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Capitolo 22

Voglio mangiarmelo tutto e sono una fifona perché mi manca il coraggio.

Per non pensarci, mi stringo ancor di più a lui e gli avvolgo le braccia attorno al collo.

Mio dio, che buon profumo! Lo anelo e ne rimango estasiata, tanto da farmi affiorare un sorrisetto dolce sulle labbra.

Lui, ovviamente, abbassa il capo e se ne accorge. 'Cosa c'è? Mi stai annusando, Angelo?' mi chiede con quella sua voce impertinente.

Alzo la testa, che appena cinque minuti fa era affondata nel suo collo, e gli faccio la linguaccia.

Sono patetica!

Lui alza le sopracciglia in risposta ed io scoppio a ridere. 'Sei un cretino!'. Chiudo gli occhi, ancora ridendo, e gli do un piccolo pugno sulla spalla.

Non si sposta di un millimetro e, anzi, rimane serio. 'Perché devi essere così bella, Angelo? Perché?' mi sussurra mentre mi fa scivolare una mano dietro la schiena e mi fa girare insieme a lui.

Mi stringe forte a sé ed è così morbido che posso strofinarmici. E lo faccio, accidenti, strofino la punta del naso lungo il suo collo e lo stringo più forte, ma lui improvvisamente si irrigidisce.

'Cosa c'è?' alzo il capo e lo guardo negli occhi perplessa.

'Nulla.' sembra imbarazzato e i suoi occhi sono diventati ancor più scuri, languidi.

'Dimmelo' bisbiglio e quando lui, senza parlare ma continuando a guardarmi, spinge i suoi fianchi contro i miei, sbarro gli occhi brutalmente impaurita e capisco.

È.. eccitato.

Questo non è mai stato un bene per me, in passato. Anzi, equivaleva a labbra gonfie per i lividi, non per i baci. A trucco sbavato per le lacrime, non per il piacere. A mutandine strappate per la violenza, non per l'eccitazione.

Con sorpresa, però, questa volta non sto morendo di paura, non sto andando in iperventilazione,no.

Mio dio, lo sento attraverso i suoi pantaloni ed il mio vestito e la cosa un po' mi spaventa si, ma stranamente non mi fa uscire di testa.

Anzi. Sono terrorizzata e lusingata allo stesso tempo, oltre che eccitata.

Sento il basso ventre contorcersi, prendere vita e qualcosa che mi bagna le mutandine.

Quella si chiama eccitazione, ma come potresti saperlo se non l'hai mai provata? mi ricorda la vocina e le mie guance si tingono di rosso dall'imbarazzo.

Ma questo non mi ferma affatto... il mio respiro accelera, così come i battiti impazziti del mio cuore, le mie labbra aride si schiudono ed io le inumidisco con la lingua.

'Basta ti prego, mi stai facendo impazzire.' sussurra Damian mentre si china e affonda la testa nel mio collo, scatenandomi un brivido dappertutto.

Lo sento respirare profondamente e poi..

oh.. con la punta della sua lingua mi lecca il collo ed io mi ritrovo bagnata tra le gambe.

Baci umidi si alternano al calore della sua lingua ed io sto uscendo fuori di testa, mi bacia la mascella e mi assapora fino ad arrivare alle mie labbra.

Le apro istintivamente perché ho bisogno di sentirlo e lui mi ringrazia con un piccolo gemito.

Ci baciamo profondamente e sento che tutto sta accadendo troppo in fretta.
Sheeran ha smesso di cantare e adesso siamo in piedi, soli, senza musica e con il rumore delle nostre lingue a pervadere la stanza.

Quando la sua mano si muove piano dalla mia schiena al collo, mi stacco lentamente e noto che ha ancora gli occhi chiusi e le labbra bagnate dalla nostra saliva.

Madonna, quanto è bello.

Ho sempre pensato che l'esemplare più bello su questa terra fosse mio fratello, ma adesso, in questo istante capisco che è lui.

Sarà sempre e solo lui.

Così, presa dal coraggio mi faccio avanti e mi gioco l'ultimo pezzetto di cuore perché so che lui ne vale la pena.

Mi protendo verso di lui e gli schiocco un sonoro bacio sulle labbra, quando dalla porta entra il cameriere con i nostri piatti.

Menomale, appena in tempo!

Ci stacchiamo mentre lui geme frustrato e a me scappa una grossa risata. Poverino!

Tu non stai messa meglio.. si beffa di me quella gran stronza della mia vocina interiore.

'Siediti, mia bellissima.' ritorniamo al tavolo mentre lui mi tiene la mano e con l'altra si strofina i capelli dietro la nuca palesemente frustrato.

'Mi dispiace, Damian.. ma io non posso, non ancora almeno' giro il capo verso la finestra per non incontrare il suo sguardo e mi scopro ad ammirare il panorama.

Woow, il London eye! Che bella, non ci sono mai stata.

'Non devi preoccuparti, ma vorrei che mi raccontassi..' mi riporta alla realtà il mio Adone e le sue parole mi fanno irrigidire..

'Raccontarti cosa?' chiedo intimidita ma consapevole di dove vuole andare a parare.

'Sarah, non sono stupido. È palese che c'è qualcosa che non va' mi dice come se fossi una bambina tre anni.

'O dovrei dire qualcuno?' chiede e i miei occhi sgranati scattano nei suoi circospetti.

Che diamine..

'Non posso dirtelo, Damian. Non sono pronta' la mia voce è flebile e le miei mani cominciano a tremare.

Lui se ne rende conto e le afferra ed io mi sento un po' meglio a contatto con le sue mani grandi, calde, capaci di proteggere e sconfiggere i cattivi.

'Ok, tranquilla. Non volevo forzarti.' lo osservo ed i suoi occhi sono buoni, lo so.

Guardo fuori la finestra e cambio argomento, indicando con il mento la ruota panoramica più alta d'Europa 'non ci sono mai salita, sai?'.

Lui guarda nella mia stessa direzione per poi sorridere con i suoi denti bianchi e le labbra grandi.

'Devi solo dirmi quando, tesoro.'

oh.. i miei occhi si fanno grandi e la mia bocca si apre in un grosso e felice sorriso.

Mi ritrovo a saltellare un paio di volte sulla sedia come una bimbetta di cinque anni e lui scoppia a ridere divertito mentre mi si scalda il cuore.

'Quando? Domani? A che ora? Oh, non vedo l'ora!' sbatto le mani e rido emozionata.

'Beh, direi nel fine settimana. Voglio averti tutta per me per l'intera giornata, Angelo.' mi blocco sulla sedia, ritorno coerente e mi metto a fissarlo.

Mi formicolano le mani dalla voglia che ho di passargli le mani nei capelli e, oddio, mi rendo conto di stare perdendo la testa.

È proprio vero che per trovare il proprio angolo di paradiso bisogna prima passare dall'inferno..

'Sabato, ti va?' chiedo dolce e invaghita più che mai.

'Se mi va? Sto contando le ore che mancano, Angelo.' ghigna e mi ritrovo a fissare il suo mezzo sorriso come un'ossessa e con la forchetta ancora a mezz'aria.

Diamine, se continuiamo di questo passo non smetteremo mai di cenare!

È così elegante anche mentre mangia ed io mi ritrovo a sbuffare.

'Cosa c'è?' mi guarda incuriosito.

'Nulla, sei solo.. molto elegante.' gli dico e continuo a mangiare le patate buonissime.

'Beh, mia madre era un tantino attaccata alle buone maniere e Joshua la riprendeva sempre. Se la vedesse adesso ..' pensa tre sé e ride divertito da chissà cosa.

Ma poi mi accorgo che ha parlato al passato e curiosa gli domando: 'non stanno più insieme?'

'No, si è risposata con mio padre un po' di tempo fa' sorride e si perde tra i suoi pensieri.

'Caspita, è peggio di una telenovela!'

Alla mia esclamazione impertinente, lui rovescia la testa all'indietro e scoppia a ridere e il mio cuore palpita allo stesso ritmo della sua risata.

'Già.' apre gli occhi e sorride affascinato.

'Su, piccolo demonio, ti accompagno a casa altrimenti tuo fratello mi ammazza.' fa per alzarsi ed io lo imito, una volta finito di cenare.

'Wow, lo rispetti a tal punto?' chiedo divertita.

'Angelo, capisco da come vi guardate che lui è gran parte della tua famiglia ed io voglio farne parte, non distruggerla.' ammicca e mi fa sciogliere con le sue parole piene d'affetto.

Gli prendo la testa tra le mani e lo bacio, ma prima di sciogliermi dal suo abbraccio gli lecco il mento e scappo via ridendo come una pazza di fronte ai suoi occhi divertiti e scioccati.

'Ehi, piccola provocatrice, vieni qui!' mi agguanta come se fossi la sua preda e mi dà un bacio sulla nuca a bocca aperta perché non riusciamo a smettere di ridere.

'ah, divertente e bellissima. Ti terrò per me, Angelo.' È ancora dietro di me, ma con la mano mi gira il mento verso di lui e mi bacia con più desiderio e ardore di prima.

La sua bocca ha un sapore così buono e dolce.

La sue labbra si staccano dalle mie, ma il resto del corpo rimane perfettamente attaccato al mio. Ci incastriamo alla perfezione e ne sono felice.

Mi avvolge con il suo corpo enorme e mi sento protetta più che mai quando mi appoggia il braccio attorno al collo e mi stringe al suo fianco.

'Arrivederci, Mr Cooper.' ricambiamo il saluto del direttore di sala e appena usciamo sento la brezza abbastanza fredda di Londra trapassarmi le ossa.

Damian se ne accorge e mi abbraccia ancor di più, ma poi fa per togliersi la giacca ed io mi innamoro un altro po' di fronte a quel gesto gentile e premuroso.

Quando mai mi sono sentita così amata?...

Mi appoggia la sua grossa giacca sulle spalle ed io chiudo gli occhi estasiata appena sento il suo odore penetrarmi le narici.

Voglio restare qui per sempre!

Infilo le braccia nelle maniche e mi avvolgo nelle braccia per sentirmi ancora più vicina a lui.

sei patetica, oddio!

In risposta ai miei gesti un po' infantili, mi dà un bacio sulla fronte e mi accarezza i capelli. 'Adoro i tuoi capelli, così neri e lunghi. Non tagliarli mai.'

'Perché?'

'Perché, quando faremo l'amore per la prima volta, voglio sentire tutti questi capelli di seta sulla mia pelle e voglio vederli sparpagliati sul mio cuscino quando ci sveglieremo al mattino.' mi dice nell'orecchio con voce roca ed io mi allontano rossa in viso, imbarazzata e un po' vogliosa allo stesso tempo.

'B-bene, torniamo a casa' balbetto come una stupida di fronte alla sua sfacciataggine e salgo in macchina.

Lui ride, fa il giro attorno all'auto e sale. Mette in moto la macchina e mi riporta a casa, mentre la mia testa non fa altro che pensare alle sue parole.. Quando faremo l'amore...

Quando faremo l'amore...

Quando. Faremo. L'amore.

Non credo ci riuscirò mai, non so come si fa.

Abbasso gli occhi e mi rattristo a questa mia improvvisa epifania.
Come farò? Lui ne ha bisogno, lo so ed io non potrò mai dargli più di un bacio.. mai, anche se scatena in me brividi di eccitazione e d'amore.

Non mi rendo conto di essere arrivati a casa fino a quando non si ferma l'auto e lui mi prende la mano.

'Sai perché sono così protettivo con te e quando ti guardo mi viene voglia di abbracciarti e aspettarti anche in eterno? Lo sai?' mi chiede dolcemente.

'perché? gli chiedo con l'amore che mi alimenta e mi permette la sopravvivenza.

'Perché hai il suo stesso sguardo. Triste, spento, impaurito, lontano.' bisbiglia e mi guarda negli occhi mentre nei suoi passa un veloce lampo di dolore.

'Lo stesso sguardo di chi?' chiedo, improvvisamente preoccupata della risposta che mi darà.

Lui sposta il capo e guarda fuori il finestrino ed io mi sento mancare perché i suoi occhi non fissano più i miei.

Ma poi mi raggelo e rimpicciolisco dal dolore appena sento le sue parole.
'Di mia sorella.'

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