Capitolo 5
'' La vita è come una bilancia: da una parte vi è la ragione dall'altra il cuore. Sta a noi cercare di non perdere l'equilibrio ''
Gabriele Martufi
Holly non dormì bene quella notte, nonostante il suo letto fosse uno tra i più comodi che avesse mai provato in vita sua. Non riusciva ancora a capacitarsi della capacità del signor Greystone di cambiare umore nel giro di poco.
'' E meno male dicono siamo noi donne ad essere complicate come delle istruzioni di fisica quantistica in finlandese! '' pensò rigirandosi tra le calde lenzuola; si sporse leggermente di lato dove a tentoni raggiunse il comodino su cui aveva posato il suo orologio da polso. Erano le sei e mezza di mattina, e lei era già sveglia. Sbuffò irritata girandosi a pancia in su ed ammirando lo splendido lampadario sul soffitto. Non sapeva nemmeno se potesse scendere ed andare almeno in cucina e bere un bicchiere d'acqua, ricordando chiaramente le parole del padrone di casa rivoltele durante la notte; comprendeva che forse uscire dalla sua stanza ed intrufolarsi in camere altrui non fosse stata un idea brillante, non era stupida, ma nemmeno poteva comprendere quel comportamento bruto avuto nei suoi confronti. Poteva semplicemente rispedirla in camera inventando una scusa!
Qualcosa emise un rumore sinistro e si mise a sedere allarmata, poi il rumore ricominciò ed arrossì, coprendosi il volto con le mani: era il suo stomaco che le implorava del cibo.
- E dire che ho mangiato parecchio ieri sera.. Ecco perché ho tutti questi chili in eccesso: ho uno stomaco che è un buco nero! - borbottò amareggiata, togliendosi di dosso le lenzuola e posare i piedi a terra, rabbrividendo. Camminò spedito verso la finestra e senza indugio aprì le imposte e vide un cielo plumbeo e pronto a scaricare la sua furia, mentre sul terreno aleggiava una leggera coltre di nebbia fitta, facendole venire la pelle d'oca. Era davvero uno scenario un po' lugubre, ma d'altronde quel posto era perfetto per il padrone di casa: chissà se una volta che avesse iniziato a scavare, non le capitasse di trovare delle ossa! Magari di qualche povera giardiniera che aveva oltrepassato il confine con il datore..
Scosse la testa con furia, ridacchiando - Che idiozia! Leggi troppi gialli Holly, e non sei mica in qualche libro della Christie con Miss Murple e Poirot! - e chiuse le finestre, lasciando le tende tirate. Prese i suoi vestiti ormai asciutti ed andò in bagno, rimanendo folgorata di fronte al lusso anche di quella stanza; non si sarebbe mai adeguata di fronte a tanta bellezza, e avrebbe continuato a sentirsi una povera ragazzina davanti a tutto quello splendore. Il marmo bianco faceva da padrone, insieme alle decorazioni dorate e al lampadario in vetro finissimo posto sul soffitto la lasciava senza fiato e poterne godere appieno anche se per poco, la rendeva leggermente euforica; accese il rubinetto dove acqua limpida e calda riempiva la vasca, e dopo essersi spogliata e rabbrividendo per il freddo entrò adagio e si mugolò d'apprezzamento. Dopo essersi goduta il lussuoso bagno con shampoo e bagnoschiuma annessi, uscì e si vestì in fretta, decisa a fare una passeggiata per la tenuta e vedere ciò che poteva aver perso di vista il giorno prima. Scese diverse scale e camminato in molti corridoi, tanto che aveva quasi preso la decisione di uscire da una delle tante finestre della villa ma decise di non tentare la sorte; non voleva passare per una ladra nel caso qualche domestico avesse dovuto vederla svignarsela in quel modo.
Faceva davvero freddo quella mattina, e quella maledetta nebbiolina non aiutava di certo, come non aiutava affatto gironzolare nei boschi alle sette di mattina! Tuttavia non si scoraggiò e proseguì con la sua camminata esplorativa e dovette ammettere che gli alberi erano particolarmente in buono stato; certo li avrebbe comunque sistemati, riparando e proteggendo le radici e le cortecce dal freddo dell'inverno, però tutto sommato il bosco era in ottime condizioni! Nella sua mente scorrevano veloci le informazioni necessarie e le conoscenze di ogni singola pianta o fiore che trovava sul suo cammino, tanto che non udì subito quel rumore sinistro che avvertì nitidamente solo qualche minuto dopo. Il cuore iniziò a batterle furiosamente nel petto quando sentì lo scricchiolare dell'erba e del terriccio dietro di lei; camminando su muschio e rametti secchi era normale fare rumore, ma non derivava solamente da lei! Deglutì rumorosamente pensando agli scenari più macabri possibili: e se fosse uno psicopatico entrato nella proprietà? O peggio ancora un animale selvatico? Sicuramente ve ne erano lì, magari non orsi ma lupi magari.. O peggio, i cinghiali! Decise di affrettare il passo e afferrò un ramo rotto, si sarebbe difesa con quello!
- Certo Holly, perché un malintenzionato o una belva la fermi con un bastone che pesa quanto un chihuahua! - mugugnò terrorizzata.
Si rifugiò dietro ad un grosso pino e aspettò. Chiunque fosse, si stava avvicinando a lei velocemente perciò si armò di coraggio e alzò il bastone, pronta a tirarlo addosso al malcapitato; con quell'umidità non si vedeva davvero un accidenti, per cui colpì decisamente alla cieca. Ma a giudicare dall'urlo agghiacciante che spaventò diversi uccelli che si erano riparati nelle chiome degli alberi, aveva decisamente fatto centro!
- Per la vergine regina Elisabetta! - urlò una voce dolorante, che la fece inorridire sul posto - Chi diavolo è l'imbecille che mi ha colpito? Fatti avanti e giuro che non ti faccio secco! - sibilò proseguendo.
Dovette reprimere un gemito di terrore e, dopo aver preso una grossa boccata d'aria, uscì tremante dal suo nascondiglio. Se fosse stata un ghiro si sarebbe volentieri arrampicata sulla corteccia per rifugiarsi sugli alti rami, in modo che lui non potesse seguirla. '' Mi tirerebbe giù con una fucilata.. Tipo ammazza la quaglia! '' pensò mentre contorceva le mani in modo nervoso.
- Sono.. Sono io - tentò di mantenere la voce ben salda, fallendo miseramente guardando l'uomo che ora la fissava con sguardo poco rassicurante. E certamente non giovava affatto che fosse in tipica tenuta da corsa: pantaloni della tuta sbiaditi, e una canottiera che mostrava tranquillamente i muscoli e la pelle lucida di sudore. Che poi, come si faceva a correre con quel freddo e svestiti in quella maniera?
- Dovevo immaginarlo che non potesse essere uno svitato qualunque! Ma dico è davvero così pazza squinternata? Che diavolo cercava di fare? Ammazzarmi? -
Lo vide massaggiarsi la testa e notò un piccolo taglio sulla fronte ed inorridì: dì pure addio all'ingaggio! - Oh mamma.. Mi dispiace! E' che non riuscivo a dormire e così sono uscita per una passeggiata; ho sentito dei rumori e quando mi sono resa conto che non erano solo i miei passi ho avuto paura! Credevo fosse un ladro o una bestia feroce, un cinghiale magari.. Così ho preso quel bastoncino e.. -
- Le sembro un cinghiale per caso?! E poi, bastoncino? Era un cavolo di ramo di pino quello! - digrignò i denti lui, soffiando tra i denti per il dolore.
Holly si morse il labbro e arrossì di vergogna - Mi dispiace immensamente davvero. Se sapevo che era lei.. -
Edward la fissò - Se sapeva che ero io, probabilmente avrebbe usato più forza - borbottò incamminandosi - Torniamo indietro, visto che la mia corsa è stata interrotta bruscamente. Almeno siamo certi che non resterebbe con le mani in mano, nel caso qualcuno la importunasse o tentasse di farle male - disse sarcastico, facendosi seguire docilmente.
Camminarono in silenzio per almeno venti minuti, accompagnati solamente dal cinguettare degli uccellini e dal vento freddo che scuoteva le chiome più alte, disperdendo la nebbia che nascondeva un prato verde coperto di foglie secche gialle e rossicce, bagnate dalla brina mattutina.
- Ha già qualche idea a proposito del giardino? Visto la sua camminata magari le sono venute delle brillanti idee al riguardo - disse lui continuando a guardare davanti a sé. Non lo dava a vedere, ma trovarsela di prima mattina davanti dopo la sfuriata notturna lo faceva sentire vagamente a disagio; sapeva che aveva esagerato con la ragazza, e questo lo irritava parecchio. Mai in venti anni di carriera si era fatto degli scrupoli verso gli altri, ma quella donna sotto sotto lo inteneriva quasi; aveva addosso quell'aria spaurita e da cane bastonato che gli provocava strane sensazioni nel petto, ed era risaputo che chiunque avesse trovato davanti gli avrebbe detto che Edward William Greystone era un uomo senza sentimenti e con un cuore di pietra, nemmeno la morte delle persone da lui amate lo avevano smosso.
La ragazza si ridestò e inciampò in una radice, per poi guardargli le spalle ampie - No, cioè si.. Qualcosina ho in mente.. Ma avrò bisogno di qualche giorno per delineare meglio le bozze e poi potrei mostrargliele.. Se lei mi vuole ancora.. - pigolò nervosa, raggiungendolo e mettendosi al suo fianco.
Lo vide annuire - Certo immagino. Come avrà visto, per venire alla villa deve percorrere parecchi chilometri e la sua macchina francamente mi stupisce sul come abbia fatto ad arrivare fin qui. Per questo vorrei che lei venisse a stare qui, fino a che non avrà terminato ovviamente. Ciò di cui avrà bisogno non esiti a dirlo e glielo verrà dato - disse mentre raggiungevano il viale secondario.
- Aspetti.. Qui? QUI?! Ma io.. Devo dare una mano in negozio.. Mia zia.. - balbettò lei dietro di lui, fermandosi di botto.
Lui si girò e la fissò - Non credo sua zia avrà da ridire, anzi sono certo che concorderà con me. E se proprio vogliamo essere educati, la farò venire a prendere dal mio autista, non vorrei mai che con quella macchina finisse fuori strada! E poi ne avrà per molto tempo mi creda, e fare avanti e indietro sarebbe costoso per lei. Tuttavia potrebbe tornare a casa per week-end e stare con Margareth. Visto? Tutto risolto, ora entriamo però perché francamente mi sto congelando qui fuori! - disse imperioso afferrandole un polso con delicatezza, trascinandosi dietro una ragazza sconvolta.
'' Ma quest'uomo è fuori di testa! Come diavolo faccio io a vivere qui con lui, 24 ore su 24? No no.. NO. Non lo farò! '' pensò stizzita togliendosi di dosso la sua mano, ma quando si girò per fissarla lo vide barcollare leggermente mentre un rivolo di sangue scendeva lungo la tempia, mostrando ancora di più il taglio inferto con il bastone.
- Oh cielo! Dobbiamo subito curare quel taglio! Si regga a me - disse autoritaria. Sapeva come curare ferite leggere, nel suo mestiere se ne faceva molti perciò aveva abbastanza dimestichezza con cotone, alcool e cerotti.
- Non ce n'è bisogno. Ce la faccio benissimo da solo grazie! So per certo che se mi appoggiassi a lei, sulle scale mi butterebbe giù - disse sarcasticamente, tentando di restare ritto in piedi e dirigendosi malfermo verso le scale che lo avrebbero condotto in bagno.
Holly sbuffò - Che razza di bambino! Non farei mai una cosa simile, per quanto lei bisogna ammetterlo, istigherebbe l'omicidio anche in un monaco buddista! -
Edward la fissò allucinato - Che esagerazione! E va bene, venga a fare la buona samaritana e mi accompagni di sopra - sbuffò fermandosi sul posto dopo essersi attaccato al corrimano delle scale in marmo.
Lei fece una smorfia pensando che avrebbe dovuto davvero lasciarlo lì e magari godendosi il ruzzolone giù per le scale, ma aveva bisogno di soldi e il lavoro proposto da quell'uomo le serviva eccome. E poi nemmeno lui meritava una morte così triste, ma qualche piccola botta in testa poteva starci tranquillamente eh! Le sue elucubrazioni vennero interrotte da un peso non poco indifferente e un odore mascolino misto a sapone la investì in pieno, facendola brancolare leggermente; poteva sentire chiaramente la potenza dei suoi muscoli, doveva essere un uomo che apprezzava molto lo sport, e la leggera peluria che lo ricopriva denotava il suo essere un uomo rude che non amava la tipica depilazione che molti uomini facevano in quei tempi moderni. Scosse la testa: ma come le potevano venire in mente quelle cose? '' Andiamo, non è mica l'unico uomo affascinante che hai mai conosciuto! '' pensò irritata con se stessa mentre seguiva le indicazioni che lui le dava nel suo orecchio, come caramello su della panna montata, come il sussurro di una promessa di lussuria.
Dopo svariati metri finalmente giunsero nel bagno di Edward, e poté notare che erano completamente diversi: se il suo era prettamente elegante e femminile, quel bagno aveva tonalità scure e cupe, era decisamente maschile il gusto nei colori e nella mobilia, mancava perfino la vasca e al suo posto c'era una grande doccia, in grado di ospitare due persone al suo interno. Lo fece sedere sul water, perché non c'erano altri mobili su cui farlo mettere comodo; si guardò attorno ed aprì alcuni armadietti in cui trovò ciò che cercava: cotone e disinfettante erano nelle sue mani ora e si accinse a medicargli il taglio.
- Brucerà un poco.. - bisbigliò piegandosi su di lui, cominciando prima a togliergli il sangue che si era rappreso. Un sibilò uscì dalle labbra strette di lui, perciò iniziò a soffiare aria tiepida in modo da allietare il pizzicore causato. Poi piano piano tamponò con il disinfettante.
- Spero non le faccia troppo male.. Cercherò di non metterci molto, sono piuttosto avvezza a ferite simili nel mio lavoro, e quindi spero di non causarle troppo.. Dolore. Mi spiace veramente per la bastonata, ma davvero credevo che si trattasse di un animale. - sospirò buttando da parte il cotone sporco.
- Non si preoccupi, ho la pelle dura io ragazzina! Comunque sia, dicevo sul serio prima: sarebbe davvero meglio che lei venisse qui per il lavoro, e soprattutto che non usi quella macchina. So che sua zia è sola, ma mi assicurerò che non le succeda niente in sua assenza - disse pacato, dovendo guardare altrove. Lei gli era di fronte e così chinata aveva una splendida visuale dello scollo della maglietta, che era così stretta da non lasciare molto all'immaginazione. Sarebbe andato in ufficio con una maledetta erezione!
- La ringrazio, mia zia è l'unica persona rimasta e non voglio che si senta sola o che le succeda qualcosa.. - rispose quieta, sorridendogli gentilmente. I battiti del suo cuore aumentarono a dismisura fissando gli occhi profondi e scuri dell'altro - Ho finito, ora basterà metterci un cerotto - e con la punta delle dita sfiorò il piccolo taglio pulito.
Lui rabbrividì sotto quello sguardo e quel tocco delicato, e dovette trattenersi nel prendergli la mano e stritolargliela, per poi.. '' Oddio ma che pensieri mi vengono! '' pensò inorridito, alzandosi e ringraziandola forse troppo seccamente. Doveva uscire da quel bagno o solo Dio sapeva cosa avrebbe combinato lì, con quella ragazzina dannatamente timida ma dal fuoco nel sangue!
Passarono due settimane e dopo diversi tentennamenti, foglietti di pro e contro, si era decisa a partire verso la dimora dei Greystone con la bozza del progetto pronta. Il professore era passato a casa sua e con molta gentilezza, le aveva prestato un piccolo computer dove aveva potuto schematizzare le prime bozze; stava chiudendo la sua valigia in quel momento, sedendocisi sopra perché quella dannata, non voleva proprio saperne di chiudersi. O forse la causa erano i troppi vestiti che aveva messo al suo interno, perché non aveva la più pallida idea di che razza di tempo avrebbe fatto nei prossimi giorni. Quando percepì il rumore della zip chiudersi, sospirò di sollievo e la posò a terra dove prese un piccolo zaino contenente il progetto cartaceo e altri piccoli strumenti che le sarebbero serviti; indossò un jeans aderente, troppo per i suoi standard e una felpa con cappuccio e pelliccia sintetica e le sue amatissime converse che avevano visto senz'altro momenti migliori. Prese un grande sospiro di incoraggiamento e scese le scale portandola al piano di sotto, dove sua zia la guardava con un piccolo sorriso. Lei non l'aveva presa benissimo, ma sapeva che la nipote era testarda e che non avrebbe mai sprecato quella grande opportunità per mettere in pratica i suoi studi. E soprattutto, Holly avrebbe potuto pagare parte dei debiti del negozio, perciò era intenzionata a fare del proprio meglio per quel lavoro, lo doveva a sé stessa e a sua zia, che l'aveva accolta in casa sua a braccia aperte.
- Tesoro sei davvero sicura di andarci? Sai che non sei costretta.. - disse la donna andandole incontro con le mani che si torcevano per l'ansia. Era risaputo che il duca non era un uomo facile da gestire, e poi era un donnaiolo incallito! E sua nipote era così carina ma tremendamente debole rispetto a lui..
- Ma certo zia! Non preoccuparti vedrai, andrà benissimo.. E poi tornerò nei fine settimana, così potrò darti un aiuto al negozio! - sorrise Holly, sporgendosi verso la parente e abbracciandola stretta. Si, avrebbe affrontato a testa alta quel progetto, avrebbe mantenuto i nervi saldi e portato a termine il progetto nel migliore dei modi! Ci sarebbero voluti mesi, questo lo sapeva ma era sicura che avrebbe guadagnato un bel po' di denaro da dare alla banca, e magari togliere il debito sul negozio.
Un trillo acuto le distolse entrambe dai loro rispettivi pensieri e aprirono la porta: si trovarono davanti a loro un uomo enorme, vestito completamente di nero con cappello e guanti in pelle, che ora le osserva imperscrutabile.
- Signorina Thyme, sono Angus Rush e sono alle dipendenze del signor Greystone. Mi è stato chiesto di scortarla alla tenuta - disse impassibile, porgendo un braccio per afferrare con decisione la valigia della ragazza che lo fissava allucinata.
'' Davvero ha mandato il suo autista a prendermi? Credevo che sotto sotto scherzasse! '' pensò risvegliandosi dallo stato di catalessi.
- Ehm.. Si certo.. Bene allora, ci rivediamo tra qualche giorno e ti racconterò tutto va bene? - parlò guardando Margareth e sorridendogli incoraggiante. L'altra annuì e la strizzò in un abbraccio spacca costole e la lasciò con un sorriso acquoso. '' Però, per essere una piccola vecchina ne ha di forza. Me ne dimentico sempre! ''
Angus la stava aspettando accanto ad una splendida Range Rover Evoque nera e lucida, con la portiera spalancata e in attesa che lei si decidesse ad entrarvi. Titubante e con un moto di timore reverenziale, con la paura di rovinarla o sporcarla, entrò e notò i sedili in pelle e deglutì. Era una splendida macchina, ma molto costosa; non osava immaginare quanto avrebbe dovuto sborsare se l'avesse anche solo graffiata appena!
Ci impiegarono solo un'ora e mezza ad arrivare, perché quella macchina era davvero un gioiellino rispetto alla sua; non correvano il rischio di rimanere a piedi, e soprattutto non c'erano problemi di non rimanere impigliati nel fango. Tuttavia era stata una noia mortale, poiché l'autista non le aveva rivolto la parola nemmeno per sbaglio; non avevano mai intavolato un briciolo di conversazione, e le domande che gli poneva ottenevano solo piccoli monosillabi stentati. Non aveva nemmeno acceso un poco di musica, diamine di un autista ghiacciolo! La grande tenuta la lasciava sempre senza fiato, e anche quel giorno era da lasciare a bocca aperta: grazie ad un sole un poco spento, le foglie brillavano sotto i raggi di svariati colori, e l'erba appariva più verde che mai nonostante la stagione! La macchina posteggiò di fronte all'entrata e la porta le venne aperta dall'uomo che fece un piccolo cenno col capo, dicendole che le valigie le avrebbe fatte portare dal maggiordomo; come se avesse letto loro nella mente, la porta d'ingresso si aprì ed Holly comprese il perché l'autista era rimasto in attesa, di fianco a lei: una donna uscì dalla casa sui suoi altissimi tacchi gridati. Era avvenente, dai capelli neri ben tagliati in un caschetto perfetto, occhi da cerbiatta e labbra troppo carnose dipinte da un rosso cupo; indossava una lunga pelliccia e intuì che non si trattava affatto di una pelliccia sintetica, che le provocò una smorfia disgustata. Inoltre, doveva essere una donna dal portafoglio pieno a giudicare dagli orecchini in oro e diamanti che indossava alle orecchie e ai polsi.
- Portami in città Angus - disse la donna in questione, con voce stridula e arrogante, mentre si dirigeva velocemente alla macchina scontrandosi con Holly, che per il colpo rischiò di cadere con il sedere per terra. - Santo cielo! Vedi di stare più attenta tesoro, questa è pelliccia di visone! Vale un sacco di soldi, e non voglio farmela rovinare da una plebea che si veste come se si fosse rotolata nell'armadio della carità! - sibilò squadrandola da capo a piedi, entrando in macchina.
Angus la guardò e un lampo di scuse balenò nel suo sguardo, per poi tornare freddo e distante risalendo in macchina per ripartire. Ad Holly salirono un moto di rabbia e tristezza: era la terza volta che qualcuno la guardava in quel modo, facendola sentire sudicia e piccola quanto uno scarafaggio. Ma chi diavolo era quella donna? Come potevano persone così ricche, essere così povere d'educazione? Cercò di inspirare molta aria per mantenere la calma, poi si diresse verso la porta che era già aperta rivelando un uomo dal sorriso mite e dai capelli brizzolati, che indossava pantaloni morbidi in lana marrone e una camicia bianca con un gilet in cashemere nero.
- Buongiorno signorina, io sono Ronan Mc Gueire e sono il marito di Jane che ha già conosciuto qualche settimana fa! Prego mi segua pure, prenderò io la sua valigia - disse calmo e posato l'uomo, afferrando il bagaglio e togliendolo dalle mani della ragazza.
- Non c'è alcun bisogno davvero! Posso portarlo da me, è piuttosto pesante - rispose agitata, spaventata all'idea che quel povero cristo trasportasse una valigia pesantissima e che poteva aprirsi da un momento all'altro, visto quanto era piena!
Ronan le sorrise maggiormente - Non si preoccupi, ho portato bagagli più pesanti di questo - e le fece l'occhiolino, per poi avviarsi verso la sua stanza.
Holly sospirò rassegnata e lo seguì, stringendosi addosso l'altra borsa; sperava di riuscire presto ad ambientarsi in quell'enorme casa e di non perdersi, e specialmente sperava di riavere la stanza della volta prima. Non lo avrebbe mai ammesso, ma adorava quella camera, era terribilmente comoda e capiente!
Quasi saltellò allegramente quando vide che la sua stanza era proprio quella della volta precedente, dovette accorgersene anche lui perché le sorrise apertamente. Ne gioì segretamente, posando la sua roba a terra mentre l'uomo le spiegava gli orari dei pasti, porgendole una piccola mappa con cui avrebbe potuto ambientarsi prima. Alzò gli occhi al cielo, quando capì che l'idea della mappa era senz'altro del padrone di casa. Ma forse era meglio così, non voleva di certo prendersi un'altra sfuriata o incontrare pessimi soggetti in giro per i corridoi.. O per le stanze!
Era ormai pomeriggio inoltrato quando uscì dalla sua camera da letto; aveva sistemato tutti i suoi abiti e sistemato i fogli del progetto che aveva ora tra le mani, decidendo di andare verso la camera di Greystone per mostrargli le sue idee. Ronan le aveva detto che nel pomeriggio il padrone sarebbe tornato presto, perciò era piuttosto fiduciosa di trovarlo in una delle sue stanze; nel suo studio non c'era, perciò si stava avviando nella sua stanza da letto sperando non le urlasse dietro. Notò con stupore che la suddetta non era poi così distante dalla sua, e non sapeva se potesse essere un bene o un male..
Bussò decisa dopo qualche minuto di esitazione, ma in risposta ebbe solo silenzio. Ci riprovò ancora e stavolta le parve di sentire provenire una voce all'interno, quindi sollevata aprì tranquillamente la porta. E i fogli si sparsero lungo il pavimento, mentre la sua faccia andò a fuoco. Letteralmente.
Davanti a lei c'era uno splendido esemplare d'uomo nudo come mamma l'aveva fatto. I suoi capelli erano umidi di doccia, e goccioline d'acqua scivolavano lungo la sua pelle abbronzata e tonica. Erano quasi ipnotiche mentre le osservava scendere sempre più giù..
- Cazzo! - urlarono ambedue.
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