Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 10

«C-come?» sospiro, «Lui mi ha chiamato e mi ha chiesto di andare a trovarlo» spiega Alex. «Io l'ho accompagnato» confesso. «Ma non ho retto, diceva cose su di te e io sono uscito. Mar è rimasta dentro.» Jane mi guarda e gli occhi mi si riempiono di lacrime al pensiero della giornata di oggi. «Abbiamo parlato. È amico del suo compagno di cella e di un vicino. Non sta mai in mezzo agli altri detenuti perché lo ucciderebbero e io volevo dirgli che sarebbe quello che merita e mi sono sentita una brutta persona. Poi mi ha detto che ti ha amata e poi che l'odio per se stesso lo ha portato a fare quello che ha fatto. Gli ho chiesto se fosse pentito.» Con lo sguardo mi incita ad andare avanti. Cerca un modo per perdonarlo e non odiarlo. Perché non ci riesce. Perché è forte ma al contempo debole perché vorrebbe tornare a quando stava con Luke. A quando tutto andava male ma solo lei lo sapeva. «Non è pentito.» Si lascia andare in un pianto disperato e, quando Alex prova ad abbracciarla lei si alza e corre via. Lui fa per andarle dietro ma glielo impedisco. Gli dico che vado io. Così inseguo la mia migliore amica restandole dietro fin quando non si ferma e si volta. «Perché non poteva amarmi come io amavo lui?» urla arrabbiata. «Perché non meritava di amarti. Si pensa sempre che quando due persone si lasciano allora significhi che l'altra non meritava il tuo amore. Non Luke. Lui il tuo amore lo meritava, il Luke che conoscevamo lo meritava. Non meritava di amarti. In realtà adesso non merita più nulla.» Il mio tono di voce si abbassa all'ultima frase. «Non lo amavo.» La guardo confusa «Harry intendo.» Si siede sulla sabbia sporcando i vestiti ma non se ne cura. «Ogni notte ci penso e me ne sono accorta adesso. Ogni volta che stavo con Harry pensavo ad Alex, ma quando stavo con Alex non pensavo ad Harry. Tenevo ad Harry perché era fantastico, ma non gli avrei mai potuto dare l'amore che meritava. Perché ho sempre amato Alex. L'ho amato da quando mi ha messa a letto quella sera ubriaca e fatta e se n'è andato piangendo. L'ho amato dopo Luke e lo amo ora anche se ho paura. Non vorrei perché temo che lui si stufi e vada via.» Si passa essperata una mano tra i capelli, «Non vado da nessuna parte» si intromette Alex chinandosi vicino a lei. Si lascia andare contro di lui facendosi stringere. E in quel momento capisco di non avere bisogno di qualcuno da cui dipendere al mio fianco, ma di volere qualcuno che mi stia vicino se avessi bisgono e lo desiderassi. Come Jane e Alex. E invece ho lasciato che Scott se ne andasse.

Certi errori sono irrimediabili. Non dico che il mio con Scott lo sia ma non sono pronta a lasciare andare la mia indipendenza e il mio stare sola che mi piace così tanto. E poi tra poco tornerò a New York e Scott probabilmente sarà solo un lontano ricordo. Non sono il tipo da storia durante una vacanza. Così ho passato gli ultimi due giorni chiusa in salotto a suonare; suonare ininterrottamente senza però mai aprire quel foglio che mi sono portata da New York. Non me la sono sentita, forse troverò il coraggio in futuro. Crystal mi ha chiamata ieri per dirmi che Los Angeles è davvero meravigliosa. Ieri è anche cominciato il sesto mese. «Mar» urla Jane dalla stanza sua e di LAex. Mi alzo svogliatamente interrompendo la mia canzone e salgo le scale. In camera la trovo a buttare cose a caso dentro una valigia, «Che fai?» chiedo appoggiandomi allo stipite della porta. «Crystal sta partorendo.» Vado nel panico «Non è possibile è iniziato adesso il sett-» Mi ferma spingendomi fuori «Prepara la valigia tra tre ore abbiamo il volo per Los Angeles» mi incita prendendo anche la borsa di Alex. Corro in camera mia e riempio nuovamente la valigia che avevo sistemato nell'armadio bianco. Scrivo un messaggio a Cole.

Dimmi che va tutto bene, Jane me l'ha appena detto.

Mi risponde mentre mi sto mettendo un paio di pantaloncini.

L'hanno portata in sala operatoria, sono troppo preoccupato.

Allora lo chiamo. «Ciao Marika» mi saluta. Lo sento fare avanti e indietro, Crystal mi ha detto che lo fa quando è nervoso. «Stai tranquillo Cole ok? Andrà bene» cerco di calmarlo «Lei è caduta dalle scale» ammette. Resto sconvolta, «Cosa?» Sospira. «Non la lascio mai sola perché ho paura che le succeda qualcosa. Sono andato a prenderle del gelato e la casa era vuota. Le ho detto di stare a letto ma ha deciso di andare di sotto ed è caduta. Sono tornato ed era sul pavimento dolorante, così l'ho portata in ospedale e...» Trattengo il fiato. «Senti io sono pronta, ora andiamo in aeroporto. Appena arriviamo a Los Angeles prendiamo un taxi e veniamo da te. Starà bene. Sia Crys che la bambina.» Scendo le scale aspettando Jane che sta ancora finendo la valigia di Alex che sta per arrivare. «E se muore una delle due? E sei muoiono entrambe?» domanda preoccupato «Non succederà. Andrà bene ok?» Non risponde. «Cole è chiaro? Andrà tutto bene» ripeto «Si, chiamami quando prendete il taxi.» Gli dico che va bene e ci salutiamo. Jane corre giù dalle scale, «Alex è qui fuori, mangiamo qualcosa mentre aspettiamo l'aereo.» Guardo in fretta l'orologio che porto al polso e noto che è l'ora di pranzo. Usciamo di casa e carichiamo le valigie nel portabagagli con l'aiuto di Alex. «Guida più veloce» lo incita Jane «Jane posso guidare veloce quanto vuoi ma anche se arriviamo un minuto dopo mancheranno sempre due ore e mezza all'aereo» ridacchia. La mia amica sbuffa e si lascia andare contro il sedile. «Credi che andrà tutto bene?» mi domanda guardandomi dllo specchietto. Non posso dirle perché Crystal sta partorendo ora. «Certo» le sorrido e lei si tranquillizza. Non la voglio far preoccupare. Inutilmente poi, perché Crystal e la bambina staranno più che bene.

Nonostante la stanchezza per il volo decisamente scomodo, siamo corsi in ospedale e ora sono seduta su una sedia di plastica nel corridoio nell'attesa che un medico venga a darci qualche notizia. Cole si alza alla vista di una dottoressa con il camice azzurro e un'espressione seria sul volto. La guarda preoccpuato e speranzoso. «Sua figlia è nata e sta bene, dovrà stare in incubatrice per un po' di tempo.» Cole annuisce, «E-e mia moglie?» Gli poso una mano sullla spalla per sostenerlo ma anche per sostenere me stessa; non posso farcela. Come fare se adesso mi dicesero che Crystal non ce l'ha fatta? «La abbiamo portata in terapia intensiva e stiamo aspettando che si risvegli dall'anestesia. Per ora è stabile.» Cole sospira di sollievo «Grazie infinite!» La dottoressa sorride e china leggermente il capo. Cole mi abbraccia forte, «Avevi ragione, grazie di essere venuti fin qua» dice anche agli altri due. «Posso accompagnarvi nella sua stanza» rispondo di si mentre Cole va da Samantha Moore. «Grazie di aver salvato la mia amica» dico alla donna in camice, «È il mio lavoro.» Ci fa cenno di seguirla e andiamo nella sua stanza. «Più tardi potrò vedere mia figlia?» le domanda Cole davanti alla porta della stanza di Crystal, «Credo che dovrebbe aspettare che si stabilizzi.» Deglutisce e cerca di non mostrare la sua preoccupazione, inutilmente perché la dottoressa lo tranquillizza, «È normale essere così instabile per una bambina di sei mesi, la potrete vedere tra qualche giorno.» Gli stringo la mano. So che vorrebbe urlare contro la dottoressa anche se non è colpa sua, e so anche che vorrebbe incolparsi per a caduta di Crystal che l'ha portata al parto. «Le posso chiedere cosa è successo con precisione?» domanda sospettosa, «Gliel'ho detto quando sono arrivato. Sono uscito a prendere il gelato per lei ed è voluta scendere. È caduta e quando sono tornato si stava alzando dal pavimento. L'ho portata qua» spiega «Le va di dirlo alla polizia?» Con il capo indica la fine del corridoio dove due agenti ci fissano, «Scusi?» dice Cole confuso. «Sua moglie presenta lividi che sembrano mostrare abusi» spiega, «Non riesco a capire» continua Cole. Ma io invece si. Lo capisce anche Jane che si appoggia ad Alex e per un secondo sembra di riviverlo anche se questa volta non è vero. Perché tutti conosciamo Cole. Il Cole ginecologo che ti aiuterebbe in tutto perché è troppo gentile. Il Cole che è venuto a casa mia prima dell'esame più importante di tutto il mio percorso universitario per portarmi un caffè dicendo che lo aveva fatto perché siamo amici. Il Cole che voleva solo rendere Crystal felice con del gelato. E invece è successo um casino di cui non è responsabile. Il Cole che non ne è per niente capace. Lo so, non lo pensavo nemmeno l'altra volta, ma è diverso. So che lui potrebbe fingere di essere quello che non è, ma Crystal è così felice e non posso accettare che la storia si ripeta. Samantha congela sul posto al pensiero che ci sia una terza dopo lei e Jane e che quella terza sia sempre legata alla famiglia Moore. Se fosse vero sembrerebbe una maledizione, succederà anche a Rose? Ma non mi piace pensare che Crystal ci sia in mezzo, perché Samantha e Jane sono solo una coincidenza e Crys non rientra in quell'equazione, non con Cole. Con Cole che è venuto alle cinque del mattino del giorno prima del matrimonio a casa mia perché aveva paura di non poterla rendere felice, diceva che lei era troppo per lui. La ama così tanto da non essere capace di farle del male e lo so. Lo so perché l'ho visto dopo un litigio con la paura di perderla negli occhi. Cole la ama troppo per essere come Luke. Spontaneamente mi ritrovo ad indietreggiare, allontanandomi da Cole. «Lei picchia sua moglie?» Alex, così come Cole, restano a bocca aperta alla domanda. «Senta, lo abbiamo già viss-» La dottoressa interrompe Alex, «Mi sta dicendo che è già successo?» Annuisce «Lei ha già...» Jane si intromette, «No. Io subivo abusi dal mio ex che è il fratello di Crystal.» Sul viso dela donna si forma un'espressione mortificata, «Mi dispiace tanto. Parleremo con Crystal più tardi.» Si dilegua nel più totale imbarazzo e noi entriamo in camera. Samantha si avvicina a me, «Non penso che lui lo abbia fatto, ma ho comunque paura che la storia si ripeta per la terza volta.»

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro