Capitolo 43
Quarta parte del processo
«Signora Moore, in che rapporti è con suo figlio?» domanda l'avvocato a Samantha.
«Non ci parliamo, ho scelto di non averci più a che fare.»
L'avvocato Martin annuisce.
«Perché?»
«Non le sembra ovvio? Ho divorziato da mio marito perché era come mio figlio e mi fa schifo che abbia solo appreso da suo padre senza imparare che in realtà quello era un errore.»
«Signora Moore sta dicendo che suo marito abusava di lei?»
«Si. Ma non importa, ormai è acqua passata perché ho tagliato i ponti con Logan e con mio figlio. Mi resta solo Crystal.»
«Lei sapeva di quello che suo figlio faceva a Jane Smith?»
«Preferirei che non lo chiamasse mio figlio, se non è un problema.»
Luke si intristisce improvvisamente.
Altre tre settimane e mezzo da quando sono venute Destiny, Faith e Veronica, ma è entrato in aula sempre con il suo sorrisetto schifoso.
«Certo, mi perdoni. Pongo nuovamente la domanda: lei sapeva quello che l'imputato faceva a Jane Smith?»
«Inizialmente no. Un giorno sono andata da loro per essere confortata dopo aver scoperto che mio marito mi tradiva. Jane era sola e l'ho scoperto, ma la scelta non era mia.»
«Non ha denunciato, perché?»
«Non avrei mai voluto che qualcuno denunciasse Logan al posto mio. Quindi non l'avrei fatto al posto di Jane.»
«Ha provato a convincerla a farlo?»
«Ovviamente. Le ho detto che la scelta era sua ma di non fare la mia fine. Ma mi scusi, perché stiamo parlando del processo su Harry Castle? Cole Holden è la vittima.»
«Dobbiamo esaminare ogni cosa per la sentenza.»
Samantha va a sedersi e il suo posto viene occupato da Logan Moore che in faccia ha, come sempre, stampata la sua espressione di superiorità.
«Signor Moore, è vero che lei ha abusato di sua moglie Samantha Moore?»
Samantha sospira, sapendo che lui mentirà.
«Si.»
Si volta scioccata verso di noi che solleviamo le spalle.
«Ho commesso un errore» ammette lui.
«Ammette di aver abusato anche dei suoi figli?»
Logan scuote la testa e Samantha si volta verso di lui delusa, dopo che l'ennesima speranza che fosse cambiato sparisce.
«Solo di Lucas. Lui mi impediva di toccare Crystal.»
L'avvocato lo guarda in silenzio.
«Samantha?» la chiama Logan.
«Denunciami. Fammi finire dentro, lo merito. Mi dispiace. Mi dispiace Luke. Mi dispiace così tanto di essere stato un pessimo padre e marito, per piacere denunciami.»
Samantha assottiglia le labbra e infine annuisce.
«Lei sapeva di quello che suo figlio faceva a Jane Smith?»
Logan scuote la testa.
«No. Io l'ho obbligato a studiare legge quando lui voleva fare musica. L'ho maltrattato fin quando non è andato via di casa. Ma non sapevo che fosse... Come me» sospira.
«Si sarebbe mai aspettato un atteggiamento omicida?»
«Assolutamente no, speravo che Luke non avesse imparato. Invece l'ha fatto e mi dispiace di essere colpevole della morte di Cole. Mi piaceva, non sembra perché sono una persona molto fredda, ma era un bravo ragazzo.»
L'avvocato Martin fa ancora qualche domanda per verificare se Luke avesse mai avuto atteggiamenti violenti e poi Logan viene fatto sedere dall'altra parte della sala rispetto a noi, ma sento il suo sguardo addosso.
«Nome?»
Stringo la mano di Jane, sono nervosa.
Sussurra qualcosa di incomprensibile, nessuno capisce.
«Le dispiace alzare la voce signora Moore?» le domanda l'avvocato. «Scusi» si schiarisce la voce.
«Crystal Holden.»
Lancia uno sguardo deluso a Luke.
«Signora, il suo cognome è Moore» la corregge l'avvocato.
«Ho preso il cognome di Cole quando ci siamo sposati» spiega lei.
Appoggio la testa sulla spalla di Jane consapevole di ciò che sta per dire l'avvocato.
«Suo marito è morto, il suo cognome torna automaticamente Moore.»
Da lontano vedo gli occhi di Crys riempirsi di lacrime.
Si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e annuisce.
«Può ripetermi il suo nome?»
Lei esita un secondo.
«Crystal Moore.»
L'avvocato annuisce, poi torna nella sua solita cattiveria.
«Signorina Moore, la chiamo così per distinguerla da sua madre... Allora, è vero che lei ha impedito a Lucas Moore di vedere sua nipote?»
«No. Quando l'ho fatto ero incinta e primo, come è mio diritto, non volevo vedere Luke. Secondo andare in un carcere durante la gravidanza non mi sembrava una buona idea.»
«Ma sua figlia adesso ha circa sei mesi giusto?»
«Si esatto.»
«Perché Lucas Moore non l'ha ancora incontrata?»
Crystal resta a bocca aperta e diventa rossa per la rabbia.
«Forse perché siamo ad un processo perché Lucas ha ucciso suo padre?» replica tagliente guardando schifata Luke.
«Mi sta dicendo che non potrà vederla?»
Crystal fruga nella tasca del cappotto nero.
«Questa è Rose Lucas. Con Cole. Mio marito, quello che hai ucciso, ricordi? Guarda cinque secondi questa foto perché sarà la prima e ultima volta che vedrai mia figlia.»
Dopo cinque secondi esatti riporta la foto nella tasca.
«Ha i tuoi occhi sai?»
Luke si alza in piedi e le rivolge un sorriso timido, senza la sua solita ironia.
«Il naso è di Cole, ma gli occhi sono palesemente tuoi e sono bellissimi.»
Crystal sospira e non lo guarda.
Fissa insistentemente la cravatta grigia dell'avvocato.
«Può andare avanti?» chiede cortesemente.
«Certo. In che rapporti è con suo fratello?»
«Pessimi. Non ci parliamo quasi più. Ho scelto Jane.»
«Ma suo fratello non le aveva mai fatto nulla direttamente prima.»
«Volevo bene a Luke, quando ho scoperto che mi aveva difesa da mio padre mi è dispiaciuto, ma poi mi sono ricordata di ciò che ha fatto a Jane e Harry. La mia migliore amica è una parte di me, le ha fatto del male e lo ha fatto anche a me. Mi ha delusa.»
«Le dispiace raccontarmi la chiamata del giorno della morte di suo marito?»
Crystal prende un respiro profondo, come per prepararsi.
«Cole mi aveva chiamato meno di dieci minuti prima per dirmi che stava tornando a casa. Mi ha richiamata ed ero confusa, pensavo che volesse chiedermi qualcosa di banale, lo faceva spesso. Magari mi chiedeva se avevamo la cioccolata in casa ed era in ritardo. Ma a me non dava fastidio, ridevo. Era una cosa nostra.»
«Le dispiace limitarsi solo al racconto della chiamata?»
«Si, scusi. Mi ha detto delle cose, come di dare un bacio a Rose o che mi amava. Dalla sua voce capivo che qualcosa non andava. Poi Luke ha parlato ed ero davvero scioccata. Non capivo come potesse essere lì. Cole mi ha detto delle cose da dire alle persone che amava e ho capito cosa sarebbe successo, non che non me lo aspettassi prima. Lucas mi ha detto di restare lì, sapeva che non avrei mai avuto il coraggio di lasciarlo da solo mentre moriva. Cole mi ha urlato di riattaccare, non voleva che assistessi. Non l'ho fatto e Luke gli ha dato un pugno. Ho sentito la sua mascella rompersi e ho strizzato gli occhi tra le lacrime. Rose dormiva e non volevo svegliarla. Poi Luke ha chiesto quali fossero le sue ultime parole e lui ha detto che ci amava, me e Rose, poi gli ha sparato. Ho sentito il colpo della pistola e quello del corpo di Cole che cadeva per terra. La polizia è entrata e ho sentito delle urla, ma sono rimasta comunque lì in silenzio a piangere. Quando si sono accorti della chiamata mi hanno detto che sarei stata interrogata. Hanno riattaccato loro e io ho solo potuto guardare il nome di Cole sparire per l'ultima volta dal display del mio telefono. Ho chiamato Marika e Jane che sono venute da me. Abbiamo passato la notte insieme a piangere.»
Cole manca un po' a tutti.
Quando lo nominiamo sorridiamo al pensiero delle parole che ci ha rivolto.
Lui voleva bene a tutti noi.
«Grazie signorina Moore, ho finito.»
L'avvocato dell'accusa si alza, «Non ho domande Vostro Onore.»
Crystal si alza e torna a sedersi al suo posto: al banco dell'accusa.
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