CAPITOLO 30
Tornammo a casa dall'ospedale scombussolati. Durante il tragitto ci eravamo fermati a prendere qualcosa da mangiare, ma sinceramente avevo ancora lo stomaco in subbuglio, non riuscivo neanche a sopportare l'idea di mettere in bocca del cibo. Mi sedetti di peso sul divano, guardandomi le mani poggiate nella zona addominale. Come facevo ad essere incinta? Come l'avrei detto ai miei e come avrebbero reagito alla notizia? Ma soprattutto, come avrei potuto dirlo a...?
"Logan." Pronunciai il suo nome ad alta voce, alzando lo sguardo sullo schermo della televisione spenta.
"Cosa?" Domandò Matt, avvicinandosi ed inginocchiandosi di fronte a me.
"Come farò a dirlo a Logan?" Ripetei, questa volta ad alta voce; le lacrime cominciarono a riempirmi gli occhi.
"Non posso, rovinerei tutto."
"Bisognerà dirglielo prima o poi." Cercò di convincermi Matt, accarezzandomi una guancia per cancellare una lacrima che era scappata.
"Meglio poi." Afferrmai, alzandomi in piedi ed incrociando le braccia al petto, cercando conforto in quel mio gesto.
"Vane..." Posò una mano sulla mia spalla, provando a consolarmi, ma io la scrollai via, girandomi verso di lui, ormai in lacrime.
"No, non toccarmi!" Mi facevo già schifo da sola, non potevo permettere che una persona pura come lui, ne toccasse una sporca come me. "Sono stata una stupida..."
"No, non lo..." Provò a consolarmi Matt, ma non ebbe successo.
"Sì che invece lo sono stata!" Esclamai, interrompendolo ad inizio frase. "Sapevo che non so reggere l'alcool, ma sono andata avanti lo stesso a bere, non mi sono fermata com avrei dovuto fare." Continuai a sussurrare la frase "che stupida" ininterrottamente, mentre venivo scossa da singhiozzi.
"Vane..." Tentò di nuovo lui, ma anche questa volta non ebbe buoni risultati.
"Ti ho detto di non toccarmi!" Ripetei, allontanandomi di scatto. "Non mi merito il tuo tocco, non merito niente dopo quello che ho fatto!" Sentii le gambe molli, per questo sciolsi le braccia e cercai un muro su cui poggiarmi, per poi scivolare lungo la parete con la schiena, fino a sedermi sul gelido pavimento; portai le ginocchia al petto, circondandole con le braccia e poggiandovi la fronte, mentre le lacrime mi percorrevano il viso e i singhiozzi mi scuotevano violentemente il corpo.
"Hey hey, non dire così." Tentò di tranquillizzarmi Matt, avvicinandosi ed inginocchiandosi di fianco a me, accarezzandomi la testa con dolcezza; questa volta, nè mi ritrassi e nè lo allontanai. "Non è colpa tua, è successo e basta, non eri conscente."
"È questo il punto!" Esclamai, alzando la testa di scatto, per guardarlo negli occhi. "Non dovevo bere, lo sapevo, eppure l'ho fatto, sono andata avanti!"
"Vane, ora devi calmarti!" L'alzata di tono improvviso mi fece in qualche modo tranquillizzare, mentre si mischiava ad un senso di paura: non l'avevo mai sentito alzare in questo modo la voce. "Devi smetterla di darti la colpa, di comportarti come se a nessuno importasse di te; beh, notiziona, qualcuno che tiene a te c'è, ed è qui, che sta cercando di aiutarti!" Si fermò per riprendere fiato, inspirando profondamente per calmarsi lui, questa volta. "Ormai è da un mese che noto un cambiamento in te, sei più distante, fredda... Che cosa ti è successo?"
"Matt... Io..." Ero convinta che il mio piano per una nuova vita sarebbe durato di più di un misero mese, che sarebbe andato avanti per anni, se non addirittura per sempre; ed invece eccolo lì, mentre le sue mura cadevano a terra, crollando sotto il peso dell'amore fraterno che Matt mi stava porgendo su un piatto d'argento: mi stava offrendo una mano per evitare di cadere nel burrone, ora aspettava a me se accettarla o cadere nel fosso profondo e buio sotto ai miei piedi.
"Non volevo trattarti così Matt, è solo che non volevo farti preoccupare, trascinarti con me in una forte marea che mi sta portando al largo." In quel momento, avevo deciso di afferrare la sua mano di salvezza; slanciai le braccia e le allacciai intorno al suo collo, mentre lui mi stringeva a sè, facendomi finalmente sentire al sicuro. Di nuovo.
"Sai che puoi sempre parlare con me, qualsiasi cosa sia; io ti ascolterò ogni volta, supportandoti e cercando di indirizzarti nella giusta via." Mi accarezzò i capelli, lasciandovi in mezzo un bacio; nel frattempo, le mie lacrime gli bagnavano la maglia ed il colletto nella zona dell'incavo del collo, e i singhiozzi continuavano a scuotermi le spalle, questa volta con meno violenza: era come se un peso si fosse alzato e fosse scomparso, lasciandomi più leggera.
"Mi devi promettere che però non mi nasconderai più niente, perché gli amici non mentono, si dicono sempre tutto. Prometti?" Mi chiese Matt, anche lui sull'orlo del pianto.
"Prometto." Risposi con voce un po' soffocata, ed un piccolo sorriso si formò sul mio volto, mi strinsi ulteriormente al suo abbraccio, al suo corpo.
Matt si staccò per guardarmi negli occhi, molto probabilmente per vedere se c'era esitazione nel mio sguardo o qualsiasi altro segno che gli dicesse che stavo mentendo, ma vide che non era così, era solamente la pura e semplice verità, per questo sorrise; ed era vero, non gli stavo mentendo, non avevo più intenzione di farlo. Mi stavo rendendo conto che la scelta che avevo fatto un mese prima si stava rivelando solo parzialmente giusta e di aiuto, ma che c'era ancora una parte da perfezionare: il nascondere tutte le mie emozioni a chiunque mi offriva un'ancora di salvezza.
"Matt, visto che hai detto che ti devo dire tutto," cominciai, cercando di tenere i miei occhi nei suoi scuri e profondi. "quando un mese fa, uscendo dal bagno ti ho detto di stare bene, in realtà non era vero." Alzò una mano verso il mio viso, cancellando le lacrime residue e quelle più recenti, tenendo però l'attenzione su quello che stavo dicendo. "Sentivo il mondo crollare e cadermi addosso, non stavo affatto bene, ma non ho voluto farti preoccupare; in quel momento avevo deciso di cambiare perche in passato le persone mi avevano sempre usata, e quindi avrei dovuto impegnarmi a cavarmela da sola, senza aiuto." Più parlavo e più mi rendevo conto che ciò che stavo dicendo non aveva senso, o almeno non lo avevano per me, non più in quel momento. "Scusami." Dissi alla fine, mentre sul volto di Matt spuntava un sorriso.
"Scuse accettate." Disse, prima di stringermi di nuovo in un abbraccio pieno di calore e conforto.
ANGOLO AUTRICE
Questo spazietto lo uso solo per augurare BUON ANNO A TUTTI! VI AUGURO UN FELICE 2018 PICCOLI E GRANDI APPASSIONATI LETTORI!
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