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Capitolo 23

'Cosa le è successo?' trasalisco e lo guardo comprensiva.

Se è quello che penso le sia successo, so cosa si prova e lo sa anche lui..

'Non posso dirtelo, Sarah. Lei non è pronta a dirlo al mondo, proprio come non sei pronta tu.' chiude gli occhi affranto e le sue nocche stringono talmente tanto il volante che si fanno bianche.

Guardo come si dispera e si chiude in se stesso e mi torna in mente Trev, il suo dolore, la sua rabbia, la disperazione e soprattutto il senso di impotenza che quasi l'ha distrutto.

Con un gesto affettuoso e solidale, gli accarezzo il braccio su e giù, poi faccio salire la mia mano fin sulla spalla e lo sento irrigidirsi ulteriormente.

Faccio per togliere la mano, ma lui fulmineo la prende e la riporta dov'era.. con più sicurezza, allora, accarezzo le sue mani strette al volante e che, al mio tocco, si rilassano un po'.

Salgo su per il braccio, fino ad arrivare al suo collo che massaggio con le mie dita calde. Appena sento un gemito uscire dalla sua bocca, mi scaldo tra le gambe e allora le serro imbarazzata.

È una cosa talmente nuova per me che non so cosa fare e allora continuo semplicemente ad accarezzargli i capelli sulla nuca.

'Continua' bisbiglia con la voce più arrochita del previsto.

Allargo le dita e gli accarezzo lo scalpo, lui si china e appoggia la testa sul volante e la volta verso di me.

Apre gli occhi e le pupille sono dilatate al massimo, fa un respiro profondo e con uno scatto riappoggia la testa sul poggiatesta del seggiolino e si contorce allargando le gambe.

Il movimento attira la mia attenzione e rimango allibita di fronte alla protuberanza che gli gonfia i pantaloni eleganti.

È senza giacca, quindi non può nascondere la sua eccitazione ed io sgrano gli occhi perché, stranamente, non ne ho paura.

Forse perché non la sta premendo su o dentro di te come faceva lui, cara.. mi redarguisce la vocina ed io rispondo con una smorfia.

Allontano la mano dal suo collo e lui con lo sguardo segue la direzione della mia mano che, alla fine, si posa sulle mie gambe scoperte.

Si mordicchia il labbro inferiore in sovrappensiero ed io socchiudo le mie, tutto ad un tratto aride e secche, per poi bagnarle con la lingua.

'Ti senti meglio, Damian?' piego leggermente il capo e lo fisso in attesa di una risposta.

Invece di rispondere alla mia domanda, lui mi si avvicina in silenzio e poggia una mano al lato del mio capo sul poggiatesta, mentre l'altra lungo la portiera della sua bellissima auto.

Le punte dei nostri nasi si toccano, incliniamo il nostro viso mentre cerchiamo di regolare i nostri respiri pesanti e poi lui, senza chiedermelo, appoggia le sue labbra bisognose sulle mie.

'Non ce la faccio più, piccolina' mi prende la testa tra le mani e mi infila la lingua in bocca.

I miei capelli neri, che tanto adora, sono riversi sulle nostre braccia e lui ne stringe una ciocca con il pugno destro.

Gli succhio la lingua mentre ingoiamo i nostri ansiti e lui geme sommessamente. I suoi baci sono una liberazione per me.

Si stacca furioso e si gira dall'altra parte.

'ehi..' non volevo affatto fermarmi; se prima non sopportavo nemmeno che mi sfiorasse, adesso necessito anche un breve tocco.. 

Mi sento vuota senza di lui.

'Perché ci siamo fermati?' mi imbroncio e mi sporgo verso di lui per riprendere il bacio.

Lui alza la testa verso il tetto interno dell'auto e chiude le mani a pugno sulle sue cosce, mentre noto che la patta dei pantaloni è gonfia più che mai.

'Se continuiamo non riuscirò a fermarmi, Sarah. Sto impazzendo e..' si interrompe d'un tratto e sorride amaramente.

'e?' lo sollecito, ma lui sembra essersi perso nei suoi pensieri.

'E ho bisogno di una doccia fredda, Agelo.' mi guarda con fare sensuale e la mia testa va letteralmente a fuoco.

Accidenti!

'Aah.. b-beh..' oddio, 23 anni e balbetto ancora come una cretina di fronte a queste insinuazioni.

A volte vorrei proprio essere Kate, lei saprebbe cosa dire!

'E soprattutto della mia mano...' mi dà il colpo di grazia ed io spalanco la bocca incredula in risposta alla sua sfacciataggine.

Scoppia a ridere di fronte alla mia stupida innocenza e poi mi accarezza i capelli con tenerezza.

'Devi abituarti a me, Angelo. Ci andremo piano, te lo prometto.'

'Davvero?' un'onda di desiderio mi assale e  la mia parte irrazionale vorrebbe che mi prendesse qui e ora, con fervida passione.

'Si, ti voglio.' mi dà un bacio umido sulla bocca ed io sento di volere qualcosa di più..

'Toccami.' sgrana gli occhi al mio sguardo risoluto e scuote la testa in segno di diniego.

'Cosa hai detto?' sembra davvero incredulo.

'Voglio che mi tocchi. Però, delicatamente.. come sai fare solo tu.' gli prendo la mano che teneva appoggiata sulla sua coscia e l'appoggio sul mio ginocchio.

Sibila tra i denti e a me viene la pelle d'oca appena la sua mano calda tocca il mio ginocchio, facendo tornare in vita parti del mio corpo appassite, morte precisamente quattro anni fa.

La sua mano gigante sale di poco e il suo pollice mi sfiora l'orlo del vestito.

'Oh, dio..' la mia voce trema mentre il suo pollice riporta in vita quel pezzo di pelle.

Tra i miei ansiti e i suoi gemiti mi ritrovo a chiuder gli occhi, in preda all'estasi, ma mi rendo conto di aver fatto la mossa sbagliata appena mi si para davanti il suo incancellabile ricordo.

Le sue mani scorrono frenetiche sulla mia pelle, mi graffiano inconsapevoli, alla ricerca del traguardo, ma di questa situazione nessuno ci gode.
Solo lui.
Solo le sue mani.
I suoi occhi cattivi.
La sua anima nera.
Il mostro invincibile che abita dentro di lui.

'Ehi, mio Angelo.. calmati.' dondolo leggermente e appena sbatto le palpebre, che fino a quel momento ho tenuto spalancate, mi rendo conto di essere sulle sue gambe e tra le sue braccia.

Mi rendo conto di essere con Damian..

La mia bocca comincia a tremare così come le mie mani.. 'Perdonami, Adone' imploro che mi perdoni, per la milionesima volta.

Mi guarda accigliato ed io alzo le sopracciglia stanca e perplessa per la sua strana reazione.

Cosa c'è? Cosa ho detto adesso?! Faccio sempre qualcosa di sbagliato...

'Adone?' un sorrisetto furbo gli affiora sulle labbra, che prima erano tese in una linea dura, e nei suoi occhi preoccupati passa un lampo di malizioso divertimento.

Oh... no.

Cazzo. CAAZZO.

Mi nascondo dietro i capelli e mi rifugio con la testa sul suo collo per non mostrare la mia faccia bollente.

Diamine, devo avermelo fatto sfuggire e adesso mi ha scoperto!

'Uffa, non prendermi in giro adesso!' esclamo e vorrei solo pestare il terreno con un piede come facevo da bambina.

Getta la testa all'indietro e scoppia a ridere, mentre il mio corpo comincia a tremare perché scocco dai sussulti divertiti del suo corpo.

'Dovrai chiamarmi sempre così d'ora in avanti! Mi piace tanto.' mi sorride radioso e la sua preoccupazione sembra essere scomparsa ma so che è ancora lì, dietro quella maschera che al mondo sa mostrare molto bene.

Ma poi un'improvvisa epifania caccia completamente Colton dai miei ricordi e mi fa rizzare i capelli.

'M-ma sono sulle tue gambe e non sto né tremando, né urlando! Come è p-possibile?'

Solo Trev sa come fare per calmarmi. Nessuno ci era riuscito prima, nemmeno Aly.

'Non so, non sapevo cosa fare e allora ti ho presa in braccio proprio come ho visto fare a Trev la volta scorsa. Ti sei calmata quasi subito.'

Mio dio.. È stato attento perché sapeva che sarebbe successo di nuovo ed è riuscito perfettamente nel suo intento.

'Oh, forse non deve essere stato un vero e proprio attacco di panico.' mento perché non voglio fargli capire quanto io già dipenda da lui e dal suo calore.

'Comunque sia.. era troppo presto, Angelo.. non avremmo dovuto esagerare. Hai chiuso gli occhi e non eri più con me..'

Chino il capo come se fossi stata appena sgridata e in effetti mi sento del tutto sconfitta.
L'ho deluso un' altra volta.

'Forse hai ragione, non c'è speranza per me Damian, mi dispiace.' sento qualcosa di caldo scorrermi sul viso e mi accorgo che sto piangendo.

Ho avuto un attacco di panico mentre quest'uomo bellissimo e dolcissimo cercava di farmi stare bene e quando mi sono ripresa non sono andata del tutto in confusione, ma sono rimasta più o meno calma. Ma non è stato sufficiente per tenere viva la nostra storia.

Faccio per scendere dall'auto mentre mi scappa un singhiozzo, ma lui mi ferma.

'Sarah, guardami.'

'No, va bene così, davvero. Grazie della serata.' apro la portiera, ma lui con una sola mano mi riporta sulle sue possenti ginocchia.

'Sarah, non scappare da me, per favore. Non lo sopporto.' alza un po' la voce ed io mi trovo a mirarlo sorpresa, mentre lui con le dita mi accarezza la pancia e mi fa rilassare all'istante.

Adulatore del cavolo!

'C'è speranza per tutti, Sarah, devi credermi.'

'No, per me no. Sono una lastra di ghiaccio, le emozioni che riesci a trasmettermi non sono abbastanza Damian.. Altrimenti adesso sarei guarita e staremmo rotolando nel letto felici.' sbottò furiosa con me stessa mentre mi passo una mano sulla faccia ormai impiastricciata dal trucco e dalle lacrime.

'Come fai a non capirlo? Per tutti quella che la vogliono c'è una via d'uscita ed io sono la tua, come tu sei la mia, Angelo.'

Guardo fuori il finestrino, incapace di incrociare il suo sguardo penetrante.

'Il tuo cuore non sarà mai abbastanza freddo, Sarah. Mai.'

'Ah, sì? E perché? Come fai a saperlo?'

'Perché.. vedi, l'amore ha un potere e l'ho capito quando ti ho incontrata perché ha avuto lo stesso effetto su di me.
Sarah, piccola, l'amore scalda il cuore.' sussurra e mi si mozza il fiato alla sua dolce dichiarazione.

Poi mi afferra la collana col cuore che mi ha regalato -quella con la chiave è custodita nel mio armadio- si avvicina e a labbra contro labbra mi sussurra... 'e per te l'amore porta il mio nome.' mi schiocca un bacio umido sulla bocca e mi accompagna alla porta.

Ci salutiamo mentre io sono ancora frastornata, intontita dalle sue parole che mi hanno trafitto le ossa, i tessuti, gli organi, la pelle, il cuore, l'anima.. quando rientro in casa, infatti, non vado da mio fratello ma dritto nella doccia.

Ancora bagnata mi infilo il pigiama, mi metto a letto, accarezzo le due collane sul comodino e mi scopro a mirare la sua giacca che ho appoggiato sulla sedia.

Mi alzo e la prendo.

Odora ancora di lui..

La indosso e all'improvviso non sento più freddo sulla pelle né dentro al cuore, ma solo amore.

Mi tuffo nel letto e mi raggomitolo nella giacca e, mentre mi faccio pervadere dal suo inconfondibile odore chiudo gli occhi e mi lascio cadere in un mondo in cui non ci sono fallimenti ma solo lui e le sue labbra che mi ripetono continuamente le stesse parole: L'amore scalda il cuore.

L'amore è lui.
Ed io l'ho trovato.

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