Capitlo 24
Punto di vista del narratore
[Epilogo]
Finalmente quel due avevano finito l'Università e non avevano più avuto problemi nella loro fantastica relazione, più un segreto.
Colton e Christophe si erano amati alla follia per tutto quel tempo, non erano riusciti a smettere di essere felici per un solo istante e chiaramente non volevamo smettere di essere felici.
Quel giorno era speciale, era il loro anniversario ed erano andati a cena fuori, almeno questa volta nessun cameriere troppo espansivo o civettuolo si era intromesso nella loro mielosa cenetta fatta di sguardi amorevoli ed impazienti.
Poi quando erano finalmente giunti a casa un piccolo ghigno si era fatto largo sul volto di Chris che trascinò il suo amato principino nella camera da letto promettendogli che quella notte non gli avrebbe dato tregua.
Colton non ebbe il tempo di rispondere che le morbide labbra, leggermente screpolate del suo gigante si posarono sulle sue in un dolce contatto che sarebbe velocemente degenerato, entrambi lo sapevano.
Le sue labbra bollenti spinsero di più su quelle del suo biondino mentre annullava la distanza fra i loro corpi tonici dalla perfetta muscolatura spingendo affinché quel bacio diventasse più profondo.
Le braccia dell'altro si aggrapparono sensualmente alle sue spalle percorrendole con le dita sapendo che quel gesto gli piaceva e, in risposta, Christophe gli cinse la vita portandola verso la sua mentre penetrava con la sua lingua umida nella bocca del suo partner.
Le lingue di entrambi si muovevano alla ricerca l'una dell'altra in quegli antri che già conoscevano troppo bene, le loro labbra vibravano vogliose non riuscendo più a sfiorarsi a causa della passione di quel bacio alla francese in cui i loro respiri si univano in uno singolo e bollente.
Le loro bocce pulsanti e fameliche si staccarono da quel loro amato combaciare a causa della necessità d'ossigeno e l'uno a pochi centimetri dall'altro aveva incatenato lo sguardo con quello del proprio ragazzo mentre entrambi ansimavano sentendo la temperatura aumentare.
Il moro condusse, fra una serie di baci bollenti, l'altro fino alla piccola scrivania in legno scuro che si abbinava con la loro nuova camera e lo fece sedere là sopra.
Mentre le loro labbra si toccavano ancora vogliose, il moro morse con avida sensualità il labbro inferiore dell'altro facendolo gemere nel bacio mentre ne approfittava per lasciar scivolare le sue mani lungo il torace scolpito di lui.
Gli sbottonó lento la camicia bianca che lo fasciava, mentre lo faceva si mordeva il labbra sotto lo sguardo luccicante di passione che gli veniva rivolto, quando l'indumento fu completamente sfilato le labbra di Colton vennero attaccate ancora in quella lotta sensuale.
Le mani gradi e calde del più alto scivolarono con sadica lentezza lungo tutto il suo busto nudo, si fermarono per qualche istante al bordo dei pantaloni poi proseguirono lungo le sue cosce toniche fino a giungere alle ginocchia che divaricò sistemandosi fra loro.
Chris ghignò in quell'ultimo bacio quando la sua intimità parzialmente eretta sfioro quella nelle medesime condizione del suo partner che fu portato a gemere di piacere.
Ancora una volta il moro si separò da quelle labbra piene e succose che amava alla follia, poi lasciò scivolare le sue lungo la sua mascella in una scia di baci in cui gli sfiorava la pelle con al punta della sua lingua, sapeva che lo amava.
Scivolò ancora fino a giungere alla pelle subito sotto il lobo dell'orecchio, lì si soffermò con la lingua per poi soffiarvi sopra osservando come una scia di brividi si facesse viva per poi stringere fra i suoi denti bianchi un lembo di quella pelle abbronzata lasciandovi un segno violaceo, testimone della loro passione.
Con quelle sue labbra che graffiavano appena si mosse ancora fino a raggiungere la clavicola su cui lasciò un altro umido marchio della sua gelosia e al tempo stesso della lussuria che scorreva nei loro corpi virili.
Colton aveva fatto scivolare le sue dita nella chioma setosa e lucente del suo ragazzo che era appena illuminata dai raggi lunari, aveva inclinato il volto lasciando a quelle labbra bollenti campo libero sul suo collo che fremeva sotto quel tocco lussurioso.
Mordeva le sue labbra mentre un rosa tenue si affacciava sulle sue gote un po' per imbarazzo e un po' per il calore che sentiva divampare dal suo basso ventre in ogni direzione, cercando futilmente di soffocare fra le labbra i gemiti di piacere carpiti dal suo ragazzo.
Christophe riportò le sue labbra su quelle gonfie di Colton che si tirò in dietro osservandolo per qualche secondo facendosi seguire dal moro che brava, almeno quanto lui, quel contato sensuale e necessario.
«Ti amo principino » soffiò il più alto sulle labbra ancora umide dall'altro mentre le sue grandi mani percorrevano tutte le linee dei suoi addominali mentre con la lingua raggiungeva e stuzzicava quei due portoncini di pelle che svettavano su quei pettorali tonici.
Le sue sita non si fermarono solo al bordo dei pantaloni ma, questa volta slacciarono con un gesto veloce il bottone e si insinuarono nello spazio fra il tessuto rigido e quello elastico dei boxer stimolando in quel modo l'erezione del biondo già ben presente.
Gemiti più forti si levarono da quelle labbra sensuali mentre il piacere raggiungeva gli angoli più remoti del suo corpo sotto le mosse esperte del suo gigante che conosceva ogni suo punto debole.
«Chris, ti prego » sussurrò nel silenzio di quella stanza rotto solo dal rumore dei suoi gemiti, dei suoi ansimi e dello schioccare della lingua umida dell'altro sulla sua pelle già imperlata di piccole goccioline di sudore.
Capendo il desiderio sempre crescente del suo principino si sporse in avanti mentre l'altro si sosteneva sui palmi lasciandogli più facile sbarazzarsi di pantaloni e boxer in un solo attimo.
L'asta virtuosa ed eretta di Colton si mostrava in tutta la sua piena eccitazione mentre l'altro si passava la lingua sulle labbra eccitato, molto eccitato.
Si sfilò velocemente gli indumenti che celavano il suo fisico perfetto solcato da numerosi cicatrici, testimoni del suo dolore e della sua sofferenza per poi lasciarmi accarezzare dalla meni lussuriose di chi lo aveva amato nonostante tutto.
«Ti amo così tanto » bisbigliò con voce bassa e sensuale il biondo prendendosi nella visone del suo ragazzo che allungava la sua muscolatura tonica come a provocarlo.
La lingua umida di lui si posò ancora una volta sul suo collo teso di lato in modo da rendergli facile il gesto, poi salì con baci vogliosi fino a quelle labbra dolci che bramava e amava mentre le loro aste turgide di sfioravano a vicenda procurando piacere ad entrambi.
Christophe stuzzicò la punta del loro organo con le dita mentre l'uno affogava i gemiti dell'altro in quei rumorosi baci lussuriosi nei quali le loro labbra pulsanti si cercano e spingevano le une contro le altre.
Entrambi vennero con un gemito sordo estinto nella bocca dell'altro, per poi staccarsi con ancora un piccolo rivolo di saliva ad unire le loro labbra mentre rifletteva la luce lunare che accarezzava i loro corpi sudati.
Le iridi plumbee spruzzate di cielo brillavano fra piacere e passione mentre osservava la visone erotico del petto abbronzato del suo partner sporcato dal frutto della loro passione sempre più sfrenata e sempre meno casta.
Il moro si posizionò nuovamente fra le cosce toniche del suo ragazzo con i loro sessi a contatto, entrambi ansimavano ancora reduci da quell'ondata di puro piacere e gli fece allacciare le sue gambe forti attorno alla sua vita mentre con le mani sosteneva le sue natiche perfette.
Lo adagiò sul morbido materasso ricoperto di lenzuola che sulla loro pelle nuda risultavano come carezze di seta e si sporse in avanti sostenendosi sugli avambracci a poca distanza dalle labbra dell'altro che ancora respirava pesantemente «Ti voglio » sussurrò con quella sua voce rauca e profonda che faceva perdere la testa al suo principino.
«Prendimi Chris » sussurrò mentre il rosso sulle sue gote si faceva sempre più affermato lasciando che le dita lunghe del suo ragazzo penetrassero il suo antro muovendosi dentro di lui a forbice mentre tastavano il suo interno alla ricerca di quel punto bollente.
Quelle dita forti ed esperte rilassarono completamente il muscolo finché ci fu solo spazio per il piacere, notando il cambiamento dal volto di Colton, Christophe, iniziò malignamente a sfiorare la prostata del ragazzo e proprio quando sentì le sue interiora pulsare e contrarsi lasciò uscire le dita impedendo all'altro l'orgasmo.
Il biondo ansimava con le labbra dischiuse mentre il suo petto bagnato si alzava e abbassava velocemente a causa del respiro pesante e degli spasmi dovuti al piacere non ancora pienamente raggiunto, quando le dita di lui lo abbandonarono mugugnó scontento.
La sua mente era annebbiata e vuota, c'era solo lo spazio che gli permetteva di pensare e desiderare ardentemente il membro imponente e pulsante del suo ragazzo dentro di sé per raggiungere le vette del piacere che sapeva nessuno altro gli avrebbe mai mostrato.
Poco dopo il suo ardente desiderio venne trasformato in realtà.
Il sesso vigoroso, imponente e ingombrante del moro scivolare lungo il suo ano umido e rilassato provando una scossa si piacere immensa quando fu completamente e colpì la sua prostata.
Bastò solo quello perché sporcasse il suo stesso petto con il suo sperma mentre poteva percepire chiaramente il caldo liquido dell'altro scivolargli all'interno segno che anche lui era arrivato al suo limite.
Il rilascio della sostanza all'interno non aveva fatto altro che agevolare i movimenti, da prima lenti e regolari, del moro che diventavano sempre più veloci e si susseguivano ad intervallo più breve mano a mano che il piacere li inondava prendendo possesso delle loro menti e dei loro corpi caldi aggrovigliati.
Le mani si Colton stringevano con forza qualche lembo di pelle della maestosa schiena dell'altro, quella di Christophe invece sorreggevano la schiena dell'amato rendendo quella posizione migliore per entrambi, ansimanti e bramosi si lussuria.
Più il biondo si eccitava e si avvicinava a raggiungere l'apice del piacere più le sue pareti si contraevano stringendosi attorno al membro caldo e sempre più pulsante dell'altro che assume al suo amato si preparava a raggiungere le vette del piacere.
Così passarono una delle loro solite e mate notti bollenti ma quella fu diversa come ho già detto.
Christophe si premurò di non addormentarsi sul letto e di non far cadere fra le braccia di Morfeo il suo ragazzo, ma anzi, lo condusse in doccia dove sfregiarono i loro corpi tonici brillanti di sudore e poi uscirono.
Quando furono un po' più vigili e i loro corpi completamente rilassati il ragazzo dalla chioma corvina flettè il ginocchio destro lasciando toccare il suolo a quello sinistro, frugò nella tasca dei pantaloncini che usava come pigiama e porse una scatolina in velluto nero verso il ragazzo biondo che lo guardava incredulo con le sue gemme smeraldo che brillavano vivaci.
«Colton Evans, sei la persona migliore che esiste, sei la cosa migliore che sia mai capitata nella mia vita e mi sei sempre rimasto accanto, nonostante tutto e tutti » prese un piccolo momento di pausa e poi riporto le sue iridi plumbee spruzzate d'azzurro leggermente tremanti sulla figura del suo amato.
«Sei colui che amo con tutto il mio cuore e senza il quale la mia vita non sarebbe nulla, io non sarei nulla; sei stato la mia guida nel buio perenne che circondava il mio cuore fratturato e tu lo hai riparato e mi hai dato la forza di superare tutto quelle che mi aveva distrutto nonostante il mio pessimo carattere quindi, io, Christophe Sherwood ti chiedo ufficialmente se vuoi essere mio marito » terminò leggermente spaventato sentendo il cuore che gli pulsava con violenza in gola.
Colton non rispose, troppo emozionato per farlo, si limitò a stargli addosso facendo cadere entrambi sulla morbida moquette della camera da letto e poi assaporò quelle labbra piene e morbide seppur leggermente screpolate con le lacrime che rigavano appena le sue guance purpuree.
Quando si staccarono da quel contato dolce e piacevole si guardarono negli occhi, luminosi e felici come non lo erano stati mai prima d'allora e si sorrisero con tutta la dolcezza di cui erano capaci «Non vedo l'ora » bisbigliò lasciandosi portare sul grande letto matrimoniale dove si abbandonarono abbracciati, alle braccia di Morfeo.
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