Capitolo 17
Sto cucinando e lui è dietro di me, lo sento avvicinarsi e avvolgere le mani attorno alla vita.
So cosa vuole e la sola idea mi fa venire voglia di vomitare.
'Quanto sei bella, piccola.' odio quel nomignolo, mi fa rabbrividire dalla paura.
Vorrei tanto divincolarmi, ma se lo facessi andrebbe a finire in un solo modo: scaraventata al suolo, con le sue mani su di me, dentro di me a strapparmi un altro pezzetto di anima.
Le sue mani si fanno frenetiche sul mio corpo inerte, esausto.
Eccolo che stringe forte, che mi tira i capelli, mi morde la spalla fino a farmi male e mi china sul tavolo.
Mi comporto come un'automa, come sempre; sono qui, ma in realtà non lo sono mai.
Sarah pensa, pensa al sole che splende nel cielo, al calore del Natale, alla pace che ti trasmette il mare.
Pensa a tutto, tranne che a questo.
'Sei mia, lo capisci?' mi alza la gonna e io mi odio un po' di più per averla indossata stamattina.
Mi dà uno schiaffo sonoro sulla coscia e so che domattina avrò un altro livido, ma non mi importa, non più ormai. Questi tra un giorno o due scompariranno per poi fare ritorno, ma i tagli che, quello pensavo fosse amore, mi ha inferto sul cuore non se ne andranno, né si cicatrizzeranno.
Mai.
'Rispondi alla mia fottuta domanda!' urla e le sue mani si fanno più aggressive, ma io non reagisco.. non lo faccio mai, perché so che è inutile, perché so che se lo facessi il supplizio durerebbe molto di più.
Perché so che non posso essere più distrutta di così.
'S-si, sono tua Colton.' singhiozzo con il solito groppo in gola e il senso di sconfitta alla base dello stomaco.
'Bene, ora ti prendo.' con una mano mi stringe i capelli per tenermi giù e con l'altra si abbassa i pantaloni della tuta.
Accesso facile, mi dice sconfitta la vocina.
'Hai un culo perfetto, solo mio.' mugugna con voce spaventosamente roca.
Se questa non è ossessione, non so cosa lo sia.
Mi abbassa le mutandine con la solita violenza di sempre e cerca di infilarmi un dito dentro anche se non sono per niente eccitata.
Non lo sono mai, ma a lui non importa.
Chiudo gli occhi sconfitta e torno a pensare al mare nel quale, in questo momento, vorrei solo affondare.
Il suo dito si muove dentro e fuori ripetutamente, ma, quando sento il suo pene meschino avvicinarsi alla mia fessura, spalanco gli occhi inorridita e mi irrigidisco tutta.
Mossa sbagliata.
Mi tira i capelli talmente forte che mi lacrimano gli occhi. 'Devi fare sempre la stronza!' urla e mi gira tanto violentemente da farmi quasi perdere l'equilibrio.
'Non sarai mai abbastanza!' lo schiaffo rimbomba tra le pareti della stanza e tra quelle vuote della mia anima.
'Non mi meriti.' i suoi occhi vacui mi guardano fino a diventare cattivi.
Mi alza con le sue braccia soffocanti e mi scaraventa sul tavolo provocandomi una fitta alla base della schiena. Urlo, piango, ma inutilmente perché lui non si fermerà mai.
'Non mi meriti, ma ti scoperò lo stesso' ride e si fa beffe di me.
Si avvicina e mi lacera con il suo pene perversamente duro.
Sento la solita fitta di dolore e la solita stilettata lì dove, prima di incontrarlo, c'era il mio cuore.
Ansima, geme, si approfitta di me e alla fine gode, mentre io piango, urlo, ma inutilmente perché so che non mi amerà mai.
'Non di nuovo, non di nuovo, ti prego!' urlo, mi dimeno, ma invano perché le sue braccia sono ancora qui a schernirmi, ad uccidermi.
'Basta, vattene' sto scalciando, sto combattendo come non avevo fatto mai, come non avevo mai avuto il coraggio di fare.
Ad un certo punto, sento qualcuno venirmi a salvare, anche se troppo tardi. Lui mi ha già preso troppe volte.
'Che cazzo fai?!' urla mio fratello e mi toglie quel corpo massiccio di dosso.
Corro verso il primo tavolo e, tra le lacrime che mi deturpano il viso, mi ci rannicchio sotto.
Mi raggomitolo su me stessa, perché così i calci fanno meno male.
Serro gli occhi, perché quando lo faccio mi viene in mente il mare e l'amore malato che Colton prova per me fa meno male.
'Porca puttana, che cazzo hai combinato?! Sapevo che non avrei dovuto fidarmi di te!' sento il pugno di Trev sbattere contro qualcosa o qualcuno, ma adesso non importa perché sono più interessata a mettermi le mani sulle orecchie e ad estraniarmi dal mondo.
'Sorellina, vieni qui' sento Trev abbassarsi e posizionarsi sotto al tavolo accanto a me.
'Apri gli occhi, Sarah, per favore.' Lo faccio perché so che Trev è venuto a salvarmi.
Lui lo fa sempre.
Tremo come una foglia, ma non importa, ho bisogno delle sue braccia calde adesso. Scoppio a piangere, appesantita dal dolore che mi porto dentro e mi fiondo su di lui, alla ricerca di un po' di pace.
'È andato via?' chiedo timorosa di sapere la risposta, 'chi, Sarah?'.
'Colton, è andato via?' mi stringo le ginocchia al petto per proteggermi, ma tanto so che è inutile. Lo è sempre stato.
'Qui non c'è nessun Colton, Sarah.' cerca di spiegarmi mio fratello.
Scoppio in un altro dei miei potenti e tristi pianti e dico 'Si che c'è! Non mentirmi!'
'Ho sentito le sue braccia cattive, Trev. Mi prendeva e non ho fatto nulla per evitarlo.' non ho il coraggio di guardarlo negli occhi e, allora, mi limito a fissare il vuoto.
'Lo faceva sempre, sai? Mi prendeva da dietro, forse perché era troppo vigliacco per guardarmi mentre lo faceva' mi cullo tra le mie stesse braccia alla ricerca di un po' di calore.
'Sarah, basta. Colton non c'è, è andato via tanto tempo fa. Era Damian che ti stava abbracciando.' cerca di spiegarmi mio fratello, ma la mia mente è ancora immersa nel mio incubo ad occhi aperti.
'Così è iniziato tutto, io gli avevo detto di no perché stavo studiando e in cambio ho ricevuto solo schiaffi e calci.' le immagini sono vivide, e i segni che lui ha inferto scottano come la prima volta.
'La cosa si è ripetuta all'infinito, Trev. Perché? È questo l'amore?' le lacrime scendono e mi bagnano il vestito, ma non sento nulla.
Cerco di asciugarmi il viso e nel farlo mi sfioro il collo.. una collana a forma di cuore mi riporta alla realtà, alla ragione.
Sbatto gli occhi ripetutamente e mi rendo conto, solo adesso, dell'errore.
'Oh mio dio..' mi volto verso mio fratello 'cosa ho fatto, Trev?!' chiedo con un sussurro intriso di vergogna.
I miei occhi tremano, pronti a scoppiare a piangere di nuovo; stavolta però dalla frustrazione.
Mi rendo conto solo ora che siamo sotto ad un tavolo e che sono raggomitolata su me stessa tra le braccia di Trev.
'Ho fatto un casino, vero?' guardo mio fratello negli occhi, che sono preoccupati quanto i miei.
'L'ho preso a pugni, sorellina.' le sue mani tramano e le sue nocche sono un po' arrossate.
Ha preso a pugni il mio Damian, per colpa mia.
'Perché Trev?!'
'Pensavo t' avesse fatto qualcosa, non eri più qui con noi, Sarah. E lo sai che, quando si tratta di te, non mi trattengo.' sospira e cerca di alzarsi.
Lo tiro giù e cerco di convincerlo a restare nascosti un altro po'.
Ne ho bisogno, prima di vedere la delusione negli occhi di Damian. Ho rovinato tutto.
So che è tutto finito prima di cominciare.
'Ho rovinato l'unica cosa bella che mi sia capitata negli ultimi quattro anni.Non vorrà vedermi mai più. Non c'è niente che possa guarirmi, Trev.' abbasso la testa sconfitta.
'Invece si, Sarah. Se ti vuole davvero, capirà. Amerà te e i tuoi difetti.' mi passa una mano tra i capelli con fare rassicurante, come piace a me.
Sembro una bambina, appollaiata sulle sue ginocchia e alla ricerca di amore e sostegno.
Faccio un respiro profondo e decido di alzarmi una volta per tutte.
'Andiamo..' chiudo gli occhi ed esco allo scoperto.
Mi alzo, alzo gli occhi piano, mi guardo intorno timorosa ma mi accorgo che non c'è nessuno.
Se n'è andato.
E con lui il mio cuore.
E le speranze di un futuro migliore.
Eccomi di nuovo :)
Vi consiglio la bellissima storia 'Breath of life' della simpaticissima Carrigirl
Buonanotte a tutti! Votate e commentate❤️
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