Capitolo 4
Pov's Harry
Io e Louis continuevamo a vederci, sempre di nascosto e per poco tempo. Cercavo di assecondarlo più che potevo per non farlo incazzare, ieri aveva provato a baciarmi ma mi ero tirato indietro, dicendogli che ero un po' raffreddato.
Era mattina e stavamo facendo l'appello, eravamo in piedi, al freddo e stanchi.
Una volta finito, mi diressi con gli altri operai verso la baracca dove lavoravamo, ma vidi Louis venire verso di me, per poi prendermi in disparte.
-Come stai oggi?-
-Sto bene Louis- in realtà stavo letteralmente morendo, piano piano.
Non mancava tanto che il mio corpo si accasciasse a terra, ma dovevo rimanere vivo, c'erano così tante cose che avrei voluto vedere.
-Hai altri parenti qui?-
-Ho solo mia sorella, anche lei si trova in questo campo. Mia madre è morta dandomi alla luce, mentre mio padre...bhè è stato ucciso, fucilato per la precisione- vidi il ragazzo di fronte a me annuire.
-Louis posso chiederti un favore?-
-Certo-
-Potresti v vedere se mia sorella è ancora viva?-
-Come si chiama?-
-Gemma Styles-
-Perfetto, vado a vedere dalla parte delle donne-
-Grazie- gli risposi e se ne andò, mentre io tornai a lavoro.
Pov's Louis
Andai nell'archivio e cercai il nome della ragazza. Dopo 10 minuti, finalmente la trovai, guardai la sua foto, era una bella ragazza, così come suo fratello. Rimisi apposto le scartoffie e andai a cercarla nella baracca dove lavorava.
Guardai ovunque ma non la trovavo, così decisi di chiedere ad alcuni prigionieri.
-Sto cercando una ragazza, è il numero 4830, si chiama Gemma Styles-
-Un soldato ha preso lei e le altre donne, le hanno portate via, non saprei dirle dove- a quella frase, corsi fuori come se non ci fosse un domani.
Sapevo dove le stavano portando e, se non mi sbrigavo, Gemma non avrebbe fatto più ritorno.
Arrivai davanti alla camera a gas, ma un mio collega mi fermò.
-Fermo non puoi entrare-
-Mi serve un ebrea, che sicuramente si trova lì dentro-
-Le donne sono già entrate-
-C come?-
-Se fossero ancora state nello spogliatoio ti avrei lasciato entrare, ma le abbiamo già fatte entrare nella camera a gas. Comuque se ti serve un'ebrea puoi prenderne un'altra-
-Non hai capito un cazzo, mi serviva lei- dissi spingendo colui che, si occupava di mettere lo zyklon b*, nella camera a gas.
Come avrei fatto a dirlo ad Harry? Mi avrebbe odiato ancora di più, perchè anche se lui diceva che non era pronto per una relazione, o che inventava scuse per non baciarmi, sapevo che mi odiava.
Andai da lui alla sera e senza preavviso lo abbracciai. Lo sentii irrigidirsi.
-Mi dispiace-
-Per cosa?-
-Tua s sorella ecco è morta*-
Pov's Harry
No era impossibile, la mia sorellona, quella che per me era stata anche una madre, che mi aveva sempre spinto a fare le cose per cui credevo, non poteva essere morta.
-N non ti credo-
-Harry ti giuro che ho provato a salvar...-
-STAI ZITTO. Tu e tutti voi tedeschi mi fate schifo. Non hai idea di quanto tutti noi stiamo soffrendo. Vi dovete vergognare- e ritornai nella baracca in lacrime.
Perchè la vita era così ingiusta? Come può l'uomo uccidere un suo fratello? Quand'è che l'uomo smetterà di amazzare? Queste erano le domande che mi frullavano per la testa in questo momento.
Volevo morire, non ce la facevo più a vivere, avevo provato a lottare ma adesso, che senso aveva? Ero rimasto solo.
Nota autrice
Capitolo triste, ma spero comunque che vi sia piaciuto.
*zyklon b: era il nome commerciale di un agente fumigante a base di acido cianidrico utilizzato come agente tossico nelle camere a gas di alcuni campi di sterminio nazisti.
Scatole di Zyklon b, ritrovate ad Auschwitz.
Zyklon b esposto ad un museo
*Helena aveva una sorella maggiore, Rožinka. Franz, oltre a salvare Helena dalla camera a gas, riuscì a salvere anche sua sorella.
In questa storia ho voluto cambiare, so che mi odierete per aver fatto morire Gemma, ma volevo far capire, ancora di più, com'era la vita nei campi di sterminio.
Son morto con altri cento, son morto ch'ero bambino,
Passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz c'era la neve, il fumo saliva lento
Nel freddo giorno d'inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento.
Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello
Eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento.
Ma ancora tuona il cannone e ancora non è contento
Di sangue la bestia umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare
A vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà.
Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare
A vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà
E il vento si poserà
Canzone del bambino nel vento, Nomadi
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