CAPITOLO 26
Scendemmo tutti e quattro fuori dall'auto.
"E quindi è questa la tua idea di primo appuntamento?" Domandai a Logan, una volta che gli fui vicina.
"Linsdey era così eccitata quando me l'ha proposto che non potevo dirle di no." Mi rispose, girandosi verso di me con sguardo dispiaciuto.
Ci trovavamo di fronte alla discoteca dove mesi prima io avevo baciato Jason e Logan invece Abigail, dove le nostre scelte ci avevano divisi, portando a tutto il resto. Lui mi aveva detto che, non essendo un esperto, aveva chiesto alla sorella come svolgere un primo appuntamento, e lei aveva avuto l'idea di fare un'uscita a quattro, scegliendo quel posto.
"Sai che io voglio bene a tua sorella," feci un cenno del capo per indicare Linsdey ed il suo fidanzato, Peter. "ma io pensavo di più ad una serata romantica, non ad una discoteca."
"Ormai siamo qui." Mi porse la mano. Il dubbio sul luogo in cui mi avrebbe portato, era partito proprio dal fatto che era vestito in un modo più informale di cosa avrebbe indossato per andare in un ristorante.
"Allora, vi sbrigate?" Ci urlò dietro Linsdey, con il braccio di Peter sulle spalle. "Vorremmo divertirci prima di domani!"
"Arriviamo!" La rassicurai, facendo segno a Logan di avanzare. "Facciamolo allora."
Entrammo nel locale subito dopo Linsdey e Peter, entrambi a disagio. Era la prima volta che entravamo in una discoteca, io perché odiavo la musica talmente alta che ti contorce le budella fino a farti male; mentre Logan, visto che non aveva avuto 'veri amici', non aveva avuto motivazioni per andarci. Cercai la mano di Logan, come facevo sempre quando avevo bisogno di conforto e sicurezza. Allungammo il passo per raggiungere Linsdey e Peter, che avevano superato la folla di adolescenti sudati e ballerini che si strusciavano l'uno contro l'altro, arrivando al centro della pista da ballo. Posai le braccia sulle sue spalle, lui le mise sui miei fianchi, e piano piano cominciammo a muoverci ondeggiando sul ritmo della musica. Tenni lo sguardo basso per un po', mentre sentivo i suoi occhi premermi addosso, facendomi sentire, se possibile, ancora più a disagio.
"Puoi smetterla di guardarmi così?" Gli chiesi, continuando a tenere la testa bassa e sentendomi avampare. "Mi fai sentire meno a mio agio."
"Oh, scusa, non volevo." Si scusò. "È solo che sei bellissima; e poi il vestito mi sembra familiare, o sbaglio?"
"No, non sbagli." Affermai, alzando finalmente lo sguardo su di lui. "Comunque grazie, sei gentile a dirlo." Lo ringraziai, in riferimento al complimento, spostando gli occhi sulle sue labbra.
"Sono stato solo sincero." Rispose, cominciando ad avvicinare il suo viso al mio, per andare infine a schiudere la sua bocca sulla mia. Allungai le braccia fino ad andargli a circondare il collo, mentre lui mi circondava con le sue e mi spingeva verso di sè, per incastrare meglio i nostri corpi.
"Venite voi due piccioncini!" Ci chiamò Linsdey, interruppendo quel bel momento.
"Io la ammazzo un giorno." Scherzò Logan, prendendomi la mano per raggiungere la sorella.
"Dopo ti sentiresti in colpa." Lo derisi seguendolo.
L'altra coppia di fidanzati era insieme ad un altro gruppo di ragazzi intorno ad un tavolo, mentre stavano giocando a beer pong.
"Forza, noi siamo una squadra e voi un'altra!"
Il clamore delle altre persone si sentì a malapena sopra il frastuono della musica, incoraggiandoci a partecipare. Cominciammo la partita titubanti, non essendo abituati per niente a bere. All'inizio la nostra pessima mira si fece sentire, ma poco dopo riuscimmo a recuperare, concludendo stranamente con la nostra vittoria di 10 a 6, con il risultato che io e Logan eravamo ormai brilli però; la nostra bassa sopportazione all'alcool si faceva risentire, e anche pesantemente.
"Provate questi cocktail!" Linsdey si era separata da noi per andare a recuperare qualcosa al bar, appena la partita era finita.
"Linsdey, non esagerare." La rimproverò Peter in modo dolce.
"Sei tu quello di cui preoccuparsi al massimo, non puoi bere, devi guidare." Lo rimproverò la fidanzata, passandoci i bicchieri di alcool.
"Allora, cosa vuoi fare?" Mi domandò Logan, facendo riferimento con un segno della testa al suo ed il mio bicchiere; lo trangugiai in risposta, sentendo il liquido più forte della birra scivolarmi lungo la gola.
"Ormai, fatto trenta facciamo trentuno." Scrollai le spalle e scossi la testa, serrando forte gli occhi per il sapore; lui mi imitò.
Passammo il resto della serata a ballare e bere cocktail, sentendo il mondo intero sfumare da sotto i piedi. I ricordi di quella notte erano sfocati, non riuscivo a distinguere la destra dalla sinistra; tutto girava ed io con esso. Ricordo appena io e lui che veniamo messi in macchina e poi portati a casa mia, aiutati da Peter e Linsdey. Logan si era offerto di accompagnarmi su in casa una volta tornati e, nonostante le proteste di sua sorella, camminammo insieme verso casa mia.
"Non è stato poi così male." Dissi, biascicando l'ultima parte della frase non appena fui entrata.
"Mi dispiace." Fece lui, mentre gli facevo segno di seguirmi in camera.
"Vieni, ne approfitto che sei qui per ridarti il quaderno di matematica corretto." Aprii la porta della stanza da letto.
"Non so se te l'ho già detto," cominciò. "ma sei bellissima, come sempre."
Quel complimento mi fece arrossire e, se fosse stato anche solo possibile, accaldare il viso. Mi girai verso di lui, mentre le mie labbra si avvicinavano alle sue, in modo che potessero combaciare; quel bacio all'inizio dolce, si trasformò presto in uno pieno di passione, incoraggiati dall'alcool in circolazione in noi. Entrammo nella mia camera baciandoci, senza staccarci, lo facevamo solo per il bisogno di respirare. Eravamo ubriachi fradici, oltre che totalmente ignari di ciò che stavamo per fare. Gli sfilai la maglietta da sopra la testa, percependo sotto i polpastrelli delle dita quei muscoli ben sviluppati dei pettorali e degli addominali, che fino a quel momento avevo percepito solo attraverso la semplice stoffa dei suoi vestiti.
Inciampai sul letto dietro di me, finendoci sdraiata, con Logan sopra di me. Tutto quello che stava accadendo, ogni suono intorno a me, era tutto offuscato, come se fossi stata in una bolla di sapone che mi isolava dal resto del mondo.
Di quella sera, non mi ricordai più niente.
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