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Capitolo 45

Negli Stati Uniti la pena di morte è legale per circa trentatré stati.

Nello stato di New York non viene praticata dal 1976.

Voglio dire la verità, personalmente sono contro.

Io credo che per insegnare alle persone a non uccidere non devi uccidere a tua volta. O più semplicemente che una persona come Luke non meriti di mettere fine alle proprie sofferenze senza nemmeno provare un minimo di senso di colpa se non quello pre morte.

L'altra pena che Luke potrebbe avere è l'ergastolo: la vita in prigione che a parer mio è la migliore.

Non so a cosa sia stato condannato Luke perché non ce l'ho fatta e sono uscita dall'aula.

Così sono seduta sulle gradinate del tribunale in attesa che loro escano. Sono dieci minuti che aspetto.

«Tutto bene?» domanda Scott non appena rispondo. Lui è a casa mia con Tom. Sono mesi che resta qui.

Dovrei essergli grata, amarlo.

E invece io continuo a pensare a quel ragazzo che si è trasferito a Toronto e che non sento da così tanto. Mi manca Mason, perché lo amavo. Vorrei che fosse qui a stringermi tra le sue braccia, quelle braccia che mi facevano sentire a casa.

«Si, stanno annunciando il verdetto.» Mi passo una mano sudata sui jeans e ammiro la New York che a breve sarà ricoperta di neve. «Come mai non sei dentro?» chiede, «Non riuscivo» sospiro.

I miei amici escono dal tribunale e Jane stringe Crystal tra le sue braccia. «Devo andare.» Riattacco e di fretta vado da loro.

Sono stati sette mesi davvero caotici. Cole è morto ad agosto e siamo a marzo. Oggi è l'anniversario della morte di Harry e vedo il dolore negli occhi di Jane che continua ugualmente a supportare Crystal.

Un anno fa Luke tagliava la gola di Harry e lo uccideva, e lo stesso giorno viene condannato a chissà cosa.

Ho odiato gli ultimi sette mesi perché avrei voluto che ci fosse Mason. Avrei voluto che ci fosse Cole. Invece dovevo esserci per Crystal, così come Jane. Però la mia amica aveva Alex che la ama da morire, mentre io avevo Scott.

Non avevo Mason.

E quante volte sono stata tentata a chiamarlo? Troppe.

Quante volte sono stata tentata a prendere un aereo e andare in Canada? Altrettante.

Ma poi guardavo Crys e lei aveva bisogno di me. L'amicizia è più importante dell'amore.

Ho smesso di suonare, di nuovo.

Se lo sapesse Mase mi prenderebbe a schiaffi, e farebbe bene.

Però ho avuto da fare, da sostenere Crystal impegnata in una causa contro suo fratello.

Samantha esce dal tribunale, due giorni fa Logan è finito dentro per un anno e ora a lei è rimasta solo Crystal. Vado da lei, che sta piangendo.

Mi abbraccia talmente forte da farmi male e faccio finta di comprendere il suo dolore.

Ma lei lo ha già vissuto.

Luke è finito in carcere un anno fa. Si scusa e va via salutandoci di fretta.

«Qualcuno può dirmi a cosa hanno condannato Luke?» insisto mettendomi tra Jane e Alex. Lui sospira, ma è Crystal a rispondere: «Pena di morte. Iniezione letale tra due giorni. Domani possiamo andare da lui per salutarlo.»

Le gambe mi diventano improvvisamente molli e Alex è costretto a prendermi per la vita e reggermi. Mi appoggio al suo petto e lo abbraccio forte mentre Jane mi guarda.

«Potete piangere se vi va» dico a loro due.

«Mi fa schifo ma era il mio migliore amico... Non riesco a pensarci.»

Alex appoggia il mento sulla mia testa scosso dai singhiozzi.

«Jane?» Lei si volta verso di me e mi rivolge un sorriso malinconico, «Sei forte» mi congratulo.

«Crys lo sei anche tu.» Lei si asciuga le lacrime, «Sono solo stanca. Dormo male da mesi.»

Annuiamo e allora andiamo verso la macchina di Alex.

L'attico di Crystal è silenzioso visto che Rose dorme, «Mi occupo io della bambina, voi andate a riposare» ci ordina Jane.

«Perché sembri stare così bene?» le chiedo quando crystal è di sopra. «Cole era il tuo migliore amico e suo marito. Siete state forti per me quando è morto Harry, ora tocca a me.»

La abbraccio forte e lei mi accarezza dolcemente i capelli.

«Non sono stanco» dice Alex, «Non hai dormito stanotte, vai.»

Lui sbuffa e insieme andiamo nella stanza dove sta Crystal. Non riesce più a dormire nella loro vecchia camera. Ci buttiamo tutti e tre sul letto con Crys in mezzo.

«Come pensate che sia?» domanda lei all'improvviso, «Cosa?» Sospira.

«Sapere che ti uccideranno a breve. La pena di morte, secondo voi com'è?» Scuoto la testa, «Non ne ho la minima idea.» Lei sorride.

«Ha ucciso mio marito eppure non riesco ad odiarlo completamente. Resta mio fratello, mi ha salvata da mio padre. Mi fa schifo ma io continuo a pensare che resta sempre Luke.» Alex annuisce, «Sono come te. Dico che mi fa schifo perché in effetti è vero, lui ha fatto del male a Jane, ma è lo stesso che mi è stato vicino per tutta la mia vita. Luke è sempre stato il fratello che non ho mai avuto ed è veramente strano.»

Fisso per una manciata di secondi il soffitto bianco, «Credo che nessuno di noi lo odi completamente, nemmeno Jane. Lui è comunque Luke e ogni volta che ci penso mi sento in colpa perché non riesco ad odiarlo completamente.» Mi metto su un fianco. «Luke è uno psicopatico e merita quello che gli faranno, ma è mio fratello.» Crystal si passa una mano sugli occhi.

«Sapete, io sono contro la pena di morte» ammetto. «Non capisco. Lui merita di soffrire come le persone che ha fatto soffrire per il resto dei suoi giorni, non morire senza sensi di colpa» spiego.

«Pensi che ora si senta un minimo in colpa?» Faccio spallucce alla domanda di Alex, «Non lo so.»

Restiamo zitti per un po', forse per dieci minuti ed è strano.

Abbiamo passato ore nel più totale silenzio in attesa che qualcuno dicesse qualcosa, adesso spero solo che tutti stiano zitti per paura di ciò che potrebbero dire.

«Jane vuole andare da lui.»

Infatti, ecco ciò che temevo.

«Crede che sia il momento di chiudere la loro storia.»

Ci penso un po' su, «Hai ragione. Ormai è finita e deve chiuderla per sempre.»

Crystal, senza dire una parola, si alza e va nel bagno annesso alla camera.

Quando torna faccio quella cosa che mi è solita fare con Jane: le do un abbraccio forte forte.

Crystal, che non è un'amante del contatto fisico, ricambia.

Restiamo strette per un po', poi lei si mette nel letto e si addormenta quasi subito.

Io invece vado da Jane che è in cucina a preparare la cena.

Mi avvicino e la stringo più forte che posso. La sento sorridere tra le mie braccia. Mi erano mancati questi abbracci. Un abbraccio dalla persona giusta può fare più di mille parole dette a vanvera. Gli abbracci sono meglio, mille volte. Se hai bisogno di un abbraccio, anche se non ti piace il contatto, se è la persona giusta a dartelo allora è perfetto.

Devo dire la verità? Vorrei abbracciare Mason in questo momento.

Non mi importa del tempo che abbiamo passato insieme in cui mi sono accorta di amarlo, voglio la sua persona nella mia vita. Perché Mason è in grado di farmi stare bene. Lui è l'unica ragione per cui credevo ancora nell'amore. Perché un barlume di speranza è rimasto in me anche dopo Simon. Tutto grazie a Mason.

Lui era con me e io credevo nell'amore. Perché si addormentava parlando con me. Poi si svegliava dopo un minuto e si scusava. Finiva per addormentarsi di nuovo e io restavo a guardarlo per un sacco di tempo. Poi capivo che dovevo tornare a casa e lo facevo. Passavo la notte a ragionare convincendomi che io non volevo Mason Lewis nella mia vita. Alla fine si è imposto e io ho capito che lo volevo.

Non mi importa se gioca a football e se i paparazzi non ci lasceranno mai, io voglio stare con Mason.

Eppure io sono qui a New York ad aspettare che uccidano Luke, mentre lui è a Toronto ad allenarsi.

Tre anni così e io senza il coraggio di allontanarmi da Scott.

Mi sentirei in colpa, soprattutto adesso che ha lasciato tutto per starmi vicino. Devo essere sincera, non me l'aspettavo. Pensavo che se ne sarebbe fregato e sarebbe rimasto a Miami.

Invece lui è a casa mia a preparare la cena e io non riesco a levarmi Mason dalla testa.

Allora aumentò la stretta su Jane. Gli anni separate sono stati difficili senza i nostri abbracci forti forti.

«Sono così fiera di te Jane e della donna che sei diventata.»

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