Capitolo 36
New York mi era mancata. Mason mi era mancato. E invece stiamo scendendo da un aereo, tutti insieme.
Mason è accanto a me con gli occhiali da sole che sorride; Crystal e Cole sono davanti e lui porta le valige mentre lei ha Rose in braccio; Jane e Alex sono per ultimi e con la coda dell'occhio vedo che camminano abbracciati. Anche se l'aria è calda mi sento bene e non mi manca per nulla Miami, non mi manca per nulla Scott che non mi ha nemmeno scritto un messaggio da quando sono uscita di casa stamattina. Non tornerò a Miami molto presto, questo è poco ma sicuro.
Devo ammettere che il mio appartamento non mi è mai sembrato così bello ora che so che Mason arriverà tra un'ora. Metto le valige in camera, non mi va di sistemare le cose. Vado a fare una doccia e, con i capelli bagnati, mi siedo davanti al pianoforte che ho comprato poco fa. Inizio a suonare "Wanderer Fantasie" di Franz Schubert e a metà vengo interrotta dal suono del campanello.
«Ti ho sentita suonare, continui per me?» sorride Mason porgendomi un sacchetto della pasticceria vicina a casa sua, «Però prima mangiamo.»
Entra e fa come se fosse a casa sua posando il sacchetto sul bancone in cucina e aprendolo. Dentro ci sono otto pasticcini e lui prende il latte dal frigo, «Hai cinque anni?» domando ridendo appoggiata allo stipite della porta, «Hai il cioccolato?» chiede ignorandomi. «Si, hai cinque anni. Mobile in alto a sinistra.» Fa come dico e prende il cioccolato.
Dopo aver messo i due bicchieri pieni di latte al cioccolato vicino al vassoio con i pasticcini mi fa cenno di sedermi davanti a lui.
Sospiro guardando i pasticcini, «Mangia» mi dice mentre ne mastica uno alla crema. Prendo qualcosa con il cioccolato e esito, «Mi sentirò in colpa» mi lamento. Posa la sua mano grande sulla mia, «No Marika. Non devi. Sei bellissima ok?»
Mi obbliga a guardarlo negli occhi dove leggo tutta la sincerità del mondo, «Smettila di essere insicura, per me sei la perfezione fatta in persona» mi confida facendo spuntare un sorriso sincero sul mio volto che lui ricambia. Si avvicina a me e mi bacia dolcemente. Gli accarezzo i capelli mentre lui si avvicina un po' di più.
«Oddio.» Mi stacco ridendo e allontanandomi dal disastro fatto da Mason. Lui scoppia a ridere e poi si scusa tenendosi la pancia, mentre io asciugo il latte. «Almeno non hai rotto il bicchiere.» Lui lo riempie di nuovo.
«Magari questa volta di bacio lontano dai bicchieri.» Sorrido divertita e lascio che mi stringa a sé.
«Ora mangia quei maledetti pasticcini senza farti paranoie.»
Allora mi siedo e mangio quattro pasticcini sotto lo sguardo soddisfatto di Mason.
«Ora suoni per me?»
Annuisco e mi alzo. Mason si siede sul divano mentre io al pianoforte.
«Suoni quella canzone che mi piace tanto?» mi chiede, io sorrido e allora inizio a suonare «Hold on». È la prima canzone che ho suonato a Mason e mi sembra di essere di nuovo a quei tempi, quando stavo bene e i problemi erano davvero pochi.
«Gli altri ci hanno invitati a cena» annuncia Mason guardando il telefono quando finisco di suonare, «Dove?» domando.
Nel frattempo continuo a fissare i tasti pensando a quanto io sia felice di essere tornata a suonare. So anche che non è merito di Scott, ma solo e unicamente mio; se lui sapesse quanto per me è importante suonare non cercherebbe di impedirmelo come lo ha fatto con New York. Ma adesso so più o meno cosa voglio fare. Non so che risposta dare a David che probabilmente aspetta la mia chiamata, ma so che voglio finire l'università. Mi mancano meno di due mesi circa e sono intenzionata a terminare gli studi per poi decidere cosa fare. Se prenderò la decisione sbagliata non importa, in futuro cercherò di rimediare. La musica per me è sempre stata tutto, un punto di riferimento e soprattutto la cosa migliore che potesse succedermi. Ora so cosa voglio fare della mia vita in ambito musicale. Magari non lo farò come lavoro, ma so che voglio continuare a suonare per sempre. Mi volto verso Mason in attesa della sua risposta, «Da Crystal e Cole.»
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