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Capitolo 11

P.O.V. AXEL

Sono incazzato nero. Con lei per essersene andata. Con me per la maniera in cui ho reagito.

Come le è saltato in mente di scappare? Siamo tutti preoccupatissimi e, per di più, non risponde a nessuna delle nostre chiamate. Sono un fottutissimo coglione. Ho l'ansia. Potrebbe aver fatto qualsiasi cosa e potrebbe esserle successo di tutto.

Non riesco a stare con le mani in mano. Mi fiondo fuori da casa sua, prendo la macchina ed esco a cercarla.

Non posso pensare a nessuno scenario che implichi lei in pericolo perché questa ipotesi non deve essere neanche contemplata. Dopo tutto quello che mi ha raccontato e le cose che ha passato non avrei dovuto lasciarla sola. Non ho avuto neanche le palle di dire qualcosa, qualsiasi cosa, in merito alle sue parole. Sono davvero un caso disperato ma ero troppo scosso ed arrabbiato con le persone che me l'hanno portata via. Mi sono fatto sopraffare da tutti i sentimenti negativi che provavo ma non mi sono davvero soffermato a pensare a quanto, invece, mi sentissi sollevato per come erano effettivamente andate le cose. Lei non voleva lasciarmi, era stata costretta.

Sono rimasto scioccato dalle sue rivelazioni e la rabbia è ritornata, non per gli stessi motivi di prima, ma perché non posso credere di aver sprecato due anni della mia vita ad odiarla quando invece lei si sarebbe meritata solo di avere qualcuno accanto che la comprendesse e cerco di ripetermi all'infinito che non potevo saperlo ma avrei dovuto intuire che, per come è fatta, non avrebbe cambiato idea da un secondo all'altro e non sarebbe neanche riuscita a fingere in maniera così esemplare che il nostro rapporto fosse così perfetto.

Sono ore che attraverso ogni fottutissima via principale di questa merdosissima città per cercarla ma, di lei non c'è traccia. Se avesse deciso di nuovo di andarsene? Se non potessi più rivederla?

Sono terrorizzato. La paura mi si insinua sotto pelle fino a raggiungere tutte le viscere del mio corpo. Se avesse deciso di non tornare più avrebbe tutta la mia solidarietà questa volta. Ho fatto schifo. Mi viene la nausea solo a ricordarmelo. Sono andato con una donna diversa ogni sera, le ho sputato addosso merda come se piovesse quando l'ho rivista e, per finire, ho avuto un comportamento da idiota nel momento in cui, finalmente, mi ha raccontato cosa fosse realmente successo due anni fa.

Sono le tre di notte e non ho più idea di dove cercarla e sono furioso con lei per non avermi chiesto di accompagnarla. L'avrei portata dove voleva ma, come al solito, il testa di cazzo sono io perché non le ho neanche dato modo di pensare che, forse, ora le cose potevano sistemarsi tra di noi.

Le mie ricerche sono state del tutto inutili e, adesso, sono ritornato a casa sua, nella speranza che lei, nel mentre, sia tornata. Parcheggio, mi precipito fuori dalla macchina, suono il campanello e ad aprirmi è mia cugina. Entro a grandi falcate e mi guardo intorno.

"E' tornata?"

"No. Dove cazzo può essere andata?" Mi domanda con il panico stampato sul volto.

"Ho setacciato ogni angolo delle vie centrali ma di lei nessuna traccia." Rispondo arresso, strappandomi i capelli per la frustrazione.

"Oh mio dio, spero solo non le sia successo qualcosa." Afferma con voce disperata.

Tasto le mie tasche in cerca del cellulare ma non lo trovo. Lo avrò lasciato in macchina, devo andarlo a riprendere. Ho bisogno di tenerlo sotto controllo nel caso in cui dovesse chiamarmi.

"Ho dimenticato il telefono nell'auto, vado a recuperarlo."

Esco da casa e mi fiondo in macchina. Sembra che il mio telefono sia stato inghiottito dal porta oggetti, ma poi, per fortuna, lo vedo. Non appena lo afferro caccio fuori un sospiro di sollievo e poi sbatto la portiera con veemenza, come se questo potrebbe aiutarmi a farmi sentire meglio. Non appena faccio un passo verso la porta di casa, sento uno strano rumore alle mie spalle. E, di colpo, mi sento come se qualcuno mi stesse spiando.

Non conviene a nessuno, in questo momento, mettersi a giocare. Sono pronto a schiacciare come un moscerino chiunque mi si presenti davanti. Sono incazzato nero e potrei sfogarmi per bene. Perché non sfruttare l'occasione?

"Chi c'è?" Urlo.

La risposta che mi arriva mi fa drizzare i capelli e venire la pelle d'oca.

"L'uomo nero."

È lei. Non posso crederci, non se n'è andata, è qui, davanti ai miei cazzo di occhi e, nonostante la penombra notturna che non mi permette di vederla con chiarezza, riconoscerei il suo corpo e le sue forme tra mille.

Mi fa provare emozioni contrastanti e i contrasti non mi sono mai piaciuti perché mi confondono. Sono felice. E sono talmente arrabbiato da non riuscire a contenerm.

"Dove cazzo sei stata?"

Sbuffa e poi mi risponde scocciata:

"In giro ma a te che importa?"

"Ti abbiamo vista uscire come un tornado, senza darci la possibilità di dire nulla poi, siamo rimasti ad aspettare che rincasassi ma, non è successo. Non ci hai detto dove eri diretta. Stavamo impazzendo tutti! Stavo impazzendo io! Sono ore che ti cerco per le strade! Olly e Bryan sono rimasti qui, nel caso tornassi! E hai pure i coraggio di assumere questo comportamento?" Urlo esplodendo come una bomba nucleare.

"Cosa devo dirti? In ogni caso, non ero a spassarmela tra le vie principali." Risponde con aria nuovamente stufata e glaciale.

"Ma di quali cazzo di problemi soffri? Porca puttana!" Per quanto ho alzato il tono penso che, da un momento all'altro, se qualcuno dovesse accorgersene tra i vicini o i passanti, chiamerebbero di sicuro la polizia.

Ma non posso farci proprio niente. Lei mi manda in bestia. Davvero pensa che sia tutto normale se lei decide di scomparire misteriosamente di notte?

"Io?! Stai chiedendo a me che problemi ho?! Senti Axel, non è proprio aria. Ne parleremo un'altra volta." Inizia ad urlare anche lei, senza più riuscire a mascherare la sua rabbia.

"No! Ne parliamo adesso!" Le intimo.

"La smetti per favore? Sono stanca, vorrei rientrare." Mi chiede con tono più basso, esasperata.

"Te ne esci così? Prima sei stata a farti i tuoi giretti per la città e adesso vuoi rientrare? Stai parlando sul serio??"

"Vi avevo detto espressamente di lasciarmi stare, di non aspettarmi svegli e di non cercarmi, cos'altro dovevo fare?"

"Dirci dove andavi e rispondere a quell'inutile telefono che ti ritrovi, per esempio? Ti riusciva troppo difficile? Ma certo! Che razza di stronzate vado pensando? Tu sei quella che decide tutto e per tutti. Decidi se rimanere o se sparire nel nulla! Voltandoci le spalle e senza una cazzo di spiegazione!" Sputo fuori.

La sua espressione ferita e incredula è come una coltellata inferta al mio stupido cuore che sta battendo all'impazzata senza riuscire a calmarsi.

Mi stringo i lati del naso tra due dita e sospiro rumorosamente.

"Mi dispiace, okay?" Cerco di rimediare.

La guardo negli occhi, che adesso vedo meglio, dato che mi sono avvicinato e noto che, i suoi lineamenti stanno cambiando e sta diventando rossa dalla rabbia, ho paura che, da un momento all'altro, possa uscirle addirittura il fumo dalle orecchie.

"Io non ho bisogno della tua compassione! Non mi serve che tu mi dica che ti dispiace adesso, solo perché hai detto quello che pensi! Non avere nessuno rimorso di coscienza perché io non me ne faccio proprio nulla! Carissimo il mio Axel, puoi tranquillamente andare a fanculo se pensi che con il contentino delle scuse potrai tenermi zitta e buona! Avrò la mia buona dose di colpe ma non ti puoi permettere di disegnarti come un santo, non dopo che mi hai lasciata sola come uno stoccafisso a guardare la porta che ti sei richiuso accuratamente alle spalle, senza aver spiccicato nessuna parola di senso compiuto. Non dopo che io ti ho raccontato uno dei periodi più devastanti della mia esistenza!" Mi urla a due centimetri di distanza dal mio viso, dando sfogo alla sua ira funesta.

"Scusami tanto ma avevo bisogno di metabolizzare!" Aggiunge, utilizzando stesse parole che le avevo rivolto qualche ora prima, dandomi la stoccata finale.

Non l'ho mai vista in questo stato. Credo di aver davvero esagerato. Ho peccato di egoismo preoccupandomi solo di prendermi del tempo, senza pensare che lei si aspettava una reazione diversa.

"Hope, io ..." Inizio ma vengo subito bloccato da lei.

"Lascia stare."

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Gli animi sono alquanto bollenti ... Riusciranno a ristabilire un equilibrio?

Stay tuned... ;)

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