Capitolo 26
'Accidenti, dove sono tutti?' mi chiede con il fiatone e gli occhi serrati.
È bellissimo anche così..
'Non so come sia successo, ma si sono spostati al tavolo' sussurro con la bocca riarsa e con lo stomaco in subbuglio. Sono eccitatissima e lui lo sa, cavolo.
Abbiamo ancora le gambe intrecciate e sono felice che mia fratello non sia qui a vederci, altrimenti il mio Damian sarebbe già morto.
Non si fida di nessuno e non so come o perché stia dando un'opportunità al mio bellissimo e super eccitante Adone.
Il citofono suona e rovina questo magico momento, in cui tutti i momenti brutti della mia vita sembravano essere spariti.
Mi sono sentita sua quando ha appoggiato una mano sul mio seno... e quando ha stimolato il mio povero capezzolo.
Vorrei che lo rifacesse, ma non so come dirglielo o come farglielo capire.
Se si ferma a quello va bene, anche se, quando sono sommersa di piacere, vorrei che andasse oltre e che la sua mano scivolasse più giù.
Sempre più giù, fino a quel puntino che, inaspettatamente, mi duole da quando l'ho conosciuto.
Sento Trev andare ad aprire la porta e prendere le pizze e non vorrei altro che restare qui con le mani e la bocca di Damian su di me.
'Non guardarmi così.' mi ammonisce con una strana luce negli occhi.
Sembra affamato quanto me.
'Guardarti come?'
'Come se volessi stenderti su questo divano e spalancare le gambe.. per me.' mi accarezza la guancia con le dita ed io mi surriscaldo.
Cavoli, mi piace quando è così spinto.
'Ehi, piccioncini! Volete venire o no? Vi state consumando con gli occhi' sogghigna Mike con la sua solita mano sul fianco che mi fa sorridere.
Si dirige verso di noi e appoggia la mano sul petto del mio ragazzo.. sono gelosa!
'Su, andiamo.... Adone.' mi fa l'occhiolino e se ne va.
Damian ha la bocca e gli occhi spalancati ancora confuso, ma quando si rende conto di cosa ha detto Mike, getta la testa all'indietro e scoppia a ridere.
'Il tuo amico è un fenomeno!' esclama con un sorriso straordinariamente enorme.
Lui sorride. Io sorrido. È inevitabile.
Ci guardiamo, ma poi il suo telefono squilla e fa distogliere il suo sguardo incantatore dal mio.
Appena vede chi è, aggrotta la fronte confuso e corruccia le labbra.
'Chi è?' gli chiedo, mentre fisso estasiato quelle labbra arricciate.
'Strano.. è mia madre. Ti spiace se rispondo?'
'No, fà pure, deve essere importante.'
'Infatti, vado nella tua stanza.' Entra nella mia camera e chiude la porta, ma poi mi chiedo come faccia a sapere che quella è proprio la mia stanza.
Mi stringo nelle spalle un po' disorientata e mi dirigo in cucina, per raggiungere gli altri.
'Ehi! Dov'è il mio fratellino perennemente eccitato?' chiede Trenton e io rido a quella descrizione decisamente appropriata.
'È nella mia camera, vostra madre ha appena chiamato.' La sua fronte si aggrotta proprio come quella del fratello poco fa e la cosa mi sorprende.
Una madre non dovrebbe chiamare sempre i propri figli?
Curiosa di che piega prenderà la situazione, vado vicino a mio fratello e mi siedo, contenta del fatto che alla mia sinistra c'è una sedia anche per Damian.
'Bimba, come va?' mi chiede mio fratello con in mano una birra gelata.
È nervoso..
'Bene, Trev. Benissimo.' mi accoccolo, felice come non mai, sul suo petto e lui mi accarezza i capelli con la mano libera.
Sospiro beata e gli bacio il petto proprio come quando eravamo bambini.
'Vado a prendermi una birra, tu ne vuoi una,Trent?' la voce di Kate lo fa irrigidire e mi innervosisco a mia volta.
Perché deve essere tutto così difficile?
'Eravate amici, Trev..' sussurro e lo guardo con occhi tristi.
Sospira frustrato e volge lo sguardo verso la porta della cucina.
'Abbiamo fatto una cazzata.' mormora, ma il suo sguardo è assorto, perso chissà dove.
'siete andati a letto insieme?' non capisco come noi ragazze non ci siamo accorte di nulla e soprattutto quando sia successo.
'No, ci siamo fermati un attimo prima. Eravamo ubriachi fradici.' Si scioglie dall'abbraccio e si infila le mani nei capelli, proprio come quando è nervoso.
Appoggio una mano sul suo enorme braccio per rassicurarlo, ma poi rientra Kate con due birre e quando volge il suo sguardo verso mio fratello e le passa un lampo di dolore negli occhi, rimango sorpresa. Quel suo sguardo dice tutto.
La mia amica è innamorata. Di Trev.
Ma lei aveva detto che non si sarebbe innamorata mai..
Forse perché già lo era di tuo fratello, sciocca! ecco la vocina interiore che ritorna e mi ricorda quanto a volte io sia stupida.
Kate è sempre stata diversa con Trevor, sempre.
Eppure ci conosciamo da quando eravamo bambini: i nostri genitori sono ancora oggi vicini di casa, dunque noi siamo cresciuti insieme.
Pensavo che Trev la ritenesse una sorella e invece.... altro che sorella!
'Cazzo, gente, sono passati già cinque minuti. Le pizze si fredderanno!' esclama un Trenton molto affamato.
Mike allunga la mano per prendere una fetta ma io gli dò un sonoro schiaffetto e lo ammonisco: 'dobbiamo aspettare Damian!'
Appena lo nomino, lui, magicamente, entra nella stanza e viene a sedersi accanto a me.
'Cosa succede, fratello?' gli chiede Trent.
Damian con un braccio mi attira a sé fino a che non c'è nemmeno un millimetro a separarci e con l'altro prende una birra e se la porta alle labbra.
Adesso non sono più tanto interessata a quello che sta per dirmi, ma alla sua bocca e al movimento della gola quando ingoia.
'Si tratta di Joshua.' esclama il mio bellissimo ed io lo guardo stranita.
'Joshua?' domanda Trent e noto che adesso Damian ha attirato completamente la sua attenzione.
'Già, si è ammalato. Sta molto male da quanto mi ha raccontato la mamma.'
'Chi è Joshua?' chiede Delilah.
È sempre stata quella più curiosa tra noi. Oltre a Mike ovviamente.
'Il nostro patrigno.' ribatte Trent con un espressione preoccupatissima.
'Dovrete andare a trovarlo, suppongo.' si intromette mio fratello con il suo sguardo solidale e sicuro che fa sciogliere anche i cuori più duri.
'Beh, si. Direi di sì.' Damian mi guarda e capisco che mi sta ponendo implicitamente una domanda.
Non vorrà mica che lo accompagni?!
Scuoto la testa, con gli occhi sgranati, e lui sembra abbattuto. Forse è importante..
'Siete molto legati?' chiede Kate, molto meno esuberante rispetto alle altre volte e mi chiedo se sia l'influenza di Trev o dei due bellissimi gemelli.
'Abbiamo vissuto con lui per sedici anni o forse più, è naturale.' ribatte Trent, che dà un altro morso alla sua fetta di pizza.
'Non mangi, tesoro?' Damian mi mormora all'orecchio preoccupato e mi rendo conto solo adesso di aver mangiato praticamente nulla.
'Che succede?' mi prende il mento tra le mani e mi fa un'altra domanda, mentre io mi perdo in quei suoi occhi straordinari.
'Nulla, sono preoccupata per te.' sussurro e abbasso gli occhi, perché in effetti lo sono.
'Vorrei che venissi con me, perché mi mancherai terribilmente ma capisco che è ancora troppo presto.' mi dà un dolce bacio sulla bocca per poi riprendere a mangiare ed io mi lecco le labbra come una stupida per sentire il suo sapore.
Abbasso la mano sotto il tavolo e l'appoggio sulla sua coscia con fare rassicurante, ma lui in risposta si ferma con il boccone a mezz'aria e mi fissa.
Cos'ho fatto?
Gli lanciò uno sguardo interrogativo e lui, stringendosi nelle spalle, mi sorride come un ragazzino.
In questo istante sento di amarlo alla follia.
E anche l'attimo dopo quando, teneramente, mi lascia un bacio umido sulla guancia imporporata perché so che mio fratello ci sta guardando di sottecchi.
Riprendo a mangiare come se nulla fosse successo e ingollo un enorme sorso di Coca Cola, una delle mie bevande preferite insieme alla birra e alla sprite.
Kate è l'unica a bere birra insieme agli altri ragazzi, è sempre stata l'animo ribelle del gruppo. E credo che questo suo volersi impuntare a tutti costi sia dovuto alla sua infanzia e alla sua mamma severa e iperprotettiva.
Lascio la pizza a metà, incapace di mangiare altro, ma Damian si arrabbia un po' e comincia a imboccarmi letteralmente.
E visto che ci siamo, metto su un bel broncio perché non voglio mangiare altro e lui scoppia a ridere, per poi abbracciarmi e baciarmi sulla testa.
Dopo che Trev si fionda sui resti della mia pizza, ci alziamo tutti e ci spostiamo nel soggiorno per vedere L'alba del giorno dopo, su richiesta di Trenton.
Tutto sommato è un bel film, solo che non mi piace il genere, preferisco più i film d'avventura o quelli comici che ti fanno sbellicare dalle risate anche il giorno dopo.
Appena finito il film, cominciamo a sistemare tutto e ad uno ad uno vanno via, fino a quando non restiamo io, Damian, Trev, Trenton, Alana e Kate.
'Dovrei proprio andare, domani dobbiamo lavorare.' mi dice all'orecchio il mio Adone.
Siamo tutti in piede e lui è alle mie spalle che mi abbraccia da dietro.
Si, avete capito bene.. non ho più paura quando siamo in questa posizione o almeno il pensiero di Damian prevale su quello di Colton.
Vorrei tanto avere forza e coraggio per fare l'amore con lui e dimenticare l'altro per sempre.
Vorrei. Tanto.
Appoggio la testa sul suo petto caldo e la alzo per guardarlo. 'Andiamo a farci un giro?' gli chiedo perché voglio parlargli di quello che è successo sul divano.
I suoi occhi scintillano compiaciuti e acconsente.
Mio fratello lo guarda severo ed io mi compiaccio di avere due uomini così nella mia vita.
Pronti a tutto pur di proteggermi e salvarmi.
'Ti do mezz'ora.' Trent lo ammonisce scherzoso e Damian alza gli occhi al cielo con un sorrisetto che mangerei volentieri.
'Facciamo quaranta minuti!' esclama il mio adone e tutti scoppiamo a ridere, ma sappiamo che Trev in fondo dice sul serio.
'Come mai sei così accondiscendente con Trev?' chiedo mentre saliamo in macchina e lui mi da la stessa meravigliosa risposta di un po' di tempo fa: 'voglio far parte della tua famiglia, non distruggerla.'
Gli butto le braccia al collo e lo bacio veemente. Ne ho così tanto bisogno, che il centro del mio piacere implora sollievo e un po' di pietà.
'Ehi..' mi sorride con quelle sue labbra gonfie e accende l'auto.
Fa il giro del palazzo cosicché ci troviamo sulla parte posteriore della struttura, abbastanza tranquilla.
'Allora? Come mai mi ha chiesto di fare un giro? Di cosa volevi parlarmi?' chiede sfrontato, come se già sapesse.
'Maah.. nulla, volevo stare un po' sola con te e baciarti fino a farti girare la testa.' alzo la testa indispettita, ma poi arrossisco quando incontro il suo sguardo famelico.
'Accomodati, sono tutto tuo.' appoggia le mani su quelle cosce di pietra e aspetta.
Mi martorizzo le dita delle mani, incapace di fare il primo passo e lo guardo timida.
Allora capisce e mi solleva sulle sue gambe, come se fossi una bambina di cinque anni.
'Devi imparare ad aprirti, Sarah. Siamo solo noi due, nessuno ti vede.'
'È che tu sei così bello, mi intimidisci.. e poi ho paura.' confesso e serro gli occhi timorosa.
'Paura di cosa?'
'Di perdere di nuovo la testa e scappare via da te.' mi sento sconfitta dal passato non appena sento le lacrime raggiungere gli occhi.
Ma lui mi appoggia con decisione la mano sulla nuca e mi fa dimenticare.
'Non succederà, dimmi di cosa hai bisogno..' le nostre bocche si trovano a un millimetro di distanza ed io vorrei tanto tirare un po' fuori la lingua e leccare quelle labbra invitanti.
'Mi è piaciuto quello che è successo sul divano, prima.. le tue mani su di me.' evito il suo sguardo e lo sento inspirare sonoramente.
Fa scivolare delicatamente una mano fin sotto al mio seno e stringe impercettibilmente, ma il mio corpo eccitato lo sente eccome.
'Qui?' chiede mentre continua a massaggiare ed io annuisco, con il cervello praticamente in orbita.
La sua mano sale ancora di più, fino a fermarsi sul mio seno turgido e mi reclama, mi marchia. Per sempre.
'Oh, Damian.. è così bello.' ansimo del tutto fuori controllo.
Lui si avvicina e mi lecca alla base del collo, dandomi il colpo di grazia.
Sto male, ho bisogno di.. di liberarmi.
Inarco la schiena e gli offro i miei seni e i miei capezzoli turgidi. Ma poi Damian me ne stringe uno tra le mani ed io grido di piacere.
Oh...
'Cristo santo, voglio scoparti. Farti mia..' Ringhia, stando attento a tenere lontano la sua erezione vistosa dal mio fianco.
Con impeto, mi sistema a cavalcioni sulle sue ginocchia e mi appoggia la schiena sul volante dell'auto.
Ci guardiamo negli occhi e la sua mano si ferma sul fiocchetto rosa della mia canottiera.
Annuisco alla sua domanda muta e lui scioglie il piccolo fiocco, mostrando il mio reggiseno bianco di pizzo.
'Oh.. sei così bella, Angelo.' la sua mano scivola sul petto e temo che riesca a sentire il battito furioso del mio cuore.
La mano lascia il posto alla sua bocca che venera la mia pelle con piccoli bacetti.
'Così dolce..' continua con questa lenta agonia, leccando lungo il bordo del mio reggiseno.
'Oh mio dio..' urlo impazzita e butto la testa all'indietro, mentre le mie dita si infilano tra i suoi capelli di seta.
Mi scosta una coppa e scopre un capezzolo turgido e pronto per essere morso.
'Devo assaggiarti.' esclama affamato e lo fa.
Mi si mozza il respiro al tocco della sua lingua, mentre i capezzoli mi si induriscono al punto da causarmi fitte al seno.
Ansimo per l'eccitazione e mi gira la testa mentre la carne tra le mie gambe freme di desiderio.
'Oh, Sarah.. scommetto che sei altrettanto buona anche lì sotto. Molto presto berrò il tuo piacere, lo sai vero?' cantilena, facendo scorrere la lingua implacabile su un capezzolo e martoriando l'altro con le dita.
I miei fianchi si inarcano spontaneamente, il mio corpo si tende verse il suo.
Implorante. Bisognoso.
'Ti prego, ti prego ..' imploro, ma lui è implacabile.
'Cosa vuoi, Sarah?' chiede con il respiro corto, continuando a leccare, succhiare, titillare e ancora e ancora.
'V-voglio venire!' singhiozzo, così vicina all'orgasmo da sentirne il sapore.
Mi prende le natiche tra le mani e, gemendo, fa oscillare i suoi fianchi per andare incontro al mio clitoride così voglioso.
La sua lingua saetta intorno al mio orecchio, e poi spinge il suo pene caldo e duro contro di me nello stesso momento in cui la sua mano tira i miei capezzoli.
'Damian!' urlo, mentre lo cavalco alla ricerca disperata dell'orgasmo e non penso più a niente se non a noi due e a quanto mi sia innamorata in così poco tempo.
Con mosse esperte, continua a strofinare ripetutamente le mie parti più sensibili.
'Ti desidero così intensamente' geme mentre ruota furiosamente i fianchi, ed io emetto un lamento, accecata dalla passione per lui.
'Per favore. È troppo bello con te, Damian.. oddio.' sono fuori controllo e lui alza la testa per guardarmi, scegliendo questo momento per pizzicarmi i capezzoli abbastanza forte da infliggermi un po' di dolore e.. farmi venire.
Per la prima volta in assoluto.
Per la prima volta in assoluto il mio piacere viene per prima.
Per la prima volta vengo venerata come una dea.
Per la prima volta mi sento una sirena.
Ma, soprattuto, per la prima volta mi sento a casa, al sicuro, amata.
L'orgasmo mi colpisce come un'esplosione devastante.
Un calore pulsante si propaga dentro di me a ondate successive, facendo contrarre la mia vagina e tutto il mio più intimo essere.
Grido: dapprima un suono inarticolato di agonizzante piacere, poi il suo nome. E continuo a invocarlo, mentre affonda il suo magnifico membro contro di me, prolungando il mio orgasmo.
Crollo su di lui, senza forza ma con il cuore pieno d'amore, e mi avvolge in un abbraccio.
'Mi prenderò sempre cura di te, Angelo.' mi sussurra con un bacio dolce e silenzioso, mentre mi viene in mente una sola cosa che vorrei dirgli: Tiamo.
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