Capitolo 6
È impossibile che tra tante canzoni lui abbia scelto proprio questa.
IMPOSSIBILE.
Ma l'ha fatto e non so come né perché.
Ho sempre desiderato qualcuno che venisse a salvarmi, seppure abbia sempre saputo di non poter essere salvata. Anche perché non c'è più niente da riparare.. sono irrimediabilmente rotta.
Rotta dentro.
Quando l'anima scoppia in mille pezzi ci vuole tempo e forza per trovarli e rimetterli insieme. Ed io non ho più né il tempo né la forza.
Mi sono rassegnata tanto tempo fa perché pensavo fosse quello il mio destino. Perché pensavo di meritarlo, cavoli.
E adesso che mi ritrovo a un respiro da quest'uomo bello e dannato, non riesco a non pensare a lui.
Lui che ha reso la mia vita brutta da morire.
Nonostante percepisca la sincerità negli occhi dell'Adone, il mio corpo e la mia anima non riescono ad accettare il desiderio che quest'uomo nutre nei miei confronti.
<< Devi stare lontano da me, io .. io non posso.>> gli dico sconfitta.
Lui guarda nei miei occhi e ho la sensazione che veda quanto sono distrutta.
<< Non puoi o non vuoi? >> mi chiede a un tratto avanzando di un passo.
Io, istintivamente, ne faccio uno indietro ma l'Adone mi afferra dolcemente per un gomito per attirarmi a sè.
Il mio respiro si ferma, il mio corpo pure.
Il mio cuore impazzito fa un balzo, poi un triplo salto mortale .. ma poi si sa che, se non sai come saltare, ti schianti al suolo.
Ed è quello che mi succede non appena lui tocca e vede i segni che il mostro, che di notte invade i miei sogni, mi ha inflitto.
Sto per avere un attacco di panico, non riesco a respirare, provo a chiudere gli occhi ma è anche peggio.
Sono sola e sto piangendo. Lui mi ha legato di nuovo, mi ha costretto, si è sfogato ed è andato via, non prima di tirarmi qualche schiaffo perché non ero all'altezza.
Possibile che forse abbia ragione lui?..
Forse è vero. Non sono degna dell'amore.
Riapro gli occhi allarmata, devo uscire di qui! Devo assolutamente uscire di qui.
<<Lasciami, lasciami. Vai via!>> urlo in preda al terrore.
Voglio sparire, non sopporto che lui mi tocchi. Non sopporto che lui veda quello che ho permesso all'ingenuità di farmi.
<<Ehi, respira Sarah.. Respira.>> mi rassicura l'Adone.
Il mio Adone. Irraggiungibile. Irresistibile. Impossibile. Adone.
Qualcuno mi spinge da dietro e io non capisco più nulla.
La musica è troppo forte.
Le persone troppo rumorose.
Sto andando letteralmente in mille pezzi.
<<Non mi meriti, brutta stronza.>> schiaffo.
<<Non mi meriti.>> pugno.
<<Non mi meriti.>> un altro schiaffo.
<<Non mi meriti. Non mi meriti. Non mi meriti. Non mi meriti. NON. MI. MERITI.>>
<<Sarah, Sarah!>> grida qualcuno.
Ma io non riesco a capire chi sia, perché chiunque guardi ha il suo volto. Vedo lui ovunque. Tutti hanno la sua faccia. Sto impazzendo. Poi sento delle urla e capisco che provengono dalle mie labbra bagnate dalle mie maledettissime lacrime.
<<Sarah sono io.. Alana.. amica mia, sono io, apri gli occhi per favore.>> mi chiama qualcuno.
Ma io continuo a vedere Colton. Colton. Colton. Sangue. Mani luride. Il suo sesso duro, rude e cattivo contro di me, dentro di me.
Costretta. Impotente. Rassegnata. Schifata.
<<Basta, ti prego, non toccarmi. Non toccarmi.>> Continuo a urlare.
E poi mi rendo conto che non sono più nel locale, almeno non in pista, ma in una stanzina, un ufficio suppongo.
E sono in braccio a qualcuno. Anzi, raggomitolata su me stessa in braccio a qualcuno.
<<Damian, amico, ma che cazzo sta succedendo?!>> chiede una voce profonda.
<<Non ne ho idea, io ho cercato di avvicinarmi e lei è andata nel panico. Letteralmente, cazzo!>> urla una voce calda, rude, bella. Talmente bella che riesce, pian piano, a calmarmi.
Sono al sicuro ora? Nessuno verrà a prendermi?
Spalanco gli occhi terrorizzata e muovo freneticamente la testa alla ricerca di quel mostro, pronto ad assalirmi di nuovo. Ma non c'è più nessun Colton per il momento, è andato via ed io mi lascio cullare da questo piccolo momento di pace.
Faccio dei bei respiri profondi, mi rilasso e chiudo gli occhi per allontanare del tutto i ricordi che mi stanno consumando.
Una mano dolce sulla mia nuca, però, mi fa sbarrare nuovamente gli occhi. Sono allarmata e ho quasi paura di girarmi, ma quando mi volto trovo lui. I suoi occhi bellissimi mi fissano preoccupati.
<<Ehi, bimba, stai bene?>> mi chiede.
<<Scusa.. io.. non volevo farti preoccupare.>> rispondo impacciata e delusa da me stessa.
<<Non preoccuparti, Sarah. Ci sono io adesso.>> mi sorride.
Spinta non so da quale forza, mi appoggio sul suo petto e mi stringo forte a lui.
Profuma di casa. Profuma di pace. Di una pace che cerco ma che non otterrò mai. Profuma di seconde possibilità.
<<Ehi, Damian, la ragazza sta meglio. Adesso puoi calmarti.>> dice un'altra voce maschile più dolce.
Damian.
Damian. Damian.
Si chiama Damian.
DAMIAN.
<< Damian .>> sussurro il suo nome.
Cerco Alana con gli occhi e la trovo lì che mi fissa consapevole.
Lei sa che significato ha avuto e ha tuttora quel nome per me.
Damian.
Il mio Damian.
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