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Capitolo 47

                                                                               Samantha

«Ti ho delusa» afferma Luke seduto davanti a me dopo quasi tre minuti di silenzio.

«Non volevo che diventassi come lui.»

Gli occhi mi si riempiono di lacrime e vedo dalla sua espressione che vorrebbe abbracciarmi.

«Non lo volevo nemmeno io» sospira.

«Non ho molto da dirti perché tu eri lì a cercare di difendermi da lui per più di vent'anni.»

Mi passo le mani sui pantaloni neri, «Perché sono tua madre» gli ricordo e lui sorride.

«Sei l'unica a cui non ho mai voluto fare del male della nostra famiglia di merda» dice.

«Ti ricordi quando sei venuta a New York?» Annuisco. «Quel giorno ho capito che Jane non sarebbe stata mia in eterno. Perché avevo capito che avevate parlato e che sarei finito nella merda come papà. Ma ci speravo. Non ho mai voluto essere come lui.»

I nostri occhi grigi si incrociano e vorrei che lui tornasse un bambino avendo però un padre decente. Ma lui è cresciuto in una famiglia davvero schifosa.

«Non darti colpe che non hai» mi rassicura, «Avrei dovuto impedirgli di toccarti, lo sai che avrei dovuto farlo Luke.»

Mi metto le mani sul volto iniziando a piangere.

Domani mio figlio morirà ed è in parte colpa mia perché non sono stata una buona madre.

«Sei stata una madre fantastica, non è colpa tua ma solo mia.»

Alzo lo sguardo e lui mi sta sorridendo, «Non riesco a pensarci» singhiozzo, «Tu dovresti farmi schifo... Ma sei comunque mio figlio.»

Inizia a piangere. «Avrei voluto renderti fiera di me.»

Non rispondo perché ha ragione: avrei voluto essere fiera di lui. Avrei voluto andare a cena con le mie amiche e vantarmi di entrambi i figli. Puntualmente loro lo fanno con i loro e io parlo sono di Crystal. Quando finiscono di parlare mi chiedono come sia Luke in prigione e io mi sento nel più totale disagio così non parlo più per il resto della serata.

«Ora vado» annuncio.

«Ti voglio bene mamma. Mi dispiace di non essere stato un bravo figlio per te.»

                                                                    Logan

«Sono felice che ti abbiano fatto venire qui» dice Luke in imbarazzo.

La situazione fa davvero ridere. Siamo entrambi ammanettati e legati e possiamo muoverci davvero poco.

«È colpa mia. Dovevo essere un bravo padre.»

Lui annuisce, «Hai ragione. Sei stato il padre peggiore del mondo ma non è completamente colpa tua, avrei dovuto fare di testa mia. Hai molte colpe ma non tutte. Com'era tuo padre con te?»

La sua domanda mi lascia spiazzato. «Che intendi?» chiedo «Sai che intendo.» Allora mi sistemo e mi metto comodo.

«Non era come me. Lui era un bravo padre. Sai com'era il nonno. Però non andavamo d'accordo perché io diventavo una persona odiosa e violenta mentre lui e la nonna volevano che fossi una bravo. Quando ti ho visto con la sua chitarra mi sono arrabbiato perché non mi piace ricordarmi che io l'ho deluso» sospiro.

«È per questo che non volevo figli. Ho scoperto che Jane ha abortito e sono felice che l'abbia fatto. Per prima cosa sarebbe stato figlio mio ed era stato concepito da uno stupro. Se le cose fossero andate come adesso lui avrebbe qualche mese e Jane dovrebbe guardarlo tutti i giorni ricordandosi di me, ma io voglio che dimentichi. Ma sai perché non ho voluto nessun figlio? Perché mai e poi mai avrei voluto essere il padre che tu sei stato per me. Non avrei voluto deludere il mio stesso figlio» sputa acido.

«Me lo merito.»

Mi dà ragione con un cenno del capo.

«Volevo solo che tu sapessi che non hai tutte le colpe ma che mi fai schifo e mi hai deluso.»

Assottiglio le labbra perché so che ha del tutto ragione.

«Mi dispiace che tu non abbia avuto il padre che meritavi» dico, «Dispiace anche a me, avrei voluto un altro padre. Chiunque sarebbe stato migliore di te.»

                                                                       Crystal

La fratellanza è il legame più importante tra tutti. Stesso sangue.

E mio fratello ha ucciso mio marito.

Quindi adesso sono chiusa in questa stanza di un carcere davanti a lui che mi fissa disperato nella speranza che io spiccichi una parola.

«Come stai?» mormora. Alzo di scatto gli occhi e, appena incrocio i suoi, inizio a piangere senza sosta.

«Perché Luke?» Tiro su col naso, «Perché sono una persona schifosa. Ti volevo per me e lui voleva portarti via» sospira, «Non mi avresti mai avuta per quello che hai fatto a Jane!» esclamo e lui abbassa lo sguardo.

«Ho sbagliato lo so. Avrei voluto che potessimo essere due fratelli normali.» Mi sistemo i capelli rossi dietro le orecchie, «Siamo dei Moore, la nostra famiglia non è normale. Due dei quattro rimasti sono in carcere e uno di loro morirà domani» dico.

«Hai paura?» domando infine sospirando.

«Ho paura di andarmene senza che voi sappiate tutto. Voglio che mi dimentichiate, spesso ricordiamo per sempre le persone odiate e non quelle amate. Io voglio che la mia persona venga eliminata dalle vostre menti. Meritate di stare bene.»

Sorrido leggermente, «Mi prometti di prenderti cura di te?» Annuisco, «E di lei.»

Mi faccio coraggio e gli prendo le mani, «Lo farò» gli prometto.

«Sono stato un coglione» si lamenta, «Vorrei rimediare in altri modi, ma mi restano ventuno ore di vita, quindi lascio cose materiali.»

Con il capo fa un cenno ad una guardia che posa sul tavolo davanti a me un foglio stropicciato.

«Documento ufficiale. Dovrete andare alla lettura del testamento ma le cose che vi diranno sono quelle.»

Leggo velocemente poi lo faccio di nuovo ad alta voce.

«Metà del mio denaro andrà a Crystal Moore, mentre l'altra metà a Jane SMith. Il grattacielo dove si trovava lo studio legale a Crystal Moore per aprire uno studio di architetti. La mia casa a Miami andrà a Marika Fox. Tutti i miei strumenti andranno a lei. I tre appartamenti e l'attico di New York andranno ad Alex King. Ho un secondo conto in banca con una somma che sarà perfetta per pagare il matrimonio tra Alex e Jane.»

Resto a bocca aperta e lo guardo.

«Meritano di essere felici insieme. Dietro al foglio ci sono i nascondigli dei soldi che ho guadagnato. Sono contanti, quelli dovrai usarli per una cosa precisa.»

Gli dico di proseguire. «Devi usarli per mantenere le tombe di Cole e Harry. Voglio che siano perfette va bene?»

Nonostante lo shock rispondo che va bene. «L'ultimo attico di New York andrà a Marika Fox» finisco di leggere, «Non ti lascio case, non le vuoi. Ma tratta bene il mio grattacielo. Prendi il mio ufficio... Ha la vista migliore» consiglia.

«Grazie Luke» dico ripiegando il foglio per farlo leggere più tardi agli altri.

«No Crys, grazie a te e per aver convinto quasi tutti a venire.» Prendo un respiro profondo.

«Lei è qui» affermo e lui resta a bocca aperta, «Sul serio?» Annuisco.

«Grazie Crystal, di ogni cosa.» Gli sorrido. «Puoi avvicinarti?» Nonostante la diffidenza lo faccio. Lui appoggia le testa sulla mia spalla.

«Scusa non posso abbracciarti con queste.» Mi allontano e faccio cenno alla guardia di levargli per un secondo le manette.

«Mi assumo tutte le responsabilità in caso succeda qualcosa va bene?» Lui sbuffa ma poi leva solo le manette a Luke che mi butta le braccia al collo. Mi stringe forte a sé,.

«Addio Luke» mormoro contro il suo petto.

Lui mi lascia un bacio tra i capelli che sta accarezzando. Respira per qualche secondo il mio profumo.

«Mi mancherai» ammette stringendomi un po' di più e sento una lacrima bagnarmi il viso. La asciugo in fretta e mi allontano. Lui continua a tenermi le mani e per la prima volta dopo tanto rivedo solo mio fratello. Lo stesso che mi difendeva quando litigavo con qualcuno.

«Mancherai anche a me Luke, nonostante tutto.»

Lui mi abbraccia per l'ultima volta, poi la guardia lo ammanetta di nuovo.

«Ti voglio bene Crys, tanto.» Gli poso un bacio sulla guancia e mi fanno uscire dalla stanza.

«Addio Crys.»

                                                                                 Jane

Penso di non aver mai visto questa felicità negli occhi di Luke ed è strano visto che a breve morirà.

«Grazie per essere venuta, non lo meritavo.»

Gli rivolgo un sorriso e resto in silenzio.

«È strano vero?» domanda. «Lo è.» Continuo a fissare il tavolo, «Non riesci nemmeno a guardarmi» sospira. Allora prendo coraggio e lo guardo.

Guardo i suoi occhi grigi che ho amato tanto e che mi hanno spaventata per lungo tempo.

«Ciao» mi saluta sorridendo timidamente. «Sei sempre bellissima» si complimenta. «Non è il momento di recuperare la dolcezza che non ti ho dato negli anni vero?» Scuoto la testa.

«Posso vedere l'anello?» Allungo la mano verso di lui.

«Davvero molto bello, Al ha sempre avuto buon gusto.» Riporto la mano sinistra sulle gambe.

«Non voglio che sia così imbarazzante Jane» dice, «Avevo così tante cose da dirti e me le sono dimenticate tutte» mormoro. Lui ridacchia leggermente, «Dimmi solo quello che ti viene in mente, va bene?» Annuisco.

«Ti amavo. Ho continuato ad amarti per così tanto tempo nonostante tutto e mi sento stupida. Talmente tanto che dico che la mia era solo paura, ma io ti ho amato. Così tanto. Riuscivo ad amarti quando mi davi uno schiaffo, quando mi davi della puttana e mi faccio schifo. Perché l'hai fatto Luke?» Lui sospira, «Perché sono una persona tremenda. Non lo meritavi Jane. Io si, ma tu no. Merito di morire.» Scuoto il capo.

«Nessuno merita di morire e dovresti averlo capito dopo aver ucciso due persone. Harry voleva salvarmi da te.»

«Non dovevo impedirglielo, dovevo lasciare che ti portasse via da me. Devo dirti la verità Jane. Tutta.»

Mi metto un po' più comoda pronta per sentire quello che ha da dire.

«Ti amo. Non ho mai smesso. L'ho fatto quando sei arrossita appena Crystal ci ha presentati, però piacevi ad Alex. Allora mi sono trasferito a New York e ho conosciuto Veronica, Faith, Destiny e Laura. Sai le loro storie e ho fatto degli errori madornali. Quando tu mi hai dato un'opportunità io ho deciso di cambiare. So che pensi che io abbia finto per i primi mesi, ma non l'ho fatto. Quando hai rovinato quella maglietta mi sono sentito come quando mio padre ha distrutto la chitarra, ricordi? Quel giorno non l'ho picchiato. Così ho dato uno schiaffo a te e anche un po' a mio padre. Ogni volta che mi facevi incazzare pensavo a mio padre e mi sentivo meglio dopo aver fatto a te quello che volevo fare a lui. Poi ricordavo ogni volta in cui lui aveva picchiato mia madre e mi sono convinto che, alla fine, non fosse poi così sbagliato e mi ci sono abituato. Ma ti amo da sempre, lo negavo a me stesso per reprimere i sensi di colpa. Ma ti amavo. Ero geloso e ti volevo tutta per me, e poi tu hai incontrato lui. Che ha deciso di salvarti da me e ha fatto bene. Ma sono un egoista del cazzo e gliel'ho voluto impedire e sai perché?»

Scuoto il capo.

«So che si potrebbe pensare che se non ti avessi avuta io nessuno lo avrebbe fatto, ma sai qual è la mia verità? Se non ti avessi avuta io avrei desiderato che ti avesse Alex. Lui ti ama da sempre e io sono sempre stato un amico pessimo nei suoi confronti. Il suo unico desiderio è renderti immensamente felice e io so che lo farà. Sono felice che vi sposiate.»

Sorrido e lo ringrazio.

«Crys ve lo dirà più tardi ma voglio sapere se per te è un problema che sia io a pagare il matrimonio.» Resto sconvolta e inizialmente non rispondo, «Voglio lasciare qualcosa a tutti voi che non sia poi così tanto un brutto ricordo. Ho venduto il nostro appartamento perché nessuno ci sarebbe andato.»

Il primo contatto fisico tra me e Luke dopo quel pugno del giorno della morte di Harry lo scelgo io.

È la prima volta dopo anni che sono io a decidere di avere un contatto fisico con lui.

Gli prendo la mano. «Grazie Luke.» Lui mi sorride scioccato, «Per cosa?» chiede. «Mi stai dando la scelta per la prima volta» rispondo. «Ho la scelta di prenderti la mano che prima non avevo.»

Sorride, «Avrei voluto essere un bravo fidanzato, per te» mi confida, «Anche io avrei voluto che tu lo fossi.»

Mi allontano e chiedo alla guardia se può levargli le manette e le catene.

«Mi dispiace signorina, non posso» replica burbero. Dalla tasca dei jeans tiro fuori una banconota da cento dollari. Lui la guarda scettico, poi la prende e la mette nel taschino della divisa blu. Prende le chiavi e lascia Luke. Lui mi fissa in piedi e immobile.

Mi lascia la scelta.

Allora mi avvicino, senza paura, e lo abbraccio forte.

«La nostra storia si chiude qui ok?»

Lui annuisce stringendomi delicatamente.

Ha paura di me, i ruoli si sono invertiti.

Allora io lo stringo ancora più forte e, quando mi allontano lui parla: «Ho capito cosa provavi» ammette «So che l'hai fatto.»

Si mordicchia il labbro, «Devo chiederti una cosa.» Annuisco. «Certo.»Rispondo dopo che me l'ha detto.

Gli accarezzo la guancia e mi metto in punta di piedi.

Gli lascio un leggero bacio sulle labbra che dura qualche secondo.

Un bacio che resterà indelebile.

Lui si limita solo ad accarezzarmi il fianco. Il Luke di un anno fa mi avrebbe stretta a sé facendomi male.

Poi restiamo vicini.

«Ti amo Jane» sussurra, «Quanto ti ho amato Luke. Ma ora sono felice con Alex.»

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