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Capitolo 50

«Mar, lo sai che voglio stare con te.»

Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio, poi appoggio la sua fronte contro la mia.

«So che lo vuoi» mormoro scrutando attentamente i suoi occhi verdi.

«La scuola di musica» inizio, «È a Toronto.»

Si allontana di scatto incredulo, «Sul serio?»

Annuisco sorridendo. Lui mi abbraccia sollevandomi da terra, «Dio Marika quanto ti amo.»

Ridacchio leggermente quando i miei piedi toccano di nuovo l'asfalto, «Ti amo Mason.»

L'amore è strano, devo essere sincera. Continuo a pensarlo e lo penserò in eterno.

Però so che l'amore esiste. Di quello ne sono più che certa.

Non credo che l'amore ti migliori la vita o robe simili, ma la cambia.

Hai qualcosa in più nella vita, un sentimento, una persona. Io però sono convinta che le persone, l'amore nella vita, lo abbiano da sempre.

Lo puoi trovare nella tua famiglia, nei tuoi amici o in qualcosa.

Io l'amore lo ho nei miei genitori e in mio fratello. Lo ho in Jane, Crys, Alex e lo avevo in Cole. Lo ho nella musica. Adesso l'ho trovato anche in Mason, ma lo avevo già. Lo avevo quando eravamo amici.

In ogni caso l'amore è strano. L'amore è strano perché non ti migliora la vita ma la cambia. L'ho già detto, lo so, ma la cambia in un modo che può essere bello o brutto.

È brutto quando è l'amore tra Jane e Luke.

Ma è bello quando è come quello tra me e Mason.

Ho smesso di suonare lo stesso giorno della morte di Cole. L'ho fatto perché non mi importava della musica mentre dovevo sostenere Crystal nel processo. Ha dovuto sostenere una causa contro suo fratello che alla fine è morto, e il tempo per suonare non c'era.

Ma in realtà non c'era nemmeno la forza di sedersi davanti al pianoforte e suonare sapendo che Cole voleva che io lo facessi.

Mi mancava Mason.

Dovevo sopportare Scott.

La musica ha migliorato la mia vita ma stavo troppo male per reggerlo.

Ma l'amore cambia le cose. E Mason è tornato nella mia vita all'improvviso.

Una sera ci siamo messi seduti davanti al pianoforte del suo appartamento per studiare un brano di coppia. In realtà io l'ho insegnato a lui perché quel brano l'ho sempre suonato con Crystal. Lei suona ogni tanto ma non ha la passione che ho io. Le piace la musica ma non è me.

Adesso io e Mason siamo nel suo appartamento seduti davanti al pianoforte nero lucido e stiamo suonando quel brano: Libertango.

Stasera andremo a cena da Alex e Jane per cercare di non pensare a quello che è successo oggi.

«Com'è stato?» domanda Mason alla quarta nota sbagliata per i miei troppi pensieri.

«Strano» sospiro, «Vuoi parlarne?» Annuisco.

«Lui era lì. Era lo stesso Luke che mi ha riportata a casa dopo il ballo quando ho scoperto che il mio ragazzo mi tradiva. Mi ha recuperata per strada e mi ha confortata per tutta la notte, senza secondi fini. Eravamo amici. Il nostro rapporto si è disgregato perché uscivamo con persone diverse e ci vedevamo solo quando io andavo da Crys quando lui si è trasferito a New York. Mai mi sarei aspettata che lui potesse fare tutte quelle cose, con me era diverso. Poi ho conosciuto Cole e tra me e Luke le cose non erano come prima. Ho trovato la vera amicizia in Cole. Ma quando l'ho guardato negli occhi per l'ultima volta ho visto quel ragazzo che mi ha asciugato le lacrime. E non avrei voluto piangere, ma l'ho fatto.»

Mi appoggio alla sua spalla e lui mi accarezza dolcemente i capelli, «Marika non è sbagliato» mi rassicura.

«Lo è per la persona che Luke è... era» mi correggo.

«Non significa che tu appoggi ciò che ha fatto solo perché hai pianto guardandolo morire.»

Mi alzo andando in cucina, «Alex piangeva.»

Mi segue Mason. Sospiro, «Si.» Apre le braccia in modo teatrale.

«Allora dov'è il problema Marika?» mi chiede confuso. «Jane e Crystal non piangevano» dico, «Sei Jane o Crystal?»

Scuoto la testa. «Loro hanno avuto rapporti più importanti di me con lui e non piangevano» mi lamento.

«Hai pensato che forse volevano solo rassicurarlo? Immagini quanta paura avesse Luke?»

Sollevo le spalle. «Lui ha detto di essere felice di morire perché almeno sarebbero finiti i nostri problemi» spiego.

«Non significa che non avesse paura.» Mason mi abbraccia, «Va bene che tu abbia pianto. Puoi farlo di nuovo se ti va.» Sorrido contro il suo petto.

«Mi manca Cole» ammetto, «Lo so Mar.»

Avvolgo le braccia intorno alla sua vita e restiamo così per un po'.

In effetti non sento niente per la morte di Luke.

Mi sono rimaste delle sue cose come l'attico di New York, la casa di Miami e gli strumenti.

«Che ne dici di vendere questo appartamento?» propongo, «Perché?» Prendo un bicchiere e lo riempio d'acqua.

«Luke mi ha lasciato un attico qui a New York. Non l'ha mai usato. Possiamo andare a vedere la casa di Miami, ma possiamo venderla.» Sollevo le spalle.

«Mar?» mi richiama e io mi volto, «Stai parlando al plurale. Stai organizzando la tua vita con me?» Annuisco.

«Dove stai a Toronto?» Spalanca gli occhi, «Il mio appartamento ti piacerà da morire!»

Corre a prendere il suo telefono per mostrarmi le foto.

Mentre vedo quanto è felice per la prima volta non mi dispiace fare le cose con qualcuno. Per la prima volta non voglio essere la donna forte e indipendente. Per la prima volta sento che potrei lasciare tutto per Mason. Non lo avrei fatto per Scott, ma se ci fosse stato Mason al suo posto io lo avrei fatto. Perchè lo amo e il nostro amore strano mi ha stravolta completamente.

«Mase?» lo chiamo mentre mi mostra la vista.

Lui si volta guardandomi con le sue iridi verdi.

L'amore è strano e non diventa normale. E io non ho mai voluto un amore strano qualsiasi, ho sempre voluto l'amore strano che solo Mason Lewis era in grado di darmi.

E ho dato una possibilità a Scott, l'ho data anche al restare sola.

Ma io ho sempre e solo voluto quell'amore di Mason. La stessa persona che adesso è davanti a me e che amo come tempo fa.

30 gennaio 2018, appartamento di Mason. New York.
«Abbiamo vinto Mar!» esulta Mason mentre apre la porta di casa sua, «Mase è la verità decima volta che lo ripeti da quando siamo entrati nel palazzo» gli faccio presente facendolo ridere.

«Dovevi esserci!» Va in cucina e prende del vino e due calici. «Non sai quanto sono felice!» Sorrido.

Mason è appena entrato nei Giants e questa era la sua prima partita con loro. Ha segnato davvero tanti punti.

Vederlo così felice credo che sia la mia ricompensa per averlo sostenuto nel suo percorso davvero impegnativo.

«Mase?» Lui si volta verso di me con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, «Sono fiera di te» ammetto. «Grazie Mar» mormora.

Restiamo impalati a guardarci negli occhi e, se fossi in grado di reggere una cosa simile, ora lo bacerei.

Lui sospira, «Scusami» farfuglia riportando entrambi alla realtà. Mi porge il bicchiere.

«Perché sei a festeggiare la vittoria con me e non con i tuoi compagni?» domando curiosa.

«Andavano in qualche bar a festeggiare. Alcol e ragazze sai?» Annuisco.

«Non volevo una ragazza qualsiasi incontrata in un bar con cui passare una notte di sesso per poi non rivederci più. Volevo te, con cui neanche mi importa di fare sesso. Parliamo per tutta la notte e suoniamo, ti va?»

Per nascondere il rossore che si è creato sulle mie guance bevo un po' di vino.

«Certo che mi va Mase.» Allora lui si alza porgendomi la mano.

«Che suoniamo?» Ci penso un po' su, «Ti insegno un brano che suonavo con Crys.»

Ci sediamo vicini e passiamo tre ore a cercare di suonarlo alla perfezione.

Quando ci riusciamo ci battiamo il cinque.

«Posso farti una promessa?» Annuisco.

«Un giorno te lo dirò.» Lo guardo confusa, «Che cosa?» Lui ridacchia.

«Quel giorno non è oggi.»

10 marzo 2020, appartamento di Mason. New York.
«Qual era quella promessa?»

Lui ridacchia, «La vuoi sapere davvero?» Annuisco.

Sono curiosa da tre anni, sto aspettando da troppo tempo. Mason mi prende il viso e lo accarezza dolcemente per poi appoggiare la fronte contro la mia e sorridere.

Osservo i suoi occhi verde smeraldo e mi sento felice.

Mason Lewis si è preso la mia paura di stare con qualcuno e l'ha completamente distrutta.

Voglio stare con lui.

«Posso farti una promessa Mar?» Annuisco piano, «Oggi è quel giorno» annuncia.

«Ti prometto che ti amerò per sempre ok?»

Mi manca l'aria e boccheggio leggermente.

«Quel giorno volevo dirti che ti avrei amata sempre, comunque fosse andata. Volevo farlo ma poi mi sono reso conto che avrei fatto la figura dell'idiota perché io non ti piacevo e mi vedevi solo come un amico. Oggi ti sto facendo vedere il nostro appartamento di Toronto perché vuoi stare con me e nemmeno mi sembra vero.»

Ridacchio leggermente, «Ti prometto che ti amerò per sempre Mase.»

7 ottobre 2035.
E per la cronaca, stiamo ancora vivendo quel "Ti amerò per sempre".

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