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Capitolo 24

Sono passati due giorni da quando siamo usciti insieme e mentre preparo l'ennesimo caffè mi ritrovo a pensare alle sue carezze e a tutte le cose che mi ha detto.

Ci siamo mandati un'infinità di messaggi e abbiamo parlato per ore al telefono di tutto e di niente tanto che mi ritrovo con gli occhi stanchi a causa del tanto sonno.

'Ecco a lei.' sorrido come un'automa e passo alla prossima ordinazione mentre Alana si occupa di servire e pulire i tavoli: ci alterniamo così non ci stanchiamo mai troppo.

'Cosa c'è, bimbetta? L'uomo sexy e misterioso di cui mi ha parlato Alana ti ha tenuta sveglia tutta la notta?' Mrs Lockwood fa su e giù con le sopracciglia ed io scoppio a ridere.

'Ma no, nonnina! Di cosa stai parlando?!' si, avete sentito bene, l'ho appena chiamata nonnina. Lei vuole così e a me piace.

La mia nonna materna, Helena, non ha voluto più avere nulla a che fare con noi in seguito alla morte della mamma e anche se non l'ha mai detto mi ha sempre ritenuta colpevole della morte di mia madre.

Mentre l'altra mia nonna, Gretchen, é lontana, a Manchester, e Jocelyn è con lei.

Mi mancano tanto, cavoli! Forse dovrei andare a trovarle più spesso..

'Cos'è quel broncio, Angelo?' mi immobilizzo appena sento quella voce che amo tanto e che mi fa scaldare tra le gambe.

Mi giro lentamente per paura che sia frutto della mia fervida immaginazione, ma appena vedo Mrs Lockwood con occhi e bocca spalancati sono sicura che lui è qui, dietro di me. E che mi sta squadrando dalla testa ai piedi.

'Ti stanno bene questi pantaloncini, Angelo, ma..' ha gli occhi fissi sulle mie gambe ed io mi ritrovo a stringerle l'una contro l'altre alla ricerca di un po' di sollievo.

'ma c-cosa?' chiedo con le guance di un acceso color porpora.

'Ma non fa un po' troppo freddo?'

Ho la sensazione che questa non sia lo domanda voleva farmi ma rispondo lo stesso: 'c'è il riscaldamento e alla fine del turno ci cambiamo, questa è la divisa che dobbiamo indossare.'

Guardo imbarazzata la mia divisa lavorativa e ho il dubbio che le mie mutandine siano bagnate in qualche punto.

'Capisco, prendo un cappuccino.' si volta e va a sedersi al tavolo più lontano.

Cosa? È venuto qui per un cappuccino?
Un cavolo di cappuccino?!

Aggrotto la fronte perplessa e un po' delusa e mi volto per preparagli il suo stupido caffè.

Che diamine gli prende adesso?

'Caspiterina, ragazza! Quello è.. è quello il ragazzo che ti fa la corte?!' urla la nonnina e io sorrido amara.

'Già, così sembra.' mormoro e prendo un'altra prenotazione.

'Oh, per tutte le creature della terra! Ti fissa da quando si è seduto e, caspita, ti sta mangiando con gli occhi!' esclama con un grosso sorriso sulla faccia ed io ho paura di voltarmi.

Che vada al diavolo anche lui!

'Su, ci penso io qui, vai da lui e prenditi una  pausa!' mi caccia letteralmente ed io mi dirigo verso di lui con il cappuccino sul vassoio.

A metà strada incontro Alana che mi sorride complice, ma io resto impassibile e sommersa di dubbi.

'Straccialo, amica!' squittisce la mia migliore amica.

'Eh?' non capisco a cosa si riferisca e la guardo perplessa.

'Fallo impazzire, tu puoi!' continua per la sua strada e sento la sua risatina dolce mentre io mi dirigo, in preda all'insicurezza, verso il suo tavolo.

'Ecco il tuo cappuccino.' senza guardarlo, appoggio la tazza fumante sul tavolo e faccio per girarmi ma la sua voce mi ferma: 'Dove vai, Angelo? Siediti.'

Mi giro impettita e lo guardo fumante di rabbia: 'prima vieni qui con quel tuo tono indifferente e adesso vuoi che mi sieda? Vai al diavolo, Damian!'

Alla mia esclamazione si alza e mi accarezza le braccia, mentre i suoi occhi intensi incontrano i miei e sorridono.

Stringo gli occhi a fessura nel tentativo di capire cosa accidenti gli stia passando per la testa e aspetto.

'Mi sono comportato in quel modo perché non volevo metterti in difficoltà, piccola. Avrei voluto prenderti e baciarti contro il muro o sul bancone, ma tu stai lavorando.' la sua voce si fa sempre più roca a ogni parola che dice ed io mi eccito come mai prima d'ora e lo fisso tutta rossa in viso ed estremamente imbarazzata.

'Pensavo volessi soltanto un caffè' mormoro piano ed abbasso lo sguardo per non incontrare il suo.

Che stupida.

Mi bacia sulla punta della testa e mi fa sedere.

'Perché sei venuto allora?'

'Perché due giorni lontano da te sono troppi. Avevo bisogno di assaggiarti e di sentire il tuo profumo.'

Mi protendo verso di lui, incapace di stargli  lontano, e lo bacio dolcemente.

Quando mi allontano lui ha ancore gli occhi chiusi, ma la vista della sua lingua che lecca il suo maledetto labbro superiore mi fa uscire fuori di testa.

È una sensazione strana, che non ho mai provato, nemmeno durante le prime volte che ho fatto sesso, quando Colton si comportava bene.

Non mi sono mai sentita così con lui, eppure all'inizio credevo di esserne innamorata.

Ero eccitata quanto può esserlo una ragazzina di 19 anni, ma adesso sono una donna con delle cicatrici che nascondono voragini.. e il mio livello di eccitazione è semplicemente triplicato, anche se non mi spiego il perché.

Dovrei essere disgustata dal tocco di Damian, ma le sue mani su di me mi fanno sentire viva anche se la paura serpeggia sempre nei recessi della mia mente, pronta a raffiorare in qualsiasi momento.

'Anche tu mi sei mancato, Damian.' sussurro contro la sua bocca e gli sposto una ciocca di setosi capelli neri che gli è appena cascata davanti agli occhi.

'Oh, Angelo..' la sua voce è più profonda del solito e appena chiude gli occhi al mio tocco, me ne compiaccio perché significa che mi apprezza e che mi vuole davvero.

'Si farà freddo.' sorrido e con la testa indico il suo cappuccino.

'Non mi importa, se vuoi bevilo tu.' mi fa l'occhiolino ed io divento creta tra le sue mani.

Meglio se passiamo ad un argomento più leggero.

'Allora, andremo davvero sul London eye, sabato?' chiedo eccitata all'idea del mio primo appuntamento romantico di tutta la mia vita.

'Ovvio che si, mia bellissima. Verrò a prenderti alle undici. Intendo passare tutta la giornata con te.' esclama sorridente ed io ricambio.

Non posso aspettare fino a sabato, però.. devo fare la mia mossa, altrimenti qualche stronzetta me lo porterà via.

'Ti andrebbe di vederci stasera?' esclamo tutto d'un fiato, tanto che ho la sensazione che non mi abbia capito.. ma il suo sorriso felice mi fa capire che non è così.

'Speravo che me lo chiedessi, ma non credevo di essere così fortunato! Chiedimelo di nuovo, forse sto sognando!' ammicca con fare spiritoso ed io scoppio a ridere.

Gli do uno schiaffetto sul braccio e gli propongo di venire da me.

'Io, Trev e le ragazze ci riuniamo sempre a casa mia per un film ed una pizza il martedì.'

'Mi piace l'idea! Posso portare anche Trent?' chiede mentre con il pollice mi accarezza l'angolo del bocca per poi chinarsi e lasciare un bacio umido che mi fa fremere.

'Porta chi vuoi, basta che tu venga.' affermo quasi disperata e i suoi occhi intensi mi fanno capire che se n'è accorto e che ha capito.

'Ci sarò, tesoro, a patto che tu venga a casa mia giovedì.'

'a-a casa t-tua?' balbetto come una cretina e l'ansia mi attanaglia le viscere.

'Si, sciocchina.. anche noi ragazzi ci rilassiamo ogni tanto. Porta i tuoi amici, ci divertiremo.' ride di fronte alla mia reazione ed io lo colpisco con un altro effimero pugnetto.

'Non prenderti gioco di me, mascalzone!'

'Maai, tesoro mio, mai.' ride contro il mio collo e la sua risata riverbera dentro di me, rendendo le mie gambe di gelatina.

'Adesso, però, devo andare. Se lascio solo Trent ancora per un po', mi ammazza.' si alza con il sorriso sbarazzino che tanto amo e che lo fa sembrare ancor più giovane.

Ma... aspettate! Io non so quanti anni abbia.

'Merda!' esclamo inconsapevolmente ad alta voce e sento di nuovo il calore concentrarsi sulle mie guance.

'Che succede?' chiede mentre ride ed io divento ancora più rossa.

'Nulla, solo che non so quanti anni hai, cavolo!' mi nascondo dietro la lunga chioma e aspetto impaziente che risponda.

'Ho 27 anni, piccola' dice mentre accarezza la collana che ormai porto sempre da quando me l'ha regalata.

Sembra più grande e i suoi occhi nascondono più di quanto non vogliono ammettere, proprio come me.

'Oh, sei più piccolo di mio fratello di due anni!' esclamo mentre gli aggiusto la cravatta nera come i suoi occhi.

Guardo famelica il suo corpo nascosto dal completo e mi immagino a passare le mani su tutta questa pelle ambrata e calda.

'Non guardarmi così, Angelo altrimenti nemmeno il tuo vecchio e gigante fratellone potrà fermarmi.' geme sonoramente e la ragazza al tavolo ci lancia un'occhiataccia.

Invidiosa!

'Ciao, Sarah!' sento una voce gentile chiamarmi  dietro di me e mi volto per capire a chi appartiene.

È il mio vecchio amico dell'Università: Ben.

'Ehi, Ben! Come va?' lo saluto con la mano e sento Damian irrigidirsi dietro di me.

'Alla grande. Non ci siamo più sentiti, dovremmo uscire qualche volta.' esclama con quei suoi occhi verdi e gentili come sempre, ma so che la palla demolitrice dietro di me sta per abbatterlo.

E proprio come mi aspettavo sento il suo braccio appoggiarsi possessivamente sulle mie spalle.

Il biondino spalanca gli occhi alla vista di un Damian decisamente piccato.

'Piacere, sono il suo ragazzo.' il mio Adone allunga la mano verso Ben e si presenta.. come il mio ragazzo!

Ha appena detto che è il mio ragazzo?!

Oh, mamma che caldo!

Mi sventolo con la mano e lo guardo di sottecchi, mentre Ben si presenta e gli stringe la mano con decisione.

'Bene, allora ci si rivede Sarah. Sei bellissima come sempre.' mi sorride calorosamente ed io ricambio, poi i suoi occhi incontrano per un'ultima volta quelli del mio ragazzo e se ne va.

Damian mi stringe a sé e prima di andarsene anche lui, mi fa voltare repentinamente e mi bacia con passione.

Le nostre lingue si incontrano ed io gli stropiccio la giacca tra le mani.

Che selvaggia sono diventata.

Lui con una mano alla base della schiena mi avvicina a sé e i nostri corpi sono perfettamente allineati, nonostante la notevole differenza di altezza.

La sua mano sale e mi afferra la nuca, i suoi denti mordono il mio povero labbro inferiore ed io dovrò letteralmente cambiarmi le mutandine, per quanto sono bagnata..

'Sei mia e di nessun altro.' mi dà un'altra feroce e intensa leccata e se ne va.

Mentre mi vengono in mente le parole di Alana e mi rendo conto che è stato lui ad annientare me.

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