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Capitolo 16

Per descrivere la parola amicizia ho deciso di non scrivere nessuna citazione ma un mio pensiero. Per me essere amici significa semplicemente esserci. Anche se due persone vivono distanti e non possono vedersi sanno che potrebbero piangere insieme al telefono in caso. In amicizia, nell'amicizia vera, si è sempre presenti per l'altro. Non c'è un momento in cui capisci che quella è amicizia vera perché ogni tanto ti sorgeranno sempre dei dubbi, come in ogni singola cosa. Ma va bene così. L'amicizia è importante. Io paragono l'amicizia all'amore, per me le mie amiche sono l'amore. Crystal è l'amore con i suoi capelli rossi, la sua risata per ogni singola cosa, per la sua confusione mentale contrapposta all'ordine maniacale e per il suo essere una ritardataria. Jane mi ha detto che anche io sono l'amore per il mio arrabbiarmi quando mi dicono che ho i capelli neri, per la mia passione per la musica che ho scelto di abbandonare, per la mia mente così poetica, per il mio saper ascoltare. Per me Jane è l'amore per la sua forza di superare ogni cosa. A-M-I-C-I-Z-I-A. Una parola, otto lettere. Una parola così piccola che racchiude un significato così grande e tante altre parole. Amicizia vuol dire amore. Famiglia. Felicità. Risate. Spensieratezza. Stupidaggini. Tristezza. Lacrime. Divertimento. Non voglio elencare ogni parola che per me è l'amicizia perché voglio che ogni persona possa scoprire da sé cos'è l'amicizia nella sua vita e l'importanza che ha. Ma ognuno di noi deve ricordarsi la parola davvero importante in un rapporto di amicizia: sostegno. Se avete un amico sostenetelo sempre e credete in lui. Quando farà una scelta che per voi è sbagliata diteglielo e spiegate le vostre ragioni, se alla fine non avrà cambiato idea ditegli: «Io ti sostengo qualsiasi decisione tu prenda.» Perché questa è amicizia. Credete nei suoi sogni e aiutatelo a disfare con calma quello che credeva fosse bello ma che non lo è stato. Sostenetelo quando piangerà perché starà male dopo un fallimento, ma saprete che ce la farà la volta dopo. Perché voi credete in lui. Siate in prima fila nei suoi successi perché sarà uno spettacolo meraviglioso. E se è un vero amico, allora lo farà anche lui. Ricordate sempre l'importanza di un'amicizia e non datela mai per scontato perché potreste pentirvene. Quando troverete una persona da amare ricordatevi dei vostri amici e prendetevi del tempo per stare con loro. L'amore è bello. Ma l'amicizia lo è di più. Se devo essere completamente sincera per me l'amore è davvero strano, ma è da tanto tempo che non lo provo quindi non mi ricordo più cosa sia. Per me adesso è strano. Per me l'amore è la musica. Quell'amore che ho messo da parte per mettere al primo posto una vita sicura e che non ho più il coraggio di recuperare. Una passione troppo grande per me a quanto pare. Magari un giorno ce la farò, ad andare avanti o a tornare indietro. Ma oggi non penso a me stessa. Oggi penso all'amicizia che vedo allontanarsi piano piano: quella con Jane.

Miami mi era mancata. Mi era mancata la brezza marina, ma soprattutto mi era mancato Scott. Quando sono scesa dal taxi, dopo averlo obbligato a non venirmi a prendere all'aeroporto, è corso ad abbracciarmi come se non ci vedessimo da mesi. È passata meno di una settimana e ho sentito la sua mancanza più di ogni cosa al mondo. Anche più della rabbia verso Jane e la sua bugia. Però con lei fingerò di non sapere nulla. Le dirò che andrò presto a vedere il nuovo appartamento sperando che crolli e mi dica finalmente la verità e smetta di dirmi che tornerà a New York con Alex quando invece rimarrà nella bellissima casa sul mare di Miami in cui sta ora e in cui ho passato due settimane stupende e ho incontrato Scott; che adesso mi guarda con due occhi scuri come la pece e non posso fare a meno che sorridere. «Mar!» grida Tom correndo verso di me e abbracciandomi strette le gambe. «Ciao piccolo.» Mi abbasso per guardarlo in faccia. Mi rivolge un sorriso e noto la mancanza di un dente. «Guarda.» Si mette il dito sul buco. Faccio una faccia stupita, «Wow, non ci vediamo da una settimana e sei già diventato un ometto?» Annuisce fiero di sé «Tom vai a fare la doccia» ordina Scott. «Gliel'hai detto?» domando guardando la porta principale chiudersi dietro al bambino. Scuote la testa, «Non posso. Lo farò se nemmeno questa funzionerà.» Sospiro appoggiando la testa sulla sua spalla. «Mi sei mancata Marika.» Lo guardo negli occhi e i pensieri ricominciano a frullare nella mia testa senza sosta. Si erano fermati. Completamente fermati. Ma eccoli tornati; vorrei piangere ma mi trattengo. «Bene vado a sistemare le mie cose e-» Scott mi interrompe. «Ha deciso di venire a cena qui. Tra due ore.» Spalanco gli occhi. «Dobbiamo farle credere che vivi con noi e preparare una cena decente, ho già fatto la spesa.» La situazione è esilarante e vorrei ridere, se non fosse per quello a cui sto pensando. «Entriamo?» Nota il mio improvviso cambio d'umore ma finge di non averci fatto caso. Mi precipito in camera sua e disfo completamente la valigia mettendo tutti i miei vestiti nella metà dell'armadio vuota. «Sai forse quello potrebbe diventare un posto fisso...» Mi volto di scatto verso Scott e credo che lui legga il terrore nei miei occhi. Allora fa per parlare ma lo faccio prima io. «Scott... Credo che sia presto. Troppo presto. Non fare il passo più lungo della gamba. Vivere insieme è una cosa grande e-» Mi ferma. «Ti ho mentito Marika.»  Poi mi dice la verità e resto sconvolta. «Sbrigatela da solo.» Ributto tutti i vestiti nel trolley e me ne vado, mentre lui mi corre dietro chiamandomi. Busso alla porta di Jane e Alex ed è lei ad aprirmi. Non scordo che sono arrabbiata con lei, che mi ha mentito. Ma io cosa ci faccio qui? Non ho niente. Scott mi ha mentito. Jane mi ha mentito. Alex mi ha mentito. Così abbandono la mia amica davanti alla porta sbalordita e cammino a piedi verso una direzione sconosciuta.

Un bagno caldo, una cena costosissima e due ore dopo sono in un albergo stupendo vista mare che non è assolutamente quello di Scott, mi sono guardata bene da sceglierne uno molto lontano per non rischiare di incontrarlo. Le dodici chiamate perse vengono ignorate. Così come i centotrentaquattro messaggi. In questo momento vorrei dire una parolaccia ma non lo faccio. Non ne ho mai sentito la necessità se non come oggi. Però mi trattengo. Ci sono cose più gravi. Più gravi del perdere tutto? Tutto tranne Crystal e Cole, ma ora loro hanno una bambina prematura di cui prendersi cura e non possono di certo pensare alla loro amica sola come un cane. Mi sdraio sul letto con ancora l'accappatoio addosso e mangio uno dei cioccolatini offerti dall'hotel. Volto il capo verso la portafinestra e sospiro. Ok, devo uscire e smetterla di deprimermi qui dentro. Mi alzo e prendo un vestito rosa dalla valigia. Lo poso sul letto fissandolo con insistenza. Forse è troppo corto. Prima di prendere una decisione mi asciugo i capelli e poi lo provo. Mi sento a disagio, è davvero corto. Lo tiro giù il più possibile e sospiro. Mando una foto a Crystal per chiederle un consiglio, ma lei non risponde subito come fa sempre. Allora vado a truccarmi, poco perché non mi piace molto, e resto davanti allo specchio con le mani appoggiate al lavandino in marmo nero. Torno in camera nella speranza di trovare un messaggio dalla mia migliore amica.

Mar sei stupenda, non sentirti a disagio. Dove sei? Non sei da Scott?

Mi ricordo di non averle detto nulla.

Quando hai tempo ti chiamo, è successa una cosa ma non mi va di raccontarla per messaggio. Scrivimi quando puoi.

Dice che va bene e allora, dopo essermi guardata ancora un po' allo specchio ed essermi sentita a disagio, mi sono messa gli anfibi e sono uscita. Ho camminato a zonzo per la via affollata tempestata di locali dal quale proveniva musica assordante per poi fermarmi davanti ad un bar all'apparenza tranquillo. Appena entro vengo investita da un odore di fumo di sigaretta che mi fa arricciare il naso. Delle persone sono sedute a dei tavolini circolari e tutti guardano lo stesso punto: un uomo sulla trentina che suona il pianoforte in modo divino. Mi siedo e mi faccio portare dello scotch. Non mi piace bere, ma per stasera posso fare una piccola eccezione. Ammiro la nonchalance con cui il pianista muove le dita sulla tastiera e mi chiedo come sia vedere me suonare da fuori. La canzone termina e lui si alza in piedi esibendosi in un inchino. Dice che farà una piccola pausa e si dirige al bancone. Chiamo il cameriere, «Può offrire un drink al pianista e dirgli che è davvero bravo da parte mia?» Con un cenno del capo si allontana. Meno di un minuto dopo lui viene da me. «Un buon drink offerto da una bella donna.» Sorrido imbarazzata. «Lei è davvero molto bravo sa?» Mi ringrazia chinando la testa. «Posso?» domanda indicando la sedia davanti a me. Annuisco e ordino un altro scotch.

«Lei suona signorina...?»
«Marika e si. Un tempo lo facevo ma ho smesso e ora vorrei ricominciare ma ho preferito dedicarmi agli studi.»
«Io sono David e posso darle un consiglio Marika?»

Annuisco. «Non faccia il mio stesso errore. Ora sono un avvocato con una vita triste. Non mi sono impegnato nelle cose davvero importanti. Ho sposato la prima donna che ho trovato che ora mi tradisce, ho studiato lasciando da parte la mia grande passione che era la musica e ora la mia carriera va a rotoli. Sa a chi non serve l'amore e la carriera?» Scuoto la testa e lui mi dà la risposta. «Ai musicisti mia cara Marika. A noi non serve una persona affianco quando abbiamo il nostro pianoforte. Non ci serve diventare dei grandi avvocati se possiamo fare carriera nel mondo della musica. Lei cosa vorrebbe fare nella vita?» Ci penso su, «Vuole che le dica quello che voglio davvero o quello che farò?» chiedo. «Quello che farà.» Avvicino il capo a lui. «Mi sto laureando in medicina e vorrei fare il chirurgo. Mi piacerebbe fare neurochirurgia.» Fa una faccia annoiata, «Quello che vorrebbe fare allora?» Mi appoggio allo schienale della sedia e sistemo l'orlo del vestito ricordandomi di quanto mi metta a disagio. Il modo in cui non mostro il mio imbarazzo mi stupisce. «Vorrei diventare una pianista. Ma non una pianista normale, una di quelle famose in tutto il mondo che suonano alla Scala sa?» Annuisce. «Sarebbe il mio sogno» confesso. Con la mano mi indica il pianoforte. «Mi faccia sentire cosa sa fare Marika.» Scuoto la testa, «Oh no, è lei il pianista esperto qui. Io posso solo imparare.» Sbuffa una risata. «La smetta! Voglio sentirla e le prometto che le darò un parere sincero. Conosce "Sonnymoon for two"?» Rispondo affermativamente, l'ho studiata al terzo anno di conservatorio. «Si è laureata in musica?» Dico di no «Ho scelto la medicina.» Mi incita ad andare al pianoforte e allora lo faccio. Mi obbligo a non tirar giù il vestito quando mi alzo. Non appena mi siedo sullo sgabello noto che tutti gli sguardi della sala sono puntati su di me. Mi viene da vomitare. Faccio la cosa che facevo sempre prima di un'esibizione a conservatorio o a scuola. Chiudo gli occhi e penso a tutte le cose positive della mia vita, ma non riesco a trovarne. Allora li apro e davanti ho proprio quella cosa positiva: la musica

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