aveva visto quando aveva conosciuto la dolce regina di quel luogo sconosciuto al resto del mondo.

L'ancella in questione però, non veniva mai sotto ordine della regina, ma solo per incarico di Isdra.

Quell'antipatica sirena, infatti, obbligava ogni tanto l'ancella a scendere nelle segrete per portare una delle preziose e piccole perle al ragazzo, il quale spesso la prendeva in preda agli spasmi.

Quelle perle che il ragazzo chiamava ironicamente "pillole magiche", infatti, permisero a Vincent di mantenere la trasformazione in tritone che, a sua volta, gli consentirono di riuscire a respirare sott'acqua.

Il problema - anzi la fregatura - era che glieli fornivano quando stava quasi per affogare.

Ma per fortuna, era sempre riuscito a prenderla appena in tempo.

Un giorno, mentre rimuginava qualche vecchio ricordo della sua famiglia, gli occhi del giovane andarono alla sinistra della stanza in cui si trovava, dove, in una camera simile, vide gli occhi grigi di un'ombra fissarlo da dietro le sbarre.

«Ma... Cosa... Chi siete?» chiese sbigottito e spaventato Vincent a quella figura così inquietante.

«Finalmente ti sei accorto di me, amico! Anche tu qui per quella insulsa guerra che c'è in giro?» replicò una forte voce maschile, in tono quasi allegro.

«Amico? Io non ti conosco! E poi, si può sapere di quale guerra parlate tutti?» sbottò l'altro infastidito.

«In effetti non ti conosco nemmeno io, bello... Ah, aspetta, certo! Chiedo perdono caro, tu sei un umano. Dato che è così, ci credo che non ne sai nulla di questo scempio che abbiamo qui sotto!» esclamò lo sconosciuto.

«Come fai a sapere che sono umano se non mi conosci?» domandò Vincent.

«Compare, certo che ne hai di cose da scoprire, tu! Devi sapere che, dalla nascita, tutti i tritoni come me hanno un potere magico fuori dal normale, così come le sirene hanno due potenzialità magiche - tranne quelle della dinastia reale che sono più avvantaggiate -. A me è stato donato dalla mia natura e dai miei antenati il potere della veggenza: so tutto prima ancora che mi venga detto o mostrato dagli altri».

Vincent rimase a bocca aperta. Ora tutto per lui aveva un senso: Uranis che aveva ghiacciato il suo yacht e la zona marina circostante fino alla costa, Ly-Cee e i suoi strani poteri pschici. Non erano invenzioni fantasiose, né sue stupide sensazioni da ragazzino frivolo.

Era tutto reale.

Si chiese se perfino gli invertebrati fluttuanti che emettevano luci nelle strade di Draembyss fossero opera del potere di una sirena o di un tritone e decise di chiederlo al suo nuovo compagno.

«Impari in fretta! Sì, sono opera della regina Kaesis e di una sua ancella che si chiama... Fallen, se non ricordo male. Non chiedermi quale sia delle due. Dimentico spesso le facce degli sconosciuti o della gente che non mi sta simpatica» rispose il veggente, appena Vincent gli pose la domanda.

«Wow, figo! quindi il loro potere è quello di creare nuovi animali fantastici!» esclamò l'umano, meravigliato.

«No, figliolo, niente affatto. Hai capito male, forse. Si tratta di due poteri combinati. Le sirene lo fanno spesso, per utilità. I poteri dell'insulsa sovrana di questo posto sono creare luci dal nulla, prevedere il futuro e la possibilità di dare vita o morte a un animale o a una persona. Mentre Fallen, da quello che ne so, riesce a creare qualsiasi tipo di corpo fisico anche solo con il pensiero e ha anche l'abilità dell'invisibilità» spiegò il tritone.

«Capito. Comunque, è inquietante vedere solo gli occhi di una persona, sai?» fece notare Vincent al suo nuovo amico.

«Davvero? Uhm... Aspetta un attimo» disse quello dall'altra parte.

Prontamente, l'ombra si spostò verso una zona di più luce nella propria cella, rivelando un tritone che dimostrava circa quarant'anni umani, con un fisico scultoreo, una marea di capelli leggermente bianchi che gli arrivavano a metà collo e con la solita lunga coda con le pinne verdi.

«Ciao, piacere Lilo» salutò, sorridendo a Vincent.

«Ciao, piacere Vincent» ripose l'altro, ricambiando il sorriso.

«Parlando di cose serie, sai dirmi, di preciso, da quanti giorni sono in questa prigione?» aggiunse Vincent, rivolto a Lilo, poco dopo.

«Oggi dovrebbe essere il settimo giorno che trascorri qui» chiarì Lilo.

Solo sette giorni? A me sembra che siano passati già 7 mesi rifletté Vincent, mentre si passava una mano vicino alle labbra e al mento, dove sentiva attraverso le mani una già folta ricrescita della barba.

Poco dopo, la conversazione piacevole dei due carcerati fu interrotta da una voce femminile che canticchiava avanzando sempre più alla destra della cella di Vincent.

Stava arrivando una sirena.

Una volta che ella si fermò di fianco a lui, il giovane fu sorpreso da constatare che si trattava di Uranis che portava con sé un vassoio colmo di piante marine.

L'umano fu contento di vederle il vassoio in mano: da quando era stato bloccato lì, aveva mangiato solo il fiore marino che le aveva dato Kaesis e, quindi, aveva una fame da lupi!

La biondina sorrise a Vincent, lasciando entrare il vassoio da sotto il cancello nella cella e gli annunciò «Hey, bestiolina! Questa è la tua colazione, ti consiglio di mangiarla in fretta, tra meno di mezz'ora io o un'altra delle mie colleghe ti dobbiamo portare in un posto importante» e, successivamente, non curante di una possibile risposta da parte di Vincent, se ne andò via, canticchiando.

Vincent deglutì dalla paura. L'espressione "ti dobbiamo portare in un posto importante" gli fece pensare di doversi tenere pronto per arrivare al patibolo; una prospettiva orribile.

«Tranquillo, non vogliono farti del male. Parola di veggente, amico!» cercò di consolarlo Lilo che aveva già visto qualcosa con i suoi poteri.

«Mh, ok, se lo dici tu! Piuttosto, perché mi danno alghe e strani fiori acquatici da mangiare?» domandò Vincent prendendo un fiore acquatico simile a una rosa.

«Perché qui ci si nutre solo di questo, oltre che di plancton. Non abbiamo nient'altro» spiegò il tritone.

Vincent fece un cenno di assenso con la testa per risposta e poi iniziò a mangiare quello che aveva davanti a sé.

Circa quindici minuti dopo, dovette lasciare alcune alghe nel vassoio perché Ly-Cee lo raggiunse, aprendo il cancello della sua stanza di fretta.

«Vieni con me!» gli ordinò la sirena, trascinandolo fuori dalla cella.

«Dove mi porti?» cercò di informarsi lui, mentre stava risalendo la botola con lei.

«Da Lady Kaesis» ribatté Ly-Cee.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro