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Noah

Il fine settimana peggiore di sempre si sta avviando al termine, ho sentito Chris diverse volte e a tratti mi è sembrato turbato da come suo padre ha accolto la notizia, anche se sembra aver accettato la cosa gli ha messo un sacco di ansie su cosa avrebbe detto la gente e su come le nostre vite sarebbero rimaste irrimediabilmente segnate da una scelta simile. Come se nessuno di noi due avesse già capito la portata del possibile massacro che ci aspetta. Il mio pensiero va sempre a Chris e ai suoi compagni di squadra: se per me potrebbe essere relativamente facile parlare con i pochi ma buoni amici che ho mantenuto nel tempo, per lui non potrebbe essere lo stesso davanti ad una mandria di animali che sprigionano testosterone da tutti i pori. Temo seriamente che la sua carriera e la sua vita negli spogliatoi potrebbero diventare un inferno. 

Controllo nuovamente l'orologio e anche se il tempo sembra non passare conto costantemente quanto manchi al suo ritorno. Sembra che in sua assenza l'aria sia più pesante, che si faccia posto a fatica nel petto appesantito dalle circostanze dell'ultima sera che abbiamo passato insieme. 

Mi abbandono sul letto esaurito dallo sconforto. 

Quanto sarebbe bello se potessimo uscire allo scoperto senza subirne le conseguenze, senza l'ansia del giudizio, senza pensare a quali e quanti amici o parenti taglieranno i ponti con noi solo perchè ci amiamo. Mi chiedo costantemente quale possa essere la nostra colpa. 

Ci insegnano fin da bambini che l'amore è qualcosa di buono, ci invitano a dimostrare l'affetto agli altri e se un abbraccio tra bambini all'asilo non viene colto come una minaccia ma suscita un sorriso in adulti ed educatori, non è la stessa cosa se avviene con un compagno di scuola al liceo. Allora penso che lo stigma sia sulla parte sessuale del legame, tra due ragazzi può esistere solo l'amor platonico, magari tenuto nascosto, come una colpa, come una cicatrice per cui provare vergogna. 

Io non provo vergogna per l'amore che ho per Chris, tuttavia ho paura di prendergli la mano in pubblico, il giudizio degli altri mi pesa sul cuore e lo rende arido. Scruto gli sguardi e le parole sussurrate a mezza voce, sento i bisbigli e capto il dissenso degli altri per la nostra scelta e continuo a chiedermi quale sia la differenza tra noi e una qualunque coppia che si tiene la mano passeggiando per il campus e covo rabbia e rancore per la libertà che ci viene negata. 

Sento mia madre rientrare in casa con la spesa e decido di scendere ad aiutarla a sistemare, vorrei avere il coraggio di parlarle, di chiederle consiglio, di sciogliere i nodi che mi attanagliano il cuore come quando ero bambino, ma so che questa volta lei non potrà aiutarmi, questa volta devo andare avanti da solo. 

Scendo di sotto, mia madre è rientrata con due sacchetti carichi di spesa ma non sta riordinando come immaginavo. 

I sacchetti giacciono afflosciati sul pavimento ai suoi piedi mentre le sue dita sfiorano i tasti del pianoforte che ho lasciato aperto questa mattina dopo aver suonato. 

Rilascia dalle labbra un sospiro sconsolato.

"Mamma!".

La sorprendo provocandole un sussulto, vedo il suo sguardo arrivare da chissà dove.

"Scusami, non volevo spaventarti!" mi appresto ad aggiungere, "Va tutto bene, mamma?"

Non ho bisogno di una risposta in verità, i suoi occhi umidi e il suo sguardo sono più loquaci di mille parole.

"Stavo solo pensando a tante cose, Hai suonato vero?"

Sento le labbra aprirsi in un sorriso: "Si mamma, ho ripreso a suonare, ho ritrovato la mia ispirazione"

E' il momento Noah, devi dirglielo, ora o mai più, diglielo che è Chris la tua ispirazione, che suoni per lui e che ti emozioni come succedeva una volta...

"Te la senti di suonare per me? mi manca così tanto.."

La accontento consapevole che insieme alle note voli via la mia speranza di parlarle, ma va bene così. Suonare mi porta buone vibrazioni e mi fa sentire più vicino a Chris.

Mi sembra di scoppiare però, non riesco a tenerle questo segreto, abbiamo sempre condiviso tutto, nel bene e nel male, soprattutto da quando papà se ne è andato. 

Ho imparato una cosa in questi ultimi due mesi, posso prendere le mie preoccupazioni e forse anche il mio dolore, il mio smarrimento e lo sconforto e posso spingerli in fondo al petto e poi più giù fino allo stomaco per poi farli esplodere nella mia musica, ed è quello che faccio: raccolgo il dispiacere per la mia mancanza di coraggio, la nostalgia di Chris, le ultime ore passate insieme e le spingo giù, poso le mani sul pianoforte e comincio a suonare. Sento la presenza di mia madre appena dietro di me e posso sentire il suo petto alzarsi ed abbassarsi velocemente, se potessi distogliermi e guardarla sarei certo di vedere il suo viso rigato di lacrime. Forse sta pensando a papà, non l'ha davvero mai superata, credo che lo ami ancora e che le manchi da impazzire. 

Il consueto sfrigolio arriva alla punta delle mie dita, la mani scorrono veloci e leggiadre sui tasti, le mie mani che Chris adora, la mente traballa e vacilla e il cuore le va dietro, in un istante non sto più suonando per mia madre...

Sono fuori scuola e incontro il suo sorriso audace, rivivo i nostri primi sguardi, il primo abbraccio in sella alla sua moto, le mie mani sul suo petto e quel fremito. Riavvolgo il nastro dei miei sogni ad occhi aperti e siamo nella mia stanza, studiamo o forse ci studiamo, poi lui mi spinge sul letto, lo fa ridendo per farmi uno scherzo, credo, ma adesso non credo più tanto che lo fosse, mi aggrappo alle sue spalle e me lo attiro addosso, chiudo gli occhi solo per un istante atterrito dall'idea  dell'impatto, quando li riapro il suo corpo possente e sopra di me, tremo, lo sguardo si posa sulle sue labbra e non riesco a distoglierlo, vorrei riuscire a dire qualcosa ma è come se qualcuno avesse azionato il fermo immagine, è tutto sospeso, il tempo, persino i nostri respiri. Tremo se penso a quello che vorrei fare, lo trovo così naturale in questo momento, vorrei che mi baciasse, vorrei sentire il suo sapore e poi, prima di rivedere l'epilogo in cui sapevo che si sarebbe allontanato in preda stessi tormenti, la mente mi riporta avanti, al nostro primo bacio come in un continuum necessario. Posso sentire il suo calore e il suo sapore, il profumo del suo respiro mischiato al mio e il leggero pungolare della barba sul mio viso glabro. 

Quanto vorrei sprofondare nel suo petto e respirarlo come un profumo inebriante. 

Sospiro una volta arrivato al termine del pezzo che stavo suonando, tutte le sensazioni sono svanite lasciando il mio corpo come anestetizzato. 

La mano di mia madre si appoggia delicatamente sulla mia spalla. 

Chiudo gli occhi. 

Mia madre partirà sta sera per raggiungere sua sorella e passare con lei una settimana.

Chris passerà la settimana con me, qui, io e lui a recuperare il tempo perduto di questo fine settimana interminabile. 


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