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CAPITOLO 7

Era passato ormai un mese da quando tutto era iniziato.
La scuola procedeva tranquilla, ma naturalmente era cominciata solo da quattro settimane, non aveva ancora avuto tempo per riempirmi la testa fino a scoppiare.
Jason alla fine si era rivelato veramente cambiato, l'avevo visto nei piccoli gesti che faceva, non mi davano più quel senso di distacco e freddezza di prima.
Insomma, da un mese la mia vita stava andando alla grande, sarei dovuta ripartire anche per andare con Matthew a Miami, convinta qualche mese prima che non avrei mai più fatto quel viaggio.
Solo una cosa andava alla deriva in tutto quel mare di gioia e felicità, ed era anche la cosa più importante: Logan.
Non mi parlava più da quando aveva scoperto la verità, e ogni volta che tentavo di ingaggiare un discorso di spiegazioni con lui, o mi evitava -ad esempio scappando-, oppure si metteva a parlare con la prima persona che gli capitava sotto tiro, anche se non la conosceva. A quanto pare in quei casi la timidezza non dava così tanti ostacoli.
Ma la cosa che più mi bruciava, creandomi ogni volta che la vedevo un groppo alla bocca dello stomaco, era il fatto che Logan si fosse trovato un nuovo gruppo d'amici.
Certo, sarei dovuta essere contenta per lui, soprattutto sapendo che era felice; ma il problema era che il gruppo di amici in questione era quello di Abigail. Non riuscivo a sopportare il fatto che quella strega provasse anche solo a sfiorare Logan, sia con le parole che con i gesti, figuriamoci essergli amica!
A scuola li vedevo sempre in atteggiamenti fin troppo intimi per i miei gusti, e avevo il vago sospetto che stesse succedendo qualcosa tra quei due, che di sicuro mi avrebbe fatto stare molto male.
"Allora sei pronta o no? Jason ci sta aspettando!" Mi urlò Matthew attraverso la porta chiusa, battendoci un paio di volte sopra.
"Arrivo!" Risposi, liscandomi un ultima volta la gonna a ruota del vestito.
Visto che mi ero riappacificata con Jason, lui aveva pensato di invitarmi alla sua solita festa di inizio scuola, come quella dell'anno prima, solo che si sarebbe tenuta in una discoteca lì vicino, e non a casa sua.
Mi diedi un'ultima occhiata allo specchio.
Il vestito completamente nero metteva in risalto la parte superiore del mio corpo, lasciando vedere la parte superiore della scollatura, grazie alla parte ricamata con il pizzo che lasciava le braccia nude. Nessun problema, una bella felpa e non avrei avuto freddo.
Aprii il cassetto del mobile, ignorando le continue lamentele e richiami di Matthew, e cercai con tutta la calma del mondo una felpa.
Rovistando tra gli indumenti puliti, stirati e piegati con cura da mia madre, facendo un casino, scorsi una felpa che ormai era da un anno che non indossavo, a causa dei brutti ricordi che suscitava.
Era una semplice felpa nera aperta, con la scritta Knicks in blu, contornata dal bianco.
La presi, la indossai e, per gioia di Matthew, finalmente uscii dalla mia stanza.
"Sono pronta."
"Era anche ora!" Sbuffò lui, prendendomi per mano e trascinandomi fuori.
Costeggiato al marciapiede, di fronte casa mia, c'era un suv nero e, appoggiato al cofano dell'auto, il suo proprietario con una camicia bianca e un paio di jeans scuri.
"Ciao Jason." Lo salutammo in coro, agitando insieme anche la mano.
"Ciao raga..." Si interruppe appena vide la felpa che stavo indossando.
Alzò gli occhi per incastrarli nei miei; capii immediatamente che lo stesso effetto che quella felpa faceva a me, lo faceva anche a lui.
"Non dubitavo l'avessi ancora." Sussurrò dopo qualche secondo, non staccando il suo sguardo dal mio.
"Qualcuno mi può spiegare che cosa sta succedendo?" Chiese Matthew in tono perplesso e un pizzico curioso.
"Te lo spiego mentre andiamo alla festa." Lo rassicurai, entrando tutti e tre in auto. Matthew si sedette nei sedili posteriori, mentre io mi sistemai nel sedile anteriore, accanto al guidatore.
"Allora?" Sbottò Matthew impaziente dopo una manciata di minuti in cui rimanemmo in silenzio.
"Beh..." Soppesai a una a una le parole che avrei voluto dire per spiegare, trovando quelle più adeguate. "...vedi, questa felpa mi fu regalata l'anno scorso da una persone che per me era speciale. Questa persona è seduta al mio fianco ora."
Matthew rimase a bocca aperta, come a voler parlare; ma non disse nient'altro per tutto il resto del viaggio, mentre a Jason, notai di sottecchi, spuntò un sorriso.
Una volta arrivati a destinazione, smontammo dall'auto ancora in silenzio, avvicinandoci all'ingresso della discoteca.
Da fuori si sentiva già l'odore dell'alcool, che si mischiava insieme al fumo delle sigarette, e a giudicare dal mio olfatto, non solo da quelle.
La testa cominciava già a girarmi, nonostante non avessi ancora bevuto e non fossi neanche entrata.
"Allora? Entriamo?" Domandò Matthew, aprendo per la prima volta la bocca da quando eravamo in auto.
Non ero mai stata in una discoteca, e mi vergognavo un po' di questo, dato che loro due sembrava che non fosse la prima volta.
Indugiai dietro di loro, lasciandoli andare avanti e guardandomi intorno.
"Allora, non vieni?" Mi chiese Jason, tornando verso di me quando si accorse che non li stavo seguendo.
"Non saprei come comportarmi." Confessai guardandomi i piedi e stringendomi tra le braccia. "Non sono mai entrata un una discoteca e non mi sono mai ubriacata."
"Non dovrai fare quest'ultima cosa per forza." Mi rassicurò Jason, facendo scivolare la sua mano nella mia, dandomi una stretta per rincuorarmi.
Quel gesto d'affetto era lo stesso che avevo fatto a Logan prima di entrare alla sua prima festa un anno prima, per infondergli coraggio, esattamente come stava facendo Jason in quel momento con me.
"Ti do una mano io, non preoccuparti." Mi sussurrò all'orecchio, cominciando a trascinarmi con lui e Matthew all'interno del locale.
Appena entrammo, l'enorme folla di persone sudate che stava ballando si fermò un secondo per fare un saluto a Jason.
"Io vado a ballare." Gridò Matthew per farsi sentire sopra la musica a palla; e prima che potessi rispondergli sparì nella folla.
"Vieni." Jason mi accompagnò verso uno dei divanetti.
"Vado a prendere qualcosa da bere, tu aspetta qui." Disse mentre si allontanava e io mi accomodavo, lasciandomi sola in quel posto del tutto ignoto a me.

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